di Gianluca Ginella
(Foto Cronache Maceratesi)
Caccia ai killer di Pietro Sarchiè, quello che i legali di uno degli indagati hanno definito oggi “un gruppo di fuoco, sono almeno tre che lo hanno ucciso e almeno sette le persone coinvolte secondo quanto possiamo intuire sull’inchiesta”. E’ emerso nel corso di una giornata di indagini serratissime in cui sono stati sentiti in procura tre dei 4 indagati, tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. In procura oggi sono arrivati anche i due figli e la moglie di Sarchiè: “A giorni sapremo tutto” ha detto la moglie del commerciante di San Benedetto ucciso, Ave Palestini.
“Si è cominciato parlando di un solo killer e ora si è arrivati a parlare di un gruppo di fuoco che ha ucciso Pietro Sarchiè e di cui ipotizzano facesse parte anche Giuseppe Farina. Ma il nostro cliente si dichiara estraneo ai fatti. Da 4 persone si passa ad almeno 7 autori del delitto e cambiano le carte in tavola” a dirlo l’avvocato Mauro Riccioni mentre questo pomeriggio lasciava, insieme al collega Marco Massei, il tribunale di Macerata, dove poco prima era stato sentito il 40enne Farina, “non ha risposto alle domande, c’è una ipotesi accusatoria in evoluzione e dai documenti che abbiamo in mano non è possibile fare una difesa” ha detto Riccioni. Farina era arrivato in tribunale alle 17. Dopo essersi coperto il volto per evitare gli scatti dei fotografi, prima di entrare, infastidito dal pressing dei media, ha fatto una pernacchia ad un operatore tv. Poi insieme al fratello e alla moglie, che lo hanno accompagnato in procura per l’interrogatorio, Farina è salito al quarto piano del palazzo di giustizia insieme ai suoi legali per essere sentito dal procuratore Giovanni Giorgio che sta conducendo le indagini insieme al pm Claudio Rastrelli. Circa un’ora dopo, all’uscita dal tribunale, i legali hanno chiarito che “i killer sono almeno tre, ma si tratta di persone non identificate, la procura procede contro ignoti. Contro il nostro cliente ci sono indizi labili, parti del furgone di Sarchiè” ha detto Riccioni. “Il nostro assistito – ha puntualizzato l’avvocato Massei – nega ogni responsabilità ed è molto sorpreso di essere indagato per l’omicidio di Sarchiè”. In mattina erano stati sentiti i coniugi Domenico Torrisi e Maria Ansaldi, anche loro negano ogni addebito e anche loro si sono avvali della facoltà di non rispondere (LEGGI L’ARTICOLO).
Ma nel corso di un rovente pomeriggio in procura si è registrata anche la visita dei famigliari di Sarchie, la figlia Jennifer, il figlio Juri e la moglie Ave. “Siamo passati per conoscere un po’ di notizie riguardo a questa storia purtroppo finita male – ha detto Jennifer Sarchiè –. Dobbiamo anche andare a riconoscere parti del furgone di nostro padre che sono state ritrovate e dei gadget che aveva sul veicolo”. “A giorni sapremo tutto – ha detto Ave Palestini –, abbiamo fiducia nei magistrati, in Maurizio Iannone (carabiniere in forza alla Pg della procura di Macerata, ndr), ci sembra che ora le indagini stiano venendo fatte bene. Speriamo sia fatta giustizia”. Intanto proseguono le indagini per definire gli elementi del giallo. La procura è in attesa di alcuni accertamenti di laboratorio su dei reperti (occorreranno due o tre giorni). La procura sta inoltre vagliando le numerose dichiarazioni di testimoni, tanti quelli che hanno deciso di dire ciò che sapevano per aiutare le indagini “prova che c’è una comunità indignata” sottolinea il procuratore Giorgio. Non sarebbe ancora stato sentito il quarto indagato, il 41enne Santo Seminara, cui vengono contestati i reati di occultamento di cadavere e di favoreggiamento.
Maurizio Iannone della Pg di Macerata dopo aver accompagnato i familiari di Sarchiè all’uscita dal tribunale
Commenti disabilitati per questo articolo