Dipinto choc, Pamela e Oseghale
come la Madonna col Bambino
«Si è superato ogni limite»

https://www.google.it/search?q=salvini+imbavagliato+come+moro&client=opera&hs=2yM&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwjxt83c0qLlAhXOiFwKHcHIAwsQ_AUIEigC&biw=1326&bih=696#imgrc=c5Tks1Cfb7CpCM:
più su di così non arriva…

xCM avrei evitato di esporre la foto per non dare troppa visibilità all'”opera”.

Per Marini. Marco Bellocchio diresse il film “Sbatti il mostro in prima pagina”. E questo è uno dei tanti casi del fare ‘audience’.

Dati i commenti dei lettori è evidente che la “provocazione” ha colto nel segno, ha centrato il bersaglio.
Perchè di sola (e pessima, aggiungo) “provocazione” si tratta.
Ma appunto perchè “provocazione” la reazione avrebbe dovuto essere l’opposto: una scrollata di spalle e un girare altrove la testa: mi vuoi “provocare” ed io non mi ti c.c. manco di striscio (ha ragione Franco Marini, meglio NON dare visibilità).
Ed invece i commenti, visibilmente contrari, danno fiato all’artista, (artista per modo di dire, ovviamente), danno notorietà.
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“Provocazione” vomitevole, ma appunto “provocazione” come ce ne sono state tante in passato (in molti settori culturali) e come ce ne saranno tante in futuro.
Forse, invece che indignarci e scrivere di getto, sarebbe stato meglio un attimo di riflessione: l’artista e l’opera NON meritano alcun commento.
E’ solo immondizia che finirà nel dimenticatoio della storia

Orrenda sopratutto da un punto di vista civile e morale (altro che provocazione Gianfranco Cerasi)! Ma poi quale artista? Fare un collage di foto su un antico quadro sarebbe arte?

Non dategli molto spazio, lo favorite e poi potrà magari vendere meglio altri scarabocchi che metterà sul mercato.

In questo Paese non è tanto l’imbecillità, degli autori, fuori da ogni logica,… ma l’imbecillità, ignobile vergognosa, di chi l’ha resa publica,…! invece Demonizzarla ..: stiamo lateralmente rasando il fondo, passando senza limiti sopra ogni forma di Comune Civiltà di vita…!!!!

”A causa dei mutamenti del nostro mondo globalizzato, alcune povertà materiali e spirituali si sono moltiplicate: diamo quindi spazio alla fantasia della carità per individuare nuove modalità operative. In questo modo la via della misericordia diventerà sempre più concreta. A noi, dunque, è richiesto di rimanere vigili come sentinelle, perché non accada che, davanti alle povertà prodotte dalla cultura del benessere, lo sguardo dei cristiani si indebolisca e diventi incapace di mirare all’essenziale. Mirare all’essenziale. Cosa significa? Mirare Gesù, guardare Gesù nell’affamato, nel carcerato, nel malato, nel nudo, in quello che non ha lavoro e deve portare avanti una famiglia. Guardare Gesù in questi fratelli e sorelle nostri; guardare Gesù in quello che è solo, triste, in quello che sbaglia e ha bisogno di consiglio, in quello che ha bisogno di fare strada con Lui in silenzio perché si senta in compagnia. Queste sono le opere che Gesù chiede a noi! Guardare Gesù in loro, in questa gente. Perché? Perché così Gesù guarda me, guarda tutti noi.”
Così Bergoglio il 30 giugno 2016. L’essenziale è mirare Gesù nel carcerato, in quello che sbaglia. Particolarmente edificante l’esaltazione della misericordia come affarone commerciale, investimento fruttifero, abile furbata per comprarsi il Paradiso.

Mi piacerebbe sentire i commenti, quelli dei colti frequentatori di qualsiasi mostra d’arte dove i nuovi artisti esprimono la loro visione per mettersi in visibilità alla ricerca di critici osannanti e soprattutto di curatori di mostre che li raccomandano degenerando gli artisti più alla moda le cui opere finiranno nelle ville di ricconi che si potranno vantare di avere appeso sopra il cesso un dipinto del Villa.

@ Tommaso Martello (commento 16)

Visto che esistono infinite forme d’arte e visto che non abbiamo “linee guida” (codificate internazionalmente e da tutti accettate) il giudizio rimane una cosa strettamente personale.
Trattasi di una patetica e mera provocazione.
Oscena, stupida, vomitevole… ma provocazione, ne più ne meno
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Nel corso degli ultimi 60 anni abbiamo assistito a migliaia di “provocazioni” artistiche pessime o riprovevoli.
Questa ne è solo un’altra, ne più ne meno.