Gli avvocati Sartini e Vannini sul luogo del ritrovamento
Pietro Sarchiè
di Monia Orazi
“Stamattina ho raggiunto telefonicamente la moglie di Pietro Sarchiè, Ave Palestini, lei e la figlia sono distrutte dal dolore – spiega il legale dell’associazione Penelope Marche, l’avvocato Luca Sartini che insieme al collega Marco Vannini tutela la famiglia della vittima – Hanno avuto una reazione di totale disperazione, dopo essere state avvertite ieri sera, come è comprensibile in questi casi”. Anche la presidente di Penelope Marche, Giorgia Isidori è vicina alla famiglia: “Sono riuscita a parlare con la figlia poco fa, non sta bene, come associazione faremo di tutto per sostenerli e riuscire a capire cosa possa essere accaduto – racconta – abbiamo tutti sperato, ma trovarsi di fronte a questa tragedia è inimmaginabile. Speriamo che dopo il ritrovamento del corpo si possano trovare anche il furgone ed il cellulare, per avere altri elementi utili a fare chiarezza. Sosterremo la famiglia in ogni modo possibile”.
Questa mattina la moglie e la figlia di Sarchiè sono state ricoverate in ospedale. Gli avvocati Sartini e Vannini sono intervenuti per un sopralluogo in località Valle dei grilli, a San Severino, dove è stato trovato il corpo del 62enne, per ricostruire la vicenda (LEGGI L’ARTICOLO). “Qui passa tantissima gente, io non ho visto nulla di strano, sembra tutto come sempre – spiega un’anziana signora che abita all’inizio della strada imbrecciata, subito dopo l’incrocio con la provinciale Settempedana, che porta alla chiesetta diroccata dove Sarchiè è stato sepolto – vedo sempre i piloti che vanno con le moto (ad un chilometro c’è una pista di motocross amatoriale, ndr), gente che viene da San Severino per camminare. Se ce lo hanno portato potrebbero averlo fatto di notte, non me lo spiego”. La Valle dei grilli si trova lungo la vecchia strada che da San Severino conduceva a Castelraimondo, più in là l’eremo di Sant’Eustachio ed una vecchia cava, luoghi che sarebbero frequentati da tossicodipendenti.
Il luogo in cui si trovava il corpo di Pietro Sarchiè
Pietro Sarchiè lavorava tre giorni A settimana nell’entroterra maceratese, passando a rotazione ogni quindici giorni nelle zone tra Castelraimondo, Camerino, Sefro e le frazioni circostanti. Si spingeva sino a Visso, dove vendeva il pesce il venerdì. Gli ultimi ad aver acquistato pesce da lui sono due coniugi di Sellano di Camerino, Nicola Staffolani e la moglie Carmela Siviglia, che così ricorda l’ultima volta in cui ha visto Sarchiè: “Quella mattina è arrivato, abbiamo comprato del pesce poi è andato via, sembrava normalissimo, come sempre, non ho visto niente di strano in lui – ha detto la signora Staffolani – poi abbiamo saputo quello che è successo e non ci potevamo credere, sembra assurdo. Qui in paese i più anziani ricordano che il padre già veniva a vendere pesce, in un paesino qua vicino, era stimato da tutti”. Quella mattina poi Sarchiè avrebbe dovuto proseguire il suo giro a Seppio di Pioraco e Sefro, ma non è mai arrivato. Una signora di Sefro, non vedendolo arrivare, gli ha telefonato, ma lui non ha risposto. Anche a Pioraco una ventina di clienti sono rimasti ad attenderlo invano.
La troupe di “Chi l’ha visto?” sul luogo del ritrovamento
Sarchiè viene da una famiglia in cui la vendita ambulante di pesce è un mestiere che lo accomuna ad un fratello e ad un cugino, la famiglia ha sempre ribadito che si tratta di una persona limpida, un uomo trasparente e senza ombre, questi erano per lui gli ultimi anni di lavoro, presto avrebbe lasciato la dura attività che lo costringeva ad alzarsi nel cuore della notte, per godersi la meritata pensione. Nell’alto maceratese lo conoscevano in tanti, si servivano da lui da anni, aveva un gruppo di clienti affezionati, che trattava sempre con grande cortesia. “Era sempre gentilissimo e disponibile – ricorda una cliente della zona di Visso – una persona tranquilla, mi riesce difficile credere a quanto è avvenuto”. In tanti oggi sono passati a vedere il posto in cui è stato trovato il corpo, sia fermandosi lungo la provinciale Settempedana, che scendendo lungo la stradina bianca, sino al gruppo di case diroccate che è stato la tomba provvisoria di Sarchiè fino a ieri sera. “Qui passa tantissima gente specialmente le coppiette di notte che vogliono stare sole – racconta un uomo di Castelraimondo – non era mai accaduta una cosa del genere, un delitto così crudele”. Sul posto osserva vigili del fuoco e carabinieri in azione un uomo di San Benedetto: “Conosco di vista la moglie e la figlia, sono una famiglia tranquilla, mi è sembrato difficile che se ne fosse andato di sua volontà, sono persone comuni, non mi spiego questa tragedia”.
Investigatori al lavoro
Gli avvocati Sartini e Vannini hanno esplorato tutta la zona, oggi, per esaminare con cura il luogo dove è stato trovato il corpo. “Seguiremo con grande attenzione le indagini – spiegano – in un caso come questo ogni elemento può essere utile, l’impressione è che chi ha portato qui il corpo conoscesse il posto e abbia avuto fretta di abbandonare il cadavere”. Intorno alle 14 sono stati tolti i nastri bianchi e rossi che hanno reso la zona off limts alla stampa ed ai curiosi ed è stato possibile visionare tutta la zona, compreso lo spiazzo tra la parte finale della casa semidistrutta e la chiesetta sconsacrata, dove è stato sepolto il corpo. Sul posto sono intervenute una troupe della Rai nazionale e della trasmissione “Chi l’ha visto?”, che ha ripreso la scena del crimine con un drone dall’alto.
Il caseggiato nella Valle dei grilli
L’interno della chiesa sconsacrata
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Non ho parole… Un abbraccio forte alla famiglia e spero becchino il piu presto possibile i responsabili di questa tragedia