(Giallo di Valle dei Grilli, in alto la galleria fotografica di Guido Picchio)
di Gianluca Ginella
Indagini serrate per scoprire chi ha ucciso Pietro Sarchiè. La procura di Macerata sta lavorando full time da sabato pomeriggio quando il corpo senza vita del commerciante di pesce è stato rinvenuto nelle campagne di San Severino, in località Valle dei grilli. Qualcuno gli ha sparato un colpo di pistola alla nuca e poi ha prima cercato di bruciare il cadavere, non riuscendoci lo ha seppellito sotto un metro di terra a fianco di una chiesetta diroccata. Le indagini, dirette dal procuratore di Macerata Giovanni Giorgio insieme al pm Claudio Rastrelli e condotte dai carabinieri del Reparto operativo di Macerata starebbero puntando verso una pista precisa e ci sarebbero alcuni sospettati, anche se nessuna ipotesi viene esclusa e gli investigatori tengono su tutto il massimo riserbo. La pista, comunque, potrebbe essere legata all’attività del commerciante 62enne.
IL LEGALE DELLA FAMIGLIA – Questa è anche una delle idee che si è fatta la famiglia di Sarchiè. “Facciamo due ipotesi: una è che abbia ricevuto richieste estorsive e non lo abbia comunicato alla famiglia, l’altra è che abbiano sbagliato persona” dice l’avvocato Mauro Gionni, che assiste Juri e Jennifer Sarchiè, i figli del commerciante ucciso. Mentre la moglie, Ave Palestini, è tutelata dall’avvocato Orlando Ruggeri. “Era un persona tra le più regolari di cui mai mi sia stato parlato – prosegue Gionni –, è evidente che non aveva giri particolari o amanti. Non aveva nemici, si svegliava, andava al lavoro, tornava e usciva a fare la spesa e una passeggiata con la moglie. Non aveva un solo vizio. Doveva andare in pensione e non sapeva a chi lasciare l’attività”. Sarchiè aveva un solo furgoncino “valeva sui 20mila euro” dice Gionni. Che aggiunge “Credo che le indagini stiano venendo condotte bene”.
L’AUTOPSIA – Intanto maggiore luce potrà essere fatta mercoledì dall’autopsia, affidata al medico legale Adriano Tagliabracci, che dovrà accertare se a uccidere Sarchiè sia stato il colpo di pistola che qualcuno gli ha sparato alla testa o altro.
IL RITROVAMENTO – Le ricerche che hanno portato al ritrovamento di Sarchiè si sono basate sulla delega del procuratore Giorgio che aveva stabilito dove andava cercato il corpo del commerciante scomparso. Luoghi ben precisi. Indicati in base sia al autovelox che, passata San Severino e in direzione di Castelraimondo, aveva ripreso, alle 7,34 del 18 giugno (giorno della scomparsa), il passaggio del furgone di Sarchiè (gli investigatori cercheranno di ingrandire le immagini per capire chi fosse al volante), sia in base a testimonianze che avevano indicato di aver visto il furgone di Sarchiè a Sefro e a Sellano. Il furgone, bianco con disegni azzurri lungo le fiancate, continua ad essere ricercato dai carabinieri. L’ultimo avvistamento era stato alle 8,30 del giorno della scomparsa, il veicolo viaggiava verso Castelraimondo. La procura ha mappato, punto per punto, il tragitto che il furgone aveva fatto prima che Sarchiè sparisse.
LA TRAGICA SCOPERTA – Il corpo senza vita di Sarchiè, è stato trovato sabato scorso, semi carbonizzato e sepolto a fianco di una chiesetta diroccata. A scoprirlo un carabiniere che all’improvviso aveva sentito un odore fortissimo e aveva rinvenuto della terra smossa. Il riconoscimento di Sarchiè è stato fatto in base alla fede nuziale.
L’ENTROTERRA SCOSSO – Ma al di là delle indagini c’è un territorio, quello che vive tra le alte colline passata San Severino e su tra le montagne dell’Appennino, che è sconvolto per un fatto di sangue così brutale. Una esecuzione, che lascia mille domande e molto timore a chi vive in quella parte così interna e così tranquilla della provincia.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Forse una rapina,finita male…Le persone si alzano la mattina presto, x andare a lavorare….nel loro percorso….possono incontrare qualche maledetto assassino bastardo…..Solidarietà alla famiglia….R.I.P…
La pubblica opinione è disorientata. Troppi delitti orrendi, troppi ladroni politici. troppo crimine organizzato. Abbiamo perduto la speranza di risolvere politicamente la situazione: abbiamo una casta politica inetta, quando non è clientelare o ladra. Ammantata di gattopardismo, che non ci permette di scegliere chi mandare in parlamento.
Accogliamo tutti dietro un falso senso di buonismo cristiano o di solidarismo laicista. Anche qui c’è un piano di dissesto di civiltà che ci stanno imponendo con la parola d’ordine astratta di “multiculturalismo”. Ci hanno reso apatici, privi di voglia di combattere. Ritorniamo al “Dio degli eserciti”, e scegliamoci chi sono i nostri fratelli e chi non lo sono. Dopo anni di attacchi e di invalidazioni da parte di forze politiche ben identificate, sosteniamo di nuovo la magistratura, le forze dell’ordine, le forze armate, senza distinguo. Sono queste istituzioni che ci impediscono di diventare Far West.
I nemici sono alle frontiere e sono già in Italia, pronti a sbranarci, in connubio con quelle forze politiche e clericali che vogliono la distruzione della nostra identità e della nostra civiltà.
Un delitto efferato come questo non merita giustificazioni di sorta. Ma è avvenuto perché c’è sempre chi psicologicamente e ideologicamente lo giustifica. Difendiamoci finché siamo ancora in tempo.
Anche per me una rapina finita male…..da parte di gente malavitosa….che per guadagnare qualche tcentinaia di euro…..sono capace di tutto!!!!!
Anche di uccidere in modo CRUDELE!!!!
Il posto lo conosco bene….perchè ci vado in bike….è trafficatissimo….sia di giorno ….che di notte!!!!!
Di giorno da pescatori sportivi, da motocross, da fuoristrada, ciclisti….
Di notte dalle coppiette..a qualsiasi ora….
Quindi hanno rischiato!!!!
O ha rischiato!!!!
O conosce bene e sa come muoversi!!!!!
Conoscendo bene la zona credo che gli inquirenti arrivino presto ad una soluzione.
La strada scelta, a meno che non sei del posto e conosci tutti i sentieri, è senza sbocco e chiusa all’inizio dal passaggio a livello dove qualche tempo fa il treno investì un gregge (c’è l’articolo con foto qui su CM).
Oltretutto il casolare è ben visibile dalla strada per Castelraimondo e una macchina ferma si noterebbe subito.
Altra cosa poco chiara è la foto presa con l’autovelox. Se lavorava 3 volte a settimana in zona, credo lo conoscesse bene…
Concordo al 100% con quanto scritto da Giorgio Rapanelli.
Spero li becchino il prima possibile
Giorgio Rapanelli sta a vedere che sono italianissimi… in caso come reagisci?!