«Dopo la vicenda di Pamela e quella di Traini la mia preoccupazione è stata di addivenire quanto prima ad una sentenza di primo grado» ha detto il procuratore Giovanni Giorgio, soddisfatto dopo la sentenza che ha accolto le richieste dell’accusa che per Innocent Oseghale aveva chiesto l’ergastolo con isolamento diurno di 18 mesi. Sulla risposta data dalla procura «è stato un lavoro di squadra, della polizia giudiziaria, dei carabinieri, dei nostri consulenti. C’è stato un grande impegno profuso da tutti – ha detto ancora il procuratore –. Devo inoltre dare atto ai difensori di aver sempre cooperato al fine di addivenire entro tempi rapidi ad una sentenza». La mamma dopo l’udienza, sommersa dagli abbracci, ha detto «Fuori uno, ora tocca agli altri».
«I parenti di Pamela hanno manifestato di aver una opinione diversa dalla nostra e la rispetto pur non condividendola. Per il momento non abbiamo elementi per dire che siano coinvolte altre persone». Soddisfatto per la sentenza anche il colonnello Michele Roberti, comandante provinciale dei carabinieri: «Sedici mesi dopo lo sconcertante ritrovamento dei resti della giovanissima Pamela Mastropietro, oggi una sentenza esemplare ha sancito le responsabilità dell’autore delle atrocità subite da Pamela – ha detto il colonello Roberti –. Il miglior modo di rendere omaggio a lei e alla sua famiglia, aver lavorato ininterrottamente sotto l’attenta direzione del procuratore Giorgio e della dottoressa Ciccioli, per ricostruire gli avvenimenti che hanno portato al tragico epilogo. Una grande dimostrazione di prontezza di reazione ed efficienza della “squadra” Stato, con Procura, Tribunale e organi Investigativi del Comando Provinciale di Macerata che non si sono risparmiati in nulla. Ai carabinieri che hanno condotto le indagini in occasione del 205esimo annuale della Fondazione dell’Arma, nel corso della cerimonia che si terrà al comando provinciale di Macerata sarà conferito un encomio del comandante generale dell’Arma dei carabinieri, per l’occasione ho chiesto al procuratore di consegnare personalmente il premio a chi con lui ha strettamente collaborato in questi mesi».
(Gian. Gin.)
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Veramente una medaglia dovrebbe essere conferita al taxista (non camerunese) che ha indirizzato le indagini verso via Spalato 124, il quale è l’autentico eroe di questa vicenda. Certo deve essere protetto da prevedibili e inimmaginabili ritorsioni, ma a lui spetta un’infinita gratitudine da parte di tutta la città: senza il suo coraggio, senza la sua intelligenza, senza la sua coscienza civile Oseghale girerebbe ancora libero e indisturbato per le vie di Macerata.
Non tutti hanno capito che tra l’identificazione del cadavere di Pamela e l’arresto di Oseghale sono intercorse pochissime ore. E’evidente che senza la collaborazione del taxista, nessun Poirot, nessun Dupin, nessun genio umano sarebbe mai riuscito a risalire da due trolley in un fosso di Casette Verdini a Oseghale. E’ lecito anche temere che nessun maceratese, nessuno di noi, avrebbe avuto la coscienza civile di questo sudamericano…