La riflessione sull’amore che merita la città di Macerata continua ad appassionare. Giancarlo Liuti ha dedicato al tema la sua rubrica “La domenica del villaggio” (leggi l’articolo), sollecitando la reazione di Ivano Tacconi, capogruppo dell’Udc (leggi l’articolo) che ha esaltato l’importanza dei partiti.
Sul tema interviene Marina Santucci, presidente dell’associazione di cittadini Tutti per Macerata:
«L’estate 2014 è stata avara di sole ma non di spunti di riflessione sulla nostra città. Dalla lettura di Cronache Maceratesi sembra che ultimamente vada molto di moda, esternare il proprio amore per Macerata, con una sorta di gara a chi sia di più innamorato. Chi scrive queste righe pensa, su questo argomento di avere la coscienza a posto, e allora, dopo tante esternazioni di spasimanti e pretendenti alla mano della nostra città più o meno attempati, più o meno riciclati e più o meno meritevoli e in buonafede, ho pensato alcune cose.
L’amante numero uno della propria città o, meglio, il suo fedele e affettuoso compagno, dovrebbe essere in primo luogo il Sindaco con il supporto della sua giunta: su che su questo credo si possa essere tutti d’accordo. Purtroppo nel nostro caso diversi indizi, che appaiono “gravi precisi e concordanti” , fanno pensare che non sia vero amore.
Indizio uno: proprio ieri ho letto che i lavori per l’edificazione del palazzetto a Civitanova vanno avanti spediti ( le solite malelingue sostengono che sia intervenuta la stessa Lube a dare un slancio in avanti ai lavori, pagandoli in parte di tasca propria, per superare l’impasse: chissà se è vero). A parte il piccolo rammarico per non essere riusciti a trattenere una realtà importante come la Lube Volley (ma appare esercizio inutile rimasticare recriminazioni e cercare colpe di cui si discute da anni), quello che meraviglia di più è che nei giorni scorsi abbiamo appreso che l’ Amministrazione Comunale ha concesso la gestione del “Fontescodella” alla stessa LUBE per due anni; la cosa in se potrebbe essere anche positiva (specie se le squadre giovanili ed i progetti con i ragazzi delle scuole potranno così travare ancora casa a Macerata), ma trovo la condiscendenza del sindaco di Macerata verso la società sportiva abbastanza irrispettosa nei confronti della città che egli rappresenta; per capirci, la Lube ha ora un contratto di gestione di 2 anni per il Fontescodella; il canone di locazione che verserà alle casse pubbliche è di 416 euro al mese ( a occhio, meno di quanto costi un bilocale ), mentre il Comune verserà in anticipo, annualmente, ben 65mila euro a titolo di contributo per le spese di utenza! Il palazzetto sarà completamente a disposizione della Lube (buon per loro!), e il Comune potrà chiederlo per un massimo di 10 giornate all’anno.Un accordo a dir poco squilibrato. Macerata più che generosa con i soggetti che solo pochi mesi orsono l’aveva più volte offesa; Lube che peraltro non ha ancora deciso dove andrà a giocare con la prima squadra. Diciamo che Macerata è tenuta in caldo come seconda scelta: “d’altronde, perchè no? Non si sa mai”, si sarà detto il management Lube di fronte a tali cifre da saldi di fine stagione. Diciamo che il sindaco avrebbe potuto e dovuto concludere lo stesso accordo tutelando maggiormente l’onore e la dignità della nostra città. Si sa, però, che se manca il vero amore non si hanno tali accortezze e premure per la propria compagna.
Il secondo indizio è spuntato telefonando all’ufficio sport del Sport del Comune di Macerata: nell’imminenza della riapertura delle scuole, volevo iscrivere mio figlio ad un corso di nuoto alla piscina Don Bosco (per quelle di Fontescodella non spero possano essere ricordate neanche dai miei nipoti): mi è stato risposto, con estrema gentilezza, che il Comune è in attesa di determinazioni precise da parte del nuovo gestore ( la Associazione Fiuggi sport) circa la data di riapertura di cui ancora non si sa nulla. Di nuovo la povera Macerata è lasciata in balìa dei capricci e delle voglie di un soggetto privato, che aprirà al pubblico la nostra piccola, ma fino a ieri efficiente, piscina non si sa quando, a che costi, con quali spazi per l’attività agonistica e formativa, per cui forse sarò costretta a dirottare i nuotatori di casa mia a S. Severino o a Montecassiano. Ringraziando la gentile e costernata interlocutrice ho pensato “che tristezza per Macerata” e mi sono domandata: “ma nella convenzione stipulata dal Comune e dall’ Associazione Fiuggi nuoto, nessuno si è preoccupato di inserire una clausola che obbliga, magari prevedendo una penale per il ritardo, una data certa per la riapertura della struttura?” A quanto pare, no.
