di Giancarlo Liuti
A Piediripa sarà dunque allestita un’area per lo “sguinzagliamento” dei cani, dove gli amici dell’uomo potranno scorrazzare liberamente, ognuno per conto suo. Così ha deciso il consiglio comunale con tredici voti favorevoli, undici astenuti e solo uno contrario (leggi l’articolo), quello dell’ex presidente della commissione urbanistica Luigi Carelli, la cui passione per i guinzagli è dimostrata dai ripetuti tentativi di metterne uno al collo del sindaco. Degli astenuti non saprei che dire. Forse sono proprietari di gatti e la questione non gl’interessava. Di una cosa, però sono certo: il provvedimento è tardivo. Sono ormai vent’anni, infatti, che un esasperato individualismo ha reso l’Italia il paradiso dello “sguinzagliamento” in ogni campo, l’economia, la politica, la scuola, la sanità, perfino i campionati di calcio. E Macerata non fa eccezione, se si pensa allo “sguinzagliarsi” politico, nel Pd ma non solo, con maggioranze che si trasformano in minoranze, consiglieri che passano da un gruppo a un altro e manovre più o meno segrete di carattere personale, o lobbistico, o loggistico.
Comunque, se non accadranno eventi traumatici di portata epocale (non so, l’ascesa al potere di Grillo, un colpo di stato che abolisca le istituzioni democratiche, l’invasione degli eserciti di Angela Merkel), nella primavera dell’anno prossimo i cittadini maceratesi saranno chiamati ad eleggere un nuovo sindaco. E con dodici mesi di anticipo, le forze – le debolezze? – politiche locali sono già entrate in fibrillazione e ogni giorno si ha notizia di qualcosa – sguinzagliamenti? – che modifica la situazione del giorno prima.
Su scala nazionale molto è cambiato rispetto all’aprile del 2010, quando la crisi economica non aveva ancora fatto sentire i suoi pesantissimi effetti e il governo Berlusconi sembrava navigare col vento in poppa, tanto che a Macerata il concorrente alla carica di sindaco del centrodestra, Fabio Pistarelli, faceva campagna elettorale con dei manifesti nei quali il nome di Berlusconi era molto più evidente del suo. I pronostici non erano favorevoli al centrosinistra, il cui candidato, Romano Carancini, riuscì tuttavia a vincere, sia pure per una manciata di voti. Sì, molto è cambiato. Anzi, quasi tutto. Ed è superfluo tornarci sopra. Sta di fatto che sulla politica italiana si è scatenato un terremoto il cui sciame sismico non accenna a placarsi. Dal 2010 a oggi, insomma, è successo il finimondo.
A Macerata – ricordate? – si andò al ballottaggio fra Pistarelli e Carancini, il primo con una coalizione di centrodestra costituita dal Pdl, dall’Udc, dalla Lega e da tre liste civiche, il secondo con una coalizione formata dai partiti di centrosinistra, da quelli di sinistra e da una lista civica. E adesso? Della situazione nazionale, che pesa anche nelle elezioni comunali, si è già detto. Resta da vedere ciò che accade a casa nostra. E’ di questi giorni la baruffa in Forza Italia tra gli oriundi di Alleanza Nazionale (Pierfrancesco Castiglioni, Francesco Formentini, Fabio Pistarelli, Riccardo Sacchi) e i berlusconiani per così dire naturali (Deborah Pantana, in primis, e Francesco Luciani), cui si deve la creazione di un club “Forza Silvio!” in Galleria del Commercio, la qual cosa non è piaciuta, ritenendola troppo “movimentista” e potenzialmente divisiva, ai sostenitori della stabilità della “forma partito”. Uno “sguinzagliamento”?
