Da sinistra il questore Gentile, il prefetto Giardina, il presidente Pettinari e il sindaco Carancini
di Alessandra Pierini
Il riordino delle Province e l’accorpamento di Macerata, Ascoli e Fermo non saranno certo le principali preoccupazioni dei santi ma in occasione dei festeggiamenti per il patrono del capoluogo, San Giuliano, non sembra strano domandarsi se il santo approverebbe le novità previste dal governo nel decreto sulla spending review. Di sicuro la pala d’altare del Duomo di Macerata che lo ritrae mentre intercede presso la Vergine Maria per chiedere la fine dell’epidemia di peste che nel 1447 colpì la città offre qualche speranza sulla possibilità che intervenga anche in faccende molto più burocratiche e terrene. Così questo pomeriggio, durante l’omelia della messa per i festeggiamenti del patrono, il vescovo Claudio Giuliodori si è rivolto, più agli umani in realtà che ai santi, per sottolineare la preoccupazione, nel quadro della crisi economica che stiamo vivendo, per la riduzione delle Province: «I criteri generali indicati dal Governo per tale riduzione, in assenza di adattamenti, impatteranno sulla nostra provincia di Macerata e sull’area Sud delle Marche con effetti devastanti, senza apportare alcun beneficio. Se può essere necessario ridurre il numero delle province, o anche eliminarle, per rafforzare l’opera di riassetto e di risanamento del Paese, certamente una tale operazione non può essere fatta creando nuovi e ancor più gravi squilibri che finirebbero per stravolgere assetti territoriali ben definiti e virtuosi, aree di popolazione storicamente e culturalmente omogenee, presidi istituzionali equamente distribuiti, infrastrutture economiche consolidate. Ci auguriamo pertanto che vengano apportati correttivi a livello governativo o a livello regionale, e che tutti i soggetti coinvolti, istituzionali, politici e della società civile, si adoperino con saggezza per individuare la soluzione più coerente con la natura, la storia e le reali esigenze di sviluppo del nostro territorio».
Anche il vescovo, massima autorità religiosa cittadina, si è quindi unito al coro dei politici e dei cittadini che chiedono che la Provincia di Macerata, ricca di storia, forte di una sua identità e ben strutturata, venga mantenuta (leggi l’articolo).
L’omelia del vescovo è giunta al termine di una giornata importante per le Marche. Questa mattina infatti si era riunito il Consiglio delle Autonomie Locali, al quale la legge ha affidato il compito di formulare un’ipotesi di ridimensionamento da inviare alla Regione entro settanta giorni dalla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. L’organo consultivo, composto da 30 membri (5 presidenti delle attuali province, sindaci dei comuni capoluogo di provincia, 17 sindaci, 3 presidenti di comunità montane), ha avviato una discussione preliminare sugli effetti prodotti dalla legge sulla spending review. Al termine della seduta, durata quasi quattro ore, il Cal ha deciso di inviare una comunicazione formale al Presidente della Giunta regionale Spacca per sapere se la Regione intenda o meno fare ricorso alla Corte Costituzionale. E’ stata inoltre stabilita un’ipotesi di calendario dei lavori, con una riunione dell’Ufficio di presidenza del Cal entro i prossimi quindici giorni e due ulteriori sedute dell’assemblea plenaria entro la fine di settembre.
Di seguito il testo integrale dell’omelia del Vescovo Claudio Giuliodori per la festa di San Giuliano Ospitatore. La Messa è iniziata alle 18 in Cattedrale:
«Chi rimane in me, ed io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5). Le parole dell’evangelista Giovanni ci introducono in modo meraviglioso al significato di questa solenne Festa di San Giuliano. Siamo qui per festeggiare il Patrono della nostra Città e questo non è un semplice atto devozionale o una mera ricorrenza ricca di eventi folcloristici. Siamo chiamati a confrontarci con un nostro concittadino che ha percorso la via della santità e che è stato eletto come patrono della comunità civile e religiosa, e cioè come ponte, garante, sostegno nel cammino umano e spirituale della comunità maceratese verso un’unione sempre più profonda e autentica con il Signore della storia.
O caro San Giuliano, nostro amato Patrono, insegnarci ancora una volta come essere sempre più uniti al Signore per portare frutti abbondanti di solidarietà, di giustizia e di pace sapendo che, come dice il Vangelo e come tu ci testimoni, senza l’aiuto del Signore non possiamo far nulla.
È per questo motivo che ci rivolgiamo in modo solenne al nostro Patrono alla presenza delle autorità civili, militari e religiose, a cui rivolgo il più cordiale saluto assieme a tutti i fedeli qui convenuti e a coloro che ci seguono attraverso il collegamento radiofonico curato da Radio Nuova InBlu e la rete internet. Un particolare saluto al Sindaco di Macerata Avv. Romano Carancini che a nome della cittadinanza offrirà il cero al nostro Santo Patrono.
La tradizione narra che il cavaliere Giuliano, dopo l’avverarsi della profezia fattagli dal cervo, per cui uccise inconsapevolmente i suoi stessi genitori, si dedicò a traghettare pellegrini e viandanti lungo i fiumi d’Europa, fino a raggiungere il nostro fiume Potenza. Attraverso questo umile servizio fatto con passione e generosità maturò una vita di santità e oggi noi tutti beneficiamo della sua alta protezione. Negli anni passati ci siamo più volte soffermati sul carisma dell’ospitalità riconoscendo come questa caratteristica del nostro Santo Patrono sia qualificante per l’identità e la vita della città di Macerata. Quest’anno vorrei richiamare l’attenzione sull’altro aspetto: quello del traghettatore. Oltre ad ospitare pellegrini e viandanti, San Giuliano li traghettava, e cioè li aiutava ad affrontare una situazione di pericolo passando da una sponda all’altra del fiume. A San Giuliano traghettatore innalziamo pertanto la nostra preghiera perché ci aiuti ad attraversare tre situazioni che sentiamo particolarmente critiche per la nostra vita attuale e per il futuro della nostra Città.