L’ultimo e terzo indizio me l’ha fornito un articolo apparso sulla rivista “Domus” di questo mese; è di tal Marco d’Eramo ed è intitolato “Urbanicidio a fin di bene”, non so perché ma già il titolo mi ricordava qualcosa; nel merito l’autore denunciava l’effetto mortifero che il riconoscimento di “patrimonio dell’Umanità” dato dall’Unesco provochi ad una città. In sostanza secondo d’Eramo, l’urbanicidio (che, si badi bene “non è perpetrato di proposito, anzi, è commesso in perfetta buona volontà e buona fede, per preservare un ‘patrimonio’”) altro non sarebbe, che la straziante “agonia di tante città. Città gloriose, opulente, frenetiche, che per secoli, e a volte per millenni, erano sopravvissute alle peripezie della storia, a guerre, pestilenze, terremoti. E che ora, una dopo l’altra, avvizziscono, si svuotano, si riducono a fondali teatrali su cui si recita un’esangue pantomima. Ove un tempo ferveva la vita, e umani scorbutici e frettolosi si facevano largo a gomitate nel mondo e si calpestavano e spintonavano, ora fioriscono paninoteche, bancarelle – ovunque uguali –”; e poi, dice d’Eramo, descrivendo San Gimignano(destinazione turistica di prim’ordine, peraltro, cosa che Macerata purtroppo non è, o non è ancora pienamente ) dopo trent’anni di tale cura, “dentro le mura non c’è più un macellaio, un verduraio, un panettiere vero. D’altronde, in centro, dopo l’ora di chiusura di bar, ristoranti e negozi di souvenir, non resta più a dormire nessun sangimignanese: abitano tutti nei moderni condomini fuori mura, vicino ai centri commerciali. Dentro le mura, tutto è diventato un unico set cinematografico di un film medievale, in costume, con gli inevitabili prodotti di una “invenzione della tradizione” a uso commerciale. Più piccola è la città, più rapido l’urbanicidio”
Leggendo queste righe sono sobbalzata sulla sedia, perchè ho visto disvelarsi improvvisamente dinanzi ai miei occhi il possibile destino di Macerata sotto la “cura” ideologicamente ottenebrata dell’ assessore Monteverde con il sostegno del sindaco, purtroppo senza nemmeno il set cinematografico approntato per i turisti (che perlomeno portano ricchezza): con una (falsa) pedonizzazione che scoraggia i più volenterosi a farsi un giro in centro, i residenti che se ne vanno, i negozi che si spostano in zone più fruibili dai clienti, gli studi professionali che emigrano fuori le mura per mancanza di parcheggi e servizi, con i centri commerciali (di cui la Monteverde a quanto pare è cliente assidua, in base a quanto riportano le cronache. Così come è favorevole ad un “sano” ricambio delle attività commerciali: modo elegante per dire che non le importa un fico secco di chi è costretto a sloggiare) che si sono moltiplicati grazie ad una gestione miope, con l’assenza di una qualsiasi politica di ripopolazione del centro storico che ridia valore e dignità a case e palazzi. Destino triste certo, ma è inevitabile? Io penso proprio di no e provo a speigare perché.
Dov’è finita Macerata? Che fine ha fatto l’orgoglio della e per la nostra città? Cosa dire della Macerata di oggi? Sicuramente che conta molto meno in provincia e poco in regione, pur mantenendo energie straordinarie come quelle legate, ad esempio, alla cultura, allo spettacolo e alla istruzione. Perché questo declino? Provo a indicare, tra le tante, tre ragioni. La prima è il contesto poco favorevole a localizzare a Macerata la sede di imprese produttive e commerciali. Questo è dovuto anche a ragioni specifiche maceratesi. E tra le più visibili ci sono sia la mancanza di collegamenti viari di livello adeguato che infrastrutture – tra cui mobilità cittadina e welfare della famiglia – non comparabili a quelle di altre città italiane.