Stabilissima, invece, è la “instabilità” che regna nel Pd e fin da quelle elezioni si manifesta nelle più o meno esplicite fratture interne tra la “Nuova storia” di Carancini e la “Vecchia storia” delle precedenti giunte Meschini, con un partito frazionato all’interno, un gruppo consiliare non in sintonia con la giunta e una coalizione di maggioranza che non di rado si trasforma in una “scoalizione di minoranza”. Il che, nonostante le vane “verifiche” succedutesi fin dall’inizio, ha avuto un ulteriore soprassalto proprio negli ultimi giorni con la spaccatura nella direzione del partito sulla questione delle piscine, da una parte il capogruppo consiliare Andrea Netti che ha messo in dubbio la regolarità di certe procedure e dall’altra il sindaco Romano Carancini che ha garantito l’assoluta limpidezza del proprio operato e ha definito “imminente” la soluzione dell’annoso problema natatorio. Ciò che realmente è accaduto in direzione, purtroppo, non è facile saperlo, giacché questo partito sta a zero in fatto di tempestività nella comunicazione – non occorre lo “streaming”, basterebbero comunicati stampa – e per sua inveterata abitudine si affida alle voci lasciate filtrare nei bar da singoli e interessati personaggi. Vecchia o nuova storia, allora, non fa differenza. Questa è da anni l’unica e autentica storia del Pd di Macerata. E, sia pure su temi ogni volta diversi ,il “leitmotiv” è lo stesso: l’urbanistica.
E qui mi fermo, limitandomi a prendere atto delle notizie che su Cronache Maceratesi vengono puntualmente riferite da Alessandra Pierini. C’è una cosa però che a proposito dello “sguinzagliamento” sollecita la mia curiosità, una cosa che riguarda un interrogativo nient’affatto secondario sul già iniziato cammino verso le urne: chi saranno i candidati alla carica di sindaco? Dipenderà dal vento che soffierà a livello nazionale, certo. Dipenderà dall’andamento generale dell’economia, certo. Dipenderà dagli schieramenti che si formeranno in loco, certo. Ma non va ignorata l’importanza che nel meccanismo delle elezioni amministrative giocano l’appeal popolare, la notorietà, la visibilità, la credibilità delle persone. Ecco perché, allora, oso azzardare una specie di “totocandidati”, ben consapevole dell’alta probabilità di sbagliarmi, com’è capitato a tutti i giornali italiani nel fare il “totoministri” del governo Renzi.
Nel centrodestra si sarà notata ad esempio l’improvvisa irruenza con la quale Riccardo Sacchi, esponente di punta dell’ex Pdl, è uscito in pubblico stilando un elenco degli “orrori” – l’intera attività, senza remissione – che a suo parere vanno attribuiti all’amministrazione Carancini. Un muscoloso attacco frontale, quindi, portato col vigore di chi intende assumere un ruolo da protagonista. Avvisaglia di uno “sguinzagliante” dualismo in Forza Italia? Parrebbe di sì, visto che nello stesso fronte si è poi distinta Deborah Pantana col club “Forza Silvio!”, quella Deborah Pantana che figura da sempre come l’esponente più combattivo dell’ex Pdl, tanto da potersi dire che fin dal 2010 lei “studia” da sindaco. Una gara, perciò, tra loro due? Probabile, con la Pantana che in quanto a visibilità e a continuità sembra partire favorita. Va tuttavia considerato che in Forza Italia non sono previste “primarie”, per cui tutto si giocherà in stanze lontane dagli occhi dell’opinione pubblica.
E nel Pd? Le “primarie” si faranno e immagino che ne vedremo delle belle. Comunque, oltre al ben noto e non ancora sedato conflitto fra la “Nuova storia” e la “Vecchia Storia”, un fatto che fino allo scorso dicembre non era previsto è rappresentato dall’irresistibile ascesa, specie a Macerata, del fenomeno “Renzi” (più del 70 per cento, in quelle “primarie” nazionali), a proposito del quale possiamo fare dei nomi, alcuni ufficiali (Stefano Di Pietro, Mauro Compagnucci, Ulderico Orazi, Nicola Perfetti, Graziano Pambianchi) e altri, come Bruno Mandrelli, di più defilata vicinanza. Certo è, in ogni caso, che un eventuale loro candidato (ad esempio Mandrelli, uomo di lunga esperienza politica e amministrativa, benché un po’ troppo distaccato dagli umori della gente comune) potrebbe contare sul consenso popolare – voti, insomma – mosso dal vento “renziano”. Ma di fatti da non trascurare ce n’è un altro: la presenza della cosiddetta “Area Dem” (il “dem” può significare sia “democratici” che “democristiani”), alla quale appartengono il consigliere regionale Angelo Sciapichetti, il presidente del consiglio comunale Romano Mari e l’assessore comunale Narciso Ricotta. Che dire? Più voti, forse, a disposizione dei “renziani” (va però detto che, in sede locale e a parte Mandrelli, su di loro pesa una poco giovanilistica nostalgia per il passato delle giunte Meschini) ma, sempre forse, un maggior radicamento nella città delle persone “neodem”.
