di Monia Orazi
Sefro ricorda Pietro Sarchiè con una targa, scoperta questa mattina dal sindaco Giancarlo Temperilli e da Yuri, unico ad essere presente della famiglia, perché la sorella Jennifer “ieri sera ha avuto un piccolo incidente, voleva tanto essere qui, ci teneva molto, ma non è stato possibile”, ha spiegato il figlio del commerciante ucciso. La giovane, portavoce della famiglia, tenace e combattiva nel chiedere giustizia per la morte del padre Pietro, barbaramente ucciso lo scorso 18 giugno mentre faceva il suo giro per le consegne del pesce, è stata investita mentre camminava per San Benedetto, città dove risiede la famiglia, da un’auto guidata da un settantenne. La ragazza ha riportato lesioni al ginocchio, questa mattina si è recata in ospedale con la madre Ave Palestini per accertamenti e per le cure del caso. “Sono contento di vedere tanta gente qui, che vuole bene a mio padre”, ha detto Yuri Sarchiè. “Mettiamo qui la targa, dove Pietro era solito fermarsi a vendere il pesce – ha detto Giancarlo Temperilli, sindaco di Sefro – è stato un uomo che ha lasciato il segno nella nostra comunità, lo attendevamo tutti il mercoledì come un parente”.
Yuri Sarchié e il sindaco di Sefro, Giancarlo Temperilli davanti alla targa in memoria del commerciante di pesce ucciso
Presenti anche il consigliere regionale Angelo Sciapichetti, il vicesindaco di Pioraco Matteo Cicconi, il sindaco di Fiuminata Ulisse Costantini che ha annunciato la prossima apposizione di una targa a ricordo di Sarchiè, l’assessore Roberto Mancinelli del comune di Camerino, consiglieri di maggioranza e minoranza di Sefro, alcuni ex sindaci del paese, insieme a decine di clienti dell’indimenticato commerciante, e ai rappresentanti locali delle forze dell’ordine. “Per non dimenticare Pietro Sarchiè, ucciso il 18 giugno 2014. I Sefrani con questa targa vogliono dimostrare l’affetto che hanno per Pietro e per i suoi familiari. Vogliono ricordare l’uomo buono e onesto che amava il suo lavoro e la sua famiglia”, recita la targa scoperta in piazza Bellanti, sul lungofiume dove si fermava sempre il furgone bianco, carico di pesce fresco e della coinvolgente umanità di un uomo che in decenni di lavoro, per tanti era diventato uno di famiglia. Come ha ricordato Yuri Sarchiè, la famiglia attende giustizia, confermando la massima fiducia alla procura di Macerata ed agli investigatori che si stanno occupando del caso.
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Ma le indagini su questo efferato omicidio a che punto sono? Com’è che il Procuratore Giorgio, che pure non disdegna i rapporti con la stampa, non ne parla più ?
Prima i fatti (che per ora stanno a zero) poi i proclami (purtroppo tanti)!