San Giuliano salvi la Provincia

L'OMELIA - Il vescovo Giuliodori, nel corso della Messa celebrata per la festa del patrono di Macerata, ha evidenziato le devastanti conseguenze che la spending review porterà sul territorio maceratese

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Il vescovo Giuliodori durante la processione di San Giuliano

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Da sinistra il questore Gentile, il prefetto Giardina, il presidente Pettinari e il sindaco Carancini

di Alessandra Pierini

Il riordino delle Province e l’accorpamento di Macerata, Ascoli e Fermo non saranno certo le principali preoccupazioni dei santi ma in occasione dei festeggiamenti per il patrono del capoluogo, San Giuliano, non sembra strano domandarsi se il santo approverebbe le novità previste dal governo nel decreto sulla spending review. Di sicuro la pala d’altare del Duomo di Macerata che lo ritrae mentre intercede presso la Vergine Maria per chiedere la fine dell’epidemia di peste  che nel 1447 colpì la città offre qualche speranza sulla possibilità che intervenga anche in faccende molto più burocratiche e terrene. Così questo pomeriggio, durante l’omelia della messa per i festeggiamenti del patrono, il vescovo Claudio Giuliodori si è rivolto, più agli umani in realtà che ai santi, per sottolineare la preoccupazione, nel quadro della crisi economica che stiamo vivendo, per la riduzione delle Province: «I criteri generali indicati dal Governo per tale riduzione, in assenza di adattamenti, impatteranno sulla nostra provincia di Macerata e sull’area Sud delle Marche con effetti devastanti, senza apportare alcun beneficio. Se può essere necessario ridurre il numero delle province, o anche eliminarle, per rafforzare l’opera di riassetto e di risanamento del Paese, certamente una tale operazione non può essere fatta creando nuovi e ancor più gravi squilibri che finirebbero per stravolgere assetti territoriali ben definiti e virtuosi, aree di popolazione storicamente e culturalmente omogenee, presidi istituzionali equamente distribuiti, infrastrutture economiche consolidate. Ci auguriamo pertanto che vengano apportati correttivi a livello governativo o a livello regionale, e che tutti i soggetti coinvolti, istituzionali, politici e della società civile, si adoperino con saggezza per individuare la soluzione più coerente con la natura, la storia e le reali esigenze di sviluppo del nostro territorio».

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Un momento della celebrazione

Anche il vescovo, massima autorità religiosa cittadina, si è quindi unito al coro dei politici e dei cittadini che chiedono che la Provincia di Macerata, ricca di storia, forte di una sua identità e ben strutturata, venga mantenuta (leggi l’articolo).

L’omelia del vescovo è giunta al termine di una giornata importante per le Marche. Questa mattina infatti si era riunito il Consiglio delle Autonomie Locali, al quale la legge  ha affidato il compito di formulare un’ipotesi di ridimensionamento da inviare alla Regione entro settanta giorni dalla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.  L’organo consultivo, composto da 30 membri (5 presidenti delle attuali province, sindaci dei comuni capoluogo di provincia, 17 sindaci, 3 presidenti di comunità montane), ha avviato una discussione preliminare sugli effetti prodotti dalla legge sulla spending review. Al termine della seduta, durata quasi quattro ore, il Cal ha deciso di inviare una comunicazione formale al Presidente della Giunta regionale Spacca per sapere se la Regione intenda o meno fare ricorso alla Corte Costituzionale. E’ stata inoltre stabilita un’ipotesi di calendario dei lavori, con una riunione dell’Ufficio di presidenza del Cal entro i prossimi quindici giorni e due ulteriori sedute dell’assemblea plenaria entro la fine di settembre.