1. Chiediamo in primo luogo a San Giuliano che ci aiuti a traghettare la nostra vita da una fede epidermica e abitudinaria ad una fede sincera e profonda, capace di incidere sulla vita personale, familiare e sociale. In questa epoca, segnata da grandi conquiste tecniche e scientifiche, molti sono stati condotti a pensare che non è più necessario credere in Dio, come se la religione fosse un retaggio del passato o il credere un atto che limita e condiziona la libertà e la dignità degli esseri umani.In realtà, ciò di cui abbiamo più bisogno per essere noi stessi e affrontare le grandi sfide del nostro tempo, è proprio il passaggio ad una fede autentica e matura, che ci renda veri ascoltatori e coraggiosi collaboratori di Dio. Ci sarà di grande aiuto nel vivere questo passaggio ad una fede più profonda e consapevole l’iniziativa di Benedetto XVI che ha indetto l’Anno della Fede per celebrare i 50 anni dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II.
Il Papa, con la Lettera apostolica Porta fidei, ha avanzato questa proposta proprio a partire dalla consapevolezza che «capita ormai non di rado che i cristiani si diano maggior preoccupazione per le conseguenze sociali, culturali e politiche del loro impegno, continuando a pensare alla fede come un presupposto ovvio del vivere comune. In effetti, questo presupposto non solo non è più tale, ma spesso viene perfino negato» (PF n. 2). Con questo anno della fede si intende favorire un profondo risveglio della vita spirituale ed ecclesiale sulla scia del Concilio Ecumenico Vaticano II. La fede non chiude gli orizzonti della vita personale e sociale, bensì li allarga e li rende più limpidi. Dalla fede deriva il continuo rinnovamento della nostra vita arricchita dalla grazia che il Signore ascoltato e accolto con sincerità di cuore effonde in abbondanza sui credenti. «Grazie alla fede, questa vita nuova plasma tutta l’esistenza umana sulla radicale novità della risurrezione – afferma ancora il Papa -. Nella misura della sua libera disponibilità, i pensieri e gli affetti, la mentalità e il comportamento dell’uomo vengono lentamente purificati e trasformati, in un cammino mai compiutamente terminato in questa vita» (PF n. 6).
Cari maceratesi, nel rivolgerci al nostro Santo Patrono per chiedere grazie e sostegno nelle difficoltà, cerchiamo in primo luogo di imitarne la fede. La sua vita non è stata facile. Ha dovuto affrontare prove tremende. Ma proprio nei momenti più difficili ha saputo unire la sua vita a quella del Signore Gesù divenendo un riflesso stupendo della sua morte e risurrezione, testimone luminoso della sua carità.
Caro San Giuliano, ci rivolgiamo a te perché abbiamo bisogno di essere traghettati verso una fede più autentica: di passare da una fede quasi consumistica, che sa solo chiedere nel momento del bisogno, a una fede che sa contemplare e lodare; da una fede fatta di pratiche abitudinarie ad una fede intessuta di ascolto della Parola e di preghiera personale e liturgica; da una fede fatta di compromessi e generici valori adattati alle circostanze ad una fede ancorata alle verità rivelate e morali; da una fede che non ci scomoda a una fede che ci provoca e ci spinge a crescere nella misura alta della carità di Cristo. O nostro grande patrono, fa che Macerata, città cresciuta sulle geometrie della fede, che ha ricevuto da Dio stupendi doni di grazia, di cui danno chiara testimonianza i santi, le splendide chiese, le belle tradizioni, non si accontenti di un glorioso passato, non pensi di poter vivere di rendita ma rinnovi la sua fede, rinvigorisca l’adesione ai grandi valori dello Spirito, costruisca il suo futuro di giustizia e di pace sulla pietra angolare che è Cristo. San Giuliano, aiutaci a trasmettere con gioia la fede ai bambini, ad accompagnare i giovani nella maturazione della fede, a far scoprire il volto vero dell’amore cristiano agli sposi, a sostenere gli anziani, a consolare i sofferenti, i malati, gli scoraggiati. Fa che non si verifichino mai per i maceratesi le parole che abbiamo ascoltato nella prima lettura: «Guai al cuore indolente che non ha fede perché non avrà protezione» (Sir 2,13).
2. C’è una seconda situazione per la quale sentiamo la necessità di essere traghettati attraverso la potente intercessione di San Giuliano. Dalle sponde delle difficoltà economiche, della crescente precarietà nel lavoro, dell’insicurezza per il futuro, di fronte allo scorrere tumultuoso e minaccioso di questa crisi che non sembra aver termine, sentiamo il bisogno di essere traghettati sulle sponde più rassicuranti della ripresa economica e produttiva, della sicurezza in ambito lavorativo per provvedere alle necessità della famiglia e personali, del risanamento del “sistema Paese”. I dati, in continua crescita, riguardanti la cessazione di attività, le istanze di fallimento e i decreti ingiuntivi di pagamento, ci danno un quadro allarmante delle criticità che stanno corrodendo il tessuto produttivo della nostra Provincia, soprattutto nel settore edilizio. I numeri sono davvero impietosi e dicono il disagio profondo di tante imprese, dei lavoratori e delle rispettive famiglie.
San Giuliano, che hai percorso le strade d’Europa in tempi non meno difficili dei nostri, aiutaci a non cedere allo scoraggiamento e a non lasciarci imprigionare dall’immobilismo e dalla sfiducia, fa che sappiamo cogliere e sviluppare tutti i germi di speranza e i segnali positivi, che pur non mancano.
