Delitto Sarchiè, quattro indagati
Il killer è un ambulante

IL GIALLO DI VALLE DEI GRILLI - Svolta nell'inchiesta: principale accusato è Giuseppe Farina, anche lui commerciante di pesce. Il suo legale, Mauro Riccioni: "Il mio cliente nega ogni addebito". Altre tre persone, tutte del Catanese, tra cui una coppia, sono indagate insieme a lui: al 41enne Santo Seminara, residente a Castelraimondo, viene contestato il reato di occultamento di cadavere. Eseguita l'autopsia ad Ancona: sei i colpi di pistola sparati alle spalle

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Il cappannone sequestrato

Il capannone sequestrato

capannone (3)

di Gianluca Ginella

(ha collaborato Monia Orazi)

Un ambulante che vende il pesce e che viene da Catania sarebbe il killer di Pietro Sarchiè. Le indagini, svolte dalla procura di Macerata, hanno individuato in Giuseppe Farina, 40enne, residente a Pioraco, l’assassino del commerciante di San Benedetto, 62 anni, originario di Porto San Giorgio. Altre tre persone, tutte del Catanese, sono indagate insieme a lui: al 41enne Santo Seminara, residente a Castelraimondo, viene contestato il reato di occultamento di cadavere e favoreggiamento, mentre ad una coppia che vive sempre a Castelraimondo viene contestato il reato di favoreggiamento (parti relative all’attività di Sarchiè sono state trovate nella loro casa). Intanto dall’autopsia emerge che Sarchiè sarebbe stato ucciso con sei colpi di pistola esplosi mentre era di spalle. Gli investigatori cercano ancora di stabilire il movente ma la vicenda potrebbe essere ricondotta ad una rivalità sorta nel commercio del pesce.

capannone5 (1)Quattro persone sono indagate per il delitto di Pietro Sarchiè. Si tratta di quattro catanesi, legati da legami di amicizia. Tra loro c’è l’uomo, 40enne, ritenuto il killer di Sarchiè. Si tratta di Giuseppe Farina, arrivato nella nostra provincia circa 20 anni fa, sposato e con figli, che prima faceva il muratore e da un anno e mezzo aveva iniziato a vendere pesce con una licenza concessa dal comune di Pioraco. L’uomo avrebbe cercato di espandere il suo commercio: tra le località che serve ci sono Pioraco, Sefro, Fiuminata, Castelraimondo e Seppio. E proprio l’attività di vendita del pesce potrebbe essere alla base del delitto Sarchiè. La presenza sul mercato del commerciante 62enne potrebbe aver infastidito Farina, secondo quella che sarebbe una delle ipotesi degli investigatori. Da qui potrebbe essere sorta la decisione di uccidere Sarchiè. Freddato con sei colpi di pistola (si tratterebbe di un’arma di piccolo calibro) che qualcuno (per la procura, Farina) ha esploso alla schiena del 62enne. Questo dicono i risultati dell’autopsia eseguita questa mattina all’ospedale di Torrette, ad Ancona, dal medico legale Raffaele Giorgetti, a cui ha partecipato il consulente nominato dai legali dei familiari di Sarchié (gli avvocati Mauro Gionni e Orlando Ruggeri), Adriano Tagliabracci.

Il corpo di Sarchiè è stato trovato in località Valle dei Grilli, tra Castelraimondo e San Severino

Il corpo di Sarchiè è stato trovato in località Valle dei Grilli, tra Castelraimondo e San Severino

