Da sinistra Santo Seminara e Domenico Torrisi oggi davanti al tribunale di Macerata (foto Lucrezia Benfatto)
di Gianluca Ginella
Mai una parola, fino a oggi. Mai un pensiero alla famiglia di Pietro Sarchiè da parte di nessuno degli indagati. A spezzare questo silenzio è stata Maria Anzaldi, 60 anni, moglie di Domenico Torrisi, 61, indagata per favoreggiamento. «Vorrei incontrare i familiari di Sarchiè, perché mi dispiace veramente per quello che gli è accaduto – dice la donna in tribunale a Macerata, dove questa mattina ha accompagnato il marito che è stato interrogato dal gip (leggi l’articolo) -. Mio marito è un uomo come era lui, a chi lo ha ammazzato devono dare l’ergastolo. Non so se sono stati i Farina ma se sono stati loro devono avere l’ergastolo». E rivolta a Giuseppe Farina, dice: «ha rovinato sia la famiglia di Sarchiè che la mia famiglia. Non si può ammazzare così una persona. Mamma mia, in questi giorni ci sentiamo proprio male. Vorrei incontrare la moglie e la figlia di Sarchiè, mio marito piange per loro». Suo marito, che in passato aveva una impresa edile, che ha chiuso a causa della crisi economica, da poco era stato assunto come muratore, «e adesso ha perso il lavoro» dice Anzaldi. La donna in un conversazione con la moglie di Giuseppe Farina, intercettata dai carabinieri le dice: «Diglielo a tuo marito che non mettesse in mezzo a mio marito, ma è giusto quello che fa?».
La telefonata è del 9 luglio, 4 giorni dopo il rinvenimento del corpo senza vita del commerciante di pesce di San Benedetto. Nel corso della telefonata si sente anche Domenico Torrisi che piange e che non riesce a parlare: «Suo marito mi sta consumando» dice alla moglie di Giuseppe Farina.
E’ questa una delle intercettazioni, tra telefoniche e ambientali, che fanno parte dell’ordinanza con cui la procura chiede al gip i quattro ordini di custodia cautelare spiccati per Giuseppe Farina, 41 anni e il figlio Salvatore, 20 (che si trovano in carcere con l’accusa di omicidio premeditato) e per Domenico Torrisi e Santo Seminara (accusati di favoreggiamento, ricettazione e riciclaggio e agli arresti domiciliari). In una delle prime intercettazioni, del 7 luglio, quando ancora non sapevano di essere indagati, Seminara chiama Giuseppe Farina. Gli dice che i carabinieri sono stati da lui e gli chiede di andare da lui. Perché «ho avuto i carabinieri da stamattina fino a ora, oh». E Farina: «E perché?». Seminara gli dice che sta andando in caserma: «questo vuole mettere le manette a me». Farina domanda «perché?». E Seminara: «Ma perché lui, ci stanno pezzi nel capannone. Pezzi di Ford nel capannone mio». «Pezzi di Ford?» chiede Farina. Poi chiariscono che era un furgone Iveco: «Il furgone tuo, ma io ci devo passare i guai. Ci vai a parlare tu, oh» gli dice Seminara. E Farina: «Si va beh, a posto, non ci sono problemi, appena salgo».
E Seminara «il procuratore stasera mi mette le manette a me, oh». E Farina: «Ma che siamo fuori? Quello il furgone mio è». E Seminara: «Io ho visto che è il furgone tuo, però vuoi venire un attimo e glielo spieghi?». Farina: «Ok, non ne ho problemi». In una intercettazione del 9 luglio, Farina senior dice alla moglie: «Butta anche il telefono, tutte cose butta». In un’altra mentre ci sono i carabinieri che gli perquisiscono la casa dove abita a Seppio di Pioraco, dice al figlio Salvatore che sta in Sicilia (lui lo chiama a volte Salvuccio, altre volte Salvo): «Non devi salire qui… punto… hai capito?». Mentre in una intercettazione ambientale con il fratello, Giuseppe Farina dice di aver parlato con dei clienti che il 18 giugno avevano comprato il pesce dal figlio, dice di averne chiamati un paio, ma che hanno paura, chiedeva loro di dire che stava anche lui con il figlio a vendere il pesce quella mattina.
C’è poi una intercettazione del 9 luglio tra Domenico Torrisi e la figlia in cui lei gli dice che sui giornali è uscita la notizia che è indagato Farina senior e anche Seminara e una coppia di coniugi. «Dice indagati perché hanno trovato in casa pezzi del furgone» riferisce la donna al padre. E lui: «ma marito e moglie non hanno messo il nome?». «No». E la donna poi gli spiega meglio il contenuto dell’articolo e che si parla di una coppia di coniugi indagati (che poi sono lo stesso Domenico Torrisi e la moglie Maria Anzaldi). E Torrisi: «Boh, non lo so, a me non hanno detto niente di questa cosa». E la donna: «Niente? Sicuro? Tu pensa che ti possono venire a prendere, ti interrogano un’altra volta, preparati, non ti succede niente, tu stai tranquillo, non ti succede niente, preparati e tu gli dici che tu non sai niente». C’è poi una lunga intercettazione ambientale in cui parlano Farina senior, Maria Anzaldi e Domenico Torrisi. Nella conversazione si parla di oggetti che Farina ha dato ai Torrisi. «Le cose che hanno trovato, glielo dobbiamo dire che sono tue, tu gli dici che sono le tue e buonanotte» dice Anzaldi a Farina.
Scambiano alcune battute, poi Farina dice: «non ho fatto nulla di male». Più volte Farina, probabilmente temendo vi fossero intercettazioni, dice alla donna di stare zitta. Poi Farina dice a Torrisi: «Che dichiarazione devi fare». E Torrisi «di queste cose che mi hanno trovato». E Farina: «i fogli te li ho dati io, le altre cose no, li hanno trovati là, erano buttati in campagna gli dici».
Domani pomeriggio in una conferenza stampa indetta dai suoi legali, gli avvocati Mauro Riccioni e Marco Massei, si parlerà di un memoriale scritto da Farina senior in cui dà la sua versione dell’accaduto.
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