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La cattedrale gremita per la Messa

Di seguito il testo integrale dell’omelia del Vescovo Claudio Giuliodori per la festa di San Giuliano Ospitatore. La Messa è iniziata alle 18 in Cattedrale:

«Chi rimane in me, ed io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5). Le parole dell’evangelista Giovanni ci introducono in modo meraviglioso al significato di questa solenne Festa di San Giuliano. Siamo qui per festeggiare il Patrono della nostra Città e questo non è un semplice atto devozionale o una mera ricorrenza ricca di eventi folcloristici. Siamo chiamati a confrontarci con un nostro concittadino che ha percorso la via della santità e che è stato eletto come patrono della comunità civile e religiosa, e cioè come ponte, garante, sostegno nel cammino umano e spirituale della comunità maceratese verso un’unione sempre più profonda e autentica con il Signore della storia.
O caro San Giuliano, nostro amato Patrono, insegnarci ancora una volta come essere sempre più uniti al Signore per portare frutti abbondanti di solidarietà, di giustizia e di pace sapendo che, come dice il Vangelo e come tu ci testimoni, senza l’aiuto del Signore non possiamo far nulla.

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Il sindaco Carancini consegna il cero al Vescovo

È per questo motivo che ci rivolgiamo in modo solenne al nostro Patrono alla presenza delle autorità civili, militari e religiose, a cui rivolgo il più cordiale saluto assieme a tutti i fedeli qui convenuti e a coloro che ci seguono attraverso il collegamento radiofonico curato da Radio Nuova InBlu e la rete internet. Un particolare saluto al Sindaco di Macerata Avv. Romano Carancini che a nome della cittadinanza offrirà il cero al nostro Santo Patrono.
La tradizione narra che il cavaliere Giuliano, dopo l’avverarsi della profezia fattagli dal cervo, per cui uccise inconsapevolmente i suoi stessi genitori, si dedicò a traghettare pellegrini e viandanti lungo i fiumi d’Europa, fino a raggiungere il nostro fiume Potenza. Attraverso questo umile servizio fatto con passione e generosità maturò una vita di santità e oggi noi tutti beneficiamo della sua alta protezione. Negli anni passati ci siamo più volte soffermati sul carisma dell’ospitalità riconoscendo come questa caratteristica del nostro Santo Patrono sia qualificante per l’identità e la vita della città di Macerata. Quest’anno vorrei richiamare l’attenzione sull’altro aspetto: quello del traghettatore. Oltre ad ospitare pellegrini e viandanti, San Giuliano li traghettava, e cioè li aiutava ad affrontare una situazione di pericolo passando da una sponda all’altra del fiume. A San Giuliano traghettatore innalziamo pertanto la nostra preghiera perché ci aiuti ad attraversare tre situazioni che sentiamo particolarmente critiche per la nostra vita attuale e per il futuro della nostra Città.

 

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La processione per le vie di Macerata

1. Chiediamo in primo luogo a San Giuliano che ci aiuti a traghettare la nostra vita da una fede epidermica e abitudinaria ad una fede sincera e profonda, capace di incidere sulla vita personale, familiare e sociale. In questa epoca, segnata da grandi conquiste tecniche e scientifiche, molti sono stati condotti a pensare che non è più necessario credere in Dio, come se la religione fosse un retaggio del passato o il credere un atto che limita e condiziona la libertà e la dignità degli esseri umani.In realtà, ciò di cui abbiamo più bisogno per essere noi stessi e affrontare le grandi sfide del nostro tempo, è proprio il passaggio ad una fede autentica e matura, che ci renda veri ascoltatori e coraggiosi collaboratori di Dio. Ci sarà di grande aiuto nel vivere questo passaggio ad una fede più profonda e consapevole l’iniziativa di Benedetto XVI che ha indetto l’Anno della Fede per celebrare i 50 anni dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II.