E il terzo polo, quello più “cuperliano”? E’ possibile collocarvi il sindaco uscente? Fino a un certo punto, si dirà, visto che a livello ufficiale Carancini ha cercato di mantenere un profilo istituzionale e in qualche modo super partes. Il terzo polo, comunque esiste (la deputata Irene Manzi, il consigliere Romeo Renis), ha sempre sostenuto Carancini ma nel partito è da sempre minoranza. Che accadrà alle “primarie”? Ebbene, a prescindere dalle forze politiche in campo, va tenuta presente la figura dello stesso Carancini, che negli ultimi tempi, accanto ad annunci non seguiti dai fatti (si pensi al rilancio del centro storico mediante il parcheggio di Rampa Zara), ha segnato alcuni significativi successi (la Smea nel Cosmari, Palazzo Buonaccorsi, il rilancio dello Sferisterio, la sostanziale tenuta dei conti pubblici nonostante i tagli governativi) e altri potrebbe segnarne nei mesi futuri (le piscine, chissà!). Senza dimenticare la vittoria – non per merito suo, questa – sulla “spina nel fianco” che gli veniva dalla oggi disastrata commissione consiliare urbanistica. Senza dimenticare che esiste, per i sindaci, la tradizione del secondo mandato. E senza dimenticare che finora non sono emersi rivali di altissima statura. Intendiamoci, l’impresa non è facile per chi nelle comprensibili proteste della gente – questo riguarda tutti i sindaci d’Italia – fatalmente diventa il capro espiatorio degli effetti della crisi. Tutto, comunque, dipende dalle “primarie”. E staremo a vedere.
Finite le novità? No, ce n’è un’altra, per il momento magmatica, che però potrebbe contare parecchio. E consiste nel formarsi , non ancora con una precisa connotazione politica, di un’area per così dire centrale cui si stanno avvicinando alcune delle liste civiche delle scorse elezioni e altre di recentissima formazione. Mi riferisco a “Macerata è nel cuore” (Francesca D’Alessandro e Fabrizio Nascimbeni) e a “Macerata vince” (Fabio Massimo Conti”), che nel 2010 militavano nel centrodestra, mi riferisco alla lista “Ballesi” (Giorgio Ballesi), certamente non di centrosinistra, mi riferisco a “Pensare Macerata” (Massimiliano Bianchini), facente parte, allora, dello schieramento di centrosinistra ma oggi non si sa, e mi riferisco alla – non civica, di partito – “Unione di centro” (Ivano Tacconi), che allora stava nella coalizione di centrodestra e adesso ha assunto un atteggiamento di relativa equidistanza. Ma mi riferisco anche a possibili nuove liste, per esempio i Cinque Stelle, che se non si presenteranno col loro nome potrebbero tuttavia simpatizzare per una “civica” ancora in embrione.
E qui non va sottovalutata – anzi! – la neonata associazione “Tutti per Macerata” (Fernando Pallocchini), che si dichiara “culturale” ma ha evidenti connotazioni parapolitiche e ha immediatamente riscosso simpatie ben al di là dei suoi proponimenti (non ultima quella degli “alfaniani”, rappresentati da Marco Guzzini). E quale potrebbe essere il candidato a sindaco in grado di rappresentare con la necessaria autorevolezza personale un così ampio movimento in formazione nel quale paiono serpeggiare sentimenti politici di antipolitica? Non a caso circola il nome di Maria Francesca Tardella, presidente della Maceratese, la cui popolarità è molto alta anche per il suo carattere un po’ “fumantino”, come si dice a Roma, e le cui inclinazioni non sono certo di sinistra. Tutto da verificare, ovviamente, ma dal profondo di tali multiformi fenomeni possono emergere centinaia, migliaia di voti.
Conclusione: nel mio immaginario “totocandidati” sono questi, insomma, i rischi per la Pantana, per Sacchi, per Mandrelli, per Sciapichetti, per Mari e soprattutto per Carancini, che deve guardarsi da un rischio aggiuntivo: l’eventuale alleanza, nel Pd, fra i “renziani” e i “neodem”. Ho scherzato? Diciamo di sì, almeno un po’. Ma, come risulta dalla mancanza di chiare e stabili identità politiche cui riferirsi, la sensazione è che quella decisione del consiglio comunale ha colto nel giusto: via libera, oggi più che mai, allo “sguinzagliamento”!
