di Gianluca Ginella
E’ durato quattro ore il faccia a faccia tra Giuseppe Farina, indagato per l’omicidio di Pietro Sarchiè, e gli inquirenti. E il 41enne ha fatto un nome, quello di Santo Seminara, 42 anni, residente a Castelraimondo: è lui, a detta di Farina, l’assassino di Pietro Sarchiè. E’ lui che gli ha sparato a Valle dei grilli di San Severino. Giuseppe Farina è stato sentito oggi pomeriggio nel carcere di Camerino dal procuratore Giovanni Giorgio, dal sostituto Claudio Rastrelli e dai carabinieri del Reparto operativo di Macerata (presenti anche i due avvocati dell’indagato, Marco Massei e Mauro Riccioni). Farina, che è finito in manette il 24 febbraio, aveva già dato la sua versione dei fatti lo scorso giovedì dopo l’interrogatorio di garanzia in cui si era avvalso della facoltà di non rispondere. Però aveva reso spontanee dichiarazioni ai pm Claudio Rastrelli e Stefania Ciccioli.
E già quel giorno aveva fatto il nome del suo amico e concittadino (entrambi sono di Catania) Santo Seminara (che è indagato per favoreggiamento, riciclaggio e ricettazione). Oggi però Farina ha voluto sottoporsi ad un interrogatorio vero e proprio. Tutta un’altra cosa rispetto a rendere una serie di dichiarazioni. Perché gli inquirenti di domande per Farina ne avevano parecchie. Lui ha raccontato.
Ha risposto, ha dato la sua versione, ha detto che come lui anche Seminara aveva dei rancori con Sarchiè (che risalirebbero a 5 o 6 anni fa), ha detto che gli avevano teso un agguato per dargli una lezione. Che poi Seminara, sempre nella versione di Farina senior, aveva prima esploso un colpo di pistola per errore, ferendo Sarchiè ad una spalla. Poi lo aveva ammazzato a Valle dei grilli. Farina aveva solo sentito sparare, poi aveva visto il commerciante di pesce ucciso e aveva urlato. Seminara, nel racconto di Farina, aveva sparato perché Sarchiè li aveva visti. Il 41enne ha poi detto che suo figlio Salvatore (come lui in cella a Camerino e come lui indagato per omicidio), 20 anni, non c’entra con il delitto, non vi ha partecipato. Mentre l’altro indagato, Domenico Torrisi, che deve rispondere di favoreggiamento, riciclaggio e ricettazione, lo ha aiutato a smontare pezzi del furgone di Sarchiè. Parole, quelle di Farina, che saranno vagliate con la massima attenzione dagli inquirenti. Anche perché si tratta di dichiarazioni fatte da una persona che è coinvolta nei fatti al massimo livello. Seminara, che resta indagato per favoreggiamento, riciclaggio e ricettazione, è stato informato della versione resa da Farina e della circostanza che ha fatto il suo nome come assassino di Sarchiè. Al momento Seminara non ha chiesto di essere interrogato, potrebbe però decidere di farlo nei prossimi giorni, alla luce delle dichiarazioni di Farina.
(Servizio aggiornato alle 20,50)
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Basta con queste prese in giro ….. chiudete in cella tutti e quattro insieme e poi il colpevole uscira’ automaticamente ( a piedi pari ) . Basta buttate via la chiave …….
Fanno tutti scaricabarile
sono d’accordo con roberto… fateli cuocere insieme nella stessa cella
non sara’ stato misseri??