Questa crisi ci spaventa, ma ci insegna anche tante cose di cui spero possiamo far tesoro. Lo sviluppo non è né scontato né illimitato, ma deve essere reale e compatibile. Abbiamo lasciato, invece, che il “sistema Paese” si appesantisse, gravato da un apparato e da un debito che oggi facciamo fatica a riequilibrare. Si sta lavorando al riassetto organizzativo e alla riduzione della spesa e quindi del debito, ma tutto questo ha un prezzo elevato per tutti, cittadini, famiglie, istituzioni. È un dimagrimento necessario e, ci auguriamo, salutare, che deve essere portato avanti con determinazione, ma anche con equità e giustizia.
San Giuliano ti chiediamo che questa traversata non sia troppo lunga e che possiamo giungere presto sulla sponda di una maggiore serenità e stabilità, mettendo in campo tutte le risorse disponibili per non lasciare indietro nessuno, per non perdere pezzi indispensabili alla stessa ripresa, per non pagare prezzi troppo alti in termini sociali ed esistenziali, oltre che economici.
In questo quadro si inserisce la legittima preoccupazione per quanto sta avvenendo in ordine alla prevista riduzione delle province. I criteri generali indicati dal Governo per tale riduzione, in assenza di adattamenti, impatteranno sulla nostra provincia di Macerata e sull’area Sud delle Marche con effetti devastanti, senza apportare alcun beneficio. Se può essere necessario ridurre il numero delle province, o anche eliminarle, per rafforzare l’opera di riassetto e di risanamento del Paese, certamente una tale operazione non può essere fatta creando nuovi e ancor più gravi squilibri che finirebbero per stravolgere assetti territoriali ben definiti e virtuosi, aree di popolazione storicamente e culturalmente omogenee, presidi istituzionali equamente distribuiti, infrastrutture economiche consolidate. Ci auguriamo pertanto che vengano apportati correttivi a livello governativo o a livello regionale, e che tutti i soggetti coinvolti, istituzionali, politici e della società civile, si adoperino con saggezza per individuare la soluzione più coerente con la natura, la storia e le reali esigenze di sviluppo del nostro territorio.
3. Infine, se sentiamo necessario essere traghettati verso una situazione più serena e positiva dal punto di vista economico, è altrettanto urgente e ancor più importante essere traghettati sulla sponda di una solidarietà più forte e concreta. Le situazioni di disagio, a diverso livello, bussano alla nostra porta. Le incontriamo sempre più spesso nelle realtà a noi più vicine.San Giuliano è stato maestro di carità accogliendo tutti e aiutando i più bisognosi. Si è lasciato guidare dalle parole che abbiamo ascoltato nella seconda lettura: «Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi» (1Gv 4,11-12). Anche a noi il Signore chiede di amare come Egli ci ha amato. Non a parole ma mettendo in gioco la nostra vita. Servono certamente le istituzioni dedite al sociale in ambito civile ed ecclesiale, ma non potranno mai farsi carico di tutte le situazioni. Solo una solidarietà di popolo, diffusa e capillare, fatta di stili di vita e non solo di gesti sporadici, potrà dare risposte valide al crescente disagio. Sì, perché le situazioni di difficoltà purtroppo aumentano e si incancreniscono, come documenta il 2° rapporto sulle povertà curato dalla Caritas Diocesana, che sarà presentato tra qualche settimana.
L’analisi condotta sul territorio della Diocesi nel 2010 e nel 2011 ci consente di leggere in profondità i fenomeni che si sviluppano attorno a noi e che rivelano ferite profonde nella vita di tante persone. A distanza di due anni dal precedente rapporto si notano significativi cambiamenti che riguardano i soggetti coinvolti, la tipologia dei bisogni, le nuove forme di povertà. Il dossier curato dalla Caritas consente di analizzare il disagio e di tarare gli interventi solidaristici alle reali esigenze, senza disperdere le già scarse risorse umane e materiali a disposizione. Dai dati si evince un aggravamento della situazione connessa, in modo particolare, alle difficoltà che si registrano sul versante del lavoro. Molti si rivolgono ai centri di ascolto per chiedere lavoro. La crisi economica sta producendo nuove povertà e sta rendendo croniche quelle situazioni che potevano essere avviate verso un recupero. Dalle 312 situazioni di palese povertà registrate nel 2010 si è passati alle 567 del 2011. Tali dati dimostrano che 255 persone si sono aggiunte a quelle già presenti nell’anno precedente come “poveri stanziali”.
Le persone che si rivolgono ai Centri di ascolto Caritas per avere aiuti, lo fanno con sempre maggiore frequenza: rispetto al 2008, percentualmente, i passaggi sono aumentati di circa il 123%. La richiesta di viveri ha avuto un aumento esponenziale; dal 2008, in cui i viveri coprivano il 28% delle richieste, si è passati al 54% nel 2011. Solo tra il 2011 e il 2010 sono aumentate nominalmente di 363, passando da 2131 a 2494. I tre quarti delle richieste vengono dai non italiani anche se negli ultimi anni si registra una leggera ma costante crescita degli italiani in situazioni di indigenza.
Voglio esprimere in questa sede la più sentita gratitudine a tutti i volontari che si spendono con grande generosità per soccorrere chi è nella necessità. Ci colpisce e ci addolora il ripetersi di atti vandalici e di furti proprio verso queste realtà, come avvenuto di recente e più volte nella sede della Caritas diocesana, delle opere Vincenziane e in diverse parrocchie.
Questi nuovi scenari interpellano tutti, istituzioni, volontariato sociale, mondo ecclesiale e ci chiedono di rafforzare i vincoli solidaristici, seguendo la logica della prossimità familiare e del responsabile coinvolgimento di tutti. La solidarietà a chilometri zero, di cui più volte abbiamo parlato, sembra essere la forma più efficace, anche se spesso meno visibile e più silenziosa, per fare fronte a tanti bisogni che domandano vicinanza, ascolto e condivisione, prima ancora di manifestare esigenze di tipo materiale.
