di Monia Orazi
Si concentrano nel territorio impervio e boschivo a cavallo tra Marche ed Umbria, le ricerche di Pietro Sarchiè, il commerciante ambulante di pesce di cui non si hanno più notizie dal 18 giugno scorso. Da ieri una settantina di uomini tra carabinieri, agenti del corpo forestale e vigili del fuoco di Macerata e Camerino si sono suddivisi a spicchi l’Appennino. Ciascuna squadra mista batte a terra la zona, con termocamere, gli uomini con decespugliatori si fanno largo tra la vegetazione, con la speranza di scorgere il bianco del Ford Transit di Sarchiè. Al momento non è stato usato l’elicottero, ma non si esclude che nei prossimi giorni possa sorvolare tutta la vastissima zona di ricerca. Le squadre di ricerca sono in giro, difficile localizzarle sui fianchi e nel cuore della montagna. E’ una fitta ragnatela di strade, quella compresa tra la zona di Seppio di Pioraco e Sellano, il comune umbro lungo la Valnerina, il tragitto in cui ipotizzano gli investigatori che lo scomparso sia transitato per l’ultima volta. L’Appennino si dipana in mille tracciati, strade sterrate note solo a chi da quelle parti va a fare le escursioni o passa per motivi legati al lavoro in montagna. Tutto questo rende le ricerche del sambenedettese difficili e complesse. Mentre sono in corso le ricerche, uno dei responsabili della Coim Plast, Elli Ciampa descrive Pietro Sarchiè: “Lo conosco e mi ha più volte detto che andava a vendere il pesce nelle zone terremotate. La gente era molto affezionata a lui”. Il responsabile poi spiega nel dettaglio alcune caratteristiche del furgone:
“Ho allestito il camioncino nel 2007. Non è possibile aprirlo dall’interno, è coibentato e attutisce i colpi. E’ suddiviso in due parti: la più grande per l’esposizione e la vendita, una più interna in due scomparti, con la cella frigorifera e la parte per gli attrezzi, delimitata da due porte più piccole. La serratura funziona solo dall’esterno. E difficile pensare a un rapimento pianificato – continua il responsabile della Coim – Mi viene piuttosto da pensare a un dispetto finito male. Se qualcuno lo avesse chiuso all’interno del furgone, infatti, non avrebbe avuto modo di liberarsi”. Il mondo del commercio ambulante di pesce è fatto di grandi sacrifici, gente che nel cuore della notte acquista la materia prima e poi si rivolge ai mercati rionali dei vari paesi, la concorrenza è in aumento, molta gente che ha perso il lavoro si è messa in proprio. Sarchiè ha altri parenti che svolgono il suo stesso mestiere. “E’ un uomo disponibile con tutti, un vero signore sotto tutti i punti di vista – lo ricorda Ciampa – un ottimo cliente, preciso che pagava addirittura in anticipo. Occorre sensibilizzare le persone a notare il furgone, diffondendo ovunque le sue immagini e la targa, perchè se è stato parcheggiato in modo regolare, in posti pieni di auto, è difficile notarlo”. Le ricerche proseguiranno nei prossimi giorni.
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