Irene Manzi: “Lambertucci intempestiva,
il direttivo Pd deve ancora
pronunciarsi sulle elezioni”

MACERATA - Il deputato interviene dopo l'intervista del segretario provinciale e la risposta dell'area bersaniana del Partito Democratico

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Irene Manzi

Irene Manzi

Anche Irene Manzi, deputato del Pd, già vicesindaco della Giunta Carancini, interviene dopo l’intervista a Cronache Maceratesi di Teresa Lambertucci, segretario provinciale del Partito democratico (leggi l’articolo), e la risposta del Pd Nuovo Corso che ha accusato di invadenza e intromissione sui fatti del capoluogo la stessa Lambertucci (leggi l’articolo).

Di seguito il comunicato di Irene Manzi:

Leggo la nota di Matteo Zallocco in merito alla polemica insorta a seguito delle dichiarazioni della segretaria provinciale del Pd, Teresa Lambertucci, e penso che siano necessari alcuni chiarimenti. Penso che l’intera questione vada posta nel merito, evitando di circoscriverla ad una mera contrapposizione tra pro o contro Sindaco o tra bersaniani e renziani. In primo luogo, perché quelle categorie appartengono alla storia e non al presente del nostro partito. Mi considero una “nativa democratica”, avendo preso la mia prima tessera con la nascita del Partito Democratico. Ho sostenuto convintamente (come tanti dentro e fuori il Pd) Pierluigi Bersani alle primarie del 2012. Ho appoggiato Gianni Cuperlo alle primarie dell’8 dicembre e faccio parte della minoranza del partito. Una minoranza che in questi mesi, sin dal suo esordio a Palazzo Chigi, ha concretamente lavorato a fianco del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, collaborando costruttivamente con lui sia all’interno del partito che nelle aule del Parlamento. Perché il congresso si è da tempo concluso ed i risultati del 25 maggio a cui tutto il partito ha concretamente contribuito lo testimoniano. Ecco perché ritengo che limitare ogni tipo di comunicazione politica ad una contrapposizione tra correnti ha realmente poco senso, ancor più a livello locale e cittadino. Dove, superando le divisioni del 2012, tutti insieme abbiamo condiviso una posizione ed un percorso unitario che ha condotto alla riconferma del segretario Micozzi in vista del delicato passaggio delle amministrative 2015. Proprio alla luce di quel percorso unitario locale ritengo poco opportuna e tempestiva l’uscita della segretaria provinciale del Pd, magari apprezzata da alcuni per la sua franchezza comunicativa. Perché, al di là della scelta del percorso delle primarie per la scelta del candidato Sindaco (alla base dello stesso accordo unitario), interviene su questioni su cui il direttivo cittadino ed il segretario Micozzi devono ancora pronunciarsi, provando a decidere insieme un percorso unitario e condiviso. Un percorso che dovrà evitare, a mio avviso, intempestivi salti in avanti per rispetto di tutte le persone che ne sono coinvolte, a cominciare dal Sindaco attualmente in carica, che per primo ha accettato di mettersi in gioco prendendo parte alle primarie. Non si tratta di difese o attacchi di ufficio contro qualcuno, che, tra l’altro, servirebbero a ben poco e sarebbero inutili a prescindere. Si tratta di tener fede ad una richiesta di unità e compattezza che gli elettori hanno chiesto al Pd con il voto dello scorso 25 maggio, evitando polemiche e strumentalizzazioni e cercando di affrontare nel merito e concretamente la vita del nostro Comune. Penso che a questo dovremmo pensare nel prepararci ad affrontare i prossimi impegnativi mesi. I referendum pro o contro qualcuno, francamente, mi hanno sempre appassionata molto poco.



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