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Il fatto che se ne parli già in maniera così approfondita, il fatto che nuove aggregazioni si vanno concretizzando, lascia pensare che ci sarà una consistente partecipazione popolare, in controtendenza rispetto all’ormai conclamato astensionismo nazionale.
Che siano partiti strutturati, liste civiche autentiche o mascherate, la premessa appare buona; bisogna augurarsi che la competizione possa giocarsi sui contenuti lasciando in secondo piano i personalismi.
Vivo da molti anni lontano da Macerata e la mia citta’ natia, mi manca molto. Non ho piu’ amici, forse uno o due, anch’essi invecchiati come me, ognuno con i suoi problemi. Quando posso mi piace tornare a vedere i luoghi della mia infanzia, i luoghi dei miei studi, mi piace tornare nelle vie strette del centro storico, mi piace tornare a respirare l’aria di Macerata che mi ricorda in qualche modo il musical italiano Rugantino, ed il ponentino che soffia per la delizia dei romani .
Ma se volgo lo sguardo verso l’orizzonte, non quello geografico, vedo molta molta nebbia, vedo una coltre di nebbia fitta che mi impedisce di guardare al di là di essa dove e’ situtato il futuro della nostra citta’. Come Giancarlo Liuti dice, torneremo ad ascoltare presto i cani che abbaiano dopo essere stati sguinzagliati ed il vociare dei politici nell’intento di farsi largo anche a colpi di gomito, ma ho il timore che anche questa volta la montagna partorira’ il suo topolino. Chiedo scusa se dico, non ci sono ne’ le condizioni ambietali nè umane che possano far sperare che Macerata risorga.
Mi si consentano due osservazioni infine: il tanto decantato polo natatorio di Fonte
Scodella, se utilizzato solo a quel fine, per i costi elevati che esso avra’, non potra’ avere vita lunga come e’ accaduto in molte parti anche non lontano da Macerata.
Infine, per venire a Macerata, e per tornare alla casa paterna in via Emanuele Filiberto, via di assoluta periferia, io devo pagare il parcheggio.
I tanti parcheggi a pagamento sono stati un modo per allontanare tanta gente dalla nostra citta’.
La nebbia all’orizzonte non e’ destinata a diradarsi.
Il problema politico della città non è chi sarà il nuovo sindaco nel 2015, ma quale spirito lo guiderà. “Chi vuol essere il primo si faccia il servo di tutti a partire dai più poveri”. Questa dovrebbe essere la missione di un primo cittadino: cercare il bene comune, non dei soliti “potenti”. La regola è semplice: chi più ha, più deve dare e chi meno ha, meno deve dare. La scelta dei cittadini dovrebbe partire da questi presupposti: votare la politica del bene comune che sarebbe anche il vero interesse di tutti. E’ utopia?
In generale tutto l’attuale sguinzagliarsi in ogni direzione (anche mistico-utopica) dei politici italiani sembra una travolgente carica dei 101, ma si tratta di un fuoco di paglia destinato a rivelarsi, nel giro di qualche mese,come una disordinata ritirata.
Caro Giuliano Mdescini, ma TU stai appongiando l’amministrazione Carancini e fai parte della SUA maggioranza, il che vuol dire che ti sta bene come questa amministrazione sta lavorando. Stessa considerazione estendo ai vari Bianchini, ecc… . NON si può predicare “bene” (le vigolette sono obbligatorie) e razzolare male, … perchè ha il sapore di presa in giro!!!
Non credo che si debba partire dai poveri e disagiati e solo volere cavalcare l’onda per rimanere e stare sulla cresta( o poltrona e stipendio) , ma chiedersi come hanno fatto a diventarci, cosa non è stato fatto ne tutelato e sopratutto quale futuro sarà per i giovani e chi rimane senza lavoro e senza servizi, chi sarà capace di risolvere? Le belle parole non servono e la gente non crede più e ora di cambiare la musica o le parole. Ma sopratutto si guarderanno i fatti se c’è qualcuno capace a dare e non solo a prendere.
ancora interviene padre..meschini, mi creda padre, non ne possiamo più delle tue prediche!!!!!
ancora con questo bene comune…. …io lo predicherei al tuo caro Di Pietro………..
…….ALTRO CHE BENE COMUNE IL TUO PRESIDENTE!!! …BENE PROPRIO!!!!!