La preghiera che innalziamo a San Giuliano per la nostra Città si prolunga nella festività della Madonna della Misericordia che celebreremo domenica con la tradizionale offerta delle Canestrelle e la solenne concelebrazione in Cattedrale. Quest’anno la festa della Madonna della Misericordia ci introduce, oltre che all’apertura dell’anno pastorale in programma allo Sferisterio per sabato 8 settembre, anche alla celebrazione del 60° anniversario della Consacrazione della città di Macerata a Maria. Avremo modo di ricordare tale evento con apposite celebrazioni in novembre.
Cittadini di Macerata che avete l’onore di abitare nella Civitas Mariae e di avere San Giuliano come patrono, risvegliate la vostra fede, rinnovate i vincoli di solidarietà, guardate con rinnovata speranza al futuro. Dio Altissimo, per intercessione del nostro patrono San Giuliano, ci benedica e ci protegga.
(Foto Cronache Maceratesi – vietata la riproduzione)
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smovono pure i vescovi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Interessante l’intervento del vescovo in merito alla riorganizzazione delle Province: una bella sponda ai politici che vogliono mantenere la Provincia di Macerata.
Un altro, l’ennesimo, tentativo di fare commistione tra l’opera pastorale (poco interesante e poco praticata dal vescovo) e la politica locale (molto interessante e molto praticata dal vescovo) nel continuo tentativo clericale e codino di indirizzare (non le anime ma) le scelte politico amministrative della comunità.
Chissà che cambiale dovranno pagare i nostri politicanti per questo spottone del vescovo….
(santo padre, faccia il miracolo, se lo riprenda grazie)
Noto sempre i paramenti opulenti: ma deve essere una delle caratteristiche ipocrite della chiesa quella di predicare la povertà ma vivere nell’agiatezza (se non è cambiato nulla il vescovo ha anche l’autista, perchè -forse- ipotizzo che possa sporcarsi le mani a guidare da solo)
Aneche i pretiiiiiiiii!!!!!!!!! Che schifoooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!
Signori, qui non siamo alla frutta, l’ abbiamo passata la frutta!!! Marco Travaglio de MC hai ragione: che schifoooooo!!!!! Non voglio scrivere altro
A me sinceramente l’intervento del Vescovo Giuliodori è piaciuto molto. Ha saputo felicemente unire considerazioni di natura religiosa e spirituale a ragionamenti di tipo politico ed istituzionale sicuramente fondati e ragionevoli.
il cardinal Martini muorendo (….. ed in silenzio..) ha urlato al mondo un MESSAGGIO GRANDIOSO!!!! Il vescovo di Macerata ha sparato una C…..a per compiacere qualche politico locale !!! Ma vai a farti una partita a calcetto a bordo della tua bella Audi con Lacchè, invece di fare queste omelie !!!..Certo è che c’è Pastore e pastore..
il poltronificio……………….
un vescovo “tecnico”?
Non ho compreso il nesso fra l’omelia religiosa e problemi politico -finanziari…é da un po che non vado a messa forse è cambiato qualcosa…….
… a quando la spending review del Vaticano per i tagli delle Diocesi e delle auto blu(pastorali) con autista?????
che il vescovo metta bocca su questo argomento non mi meraviglia affatto. è un uomo di chiesa e la chiesa è attentissima a tutto quello che ruota intorno al potere e al denaro.
che pena.
POLTRONA DOPO POLTRONA ABBIAMO SUPERATO I 2000 (DUEMILA )MILIARDI DI DEBITO PUBBLICO…..ma di che sono fatte sté poltrone d’oro? E che collante usano sti politici per rimanerci ATTACCATI A VITA????
Scusate la mia ignoranza
– ma che centravano i Moschettieri
con San Giuliano — ??
Ahahahah ….
Andiamo a chiedere anche noi lavoro alla provincia cosi diminuiscono i disoccupati. o e solo per amici e parenti la fabbrica o meglio centro per l’impiego ma solo per pochi eletti!
MI sembrava di aver letto un articolo napoletano, che usano il Santo Gennaro anche nel calcio.
Vescovo lei si rende condo che ha detto una bestemmia ? lasciamo stare i santi per cose molto piu’
serie e non per fare miracoli ai potafogli di qualcuno.
condivido al cento per cento il commento di Gianfranco Cerasi e aggiungo – tutte le varie comunità religiose che ruotano intorno alla chiesa (io le chiamo sette) non sono forse dei partiti politici della chiesa? e la chiesa stessa poi li manovra per le varie tornate elettorali?
qualcuno può pensare che sto bestemmiando.. ma nella mia vita ho conosciuto solamente due sacerdoti “veri” come intendeva Gesù nel vangelo.. uno purtroppo non c’è + e l’altro è anziano ed è stato messo in un angolino!!!!!! (diciamo in pensione)…
i contrasti della vita.. gli “agi” della chiesa che predica di aiutare i poveri!!!…è una vergogna… !!!!!!
Siamo sempre i soliti che dobbiamo dare per tutti – anche per la chiesa :(((((
per un credente scomodare San Giuliano affinchè non venga tolta la nostra Provincia non mi pare opportuno… prego spesso i Santi affinchè i nostri politici siano più illuminati ed attenti ai bisogni della gente
“”Un tempo avevo sogni sulla Chiesa. Una Chiesa che procede per la sua strada in povertà e umiltà, una Chiesa che non dipende dai poteri di questo mondo … Una Chiesa che dà spazio alle persone capaci di pensare in modo più aperto. Una Chiesa che infonde coraggio, sopattutto a coloro che si sentono piccoli o peccatori. Sognavo una Chiesa giovane. Oggi non ho più questi sogni. Dopo i settantacinque anni ho deciso di pregare per la Chiesa.””
citazione da “Conversazioni notturne a Gerusalemme” di Carlo Maria Martini, posta come esergo del libro “I segreti del Vaticano” di Carrado Augias.