Macerata deve ripensarsi e tornare ad essere una città che cerca di attrarre famiglie, talenti, soldi e cervelli, e per farlo non deve avere paura di cambiare e di adattarsi al nuovo.
La seconda ragione è una visione culturale miope, non da “grande” Macerata. In questi anni troppo spesso la città è sembrata in preda a due pulsioni opposte ed entrambe sbagliate. Da una parte le urla di chi è convinto che il problema sia l’impossibilità di guardare all’innovazione, il pensare a qualcosa di totalmente nuovo e di coraggioso, ritenendo ormai ineluttabile un destino di decadenza e di “morte” della città, lasciandosi imprigionare dallo sterile confronto e dallo scontro con le altre città della provincia che, invece, sono altra cosa e non devono essere un metro di paragone per essa, pena una identificazione riduttiva della sua identità, del suo ruolo e del suo sviluppo. Dall’altra parte le elucubrazioni di coloro che pensano di dare una prospettiva moderna alla città ad esempio chiudendo al traffico Piazza Della Libertà per trasformarla in una grande, inutile Piazza della Salamella.
La terza ragione è il legame troppo stretto e “interessato” che c’è stato tra una parte della politica e della finanza e il settore immobiliare. Quella del mattone è stata, troppo spesso, una strada privilegiata che si è autoalimentata in un rapporto insano tra debitore e sistema bancario e che ha drenato investimenti ed energie che sarebbe stato più lungimirante dedicare alle imprese innovative, alla cultura e alla ricerca, unici veri motori di crescita per una città che vuole essere moderna e attrattiva.
Il “selfie” di Macerata oggi è quello di una città “non a fuoco”. Urgono idee ed energie per cambiare prospettiva. Macerata si merita di più e le elezioni comunali nel 2015 possono esserne lo spartiacque. Macerata deve tornare a proporre e imporre le proprie istanze e il proprio punto di vista nel dibattito provinciale e regionale. Per motivi diversi, come diversi sono i profili dei sindaci che si sono succeduti, nessuno dei primi cittadini maceratesi di questi ultimi anni è riuscito, o ha almeno tentato di essere l’alfiere della modernizzazione e del riscatto della città. Il sindaco di Macerata dovrebbe avere innanzitutto questo ruolo. Che non mi pare possa essere degnamente ricoperto da vecchi gattopardi o giovani “figli di” su cui già si sono allungate le ombre dei soliti padrini.
Penso però che vi siano molte persone preparate e di buona volontà che ben possano affrontare positivamente questo compito. A loro spetta ora farsi avanti per dimostrare che di vero amore per Macerata si tratta.
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…PER CASO LA SANTUCCI VUOLE SEGUIRE LE ORME DELL’ALTRA EX DIPENDENTE DELLA PROVINCIA ORA DEPUTATO….???
Scommettiamo che, chiunque sarà il futuro sindaco, dopo i proclami che saremo costretti a sentire in campagna elettorale, poi seguirà un bel nulla di fatto??? perdonatemi lo scetticismo, ma tra quelli che dovrebbero essere i possibili candidati di domani, non vedo personalità di rilievo che siano in grado di portare delle vere novità nella città. Sarà la solita presa in giro, sono pronto a scommeterci sin da subito.
Gli illusionisti!! Anche in politica esistono i professionisti di questa forma di spettacolo.
In particolare per quanto riguarda la “presunta” associazione “Tutti per Macerata”, è mia convizione che trattasi un “travestimento politico”, o meglio “di una coalizione”, al fine di spacciare per “nuova politica” quella che “nuova” non è di certo. Una sorta di e, o lenzuolo che dir si volgia, come quello utilizzato dagli illusionisti per far comparire dal nulla colombe, conigli e oggetti di vario genere.
colombe ,conigli…ma soprattutto pantegane….
Ecco arrivata un altra maga —
questa però a differenza degli altri ” Pensa ” di avere la coscienza a posto.
Strano è che di differente dagli altri maghi non ha nulla,
stesso cappello a cilindro e come dice Munafò stesso lenzuolo ..
Chissà in quanti dopo aver letto il suo articolo ancora si domanderanno ,
ma come avrà fatto ?
