di Maurizio Verdenelli
Una forte richiesta di giustizia per Pietro Sarchié si è levata stasera dall’incontro a Pioraco delle popolazioni dell’alta valle del Potenza. Al centro dell’evento il discoprimento della lapide – dedicata ad un uomo buono ed onesto – laddove il pescivendolo di San Benedetto, ucciso nel giugno scorso (leggi l’articolo), usava sostare per il suo giro nell’alto maceratese. A sette mesi dalla sua morte l’inchiesta non ha fatto apparentemente passi in avanti ed un’esortazione forte a far luce sui fatti è venuta questo pomeriggio da tutti gli intervenuti al teatro comunale piorachese. Introdotti da chi scrive sono sfilati i sindaci di Pioraco (Luisella Tamagnini), Sefro (Giancarlo Temperilli) e Fiuminata (Ulisse Costantini). Questi ultimi due hanno annunciato iniziative analoghe per ricordare Sarchié. Lapidi in suo nome saranno presto inaugurate sia a Sefro che a Fiuminata.
«”Pesce, pesce, pesce!”, gridava lui e quel grido ci manca e ci mancherà sempre» ha detto tra le lacrime Paola, un’amica carissima, commossa, sorretta da Ave Palestini, la moglie di Sarchié. «Gli occhi gli si illuminavano quando ci parlava di questi paesi – ha detto la vedova – ma ora chiediamo il vostro sostegno perchè Pietro era uno di voi e vogliamo finalmente che chi lo ha ucciso finisca in galera». E Jennifer, la figlia: «E’ bellissimo sentire tanta solidarietà però con il dolore abbiamo affrontato anche una battaglia durissima, quella di vedere assicurato alla giustizia chi ha ucciso nostro padre». Tra gli interventi anche quello del legale della famiglia, l’avvocato Orlando Ruggeri.
Il consigliere regionale Angelo Sciapichetti che ha organizzato l’evento con i tre Comuni, ha parlato della promozione della legalità e della legge regionale n° 16 approvata sull’onda della commozione per la morte del pescivendolo sambenedettese. Chi scrive ha esortato Sciapichetti ad intitolare la legge a Sarchié e il consigliere ha accolto l’impegno. Con Sciapichetti sono intervenuti anche il presidente dell’Unione dei Comuni, Gianluca Chiappa ed il consigliere provinciale Daniele Salvi. Presente in sala per esprimere, seppur tacitamente, la propria solidarietà l’ex parlamentare Mario Cavallaro. Una forte richiesta di giustizia è dunque emersa da Pioraco tra le lacrime, una voce forte e ferma quella della famiglia che non può essere più a lungo disattesa. «Pietro era uno di voi. Aiutateci»: un appello che la terra maceratese ha dimostrato di non voler far cadere. Il coro Sibilla di Macerata, diretto dal maestro Fabiano Pippa è stato la cornice perfetta di una serata che la gente non dimenticherà facilmente.
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nessun arresto ancora! dottor giorgio,dopo le amnesie sull inchiesta urbanistica di macerata,anche qui la tiriamo alla lunga ?solo ilrinvio a giudizio per la ridicola storia del manifesto alla kienge è statopronto e celere….complimenti