Lettera a…l vescovo
http://www.youtube.com/watch?v=h42bhxm_akQ
imprenditore di parole
http://www.youtube.com/watch?v=rBRqgqkOCLg
Dopo un secolo di intrallazzi con fascismo, DC ed oggi con la cosiddetta Sinistra, senza contare i secoli di oppressione, di nefadezze e giù di lì, sarebbe ora che la Chiesa Cattolica ritornasse ad essere “Mater et Magistra”, come lo fu nei secoli bui dopo la fine dell’Impero romano, in piena barbarie, con la civiltà tenuta alta nei monasteri, ossia nei luoghi di preghiera, di meditazione, di studio, di scienza, di difesa dei poveri e di aiuto ai bisognosi.
Stiamo arrivando alla Grande Persecuzione della Chiesa Cattolica, in Europa e pure qui da noi.
Siamo ad una nuova era di barbarie. Credete che siamo più evoluti di cinquanta, cento, cinquecento, mille o duemila anni fa?
Già la difesa della vita e dell’integrità della famiglia, ossatura della società, sono state combattute dai materialisti, e stiamo arrivando alla quadratura del cerchio con l’eutanasia. I risultati del disastro causato dai “senzadio”, o dagli “autonomi da Dio”, li stiamo vivendo oggi.
Costoro tenteranno di relegare la Chiesa alla sola sfera spirituale, mentre “essi” si dedicheranno alla sfera materiale. Dove – illuministi e marxisti e i loro derivati bolscevichi, servi del Capitale e qui camuffati in diversi rivoli – hanno fallito.
Poiché, l’individuo è formato da spirito e corpo, la Chiesa deve pensare allo spirito e al corpo dell’individuo. E’ scritto nelle Sacre Scritture. Quindi, difesa del diritto ad elevarsi spiritualmente e a sostentarsi fisicamente. Oltre indicare il Regno dei Cieli (che è qui sulla terra), il Fondatore del Cristianesimo pensava alla salute del corpo di chi era ammalato e al cibo di chi aveva fame.
Mi sembra che sia nel giusto intervenire in difesa della Provincia di Macerata da parte del Vescovo Giuliodori. Senza la quale la popolazione e Macerata stessa ne avrebbero un danno notevole. Egli fa ciò che è nel suo diritto. Non solo di cittadino, ma pure come Pastore del “Corpo Mistico del Cristo”, di cui noi “iniziati” col Battesimo, volenti o nolenti, facciamo parte, e dal quale non possiamo ritirarci con la farsa dello “sbattezzo”. Quindi, spiacente – atei e non credenti – finchè campate sarete sempre in forza al “Corpo Mistico del Cristo”, fino alla fine dei vostri giorni. Nel vostro interesse: convertitevi!
Si irride sulla preghiera a San Giuliano… Se aveste letto “Magick” di Aleister Crowley ed altri libri di esoterismo sapreste che si possono creare “forme del pensiero” mediante la mente, alle quali la pratica costante di attenzione e intenzione darebbe “forza”. Si potrebbe fare ciò con una mela o un frigorifero… Qui siamo in presenza di un Santo (non so se vero o inventato), su cui per secoli i maceratesi hanno messo attenzione e intenzione… Quando viene esposto – grazie pure ai notevoli poteri del Vescovo datigli per la Successione Apostolica – San Giuliano inizia a “vibrare” e ad emettere flussi positivi sui fedeli.
Non mi meraviglierei se, grazie a “Sagnjulià”, la Provincia rimanesse a Macerata.
Comunque apprezzo e appoggio Sua Eccellenza per il suo opportunissimo intervento.
Dico solo una cosa:VERGOGNA!!VERGOGNA!!!VERGOGNA SIG.VESCOVO VERGOGNA!!!…ieri ero al duomo ad ascoltare l’ “omelia” del vescovo e credetemi se vi dico che me ne sono andato!!UN ‘OMELIA PIU’ POLITICA CHE RELIGIOSA!!!SI VERGOGNI!!!…quste cose mi fanno davvero schifo!!…non mi sorprendo se poi la gente non va più in chiesa……………..
SAN GIULIANO NON CI FAR CASO!!!
fatemi capire. il Vescovo parlando della povertà in Diocesi (basandosi su dati certi e non su chiacchiere) trova devastante la spending review e non dovrebbe dirlo? Ovviamente voi avete l’autorità per decidere cosa deve e non deve dire…
@stefania forse tornandoci comprende il nesso. anzi se nn se la sente di entrare faccia un salto alla caritas nelle ore dei pasti…
Scusate – non capisco tutta questa
avversione verso chi non ha fatto altro che far bene il suo mestiere – che a qualcuno parrà strano ma che da diversi anni ( non lui ma il suo ruolo pastorale ) non e’ piu solo e solamente quello che ancora taluni pensano debba essere .
Mi viene da ridere al solo pensarlo – e rido ancora di piu quando lo associo a quello per cui per tantissimo tempo si e’ battuto il Cardinal Martini –
“il primato della dignità delle persone ”
Il nostro pastore lo predica e poi
subito dopo non per negligenza ma per conveniente opportunismo se ne scorda-
Utilizza un metodo molto in voga nelle alte sfere pastorali – dove la dignità delle persone e’ materia suscettibile di valutazioni personalistiche – che a seconda dei pregi o dei difetti assumono dignità di volta in volta mutabili e quindi modificabili –
Certo si acquista piu dignità se si concedono fondi per una statua – molto meno se poi questi fondi qualcuno decide invece di dirottarli verso esigenze piu marginali -quali per esempio far sentire meno poveri seppure per poco tempo qualche povero – e quindi ridare un minimo di conforto alla loro dignità di uomini .
Ma sai questi sono argomenti pastorali – e oggi invece e’ piu importante assecondare quello che ti siede accanto nei cosiddetti posti riservati alle autorità ( civili e religiose )
Perche’ poi le autorità religiose debbono sedere vicino a quelle civili non l ho mai capito –
Tipo alcuni – tanti a dire il vero -Cardinali Dell epoca /seduti vicino
ad esponenti fascisti e a Mussolini
e applaudirlo finanche .