@ Munafò. Non ho mai firmato cambiali in bianco a nessuno. Ho lavorato seriamente collaborando con questa amministrazione, anche criticamente delle volte, per ottenere il meglio. Si può fare di più, ma non dipende solo da me. Questa amministrazione ha saputo tenere i conti in ordine e non è poco di questi tempi. Sono aperto a collaborare con tutte le persone di buone volontà, ma francamente in politica ne ho trovavate poche in tutti gli schieramenti. Mi auguro che molti cittadini bravi ed onesti si facciano avanti per rinnovare la politica alla base, senza preconcetti e con spirito di vero servizio. Ci serve un rinnovamento di sostanza non solo di facciata. La politica si deve certificare in qualità e sostenibilità sociale.
….AMEN!!!!!!
Come si può rinnovare una cosa se tutto passa attraverso pochi? Chi fanno andare avanti, tranne i loro amici compiacenti, se non comandando stanno in uffici che loro comandano basta vedere come siamo messi in ragnatela. Si rinnovano avanti ma chi tira i fili sono gli stessi non possono perdere il potere, chi lo farebbe?
Le elezioni sono vicine, vedrai come i vari Munafò, Menghi, Carancini, Meschini, Pantane, Sacchi resteranno e piedi alle prossime elezioni, così passerete ancora più tempo a dibattere su CM…
FAILLA, non vedo il senso e il nesso nell’avermi nominato per le prossime elezioni, … a differenza TUA ho cose molto più interessanti da fare e poi TI faccio presente che NON devo rendere conto a te, o ad altri di quello che faccio, … tanto per chiarire un concetto base!!!
Cominciano a delinearsi, sulla riga di partenza, i cavalli…
Dalla tribuna sembano tutti in grande forma e tutti uguali: spendidi purosangue, pronti a scalpitare intorno all’anello.
La serata è tiepida e poco ventilata.
Sul parterre ecco che gli allenatori danno le ultime indicazioni, incitano, pregano, fanno comunella per accordarsi su chi non deve vincere…
…
In tribuna qualcuno, stanco di vedere così da lontano tutti che sembrano uguali, inforca il binocolo cercando di vedere meglio, i colori del mantello, le giacche dei fantini….
…
Quello mi sembra più reattivo, quest’altro sembra bello addormentato, sono scensi tutti in campo o dalle scuderie manca ancora qualcuno?
… ma corrono tutti o qualcuno poi resterà fermo ai nastri di patenza?
Ma osserviamo un pò meglio…
Quello li sono almeno 2 anni che si allena ma non credo che lo inciterà nessuno.
Quell’altro ha i quarti posteriori troppo sfiancati, si ferma alla prima curva.
Guarda poi quello che ha il sangue agli occhi: si vede così tanto che è dopato politicamente che, se anche vince, dovrà poi spartire il premio con così tanti spacciatori che al fantino non resterà nulla.
Figuriamoci poi di puntare su quello in seconda fila: non fa nemmeno parte delle solite scuderie locali che, alla fine, nessuno pensera mai di scommetterci sopra
…
…
L’unica è andare dagli scommettitori per cercare di capire qualcosa: chi ha lunga esperienza di corse probabilmente sa chi ha più possibilità degli altri di vincere.
Curioso come, tra gli scommettitori, molti siano a loro volta ex fantini, ed ora amici o solidali di allenatori…
Auguriamoci solo che al ballottaggio, rispetto all’ultima corsa, non si sia ancora una volta costretti a scommettere tra il meno peggio dei 2 cavalli…
@Munafò,
stai sempre qui, non mi dire che hai qualcosa da fare… IMPOSSIBILE, CMQ TU E LA MENGHI SIETE ALLA PARI DI MESCHINI E BIANCHINI SECONDO ME…
SIETE UN VOTO SPRECATO!!!
Maurizio FAILLA,
non puoi sapere quanto mi fa piacere e mi rincuora la tua diciamo “critica”, o meglio valutazione nei miei confronti, … perchè , per me, il fatto di non essere apprezzato da chi è abituato esclusivamente di parlare del nulla, cioè del cosiddetto “sesso degli angeli”, mi sprona, … mi fa sentire di più dalla parte del giusto!!! Buona giornata
Munafò, è un onore non essere apprezzato da un politico che si candida da anni come LEI…