Credo che tra i tanti scritti apparsi su CM, riguardanti il futuro di Macerata, questo sia il meno appropriato. Le critiche che sono state fatte sono sicuramente stringenti e presentate anche in una buona forma, ma da un presidente di un’associazione, di cui per la verità non conoscevo l’esistenza, mi sarei aspettato che ci fossero anche delle proposte concrete per il rilancio della città. E’ vero che da un po’ di tempo si nota effettivamente uno stato di indifferenza da parte di amministratori protesi a realizzare più il proprio progetto che non ciò che riguarda il bene dei cittadini, ma mi pare assolutamente inadeguato il solo pensiero che ci possano essere persone che ad un certo momento emergano dal nulla e si improvvisino amministratori. Un’associazione, proprio in quanto tale, avrebbe il dovere di stimolare con forza i partiti (perchè di questi, checchè se ne dica, non possiamo ancora fare a meno) a darsi, dopo un attento ascolto e col contributo di molti, un progetto di lunga durata e a selezionare cittadini liberi da condizionamenti per proporli alla futura guida della città. Questo ora è possibile. Le critiche fine a se stesse lasciano invece il tempo che trovano.
Peccato i commenti si siano limitati a battute da chiacchiera da bar. Nessuno che ha detto qualcosa sui contenuti. La speranza di xarabas la condivido: speriamo che chiunque sia il sindaco faccia fatti e non proclami, perché per ora i sindaci all’opera sono solo stati “chiacchiere e distintivo”.
Chiedo scusa preventivamente per la mia mintromissione, ma sig., o sig.ra Frank Underwood nel suo intervento di quali contenuti parla?
Mi permetto di evidenziare quest’aspetto, perchè in sostanza si lamenta che i precedenti interventi siano delle semplici “chicchiera da bar”.
Personalmente alcuni di questi li reputo politicamnete molto interessanti, da verificare certamente con i fatti, ma gli spunti meritano attenzione.
invece di commentare i tanti spunti delll?intervento di Marina che cosa abbiamo qui??? i soliti ,sempre gli stessi anche chi estirpato dalla poltrona brama di tornarci,(Munafo’ etc…) che non commentano ma attaccano favoleggiando ancora una volta di colori politici ed accordi ombra.Ancora non si e’ capito che per rilanciare Macerata la politica deve fare una sola cosa PENSARE A MACERATA a quello che vi e’ da fare !!!!! Il tutto al di la’ dei colori politici e degli interessi propri…ma molti dei signori che hanno scritto prima di me da questo orecchio proprio non ci sentono vero???
Come già accaduto nel 2010, quando tutti i futuri candidati Sindaci (nessuno escluso) si rincorrevano facendo promesse ipermirabolanti, anche nel 2015 ci ritroveremo ad ascoltare (da tutti, nessuno escluso) mille promesse da marinaio…
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.Ma diciamoci la verità….
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Chi è quell’elettore che vuole sentirsi dire: “bambole non c’è più una lira”??
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Se un qualsiasi candidato Sindaco provasse soltanto ad avvicinarsi alla verità (“concittadini i prossimi anni saranno solo lacrime, sudore e sangue”) credete che possa avere qualche possibilità di fare il Sindaco??
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Chi è quel cittadino contento di sapere che (tra mutui, interessi passivi, scoperti, mancaiti introiti, tareb, ifi, tafes, tubes, pippe, ecc. ecc. ecc.) i prossimi anni, se va bene per MANTENERE (mantenere NON migliorare) i servizi pagherà di più di oggi??
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Allora meglio ESSERE GENERICI sul futuro e porre l’attenzione sul presente (tanto i guai odierni mica sono colpa mia!!) …
Cosicchè si fa campagna elettorale a basso costo (perchè nulla si dice dei propri programmi futuri, ma si sbeffeggiano gli altrui programmi non realizzati) ma ad alto contenuto di polemica (noi faremo meglio di questo peggio odierno).
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Va da se che, se questa ammistrazione ci mette molto di suo per farsi sbeffeggiare (una su tutte: piscine, ma di esempi ce ne sarebbero da riempire un libro), il giochetto (agli altri) riesce fin troppo faicle…
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Qundi in definitiva TUTTI i candidati Sindaci parlerano male del presente/recente passato e, al contempo, (in maniera generica, molto generica) declineranno un “futuro radioso”.
