Il vescovo che…
(non) ti aspetti:
‘Pubblicate spazzatura’

Parole di fuoco contro media e istituzioni

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MOSTRA - Il vescovo Giuliodori e il sindaco Carancini all'inaugurazione di questa mattina

di Alessandra Pierini

Povero Padre Matteo Ricci! Quello che doveva essere l’anno della sua universale riscoperta e della celebrazione unanime da parte della sua città natale che per troppo tempo lo aveva dimenticato, si sta concludendo con l’esaltazione del provincialismo e delle individualità. Oggi la figura dell’illustre gesuita dominava nel cuore della città. Da una parte, nell’aula magna dell’università il Carlino ha celebrato i suoi 125 anni di fondazione con l’inaugurazione di una bella mostra con le sue pagine storiche a livello nazionale e locale e la tavola rotonda “Macerata ponte con l’Oriente nel nome di padre Matteo Ricci tra cultura, fede e prospettive economiche”, intanto dall’altra parte della piazza, il Comitato promotore delle celebrazioni  ha presentato gli eventi finali di questo anno dedicato al IV centenario della morte del più grande maceratese di tutti i tempi.
Monsignor Giuliodori ha scelto la festa del Carlino per esternare la sua posizione sul dibattito che ha visto partecipare politici, figure attive in campo culturale e sociale e tanti cittadini che si sono pronunciati sul progetto di un monumento dedicato al nostro illustre concittadino sulle pagine dei giornali. Il Vescovo di Macerata ha attaccato in primo luogo le istituzioni, in particolare l’istituto Matteo Ricci di cui Filippo Mignini è il direttore.
«Non vorrei – ha detto – che si stia cercando di far emergere la parte umanista di questo personaggio, dimenticando che fosse un gesuita. Si chiama Padre Matteo Ricci e non vorrei che togliendo “padre” venisse confuso con Matteo Ricci, presidente della Provincia di Pesaro. Il progetto di un  monumento al nostro concittadino è stato sottoscritto da tutte le istituzioni, essere messi alla berlina ( e qui il riferimento è al Comune, ndr) da chi aveva condiviso un’idea non è bello.»

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CARLINO - Cristiano Bendin da oggi è il nuovo capo della redazione maceratese, dove lavora da circa due anni. A lui i complimenti da parte di Cronache Maceratesi

Monsignor Giuliodori ha poi mostrato una pagina della cronaca locale del Carlino di venerdì scorso, in cui sono state pubblicate le dichiarazioni di Vittorio Sgarbi, noto critico d’arte che esprimeva la sua contrarietà al monumento in un’intervista intitolata “Come si fa a mettere Padre Matteo Ricci sui cubi da discoteca?.

«Sgarbi è stato sicuramente imboccato. Questa stroncatura su commissione  – ha tuonato – non appartiene alle pagine più belle del giornalismo. Proprio in questi giorni Vittorio Feltri è stato condannato, questo dimostra che la verità viene sempre a galla. Chiedo perciò almeno al direttore una lettera di scuse all’artista Cecco Bonanotte che non merita tutto ciò.»

Monsignor Giuliodori non ha risparmiato Cronache Maceratesi (ci riserviamo di rispondere in seguito) che ha accolto molti interventi ospitando anche l’opinione dei cittadini e in tanti hanno contestato il modo in cui si è posto il Vescovo: «Sono stato investito in questi giorni da un fiume di spazzatura  – sono le sue parole -, ne gira tanta su internet e qualche sito locale ne ha raccolta molta. E’ un’operazione orchestrata ad arte da qualcuno, ma tutto questo non mi ferisce più di tanto. Un grande come il cardinale Ruini diceva che le pallottole di carta non fanno male, quelle digitali ancora di meno. Io amo questa città e mi spenderò ogni attimo per il suo bene.»

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CONVEGNO - Tanti i presenti nell'Aula Magna dell'Ateneo

Il primo a rispondere è stato Cristiano Bendin, appena nominato capopagina della redazione maceratese del Carlino: «Le nostre pagine in questi giorni  hanno dato spazio sia ad interventi favorevoli che contrari, cercando di mantenere un certo equilibrio. Vittorio Sgarbi ha ricevuto da noi il bozzetto dell’opera dedicata a Padre Matteo Ricci e l’ha commentata, poi si può essere favorevoli o contrari alla sua opinione ma non è stato sicuramente imbeccato.»
La risposta di quanti erano stati chiamati in causa è arrivata a distanza di una decina di minuti dalla sala consiliare del Comune di Macerata durante la presentazione degli ultimi eventi ricciani.
«Questi festeggiamenti – ha sottolineato il sindaco – si concludono in un clima che a Padre Matteo Ricci non sarebbe piaciuto. Avremmo dovuto continuare a lavorare con la passione che ci aveva contraddistinto finora. Non mi sembra sia stato sottolineato che il Governo, nonostante avesse rassicurato sulla disponibilità di fondi, alla fine se n’è infischiato lasciando il Comitato in difficoltà.» Sollecitato dai giornalisti, Romano Carancini ha continuato: «Non voglio rispondere alle considerazioni del Vescovo ma non credo che dividerci tra buoni e cattivi sia un buono modo per porsi rispetto alla comunità. Un Sindaco non può dividere la sua città ma deve impegnarsi per il contrario. Le mie posizioni sono sempre state le stesse e le sosterrò con coerenza.»

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L'ATTACCO - Il vescovo Giuliodori accusa i media

Adriano Ciaffi, presidente del Comitato dei Festeggiamenti, in un lungo intervento conclusivo ha richiamato tutti ad ispirarsi al tema ricciano dell’amicizia per concludere al meglio l’anno : «Questo quarto centenario doveva essere la riscoperta universale di Padre Matteo Ricci ma i nostri discorsi provinciali che ci sono stati anche in passato e su altre questioni, rischiano di far venir meno questa idea di universalità. Per descrivere Padre Matteo Ricci possiamo utilizzare le sue diverse qualità senza escludere l’uomo o il religioso. Pregherei tutti di far sì che le celebrazioni si concludano con una dialettica utile e volta solo a diffondere il nome del gesuita. E’ bene che la stampa apra a tutti gli interventi e alimenti il dibattito ma impostare il discorso su statua si o no mi sembra riduttivo.»
Filippo Mignini non ha raccolto provocazioni e ha descritto Padre Matteo Ricci come personaggio di sintesi tra tre diverse  culture, occidentale,  confuciana e cristiana, in un’unica persona.

(foto di Guido Picchio)

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L'ALTRO VESCOVO - Monsignor Brugnaro della Diocesi di Camerino

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DA BOLOGNA - Il direttore de Il Resto del Carlino Pierluigi Visci

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OSPITI - Il Rettore Lacchè con gli imprenditori Adolfo Guzzini e Fiorella Tombolini

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IN POSA - Il direttore artistico di Musicultura Piero Cesanelli

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