di Gianluca Ginella
Delitto di Pietro Sarchiè, ci vorrà ancora tempo per la soluzione del giallo. E’ questo quanto ha voluto chiarire il procuratore Giovanni Giorgio, che questa mattina ha detto che “serve tranquillità per completare le indagini, che non sono suscettibili di una soluzione immediata, perché ci sono in corso accertamenti tecnici affidati a diversi consulenti e ci vorrà del tempo prima che vengano conclusi”. Indagini che si starebbero concentrando sui reperti del furgone del commerciante di pesce ucciso. Quasi tutto il furgone è stato ritrovato, grazie all’intensissimo lavoro dei carabinieri del Reparto operativo di Macerata e della Compagnia di Camerino che hanno battuto palmo a palmo le campagne nella zona di Castelraimondo e San Severino per rinvenire le parti del veicolo. Quasi tutto è stato ritrovato, a parte il cassone, che potrebbe essere stato distrutto dai ladri. Sui reperti del furgone gli investigatori potrebbero cercare tracce di sangue.
Il procuratore sull’indagine ha chiarito: “È noto che la gatta frettolosa fa i figli ciechi, lavoreremo con la dovuta ponderazione”. Gli investigatori stanno anche vagliando tutte le testimonianze, numerosissime di persone che hanno cercato di portare il proprio contributo per la soluzione delle indagini. Al momento sono indagati il 40enne Giuseppe Farina, che deve rispondere di omicidio in concorso (restano ignote le persone che avrebbero partecipato al delitto insieme all’ambulante catanese), il 41enne Santo Seminara (nei guai per favoreggiamento e distruzione di cadavere), e i coniugi Domenico Torrisi e Maria Ansaldi (gli viene contestato il favoreggiamento). L’indagine della procura contempla come movente del delitto la concorrenza nel mercato della vendita del pesce. Da quanto emerge dalle indagini, qualcuno avrebbe riferito che Farina aveva detto a Sarchiè di non andare a vendere nella sua zona. I legali di Farina, gli avvocati Mauro Riccioni e Marco Massei, hanno definito “labili” le accuse contro il loro cliente. E ritengono poco credibile che il delitto possa essere stato compiuto per via della concorrenza nell’ambito del mercato del pesce. Farina, tra l’altro, ieri sera, attraverso il suo legale Riccioni, ha negato di aver fatto una pernacchia ad un operatore tv mentre entrava in tribunale “mi ha detto che non si sarebbe mai permesso di fare una cosa simile e in un simile momento. Mi ha spiegato che si è trattato di un modo di fare siciliano con cui si vuol dire: non ti dico niente” ha detto l’avvocato Riccioni.
Oggi ha parlato anche l’avvocato dei figli di Sarchiè, il legale Mauro Gionni che nel pomeriggio, insieme all’avvocato Orlando Ruggeri, che assiste la moglie del commerciante ucciso, ha incontrato i familiari per fare il punto della situazione. “Ringrazio la procura e i magistrati per come stanno svolgendo le indagini – ha detto l’avvocato Gionni –, hanno dato una svolta all’inchiesta nel giro di pochi giorni. So che lavorano giorno e notte. I familiari hanno legittime aspettative di sapere la verità ma bisogna avere pazienza anche perché sono in corso accertamenti tecnici e ci vorrà tempo”.
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