Un colpo ha raggiunto Sarchiè alla nuca, altri lo hanno colpito alle spalle e alla colonna vertebrale. Sei, forse addirittura sette i colpi. L’autopsia ha inoltre accertato che non vi sono parti del corpo mancanti. Al momento la famiglia non ha chiesto il nullaosta alla sepoltura, perché i familiari stanno valutando la possibilità della cremazione del corpo i Sarchiè. I sei colpi esplosi sarebbero dunque stati sparati da un concorrente di Sarchiè. Che poi sarebbe stato aiutato da altre persone a far sparire il cadavere e il furgone del commerciante. Ad aiutare Farina a far sparire il corpo sarebbe stato un suo amico, Santo Seminara. Che è indagato per concorso in soppressione di cadavere e favoreggiamento perché, appunto, avrebbe aiutato Farina a far sparire il furgone. Pezzi riferibili al furgone sono stati trovati nel capannone della ditta, ora in disuso, di cui era contitolare Santo Seminara. Capannone che è stato sequestrato. All’interno è stato trovato materiale del furgone sparso un po’ ovunque sia all’esterno che all’interno. Tra questi una bilancia per pesare il pesce, e un santino, che sarebbe della madre di Sarchiè, si tratta di una fotografia con una preghiera. Trovate anche tracce di sangue. Mentre all’interno di una stufa, nell’abitazione di due coniugi che vivono a Castelraimondo (il marito, Domenico Torrisi, lavora nel campo edile), indagati per favoreggiamento, è stato un registratore di cassa, forse di Sarchiè. Ma altre parti del furgone o comunque di oggetti che potevano trovarsi sul furgone del commerciante sono state trovate sparse un po’ ovunque.

L'avvocato  Mauro Riccioni

L’avvocato Mauro Riccioni

Nel corso della notte tre indagati sono stati sentiti e avrebbero indicato da chi avevano ricevuto i pezzi ritrovati. Non sarebbe invece stato sentito Farina “C’è stata solo una lunga perquisizione nella sua abitazione, durata 14 ore” dice l’avvocato Mauro Riccioni, che assiste Farina insieme al legale Marco Massei. “Dagli elementi di cui siamo a conoscenza non pare emerga nessuna responsabilità per il nostro assistito – continua Riccioni –. L’arma del delitto non è stata trovata, che è un 50% del materiale probatorio che serve per attribuire un omicidio in simili casi. Il mio cliente nega ogni responsabilità. Non riusciamo a capire come colleghino il nostro cliente all’uccisione di Sarchiè”.

Le indagini della procura, comunque, proseguono, e gli investigatori non escludono coinvolgimenti di altre persone. “Abbiamo fondati motivi di ritenere che qualcuno abbia assistito alla fase saliente dell’aggressione di Sarchiè –dice il procuratore Giovanni Giorgio –, e che qualcun altro abbia assistito a una discussione recente tra Sarchiè e altre persone. Dunque, seguendo l’esempio delle numerose persone che hanno già reso dichiarazioni probatoriamente rilevanti, invito anche questi altri a dare il proprio contributo di fronte a un fatto di estrema gravità”. Le indagini, coassegnate al pm Claudio Rastrelli, sono condotte dai carabinieri del Reparto operativo di Macerata (comandato dal colonnello Leonardo Bertini) e dalla Compagnia di Camerino (comandati dal capitano Vincenzo Orlando). Sarchiè era scomparso lo scorso 18 giugno, il cadavere è stato ritrovato sabato scorso seppelito in località Valle dei grilli, nelle campagne di San Severino.

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Pietro Sarchiè

Pietro Sarchiè

 

Intanto ieri è stato posto sotto sequestro nella zona industriale di Castelraimondo in via Angelo Piancatelli ai Piani di Lanciano il capannone delle ditte Edilmarche e Frog.Edil, in cui sarebbero stati trovati resti del furgone appartenente a Pietro Sarchié.

Per tutta la giornata di lunedì fino alla serata di ieri sono proseguiti gli accertamenti all’interno dell’edificio con carabinieri e gli agenti della polizia scientifica.
Nella tarda serata di ieri sono stati compiuti accertamenti dai carabinieri, dalla guardia di finanza e dalla polizia scientifica in un’abitazione nei dintorni di Seppio di Pioraco. Al momento gli imprenditori edili non sarebbero indagati, mentre il capannone, tutt’ora sotto sequestro, sembrerebbe non fosse più utilizzato.

(redazione CM)

(ultimo aggiornamento alle 17,20)

 

 

 

capannone (2)

 

capannone 4

La cava che si trova vicino al capannone

 



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