Delitto Sarchiè, Santo Seminara
chiede di uscire dai domiciliari

OMICIDIO - Ricorso al tribunale del Riesame del 42enne accusato di favoreggiamento, riciclaggio e ricettazione. Continuano le indagini anche alla luce delle dichiarazioni di Giuseppe Farina che aveva detto che l'assassino non era lui ma un'altra persona

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Santo Seminara

Santo Seminara

 

di Gianluca Ginella

Santo Seminara ricorre al tribunale del Riesame per chiedere una misura meno afflittiva degli arresti domiciliari. Il 42enne catanese, che vive a Castelraimondo, era finito in manette il 24 febbraio su ordine spiccato dal Gip. Oltre a lui quella mattina erano finiti in manette anche Giuseppe e Salvatore Farina, cui viene contestato il reato di omicidio premeditato, e Domenico Torrisi, accusato di favoreggiamento, riciclaggio e ricettazione. Medesimi reati (favoreggiamento, riciclaggio e ricettazione) che vengono contestati a Seminara. Sette mesi di indagini, condotte dai carabinieri del Reparto operativo di Macerata e dalla procura di Macerata hanno portato alla ricostruzione, passo passo del delitto di Pietro Sarchiè, ucciso la mattina del 18 giugno dello scorso anno, secondo la procura nella frazione di Sellano a Pioraco. Sei i colpi di pistola esplosi per ucciderlo. Due di questi sparati attraverso lo sportello del camion frigo del commerciante di pesce di San Benedetto. Sabato però è emersa una nuova versione: quella di Giuseppe Farina che il giorno dell’interrogatorio di garanzia, ha reso dichiarazioni spontanee ai pm. La procura però si aspetta che Farina si sottoponga ad un vero interrogatorio, in modo da potergli rivolgere delle domande su ciò che afferma. Per ora i suoi legali, gli avvocati Marco Massei e Mauro Riccioni, non hanno formalizzato la richiesta di sottoporre il loro cliente ad interrogatorio. Farina aveva detto che ad uccidere era stata un’altra persona, e avrebbe fatto nome e cognome ai pm. Le indagini sono in corso, per capire se ci sia del vero in ciò che ha detto. Vi sono diversi punti che non combaciano con le indagini. Uno è che Farina ha detto che il reale assassino ha esploso un colpo di pistola in maniera accidentale verso Sarchiè che si è conficcato nello sportello. Però, da quanto emerso dalle indagini, i fori di proiettile sparati nello sportello sarebbero due. Un altro aspetto è che la procura sostiene, in base ad accertamenti tecnici, che Sarchiè sia stato ucciso mentre era a bordo del furgone. Farina dice invece che è successo fuori dal furgone e a Valle dei Grilli (non a Sellano, dunque). Valle dei grilli era stata passata al setaccio dagli investigatori e non era stato trovato nulla che facesse pensare che Sarchiè fosse stato ucciso lì.

 

 

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