Una memoria difensiva, depositava dal legale di Santo Seminara, in cui il 42enne si difende dalle accuse lanciate dal suo amico Giuseppe Farina, 41, che ha indicato lui come la persona che ha sparato al commerciante di pesce Pietro Sarchiè. Per Seminara questa mattina si è svolta l’udienza davanti al tribunale del Riesame per chiedere una modifica della misura cautelare cui è sottoposto, quella degli arresti domiciliari. Ma alla fine il suo legale, l’avvocato Nicola Pandolfi, ha deciso di rinunciare al ricorso dopo che il procuratore Giovanni Giorgio ha dato parere favorevole per consentire a Seminara di poter andare a lavorare al cantiere della sua azienda, pur restando agli arresti domiciliari. Su questo il Riesame si è riservato e deciderà nel giro di qualche giorno. La stessa cosa i giudici faranno per Domenico Torrisi, 61 anni. In questo caso i suoi legali, gli avvocati Tiziano Luzi e Maria Squillaci hanno chiesto che il loro assistito potesse uscire dagli arresti domiciliari. Torrisi e Seminara sono indagati per favoreggiamento, ricettazione e riciclaggio nell’ambito del delitto del commerciante di pesce. Sono invece indagati per omicidio Giuseppe Farina e suo figlio Salvatore Farina, assistiti dagli avvocati Marco Massei e Mauro Riccioni.
Il procuratore ha poi chiesto al gip di sollecitare il consulente Francesco De Stefano a depositare la sua perizia sugli accertamenti biologici (i termini sono ormai scaduti) e lo stesso anche per il medico legale Raffaele Giorgetti che ha eseguito l’autopsia e ancora non ha depositato la relazione finale alla procura. Si tratta degli unici due accertamenti che mancano per chiudere i quadro delle indagini. Restano comunque aperti gli accertamenti sulle dichiarazioni di Farina senior sul fatto che a uccidere Sarchiè, a suo dire, era stato Seminara.
(Gian. Gin.)
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati