di Monia Orazi
Sono stati fissati per domenica, alle 15,30, nella chiesa di San Filippo Neri a San Benedetto del Tronto, i funerali di Pietro Sarchiè. Tutta la città, i parenti, gli amici, i numerosi clienti si stringeranno intorno alla moglie Ave Palestini, ai figli Jennifer e Yuri, per l’ultimo saluto al commerciante di pesce, vittima di una spietata esecuzione, trovato cadavere nella Valle dei grilli lo scorso 5 luglio, dopo che il 18 giugno si erano perse le sue tracce, tra Sellano di Camerino e Seppio di Pioraco.
“Finalmente potremo dare una sepoltura a mio padre – spiega al telefono la figlia Jennifer – alle 14,30 inizierà la veglia di preghiera, poi sarà celebrata la santa messa per la cerimonia funebre. Lui ha solo avuto una sepoltura di cattiveria e basta. Chi ha commesso questo atroce delitto non la passerà liscia, noi cercheremo verità e giustizia. Gli staremo col fiato sul collo finchè non saranno processati, devono andare dentro con una pena esemplare. Ci deve essere la certezza della pena. Sono passati tre mesi è ora che la gente parli, per avere delle risposte. Dobbiamo sapere il più possibile riguardo a questa cosa, serve anche a voi per mandare via questa gente, mio padre non meritava questa cosa”.
Le indagini proseguono serratissime, per cercare riscontri al quadro accusatorio ricostruito dagli inquirenti in questi primi tre mesi di intenso lavoro. Le prime risposte ufficiali, con le risultanze investigative in mano alla procura di Macerata ed al pool investigativo si conosceranno dopo il 20 gennaio del 2015, quando al termine dell’incidente probatorio, effettuato per acquisire accertamenti tecnici irripetibili sia sul materiale trovato che sul corpo di Sarchiè, ci sarà l’udienza interlocutoria davanti al giudice per le indagini preliminari in cui accusa e difesa si confronteranno sul quadro accusatorio. A poco più di tre mesi di distanza la morte di Sarchiè resta un mistero, almeno sul perchè sia avvenuto un delitto così efferato, completamente sconosciuto alla tranquillità di vita dell’entroterra maceratese. Il commerciante sarebbe andato in pensione proprio nel mese di settembre, aveva già avviato dei contatti per vendere l’attività. Non è chiaro il movente che abbia spinto ad uccidere un uomo descritto da tutti come una persona tranquilla, cordiale e dalla vita senza ombre, benvoluto dai suoi clienti, amatissimo dalla sua famiglia. Al momento non è stata trovata l’arma del delitto, che si ipotizza sia avvenuto a Sellano, nei pressi di una chiesetta. Nell’entroterra, tra Pioraco, Fiuminata, Sefro e Visso, Castelraimondo, dove Sarchiè aveva tanti clienti, la gente continua a chiedersi il perchè di quanto accaduto, aspettando che le indagini si chiudano, per conoscere i responsabili di questo delitto, e dare giustizia alla famiglia che ha ricevuto tantissimi attestati di solidarietà dai numerosi conoscenti del commerciante ucciso.
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Coraggio a tutta la famiglia,speriamo che si sappia presto la verità; ma la giustiza essendo tanto lenta si spera che paghi chi è colpevole.