“Il giorno 11 maggio, ricorrenza della morte di Padre Matteo Ricci,chiuderemo la fase diocesana del processo di beatificazione ripreso per volontà esplicita del Santo Padre. Speriamo in un miracolo. Qualche segno c’è anche se non è ancora configurato”. Ad annunciare l’ultima fase di un percorso che ha già visto promosso “Servo di Dio”, era l’aprile del 1984, il gesuita maceratese noto nel mondo per essere stato l’evangelizzatore della Cina, è stato monsignor Claudio Giuliodori, vescovo di Macerata, intervenuto a San Severino Marche al convegno di studi promosso dalla Comunità Montana e dal Comune per ricordare la figura del gesuita, matematico, cartografo e sinologo italiano.
“Padre Matteo Ricci – ha sottolineato mons. Giuliodori – ha lasciato un segno indelebile, speriamo che, grazie alle tante celebrazioni, se ne riscopra la memoria. Non è un uomo del passato ma un profeta del futuro”.
All’incontro erano presenti anche l’arcivescovo di Camerino – San Severino Marche, monsignor Francesco Giovanni Brugnaro, il presidente della Comunità Montana, Gian Luca Chiappa, il vice presidente, Sabrina Piantoni, il sindaco di San Severino Marche, Cesare Martini.
“L’esperienza di Padre Matteo Ricci è grande – ha detto l’arcivescovo Brugnaro – Egli ci ha aiutato a capire che ciò che è umano, comprese scienze e tecnica, può essere usato per educare al Vangelo. Di certo questo straordinario missionario ha svolto un’immensa opera di inculturazione. Oggi è uno fra i duecento personaggi che vengono ricordati dalla Cina. Anche noi dovremo aiutare i nostri giovani a diventare quello che Padre Matteo Ricci è stato”.
Nel portare il proprio saluto il presidente dell’ente comunitario, Gian Luca Chiappa, ha rimarcato: “Occorre che nelle nostre scuole i nostri giovani vengano istruiti perché possano conoscere la storia e cosa di grande hanno fatto personaggi come Padre Matteo Ricci. Le istituzioni si devono mettere a disposizione perché ciò avvenga con pubblicazioni, incontri e convegni. Ritengo che anche dalla cultura passi la riscoperta di un territorio”.
A fargli eco è intervenuto infine il sindaco di San Severino Marche, Cesare Martini: “Padre Matteo Ricci è forse il maceratese più illustre di ogni tempo, seppure poco studiato a scuola. Dovremo portare sui banchi le vicende che videro protagoniste figure a noi care: Padre Matteo Ricci, Ireneo Aleandri, Mosè Di Segni, tanto per citarne alcune”.
La giornata dedicata dalla Comunità Montana alla figura di Padre Matteo Ricci si è infine chiusa al teatro Feronia con l’opera musical “Il Saggio d’Occidente”.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Speriamo tutti in un miracolo, in un grande miracolo…
Che so, ad esempio: la traslazione immediata del vescovo maceratese ad altri lidi?
Sarebbe un miracolo che ne varreebbe almeno 3….
Caro Gianfranco, credevo che il mio animo fosse perfido, finché non ho visto il tuo…
Comunque, hai notato che di Padre Matteo Ricci se ne sono fregati per 500 anni e adesso vogliono farlo Beato, solo perchè abbiamo aperto il commercio con il regime dittatoriale, pseudocomunista e sanguinario di Pechino, sfruttatore dei Cinesi e nostro strangolatore con la corda che abbiamo loro dato, ammettendolo a commercializzare i loro prodotti in Italia e in Europa?
La conversione all’oggettività e al rispetto dei commentatori e di qualche sedicente giornalista di CM!
Sarebbe proprio un bel miracolo, forse non sarebbe utile alla beatificazione di Padre Matteo Ricci, ma certamente gioverebbe alla credibilità di tutta la testata.
In realtà, caro Giorgio, il processo di beatificazione di Padre Matteo Ricci venne riaperto in tempi non sospetti da Mons. Tarcisio Carboni (correva l’anno 1984, recita anche l’articolo, e in quel periodo tutto era nell’aria tranne la riapertura dei commerci con la Cina comunista; la quale, peraltro, non aveva mai smantellato il monumento funebre dedicato al nostro Padre Matteo Ricci, stimatissimo ed amatissimo presso il popolo cinese, anche allora, e ben più di quanto non sia conosciuto e amato da noi).
Se poi volevi invece dire che l’intuizione profetica di Mons. Tarcisio ha avuto riscontro vent’anni dopo anche a livello commerciale, non posso che essere d’accordo.
Quando si stava avvicinando la celebrazione maceratese di Matteo Ricci taluni sedicenti esperti predissero che, grazie ad esso, frotte e vagonate di cinesi sarebbero calati a Macerata per onorare la città in cui era nato (e possibilmente avrebbero lasciato tanti bei soldini)….
Grazie ad un prete, che era nato a Macerata ma che a Macerata NON aveva lasciato alcun segno perchè vissuto altrove, dovevano arrivare legioni e schiere di turisti cinesi che avrebbero invaso Macerata nell’anno delle celebrazioni…
Tenendo presente che la stragrande maggioranza dei maceratesi poco sapeva di avere una così (teorica) miniera d’oro tra le mani si è continuato -per tutte le celebrazioni- ad indicare e “spendere” il nome di Matteo Ricci come “un ponte” tra Oriente ed Occidente….
Poi ci si è accorti che, a parte la chiesa (che Matteo Ricci non se lo aveva filato nemmeno di striscio per 400 anni, ma ci voleva fare una bella statua con i soldi degli altri, ad onore e gloria del vescovo) ed i 5 viaggi (se non erro) che il Governatore ha fatto (con i denari pubblici) in Cina, tutto questo ritorno pubblicitario/economico/monetario non c’è proprio stato…
Ne poteva esserci perchè Matteo Ricci è famossissimo in Cina, si… Ma tra i cinesi di estrazione cattolica (soprattutto solo di Pechino)
Ma, per la stragrande maggioranza dei cinesi, Matteo Ricci era, e continua ad essere, un perfetto sconosciuto…