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Ma è tutto molto semplice: per chi NON è eletto il traguardo temporale è ESSERE ELETTO per la prima volta
Per chi GIA’ è stato eletto il traguardo temporale è altrettanto facile: ESSERE RI-ELETTO.
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eletti o rieletti, PER FARE COSA POI, è tutta un’altra storia….
ERANO SOLAMENTE DELLE RIFLESSIONI apparse in uno dei miei articoli oserei dire pseudo tecnici. Vedo che recuperare uno schema o un progetto di città ora appare alquanto difficile.
DOMANDO SE non avendo mai avuto una tessera di partito potessi partecipare a primarie o candidarmi per qualche più importante consesso.
Riqualificazione ex Salesiani: è come andar di notte?
Data: 25/07/2009
Gli articoli di stampa che ho letto e gli interventi dei Consiglieri Comunali che ho ascoltato per radio, casualmente, non mi hanno affatto entusiasmato ; francamente mi attendevo qualcosa di più da una rappresentanza cittadina alquanto qualificata . Anche altre questioni trattate dal Consiglio Comunale mi hanno dato la stessa impressione.
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da Giuseppe Pigliapoco
Certo è che coloro che hanno letto ed hanno ascoltato non hanno avuto quella rappresentazione esauriente e convincente in ordine al superamento delle varie problematiche che si innescano a seguito della variante urbanistica proposta o caldeggiata dall’ Istituto Salesiano . Si parla della creazione di nuovi e consistenti spazi che andrebbero ad avere una diversa destinazione rispetto al passato oltre alla realizzazione di nuovi edifici destinati alla fruibilità collettiva; il tutto con alto valore aggiunto sul piano commerciale ,immobiliare e locativo. Non si traterebbe di niente di particolare se non nella misura in cui non si è stati in grado di afferrare quale sia stata la corretta lettura dello stato dei luoghi , delle problematiche esistenti in merito alla viabilità ,i parcheggi ed al carico urbanistico che si aggiunge e , quel che più sconcerta , nessuno dei Consiglieri sembra sia stato in grado di dare una corretta giustificazione alle opere che si andrebbero a realizzare .
Si tratta purtuttavia di una variante al PRG alquanto importante e significativa che – al contrario – dovrebbe avere al suo supporto una corretta ed una esauriente giustificazione come per legge . Si possono da un lato capire le sottintese necessità economiche o di opportunità, logistiche o amministrative, dell’Istituto Salesiano ma, dall’altro, bisogna anche capire come l’intervento si possa coniugare armonicamente nel contesto urbanistico . E’ escluso a priori , come in ogni situazione, che non si possa o non si debba intervenire, ma bisogna effettuare qualche ragionamento in più per capire e valorizzare i limiti entro cui ci si possa muovere. In una città ,come in qualunque altro centro, è necessario che sul piano urbanistico si abbia una visione olistica e non settoriale di tutte le problematiche esistenti e, conseguentemente, si abbia un piano di azione che coniughi e colleghi il tutto fra loro secondo una logica o un ragionamento convincente .
Mancando da molti anni questa visione di insieme, la città è destinata a crescere disordinatamente e quindi ,automaticamente e senza scampo, a depauperarsi a danno degli stessi operatori , delle Istituzioni e degli stessi cittadini. Per scendere nel concreto mi domando ancora quale significato di centro direzionale si è voluto dare a quello realizzato in Via Carducci , quale significato urbanistico si vuol dare oggi a quanto sarà realizzato in Piazza Pizzarello , quanto alla nuova piscina perchè a Fontescodella e non pittosto a Villapotenza in zona di maggiore fruibilità per quella famosa città dei 100 mila abitanti e con il concorso di altri comuni del comprensorio e così via per altre opere costore che difficilmente si inquadrano in una prospettiva di crescita della città o nella logica di quel mosaico che dovrebbe essere la scienza o gli assetti urbanistici : il ragionamento degli ultimi decenni è stato : “ trovati l’area e mettici sopra un palazzo “ in barba spesso alla vivibilità della zona , alle esigenze o alle proteste dei residenti ed a tutte le altre problematiche, senza neppure alcuna minima preoccupazione se non vi fosse per caso una diversa e più aricolata soluzione urbanistica .Tutto ciò non fa certo onore a tanta intelligenza e a tanta cultura di cui si fa vanto la città di Macerata . E veniamo in breve alla parte ‘ destruens’ del ragionamento . Qualche decennio fa in qualche campagna elettorale si enfatizzava lo slogan che ‘ Macerata era la città dei 100 mila abitanti ‘ e si era portati così ad immaginare che Macerata era principalmente la città dei servizi che sono erogati non solamente alla popolazione residente ma anche ai cittadini dei paesi limitrofi, per non dire della stessa Provincia . In sostanza quello slogan non significava altro che Macerata era una città capoluogo ma ,quel che mancava e forse sconcerta , erano i contenuti che allo stesso slogan si volevano far seguire .