Vorrei capire -se – il collega di Ascoli o di Fermo del nostro beneamato Vescovo – ha fatto o fara’ lo stesso intervento – chiedendo e pregando quindi ognuno il santo protettore della propria città – vedra’ le sue preghiere esaudite in base all importanza del Santo Patrono o se così non fosse se una preghiera fatta dal Vescovo di Fermo – annulla poi l altra fatta dal Vescovo di Ascoli piuttosto che da quello di Macerata!!
Mistero glorioso !!!!!!!
Non mi stupisco piu di nulla –
neppure del fatto che Bommarito
trovi giusto e ben argomentato il tutto —
Senza parole! ma perchè Giuliodori non pensa a fare il prete invece del classico politico italiano?
di politici ne abbiamo già abbastanza, voi preti PENSATE A FARE BENE I PRETI!
Ennesima conferma del potere politico della e nella chiesa. Nulla di nuovo.
Il fatto è che oggi come oggi manco dei preti ti puoi più fidare. Sembra proprio che la chiesa non possa proprio fare a meno di intromettersi nella politica. Pazienza
Mi associo a quanti non si sono scandalizzati per l’intervento del Vescovo. Non perché lo condivida, ma perché non fa che confermare quanto per me è stato sempre evidente e cioè che un conto è la Chiesa in quanto comunità di Cristiani, un conto la Chiesa in quanto istituzione. Il Vescovo in quanto rappresentante della seconda non può che fare il suo mestiere e cioè, per dirla come Cecco, prestare attenzione alle cose del potere e del denaro.
In quanto alle preghiere per certe cose io le considero delle vere e proprie bestemmie. Come quando gli sposrtivi, soprattutto i calciatori, facendo il segno della Croce, invocano l’aiuto del Signore. Ma vi rendete conto. Quel povero Cristo, non basta averlo messo in croce, deve pure scegliere chi favolire tra que squadre, tra un attaccante ed il portiere, tra due eserciti, tra due Province ecc ecc
Con i tempi che corrono ,ci piacerebbe sentire parlare di Cristianesimo,di obbedire al Comandamento che Gesù ci ha lasciato,ricordarci che il Cristo ha dato la Sua Vita per noi morendo in Croce,questo ed altro dovrebbe dire un Vescovo nelle sue Omelie. Per parlare di Politica o di altro convochi i giornalisti e si faccia intervistare.
Condivido anch’io il positivo giudizio complessivo dell’omelia di San Giuliano del vescovo Giuliodori, All’equilibrio delle argomentazioni si contrappongono unicamente le valutazioni riferite agli “…assetti territoriali ben definiti e virtuosi, aree di popolazione storicamente e culturalmente omogenee, presidi istituzionali equamente distribuiti, infrastrutture economiche consolidate…” mi perdoni S.E., ma dalla Cocolla di Macerata a circa 50 ml dalla Sua residente, di assetti territoriali ben definiti e virtuosi non se ne vedono, la popolazione globalizzata delle nostre aree ivi incluso il nostro centro storico parla solo il peruviano, il cinese o l’albanese. L’equità della distribuzione dei presidi istituzionali è tutta da dimostrare; magari è possibile ottenere i medesimi risultati riducendo il numero dei componenti della casta ed incentivando la produttività dei dipendenti. Basta avere la volontà di provare!
Ma dove non mi trova affatto d’accordo è nella Sua considerazione di infrastrutture economiche consolidate….Lei si riferisce a quelle che non hanno ancora chiuso l’attività e che sopravvivono a questa crisi? oppure a quelle che non sono mai partite come a Valleverde?… magari ai centri commerciali con infiltrazioni malavitose?. In ogni caso mi sento di ringraziarla perché, due righe a parte, nel suo discorso emerge un autentico messaggio di fede e di speranza proprio mentre i sindacalisti minatori si tagliano le vene in diretta televisiva.
Credo che tutto ciò sia importante per smuovere le coscienze di una maggioranza silenziosa apatica e sorniona nonostante la quotidianità del ceto medio italiano è diventata un’autentica tragedia.
HO visto le foto di questo articolo, ho letto l’articolo e dico che da persona cristiana-cattolica questo evento mi fa vomitare. Vedere in prima fila politici che nella loro probabilmente non sono mai entrati in una chiesa ma che per il ruolo politico ne sono costretti mi fa venire tanta tristezza. L’omelia del vescovo invece non è altro che una parodia nei confronti di questi politici. Ma perché non li invita a fare meno sperperi di denaro, meno consulenze, e … mi fermo qui . Vergogna!!!
Le province vanno abolite tutte: avete visto le assicurazioni delle auto di quanto sono aumentate? Metteteci anche la tassa alla provincia di macerata che incide tra il 3-4%. Vergogna
Sono d’accordo con il Sig. Fabio Rossi. Sono essenzialmente enti inutili. Attività amministrative che possono essere svolte benissimo dai Comuni e dalle Regioni. Purtroppo la poltrona anche in questo caso è sacra e guai se il popolo la calpesta. Per ciò che riguarda l’intervento del Vescovo,mi fa specie proprio per la sua grande intelligenza e il suo senso di umanità,come possa fare certi interventi veramente fuori luogo. Sicuramente la sua omelia è stata fraintesa e tutti i “marpioni” della politrica di destra di centro e di sinistra, hanno approfittato subito,come al solito, a tirare l’acqua al proprio mulino. La Chiesa miei cari politici non è in vendita neanche a Macerata ricordatevelo bene e questo il Vescovo, se siete intelligenti, l’ha fatto capire benissimo a tutti.
Non riesco a capire tutta questa acredine verso il vostro Vescovo. Forse vi è antipatico perchè non ha le larghe vedute di un “santificato” dalla Sinistra, dagli omosessuali, dai fautori della vita a termine, come il Cardinal Martini, ancora steso in Duomo a Milano.