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Il Vescovo durante l’omelia

Il Papa, con la Lettera apostolica Porta fidei, ha avanzato questa proposta proprio a partire dalla consapevolezza che «capita ormai non di rado che i cristiani si diano maggior preoccupazione per le conseguenze sociali, culturali e politiche del loro impegno, continuando a pensare alla fede come un presupposto ovvio del vivere comune. In effetti, questo presupposto non solo non è più tale, ma spesso viene perfino negato» (PF n. 2). Con questo anno della fede si intende favorire un profondo risveglio della vita spirituale ed ecclesiale sulla scia del Concilio Ecumenico Vaticano II. La fede non chiude gli orizzonti della vita personale e sociale, bensì li allarga e li rende più limpidi. Dalla fede deriva il continuo rinnovamento della nostra vita arricchita dalla grazia che il Signore ascoltato e accolto con sincerità di cuore effonde in abbondanza sui credenti. «Grazie alla fede, questa vita nuova plasma tutta l’esistenza umana sulla radicale novità della risurrezione – afferma ancora il Papa -. Nella misura della sua libera disponibilità, i pensieri e gli affetti, la mentalità e il comportamento dell’uomo vengono lentamente purificati e trasformati, in un cammino mai compiutamente terminato in questa vita» (PF n. 6).
messa_san_giuliano-1-300x200Cari maceratesi, nel rivolgerci al nostro Santo Patrono per chiedere grazie e sostegno nelle difficoltà, cerchiamo in primo luogo di imitarne la fede. La sua vita non è stata facile. Ha dovuto affrontare prove tremende. Ma proprio nei momenti più difficili ha saputo unire la sua vita a quella del Signore Gesù divenendo un riflesso stupendo della sua morte e risurrezione, testimone luminoso della sua carità.
Caro San Giuliano, ci rivolgiamo a te perché abbiamo bisogno di essere traghettati verso una fede più autentica: di passare da una fede quasi consumistica, che sa solo chiedere nel momento del bisogno, a una fede che sa contemplare e lodare; da una fede fatta di pratiche abitudinarie ad una fede intessuta di ascolto della Parola e di preghiera personale e liturgica; da una fede fatta di compromessi e generici valori adattati alle circostanze ad una fede ancorata alle verità rivelate e morali; da una fede che non ci scomoda a una fede che ci provoca e ci spinge a crescere nella misura alta della carità di Cristo. O nostro grande patrono, fa che Macerata, città cresciuta sulle geometrie della fede, che ha ricevuto da Dio stupendi doni di grazia, di cui danno chiara testimonianza i santi, le splendide chiese, le belle tradizioni, non si accontenti di un glorioso passato, non pensi di poter vivere di rendita ma rinnovi la sua fede, rinvigorisca l’adesione ai grandi valori dello Spirito, costruisca il suo futuro di giustizia e di pace sulla pietra angolare che è Cristo. San Giuliano, aiutaci a trasmettere con gioia la fede ai bambini, ad accompagnare i giovani nella maturazione della fede, a far scoprire il volto vero dell’amore cristiano agli sposi, a sostenere gli anziani, a consolare i sofferenti, i malati, gli scoraggiati. Fa che non si verifichino mai per i maceratesi le parole che abbiamo ascoltato nella prima lettura: «Guai al cuore indolente che non ha fede perché non avrà protezione» (Sir 2,13).

