di Monia Orazi
Pressioni e “consigli” riguardo la sua attività, sarebbero stati dati da qualcuno a Pietro Sarchiè, negli ultimi mesi della sua vita. Parole che sono risuonate, nei giorni successivi alla scomparsa del commerciante ambulante di pesce, a mezza voce, tra qualcuno dei suoi clienti abituali, che avrebbe ricevuto qualche accenno su questo dallo stesso Sarchiè. Alcune persone, tra la miriade di ipotesi circolate in quei giorni di attesa prima del ritrovamento del corpo, avevano detto per le vie di alcuni centri abitati dell’entroterra, che Sarchiè aveva fatto una brutta fine. Previsioni tragicamente confermate sabato scorso, con il ritrovamento del corpo, giustiziato da un colpo di pistola alla nuca e semi-carbonizzato, nascosto tra una chiesa sconsacrata ed un casolare diroccato, nella Valle dei grilli, a San Severino.
Una esecuzione efferata eseguita con le modalità della criminalità organizzata, che contrasta con la vita di un uomo definito “limpido e trasparente” dai tanti che lo conoscevano. “Tra di noi ci conosciamo tutti, ci rispettiamo non è come qualcuno ha scritto sui giornali – commenta un collega di Sarchiè, anche lui venditore ambulante di pesce – Pietro era un amico. Nei paesi dove andava per le consegne, era conosciuto da tutti, aveva molti clienti affezionati, era lui stesso a chiamarli per farsi ordinare il pesce. Ormai erano tantissimi anni che faceva questo lavoro. Era una persona pulita e trasparente, che si dedicava solo al lavoro ed alla famiglia, non aveva mai avuto problemi con nessuno, davvero non mi spiego come possa essere successo. Ultimamente in tanti sono rimasti senza lavoro e la concorrenza è aumentata, come in altri settori ci sono persone nuove che a volte vendono ad un prezzo più basso per entrare nel mercato, ma si tratta di concorrenza, niente a che vedere con un omicidio”. A Sefro tutti lo aspettavano quel mercoledì mattino, ma non è mai arrivato. “Pietro era amico di tutti – racconta al telefono una cliente di Sefro – io mi servivo da lui, era una persona squisita, gentilissimo e aveva dell’ottimo pesce, aveva regalato a mia figlia la spada del pesce spada, era una persona impagabile, ormai erano trentacinque anni che veniva qui. Siamo rimasti tutti scossi da quanto è successo, non se lo meritava era un uomo buono”. Al momento dai vecchi clienti, non è passato nessun venditore ambulante nuovo.
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Qualcuno per trarre un vantaggio economico ha fatto una cosa del genere !? Ha fatto terminare la vita di un uomo che aveva ancora tanto da dare e da prendere, il tutto in un misero secondo , e senza rimorsi !! Senza pensare alla tragedia di una famiglia amorevole che lo piangerà per sempre e senza rassegnazione ! Io non riesco a capacitarmi di un fatto così.
Non me ne capaciterei neanche se questi soldi di cui si parla bastassero a comperare il mondo intero !
La progressiva penetrazione delle mafie dalle nostre parti è stata ben documentata e spiegata nel libro “San Marino Spa”. Piccoli mafiosi vengono spediti in zona per saggiare il terreno, e cominciare a tessere relazioni. L’assassino esercitava una professione abusiva sotto gli occhi di vigili urbani, amministratori, guardia di finanza. In un paese molto piccolo, in cui tutti sanno tutto di tutti. Com’è possibile? La rete era già stata tessuta?