Forse, il vostro Vescovo è un “cembalo risonante”, come lo definirebbe San Paolo…
Al di là del carattere, io gli rivendico il diritto di intervenire su ciò che riguarda la vita “fisica” del gregge che gli è stato affidato dalla Successione Apostolica. Egli ha questo diritto, né può essere compresso alla sola sfera spirituale, mentre i laicisti, i materialisti, i relativisti, i neopagani mandano l’individuo in confusione e fuori la “rotta” della Natura. Infatti, nei Vangeli non c’è nulla contro Natura.
Si contesta che i politici fossero stati in prima fila ai riti… Da sempre è avvenuto nei nostri Comuni, di qualsiasi colore fossero. A Corridonia, quando i Comunisti erano in giunta con i transfughi democristiani del sindaco Angelo Cartechini, partecipavano, da atei, alla processione del Corpus Domini: un rispetto della tradizione popolare…
Mi augurerei che Sua Eccellenza intervenisse su tutti gli aspetti della vita economica e sociale della comunità maceratese e della sua diocesi. E’ scritto: date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio….
Cesare non esiste più; si è autocancellato dalla Storia democratica del Paese e siamo in una navicella tra i marosi. Dio è nell’alto dei cieli. Ma sulla terra ha Mater et Magistra, che sembrerebbe aver abdicato alla guida del Popolo di Dio dietro le spinte laiciste, materialiste, relativiste e neopagane.
Oggi, Mater et Magistra deve riprendere in mano il timone della rotta. Siamo ormai in un regime politico da Basso Impero, alla fine. Siamo colonizzati dai Cinesi che nulla hanno in comune con la nostra Cultura, Storia e tradizioni. Siamo affogati dai musulmani, con cui ci siamo scannati per secoli, con i quali occorre, però, il dialogo per fare loro superare certe “leggi” date da Dio a Maometto, che sono una scopiazzatura del cristianesimo nestoriano e dell’ebraismo, come magistralmente scriveva il cardinale Niccolò Cusano nel 1456 in un suo libro sul Corano, invitando i musulmani a convertirsi al Cristianesimo.
Le prospettive, in questa epoca di barbarie dove tutto è giustificato e giustificabile, sono orrende… E’ compito della Chiesa Cattolica, come nei secoli bui, riprendere in mano la fiaccola della Verità per illuminare la via dei battezzati del Corpo Mistico del Cristo.
Spero che il vostro Vescovo continui ad intervenire sempre più spesso. E mi auguro che qualche fedelo lo difenda…
Lo so che vi piace un Martini che vi permetteva di edulcorare il Cristianesimo a beneficio del “fai ciò che vuoi sarà tutta la legge”: una chiesa cattolica “democratica” al servisio del multiculturalismo, del laicismo, del “tutte le religioni sono sullo stesso piano”, del “preti sposatevi”, divorziati comunicatevi, lo spreato Vito Mancuso diocet, eccetera..
Molti anni fa prevedevamo, in ambienti teosofici, che il cardinale Martini sarebbe diventato papa col nome di Pietro II° e che avrebbe chiuso il ciclo della Chiesa Cattolica. Ma lo Spirito Santo vigila, illumina… pure se dovremo sopportare la Grande Persecuzione.
Bene, Martini se n’è andato… Non ci sono riusciti i preti a distruggere la Chiesa Cattolica e quindi nessuno riuscirà a distruggerla. Ha un’arma in più: lo Spirito Santo. E una dinamite in più: l’Eucaristia.
Avete perso.
Amen.
Rapanelli organizzi la prossima crociata e ci vada! Io non sono credente ma provo rispetto stima e anche un pò di tristezza per la scomparsa di Martini. La chiesa può cambiare solo con idee come le sue, senza uomini come lui non andrà lontano.
e dio ci salvi dal vaticano e dai suoi poteri.
sig. rapanelli, le sue parole troverebbero posto in una disquisizione del 1300 tra guelfi e ghibellini. cristo non è sceso in terra per creare un potere temporale, ma opporsi alla temporalità. (cosa che il vaticano non ha praticamente mai fatto giustificandosi con il suo improbabile catechismo, rimanendo impunito grazie ai suoi alti ranghi da sempre corrotti, i suoi dogmi improbabili e arbitrari).
legga più attentamente il vangelo. da solo.
Anch’io condivido pienamente le affermazioni di Rizado e Corvo. Anzi, vorrei precisare che,sul mio primo intervento di cui sopra, non voglio apparire come un lecca c……. dei preti. Io ho parlato bene del Vescovo come uomo, per il resto della gerarchia ecclesiastica non me ne frega niente perchè come cristiano non la riconosco anzi la detesto con tutte le mie forze. Non vado volentieri in Chiesa,non frequento i sacramenti e prego poco insomma preferisco essere un cristiano all’insegna del grandissimo Card Martini. SANTO SUBITO!
In certi ambienti dell’esoterismo lombardo si prevedeva che il cardinal Martini sarebbe stato l’ultimo Papa col nome di Pietro II°, che avrebbe dichiarato concluso il ciclo vitale della Chiesa Cattolica. Ho anche un documento filmato col sonoro, in proposito, di un Iniziato della Fratellanza Bianca Sarmoun (che al grosso pubblico dice meno che niente).
Ma era questa l’idea del cardinal Martini?
La Storia è andata diversamente… Chi ha concluso il suo ciclo vitale è il Martini: lo piangono i non credenti e i preti del dissenso che volevano snaturare la Chiesa Cattolica, con i suoi preti sposati, il matrimonio tra gay benedetto da preti, la Comunione ai divorziati, il diritto del cattolico alla morte assistita con tanto di benedizione del prete, l’uso del preservativo e tante altre idee dei materialisti. Volevano una Chiesa a loro immagine e somiglianza, al loro servizio, come la chiesa patriottica cinese che è al servizio di una regime comunista ateo, sanguinario e criminale. In Martini, tutti costoro trovavano affinità.
Si voleva quaggiù una Chiesa progressista, manovrata da teologi del dissenso del tipo Vito Mancuso al servizio dei vari Augias, Cacitti e compagnia bella.