messa_san_giuliano-2-300x2002. C’è una seconda situazione per la quale sentiamo la necessità di essere traghettati attraverso la potente intercessione di San Giuliano. Dalle sponde delle difficoltà economiche, della crescente precarietà nel lavoro, dell’insicurezza per il futuro, di fronte allo scorrere tumultuoso e minaccioso di questa crisi che non sembra aver termine, sentiamo il bisogno di essere traghettati sulle sponde più rassicuranti della ripresa economica e produttiva, della sicurezza in ambito lavorativo per provvedere alle necessità della famiglia e personali, del risanamento del “sistema Paese”. I dati, in continua crescita, riguardanti la cessazione di attività, le istanze di fallimento e i decreti ingiuntivi di pagamento, ci danno un quadro allarmante delle criticità che stanno corrodendo il tessuto produttivo della nostra Provincia, soprattutto nel settore edilizio. I numeri sono davvero impietosi e dicono il disagio profondo di tante imprese, dei lavoratori e delle rispettive famiglie.
San Giuliano, che hai percorso le strade d’Europa in tempi non meno difficili dei nostri, aiutaci a non cedere allo scoraggiamento e a non lasciarci imprigionare dall’immobilismo e dalla sfiducia, fa che sappiamo cogliere e sviluppare tutti i germi di speranza e i segnali positivi, che pur non mancano.
Questa crisi ci spaventa, ma ci insegna anche tante cose di cui spero possiamo far tesoro. Lo sviluppo non è né scontato né illimitato, ma deve essere reale e compatibile. Abbiamo lasciato, invece, che il “sistema Paese” si appesantisse, gravato da un apparato e da un debito che oggi facciamo fatica a riequilibrare. Si sta lavorando al riassetto organizzativo e alla riduzione della spesa e quindi del debito, ma tutto questo ha un prezzo elevato per tutti, cittadini, famiglie, istituzioni. È un dimagrimento necessario e, ci auguriamo, salutare, che deve essere portato avanti con determinazione, ma anche con equità e giustizia.
messa_san_giuliano-4-300x200San Giuliano ti chiediamo che questa traversata non sia troppo lunga e che possiamo giungere presto sulla sponda di una maggiore serenità e stabilità, mettendo in campo tutte le risorse disponibili per non lasciare indietro nessuno, per non perdere pezzi indispensabili alla stessa ripresa, per non pagare prezzi troppo alti in termini sociali ed esistenziali, oltre che economici.
In questo quadro si inserisce la legittima preoccupazione per quanto sta avvenendo in ordine alla prevista riduzione delle province. I criteri generali indicati dal Governo per tale riduzione, in assenza di adattamenti, impatteranno sulla nostra provincia di Macerata e sull’area Sud delle Marche con effetti devastanti, senza apportare alcun beneficio. Se può essere necessario ridurre il numero delle province, o anche eliminarle, per rafforzare l’opera di riassetto e di risanamento del Paese, certamente una tale operazione non può essere fatta creando nuovi e ancor più gravi squilibri che finirebbero per stravolgere assetti territoriali ben definiti e virtuosi, aree di popolazione storicamente e culturalmente omogenee, presidi istituzionali equamente distribuiti, infrastrutture economiche consolidate. Ci auguriamo pertanto che vengano apportati correttivi a livello governativo o a livello regionale, e che tutti i soggetti coinvolti, istituzionali, politici e della società civile, si adoperino con saggezza per individuare la soluzione più coerente con la natura, la storia e le reali esigenze di sviluppo del nostro territorio.

messa_san_giuliano-6-300x2003. Infine, se sentiamo necessario essere traghettati verso una situazione più serena e positiva dal punto di vista economico, è altrettanto urgente e ancor più importante essere traghettati sulla sponda di una solidarietà più forte e concreta. Le situazioni di disagio, a diverso livello, bussano alla nostra porta. Le incontriamo sempre più spesso nelle realtà a noi più vicine.San Giuliano è stato maestro di carità accogliendo tutti e aiutando i più bisognosi. Si è lasciato guidare dalle parole che abbiamo ascoltato nella seconda lettura: «Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi» (1Gv 4,11-12). Anche a noi il Signore chiede di amare come Egli ci ha amato. Non a parole ma mettendo in gioco la nostra vita. Servono certamente le istituzioni dedite al sociale in ambito civile ed ecclesiale, ma non potranno mai farsi carico di tutte le situazioni. Solo una solidarietà di popolo, diffusa e capillare, fatta di stili di vita e non solo di gesti sporadici, potrà dare risposte valide al crescente disagio. Sì, perché le situazioni di difficoltà purtroppo aumentano e si incancreniscono, come documenta il 2° rapporto sulle povertà curato dalla Caritas Diocesana, che sarà presentato tra qualche settimana.

