Tacconi: “Dopo la caduta dei partiti, Macerata si è fermata”

L'INTERVENTO - Il capogruppo dell'Udc: "In vista delle elezioni, è ora di iniziare un dibattito serio, abbandonando l' inutile provincialismo non certo frutto della saggia politica maceratese del passato"

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Ivano Tacconi, capogruppo Udc

Ivano Tacconi, capogruppo Udc

E’ stato un invito ad un dibattito senza veleni per gli attori della politica maceratese – che già si stanno preparando alle prossime elezioni-, quello fatto da Giancarlo Liuti nell’ultimo articolo della sua rubrica (leggi l’articolo).
Il primo del panorama politico di Macerata a cogliere  l’invito al confronto, è stato Ivano Tacconi, capo gruppo UDC in Consiglio: «Ringrazio il dottor Liuti che ci dà la possibilità di poter parlare seriamente della nostra città di Macerata che a mio modesto parere si è fermata dopo la caduta dei partiti che la guidavano nel bene e nel poco bene. Ottima la sintesi di Gandalf (un commentatore di Cronache Maceratesi, ndr) peccato che sia anonimo, parliamo sempre di città massonica poi non abbiamo mai il coraggio di metterci la faccia.
Tutto si è inceppato quando una lista civica cambiò il progetto della strada nord che dal centro fiere di villa Potenza portava a Piediripa – Sforzacosta passando per il parcheggio di Rampa Zara. La nuova generazione non sa neppure di questo progetto, non hanno mai visto i grandi piloni di questa intervalliva che sono stati inghiottiti dalla vegetazione e nulla ha notato la Corte dei Conti che quel progetto quando fu cambiato stava già al 64% di avanzamento. Perché le sei liste civiche in programma non si fanno una passeggiata sotto via Severini partendo da Santo Stefano? Amare Macerata è stato sempre il mio motto e io l’amo ancora, tutti conoscono le mie battaglie per questa città. A Macerata c’è stato sempre quell’odio cattocomunista che oggi fa girare a vuoto le amministrazioni maceratesi succedutesi. Il mio partito ha un progetto per auspicare posti di lavoro nella nuova zona industriale di Valleverde, la città di Macerata ha abbandonato la politica agricola mentre l’ex DC ne faceva un fattore primario, la nostra è una zona di grano duro, quindi multinazionali dell’alimentazione, leggi europee, la nostra prestigiosa scuola Agraria, l’Università. Quando inizieremo possibilmente tutti insieme, visto il momento, ad auspicare questi discorsi nella nostra città?
E iniziare a parlare seriamente di costruire nuovi posti di lavoro sicuri e non certo quelli dei centri commerciali (supermercati) discutendo di disoccupati, abbandonando questo inutile provincialismo non certo frutto della saggia politica maceratese del passato? La lezione di De Gasperi dovrebbe essere l’insegnamento per tanti giovani che tentano di affacciarsi alla politica. In comune di Macerata ci sono ben 16 gruppi politici, come si fa ad amministrare un capoluogo così piccolo con 16 partiti? Non mi ritengo un nostalgico del passato, voglio dare solo un contributo affinché tanti ragazzi non siano ancora una volta delusi dalla politica».

 

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