L’associazione MaceratiAmo torna a parlare di consumo di territorio, tema che ha eletto a suo cavallo di battaglia. In vista delle elezioni comunali del prossimo anno a Macerata invita ad utilizzare il voto in maniera consapevole e propone la ridefinizione di Minitematica e Piano casa.
«Tra il dire ed il fare – si legge in una nota dell’associazione – c’è di mezzo il… consumo del territorio. Partiti, liste civetta, privati, presidenti imbarazzanti, avvocati, tutti impegnati ad evidenziare le magagne di un’amministrazione che ha sicuramente fallito l’obiettivo della “nuova storia”. Nessuno che faccia proposte nuove e che disegni una città realmente diversa. Romano Carancini si presentò promettendo una “storia nuova”, ad oggi, purtroppo, non pervenuta. La sua amministrazione ha fatto alcune cose buone (lo Sferisterio e la gestione Micheli), ma son state pagate a caro prezzo con l’immobilismo più profondo su tutte le altre scelte per il futuro della città, con i vari progetti, vecchi di decenni, sempre rimasti nell’universo delle buone intenzioni (piscine, strade di raccordo, ecc.). Una “nuova storia” non può certo essere questa; la storia sarebbe stata nuova se fossero state compiute scelte capaci di affrontare in maniera seria il problema del consumo dissennato del territorio, compiendo una sostanziale virata rispetto alle amministrazioni precedenti. Un fatto è certo, le amministrazioni Meschini (2000/2010) saranno ricordate tra le più dannose per la storia della città: pochi i maceratesi che ricorderanno una sola decisione dell’amministrazione degna di nota a favore del bene comune. Nell’assoluta incoscienza, l’amministrazione Meschini riuscì, con il sostanziale accordo di tutto il sistema politico e finanziario maceratese, a prevedere e avviare un massacro del territorio spaventoso: piano casa e minitematica sommano 1,2 milioni di metri cubi di nuove edificazioni, in previsione di una città di 80mila abitanti! La fotografia perfetta del potenziale scempio è l’attuale Valleverde, una zona produttiva di cui la città non aveva affatto bisogno e che ora appare come un circuito per auto da corsa abbandonato; un’area di svariati ettari di campagna fertile occupata solo da sparuti stabilimenti, tra cui spicca la sede di un sindacato, che ha scelto di “avvicinarsi” ai suoi iscritti, bruciando qualche milione di euro dei contribuenti. La crisi che tutti stiamo vivendo ha di fatto bloccato le espansioni edilizie previste, ma piano casa e minitematica restano due perenni spade di Damocle, pendenti sul futuro della città: la “storia nuova” avrebbe dovuto ridiscutere questi due provvedimenti, rivedendone le previsioni urbanistiche (anche tornando alle destinazioni originarie di quei terreni) e non far finta che non ci siano mai stati. L’amministrazione Carancini, invece, ha ratificato la minitematica e, di fatto, ha sancito una continuità col partito del mattone (anche se il vice sindaco va raccontando in giro che non è stato previsto un solo metro cubo di nuove edificazioni…). Quindi, quale potrebbe essere una scelta importante, capace di incidere realmente sul futuro della città? Riteniamo che l’immediata ridiscussione di piano casa e minitematica abbia queste caratteristiche, così come è avvenuto in altri comuni. Il sindaco di Senigallia (tra gli altri), appena eletto nel 2010, ha incontrato i proprietari dei terreni edificabili per raggiungere un accordo di conversione consensuale e renderli nuovamente agricoli. Nel 2013 sono stati eliminati a Senigallia (non a Stoccolma) 40 ettari di aree edificabili. E la cosa interessante è che quella amministrazione era caratterizzata da una chiara continuità con quelle precedenti, le stesse che avevano determinato quella situazione. Quella stessa continuità che di fatto c’è tra l’amministrazione Carancini e quella Meschini, qualche nome era diverso (nemmeno troppi), ma le forze di maggioranza erano esattamente le stesse. In questo momento di crisi profonda è forse interesse degli stessi proprietari dei terreni edificabili fare un passo indietro per pagare meno tasse. Si potrebbe quindi compiere una scelta forte e chiara, senza