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La statua del Santo

L’analisi condotta sul territorio della Diocesi nel 2010 e nel 2011 ci consente di leggere in profondità i fenomeni che si sviluppano attorno a noi e che rivelano ferite profonde nella vita di tante persone. A distanza di due anni dal precedente rapporto si notano significativi cambiamenti che riguardano i soggetti coinvolti, la tipologia dei bisogni, le nuove forme di povertà. Il dossier curato dalla Caritas consente di analizzare il disagio e di tarare gli interventi solidaristici alle reali esigenze, senza disperdere le già scarse risorse umane e materiali a disposizione. Dai dati si evince un aggravamento della situazione connessa, in modo particolare, alle difficoltà che si registrano sul versante del lavoro. Molti si rivolgono ai centri di ascolto per chiedere lavoro. La crisi economica sta producendo nuove povertà e sta rendendo croniche quelle situazioni che potevano essere avviate verso un recupero. Dalle 312 situazioni di palese povertà registrate nel 2010 si è passati alle 567 del 2011. Tali dati dimostrano che 255 persone si sono aggiunte a quelle già presenti nell’anno precedente come “poveri stanziali”.

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Il sindaco Carancini durante la processione

Le persone che si rivolgono ai Centri di ascolto Caritas per avere aiuti, lo fanno con sempre maggiore frequenza: rispetto al 2008, percentualmente, i passaggi sono aumentati di circa il 123%. La richiesta di viveri ha avuto un aumento esponenziale; dal 2008, in cui i viveri coprivano il 28% delle richieste, si è passati al 54% nel 2011. Solo tra il 2011 e il 2010 sono aumentate nominalmente di 363, passando da 2131 a 2494. I tre quarti delle richieste vengono dai non italiani anche se negli ultimi anni si registra una leggera ma costante crescita degli italiani in situazioni di indigenza.
Voglio esprimere in questa sede la più sentita gratitudine a tutti i volontari che si spendono con grande generosità per soccorrere chi è nella necessità. Ci colpisce e ci addolora il ripetersi di atti vandalici e di furti proprio verso queste realtà, come avvenuto di recente e più volte nella sede della Caritas diocesana, delle opere Vincenziane e in diverse parrocchie.
Questi nuovi scenari interpellano tutti, istituzioni, volontariato sociale, mondo ecclesiale e ci chiedono di rafforzare i vincoli solidaristici, seguendo la logica della prossimità familiare e del responsabile coinvolgimento di tutti. La solidarietà a chilometri zero, di cui più volte abbiamo parlato, sembra essere la forma più efficace, anche se spesso meno visibile e più silenziosa, per fare fronte a tanti bisogni che domandano vicinanza, ascolto e condivisione, prima ancora di manifestare esigenze di tipo materiale.

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Il vescovo Giuliodori

La preghiera che innalziamo a San Giuliano per la nostra Città si prolunga nella festività della Madonna della Misericordia che celebreremo domenica con la tradizionale offerta delle Canestrelle e la solenne concelebrazione in Cattedrale. Quest’anno la festa della Madonna della Misericordia ci introduce, oltre che all’apertura dell’anno pastorale in programma allo Sferisterio per sabato 8 settembre, anche alla celebrazione del 60° anniversario della Consacrazione della città di Macerata a Maria. Avremo modo di ricordare tale evento con apposite celebrazioni in novembre.

Cittadini di Macerata che avete l’onore di abitare nella Civitas Mariae e di avere San Giuliano come patrono, risvegliate la vostra fede, rinnovate i vincoli di solidarietà, guardate con rinnovata speranza al futuro. Dio Altissimo, per intercessione del nostro patrono San Giuliano, ci benedica e ci protegga.

(Foto Cronache Maceratesi – vietata la riproduzione)


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