di Alessandra Pierini
«Serve una ristrutturazione delle Diocesi in tutta la Regione. Nel corso dell’ultima definizione del 1987 sono state stabilite a tavolino senza tener conto di problemi di carattere pratico. Potrei autorizzare, in accordo con la Provincia e con le altre Diocesi, una riorganizzazione delle stesse in modo che ogni Diocesi corrisponda ad una Provincia e questo potrebbe dar origine ad un nuovo quadro molto più favorevole». Ad affermarlo era l’arcivescovo di Camerino e San Severino Francesco Brugnaro che sottolineava in un’intervista a Cronache Maceratesi le difficoltà organizzative delle diocesi della provincia di Macerata (leggi l’articolo). La considerazione di monsignor Brugnaro nasceva dal fatto che i sacerdoti a disposizione sono sempre di meno e così anche le risorse. «Facendo due calcoli – segnalava allora Brugnaro – ho visto che tra dieci anni mi ritroverò con un numero di sacerdoti molto esiguo rispetto al reale fabbisogno e sarò costretto ad unificare le parrocchie, il che vuol dire una minore attenzione e assistenza ai fedeli che ne fanno parte». Considerando che ne sono passati già tre è facile capire che la situazione non è certo migliorata e che l’idea della fusione potrebbe farsi strada, specialmente in seguito al trasferimento di monsignor Claudio Giuliodori, vescovo di Macerata che proprio ieri ha annunciato il suo trasferimento come assistente ecclesiale all’Università Cattolica del Sacro Cuore (leggi l’articolo) anche se rimarrà a Macerata come amministratore apostolico della Diocesi di Macerata- Tolentino – Recanati – Cingoli – Treia fino alla nomina del suo successore che, questo è certo, avverrà solo dopo l’elezione del nuovo Papa, successore del dimissionario Benedetto XVI che domani terminerà il suo pontificato. Non è ancora stata fissata la data del Conclave ma intanto le dimissioni del Papa hanno trasformato lo scenario religioso e accelerato lo stesso trasferimento del vescovo Giuliodori, annunciato il 3 febbraio da Cronache Maceratesi (leggi l’articolo).
Sarà il nuovo Papa a decidere le sorti delle diocesi maceratesi. Il provvedimento coinvolgerebbe anche la Diocesi di Fermo retta da monsignor Luigi Conti e di cui fa parte anche Civitanova e quella di Fabriano e Matelica affidata a don Giancarlo Vecerrica che proprio nei giorni scorsi ha festeggiato il decennale del suo vescovato (leggi l’articolo) ma monsignor Brugnaro potrebbe essere l’artefice della trasformazione.
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Basterebbe aggregare San Severino a Macerata e Camerino a Fabriano-Matelica. E già avremmo una realtà più comprensibile: altrimenti ci ritroviamo una diocesi smisurata (seconda solo a Milano, quanto ad ampiezza di territorio) come quella di Fermo (i cui confini comprendono non solo Civitanova, ma anche Potenza Picena, Morrovalle, San Claudio, Corridonia, Montecosaro, Monte San Giusto, Loro Piceno, Sant’Angelo in Pontano) e tre diocesi piccole o addirittura minuscole (la nostra, quella di Camerino-San Severino e quella di Fabriano-Matelica). Fu l’allora nunzio italiano Paolo Romeo (oggi arcivescovo di Palermo) a preferire la salvaguardia di tutti gli episcopi anche minori; in più, quando Mons. Carboni era amministratore per Camerino-San Severino, si parlò di una fusione ma la popolazione insorse (già erano insorti quando San Severino – allora diocesi a sé stante, di cui faceva parte Treia – era stata aggregata a Camerino: la querelle popolare si incentrava anche su dove sarebbe dovuto risiedere il vescovo!). Ma oggi, secondo me (che peraltro conto come il due di coppe quando comanda bastoni…), un ampliamento territoriale – o una fusione territoriale, almeno qui da noi – sarebbe una manovra quanto meno opportuna.