il rischio di interminabili contenziosi. Perché non parlarne a Macerata? Questo è il tema che MaceraTiAmo propone ai vari contendenti alle prossime elezioni amministrative (anche l’attuale amministrazione potrebbe avviare tale trattativa, saremmo sinceramente molto lieti di cambiare la nostra opinione e di poter registrare finalmente una reale novità nella storia politica maceratese). Riteniamo che la proposta di ridiscutere piano casa e minitematica dovrebbe avere un grande consenso popolare perché permetterebbe, finalmente, di disegnare una città fuori dagli interessi dei pochi e con lo sguardo rivolto verso il bene comune. Usiamo il condizionale sul successo della proposta perché ci domandiamo spesso se i cittadini siano disponibili a condividere e sostenere proposte di questo tipo. Sono, di sicuro, molto arrabbiati ma molti sentono ancora il bisogno di ringraziare questo o quel politico per piccoli o grandi favori ricevuti, non considerando che quei favori son già stati tutti pagati con gli interessi, e che il voto è talmente importante da non poter essere barattato con una regalia o un’amicizia particolare. Alla oramai prossima campagna elettorale, sicuramente, ci ritroveremo tutti a sentire le solite promesse vuote, farcite con termini e concetti che oggi vanno di moda, ma dei quali la gran parte dei partitocrati non comprende il significato, quali “bene comune”, “solidarietà”, “difesa del suolo”, “partecipazione”, “trasparenza”. La sfida che lanciamo è proprio questa: riusciremo in un momento di crisi economica profonda come quello attuale a riscoprire i valori della convivenza, della convivialità, della solidarietà? Dipenderà da ognuno di noi e se ci togliamo il vizio di guardare sempre e solo l’interesse personale a discapito di quello generale faremo tutti insieme un grande passo in avanti. MaceraTiaMo ha sempre posto come suo punto cardine la lotta al massacro del territorio (vedi ricorso al TAR sulla Minitematica, presentato insieme agli abitanti di Santa Lucia). Se saremo in tanti a condividere questa iniziativa, potremo davvero cambiare la storia di Macerata».
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Questa lista civica si fa sentire solo vicino le elezioni in questi cinque anni dove è sta e cosa ha proposto per la citta.
tra pochi gioni vedremo quante altre liste civiche usciranno fuori con proposte miracolanti.
Se ce una lista civica che in questi quattro anni ha fatto proposte , convegni con ogni categoria lavorativa in modo di preparare un programma serio da proporre a tutta la cittadinanza è stata Pensare Macerata.
Basta con le chiacchiere perché ad ora ce ne sono state troppe.
“Pensare Macerata” non avrà qualche problema a sganciarsi da Carancini ?
Daccordo a ripensare la minitematica, a ripristinare i terreni edificabili in agricoli, ma intanto lo scempio perpetrato con la costruzione di immobili senza parcheggi (vedi Neopolis) o cattedrali incompiute (vedi Piazza Pizzarello) che fine fara’? L’economia della citta’ e la fruibilita’ degli spazi porteranno per decenni questi danni …..e diciamo pure che tali responsabilita’ sono imputabili ad una parte politica ben identificabile…. vero cari amici ex repubblicani in carico al PD ?????
Si farà l’alleanza con il PD ma, senza Carancini e con Gente nuova per svoltare veramente pagina , competenti su ogni settore lavorativo e politico ,altrimenti non ci saremo.
Ma come, non fate nemmeno un nome di un candidato, nemmeno un’ipotesi di alleanza con qualcuno, addirittura parlate di beni comuni e di collettività, di programma, di obiettivi… Che delusione! Così è quasi impossibile fare commenti e sparlare a casaccio!
Pensare Macerata? A me e’ giunta notizia che cambirrete il nome in “Pensare alla poltrona del nostro capo”.ahahaahaha.
MaceraTiAmo ha almeno la coerenza di non essersi mai unita a nessuno per questa o quella poltrona. Siete parte integrante di questa amminisrrazione e quindi cadete nel ridicolo quando attaccate un’ amministrazione nella quale avete vice sindaco e assessore. Un po’ di sana vergogna no?
Candidatevi alla Regione che i prossimi posti per parassiti stanno li’.