La Chiesa Cattolica è Magistra ed ha dei dogmi fondati su leggi evangeliche. Essere cristiano può essere difficile… La Chiesa sa aspettare ed accoglie il suo fedele con lo spirito di Mater. Comprende le debolezze umane, come le comprendeva Cristo, ma non le fa codifica come sue, come non lo faceva Cristo. Può comunicare con tutti, ma non può sposare le tesi di altri e adattarle a lei.
Può anche fare gli incontri di Assisi insieme a religioni che hanno altre vie per giungere a Dio, ma con le opportune cautele. Perchè le altre religioni non pensino che la Chiesa Cattolica possa permettere ai suoi fedeli di mescolare le varie pratiche rituali. Come, nel caso di Scientology: non puoi ricevere la Comunione e contemporaneamente attuare le pratiche dei cosiddetti livelli confidenziali. Ossia, non puoi avere contatti con il Cristo e contemporaneamente con entità di dubbia provenienza. Puoi avere diverse “conoscenze”, ma poi il cattolico segue le sue conoscenze con i suoi rituali.
Non dimentichiamo che i lupi si camufferanno sempre da agnelli, ma li riconoscerai dalle loro azioni. In molti, come Adam Weishaupt, fondatore degli Illuminati di Baviera, camuffano le vere intenzioni anticristiane, che solo alla fine delle varie iniziazioni vengono svelate.
Applausi per Rapanelli.
Beato Rapanelli e Pasquino, che hanno tante certezze. Che non sono dei Santi però, mi dispiace per loro. La stessa Maria Teresa di calcutta ne aveva di dubbi, lo stesso San Francesco, per non parlare di sant’Agostino.
Le certezze non le ha nemmeno la Chiesa, che ogni tanto convoca un Concilio per fare un pò di chiarezza. Se osse tutto così chiaro non si spiegherebbero tante “correnti” spirituali all’interno della Chiesa.
Ma Rapanelli, pur non condividendone con lui neanche un pelo, si erge a giudice persino di Martini e tra le righe quasi si rallegra della sua “fine”. Che miseria! Che povertà!
A me poco importa di quello che pensa la Chiesa degli argomenti citati dal sig. Rapanelli, ma non vorrei che quello che lui dice venisse scambiato per esempio di conoscenza e di erudizione.
Esoterismo, Scientologi …. ma come si fa?
Nel Mondo ci sono centinaia di Chiese cristiane, ed anche moltissime “correnti” cattoliche, spesso il lotta ideologica tra di loro. Potrebbero chiedere lumi al Sig. Rapanelli.
In quanto ai Dogmi e allo Spirito Santo, che il Sig. Rapanelli cita spesso, con tutto il rispetto per i credenti e per lo Spirito Santo, vorrei chiedere al Sig. Rapanelli dove era quando su circa 250 Papi, almeno 200 si sono rivelati dei poco di buono? Chi Convocava i Concili? Chi emetteva poi i Dogmi?
Lo sa il Sig. Rapanelli che una volta i preti e i vescovi avevano moglie e figli? In quale parte dei Vangeli è scritto che non si può fare ricorso a tecniche come l’uso del “preservativo” per impedire che una donna rimanga incinta? ecc ecc
@ Rapanelli
Cita sempre La Chiesa Cattolica — e forse prendendo insegnamento da Mancuso – giustamente ha omesso la parola Romana- anche perché se cattolico significa universale – capisca ammé…. ( lei lo ha fatto ma da sopra ancora si chiama Chiesa Cattolica Romana )
Poi sempre per tornare a quella che lei chiama Chiesa progressista voluta da Martini e dal teologo del dissenso di cui sopra- ma mi scusi non era altrettanto progressista Paolo VI quando mentre promulgava l’enciclica “Humanae Vitae” contemporaneamente dava delibera allo Ior per l acquisizione del 72% della Serono -in quel periodo la più grande industria Farmaceutica al mondo -che in quello stesso tempo immetteva sul mercato la prima pillola anticoncezionale – oltre ad essere la prima produttrice al mondo di profilattici ?????
La Chiesa caro Rapanelli non sempre ha saputo accogliere i suoi fadeli con lo spirito di Mater
Papa Urbano VIII fa si che la commissione di cardinali da lui creata costringa Galileo all ‘abiura
Papa Clemente XI e altri tre Papi condannano Quesnel perché vuol far leggere il Vangelo a tutti i fedeli
Che vogliamo poi dire di Bonhoeffer che nel 1933 interviene pubblicamente contro il regime Hitleriano e la sua politica contro gli ebrei, mentre la chiesa cattolica nella persona di Eugenio Pacelli con quel regime nello stesso anno firma il concordato.
E cosa vogliamo dire dei numerosi italiani a cui è stata tolta la vita a causa delle loro idee teologiche e filosofiche-cito solo due nome fra i tanti
-Girolamo Savonarola
-Giordano Bruno
E altri migliaia tutti bruciati vivi – ( dati presi dall ultimo libro del manovratore e teologo del dissenso )
Vede Rapanelli non sempre la chiesa ha saputo accogliere i suoi fedeli ..
Trova scandaloso che Martini volesse riavvicinare al sacramento della comunione anche i divorziati che si sono rifatti una famiglia in maniera tale che anche i loro figli non sentano il castigo e che quindi possano con umiltà riavvicinarsi a Cristo ??
Ed infine trova ancora tanto scandaloso il fatto che Il Cardinal Martini avesse così tanto seguito come uomo e in specialmodo come uomo di una Chiesa progressista ??????
ABOLITE TUTTE LE PROVINCE! BASTA MAGNA MAGNA di politici e preti.
Viva la libertà economica, politica, religiosa, sindacale, scientifica, sociale e civile, abbasso le burocrazie politiche, sindacali e religiose.
@ Letizia Perri
Nella Sala del Capitolo non c’è nessuno!