Sulla nostra diocesi anni addietro circolava una battuta curiosa ed emblematica: diceva così che, quando il pastorale del vescovo cadeva a terra, la punta finiva automaticamente nel territorio di una diocesi contigua…
Questo è il sistema migliore perché la gente si allontani definitivamente dalla chiesa e di conseguenza dalla
religione cristiana. Ma che cosa si sono messi in testa le coppole rosse, classe ormai odiata da tutti, da un
lato favoriscono il proliferare dei musulmani e dei “”minareti””, dall’altro allontanano i fedeli, salv o poi
sfacciatamente chiedere a quegli stesi fedeli l’ 8 per mille. Forse vogliono darci in pasto all’ISLAM.
Invece di pensare alle loro malefatte e, sono tante, lascino in pace i fedeli, è assurdo che un vescovo possa
far fronte ad una intera provincia e più. Vergogna, dal papato all’ultimo prete di campagna, la chiesa è
in pieno disfacimento, a quando riesumerete Stalin e lo porterete sugli altari?
Spero sia solo una speranza, che non troverà seguito, dell’ambizioso vescovo di Camerino di aumentare il suo potere personale.
Il mandato episcopale dovrebbe essere ben altro…
@ Filippo Davoli.
Caro Filippo, il grave problema della Chiesa cattolica è la mancanza delle vocazioni. Senza sacerdoti, niente Eucaristia, che è l’unica cosa reale ed importante per i fedeli e per l’Umanità. Senza l’Eucaristia la Chiesa cattolica sarebbe un’Assemblea etica e basta.
Come sopperire alla mancanza di sacerdoti maschi? Facile: ordinando sacerdotesse le donne…
Se fino ad oggi il sacerdozio era appannaggio dei maschi per tradizione maschilista, non è detto che in futuro non possa essere esercitato da femmine.
Tu sai che l’iniziazione al sacerdozio viene fatta da un vescovo, che ha i poteri per trasmettere quelli dati agli apostoli dallo Spirito Santo con la Pentecoste. Ma, quel giorno, in quella sala non c’erano solo gli apostoli e i discepoli. C’era anche Maria e pure altre donne.
Se un vescovo dovesse compiere le forme e le formule dell’iniziazione su di una donna, questa potrebbe ottenere gli stessi effetti durante la celebrazione dell’Eucaristia.
Forse, dovranno spiegare ai fedeli cosa impedisce il sacerdozio alle donne, dato che queste erano regolarmente in preghiera con i maschi nella casa di Gerisalemme dove se riunivano in attesa dello Spirito Santo. Il quale si manifestò con lingue di fuoco, che aprirono a tutti i presenti il chakra della “corona”, che è sopra la testa e che il vescovo apre oggi al futuro sacerdote il giorno dell’iniziazione, grazie ai poteri dati dalla “successione apostolica”.
Infatti, senza l’apertura del settimo Chakra della “corona”, l’iniziato non può avere accesso alle entità dei regni più sensibili, o invisibili. Ciò vale per ogni tipo di iniziazione in qualsiasi religione in cui è necessario un contatto con i piani spirituali più sottili e invisibili.
Senza questa iniziazione, il Cristo, o, meglio, i poteri del Cristo non potrebbero essere utilizzati dal sacerdote per caricare di energia cristica le Sacre Specie.
I sacerdoti cattolici ed ortodossi, e chiunque pratichi l’Eucaristia, hanno poteri enormi, non comuni. Hanno poteri nelle palme della mani, eccetera. come li avevano gli apostoli e prima i 72 discepoli che Cristo Gesù mando in giro a cacciare i demoni, a curare gli ammalati, eccetera.
Perciò, i nemici del Cristo e i loro accoliti terreni, tipo i marxisti, i nazisti, gli Illuminati e compagnia bella, tentano di distruggere la Chiesa Cattolica e il clero, senza il quale il Cristo non potrebbe scendere a dare la Forza Bianca a noi uomini.
Quando protestanti e calvinisti dicono che non è necessario il sacerdote perchè il Cristo scende comunque quando due o più persone sono riunite in suo nome, affermano qualcosa che contrasta con la “tecnologia” (brutta parola, ma le parole di potere e i segni di potere del sacerdote sono solo tecnologia perchè possa avvenire ciò che non viene mai considerato come “magia cristiana”) data dal Cristo Gesù durante l’Ultima Cena.
