di Gianluca Ginella (foto di Fabio Falcioni)
Omicidio di Pamela Mastropietro, il giudice si è preso tempo per decidere sull’opposizione alla richiesta di archiviazione presentata dai famigliari della 18enne uccisa a Macerata il 18 gennaio dello scorso anno. Per l’omicidio il 29 maggio scorso è stato condannato all’ergastolo il nigeriano Innocent Oseghale mentre la procura nei mesi scorsi aveva chiesto di archiviare le posizioni di altri due indagati: Lucky Awelima e Desmond Lucky.
La famiglia di Pamela, rappresentata dall’avvocato Marco Valerio Verni, zio della 18enne, ha fatto opposizione alla richiesta di archiviazione (quindi chiedendo di svolgere ulteriori indagini) e oggi si è svolta l’udienza davanti al giudice Giovanni Manzoni del tribunale di Macerata.
«Abbiamo fatto opposizione solo per Desmond, non per Awelima (che però è indagato nel medesimo procedimento e anche la sua posizione è finita al vaglio del giudice, ndr) – dice l’avvocato Verni –. Riteniamo che sul conto di Desmond Lucky ci siano dei dubbi in base a quanto emerso nel corso del processo di Oseghale. Non diciamo che per forza Desmond abbia partecipato ma vogliamo che venga fugato ogni dubbio per poter essere tutti sereni. E comunque se Oseghale e altri testimoni al processo hanno detto il falso devono essere indagati per calunnia». Il legale ha aggiunto che «di sicuro Oseghale non può aver fatto tutto da solo. Vogliamo anche che vengano svolti accertamenti per quanto riguarda le carte che sembrano far intendere la partecipazione dei tre nigeriani ad una organizzazione si stampo mafioso. Anche su questo dovrebbe esserci un vaglio».
In udienza il legale di Desmond, l’avvocato Gianfranco Borgani, ha detto invece che i testimoni che tirano in ballo una partecipazione del suo assistito all’omicidio «non sono attendibili. Ci sono poi le intercettazioni tra Desmond e Awelima, che hanno anche portato ad una indagine per spaccio di droga e alle condanne (in secondo grado a 4 anni e 8 mesi, ndr). Da quelle intercettazioni è evidente che parlano dell’omicidio di Pamela in terza persona, come qualcosa fatto da altri». Tra le carte presentate dai famigliari di Pamela anche la testimonianza di una donna che aveva avvicinato l’avvocato Verni alla fine del processo di Corte d’assise in cui il nigeriano è stato condannato e per dirgli che il giorno del delitto avrebbe visto Oseghale con Desmond «strano che si sia decisa a farsi viva solo a fine processo» commenta l’avvocato Borgani. Il giudice si è preso «non meno di 12 giorni» per decidere se archiviare o disporre nuove indagini. Intanto contro la sentenza di condanna a 4 anni e 8 mesi per spaccio per Desmond e Awelima la procura ha fatto ricorso in Cassazione. Awelima è difeso dall’avvocato Francesca Palma.
Che sia fatta chiarezza fino in fondo su questa orribile tragedia
Lessi che era stato trovato il DNA di un quarto uomo di origini caucasiche..
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