Mentre altre Chiese Cristiane hanno già utilizzate le donne come ministri e vescovi, quella cattolica nicchia perchè è ancora maschilista. Privando, purtroppo con questo pregiudizio, il fedele che vuole il “l’assunzione certa” del Cristo con l’Eucaristia.
http://www.youtube.com/watch?v=BXDCLwgxVfY
Caro Giorgio,
negli ultimi dieci anni la diocesi di Macerata ha sfornato più di cinquanta nuovi preti. Quanto alle sacerdotesse, si tratta di una barzelletta ormai epocale: come non puoi ridurre la chiesa ad un’associazione etica senza l’eucaristia, devi conoscerne la Bibbia, i Padri e il Magistero prima di arrivare alle tue facili conclusioni, che però non stanno né in cielo né in terra: non almeno se calate dentro il cristianesimo (non solo dentro il cattolicesimo).
Vuoi vedere che Macerata che, per ora, sembrava essere riuscita a salvare la provincia, alla fine perde la diocesi? E vai con le varie possibilità di riaccorpamento per fare in modo che a Mc resti un vescovo.
Ma chiudetele tutte, e lasciate solo l’arcidiocesi di Fermo, visto che è la più grande e la più importante delle Marche.
@ Filippo Davoli: vero che i confini della diocesi di Fermo comprendono anche S. Claudio, ma l’hai nominato come fosse un comune autonomo. Proprio non vi entra in testa che è IN COMUNE DI CORRIDONIA? Bastava indicare il comune di Corridonia, e S. Claudio era già ricompreso in esso, di diritto, essendone una frazione.
P.s.: scusami il puntiglio, ma vado in bestia quando su CM leggo S. Claudio di Macerata o cose simili. SAN CLAUDIO E’ FRAZIONE DI CORRIDONIA DA MILLENNI e tale rimarrà. E lo svincolo non si farà… Non c’entra niente, ma fa rima
La popolazione insorgerà anche ora, perché non istituire il VESCOVO DI QUARTIERE?
X Filosofo
Io ho interpretato diversamente la frase di Filippo Davoli… non che San Claudio facesse parte di Macerata ma che fosse proprio un cosa a sè come fosse un altro comune.
E’ vero che fa parte di Corridonia ma è una frazione meravigliosa ai confini dei due comuni che fa proprio parte a sè specie se consideriamo la zona intorno alla Chiesa che sta sempre più diventando una piccola oasi di pace e natura.
LECTIO MAGISTRALIS (o impropriamente Lectio Divina) dalla Chiesa… La Chiesa diminuirà le Diocesi! A quando la diminuizione delle Province …
Si,ci sarà l’accorpamento con Camerino ed il califfato di Tunisi,più avanti anche con la madrassa di Islamabad……….
Ma, se tutta la ‘Fede’ della provincia viene a Camerino, a Macerata in cambio cosa c’andrà? Forse tutta la ‘Scienza’ della provincia?
http://www.youtube.com/watch?v=ZPde2HkeDMA
@ Lilly: purtroppo per te, S.Claudio non èun comune a sé, ma frazione di Corridonia, così come Sforzacosta è frazione di Macerata. Ma i maceratesi (non so se anche tu lo sei), quando parlano di Sforzacosta dicono Macerata, idemq quando parlano di Piediripa, ma quando si parla di S.Claudio mai che venisse nominata Corridonia. So che mi attirerò una valanga di manine rosse per quello che sto per dire: non è che i cari cugini maceratsei sno un po’ invidiosi che questo gioiello dell’anno mille sia in territorio di altro comune? E proprio dell'”odiata/amata” Corridonia, abitata da popoli barbari e vandali, talmente cattivi da averle sempre suonate ai maceratesi, anche in passato quando questi ultimi scendevano a valle dal monte per conquistare l’abbazia?
Oh, come mi diverto!
X FILOSOFO E LILLY:ma non sarà che voi due votate Bossi?????????????