E quali sarebbero stati i contenuti che si sarebbero dovuti vedere oltre al centro agroalimentare , fieristico e commerciale che sono venuti più spontaneamente che per necessità ? Il contenuto vero , rimasto inespresso e mai individuato, era solamente quello che i servizi scolastici erogati dalle scuole superiori, i servizi relativi alla sicurezza, i servizi finanziari e della giustizia , quelli erogati dalle altre Amministrazioni periferiche dello Stato , i servizi sanitari ,per limitarci ad essi ma se ne possono aggiungere degli altri come quelli erogati dall’INPS o dall’INAIL .etc , fossero stati dislocati su delle specifiche aree in modo omogeneo ed in una visione armonica dell’insieme .Una volta stabilite le aree si sarebbe dovuta poi conformare la viabilità , lo stesso tunnel , la sosta , i parcheggi , i trasporti pubblici e gli atri servizi . Pur partendo dall’esistente si sarebbe dovuto tendere a localizzare tutte le scuole superiori nella zona di via Cioci e vie limitrofe ; nella zona di Via Dante e Via Pesaro il Tribunale e tutti gli uffici finanziari ; nel centro Storico l’Università e tutto ciò che è connesso ad essa Istituzione e così via per quanto attiene la Amm.ne Prov:le , la sanità , la sicurezza e le altre amministrazioni periferiche dello Stato .
In buona sostanza, anziché avere tutto diviso e sparpagliato nei vari angoli della città e del territorio che costringe il cittadino a fare dieci giri nel caos e nelle difficoltà per i parcheggi per fare due certificati o quant’altro , sarebbe stato più logico che la città dei 100 mila si fosse meglio organizzata proprio nell’interesse ed a beneficio degli stessi residenti e dei 100 mila abitanti . A tal proposito sarebbe stato anche opportuno modificare il T.U della legge sugli Enti Locali consentendo al Sindaco o alla Giunta del Comune Capoluogo di esercitare dei poteri di pianificazione urbanistica diversi e superiori rispetto a quelli esercitati da Sindaci e Giunte di altri Comuni minori . Non mi dilungo sull’argomento onde evitare di scrivere un trattato ; ma per raggiungere il tema caro ai Salesiani e per arrivare almeno ad una parvenza di giustificazione di una così importante modificazione urbanistica , viene spontaneo dapprima effettuare una analisi dello stato dei luoghi e , di seguito, domandarsi se nella zona non si sia realizzato per caso o di fatto un abbozzo di un qualcosa che assomigli ad un centro direzionale ( “ Il centro direzionale non è un palazzo che fa di sé bella mostra ma è una area ove sorgono più palazzi, più o meno vicini tra loro, in cui vengono espletati dei servizi più o meno omogenei tra loro ) onde ,di conseguenza , pianificare tutto il resto. In effetti nelle vicinanze abbiamo l’INPS , l’INAIL ed il Tribunale e non è poco ; se poi potesse capitare a fagiuolo la fortuna ( che però non capita mai a caso ..) di traferire in via Cioci la scuola che si trova vicino al Tribunale per allocarvi tutti gli uffici finanziari , avremmo raggiunto un buon risultato sul piano degli assetti urbanistici . Ci mancherebbe solo la scalogna che alcuno pensasse di realizzare all’ex INAM degli appartamenti per vanificare un progetto che avrebbe un minimo di logica per avallare l’ipotesi Saslesiani .
Ma i Salesiani non dovrebbero pensare in quel che credono di fare : va bene riqualificare gli spazi lungo V.le Don Bosco , va bene l’ampio parcheggio o affittato dal Comune o a pagamento , va bene una piazza e degli ufficio , ma fermatevi qui ,perchè non serve nè ai Salesiani nè a nessun altro deturpare la zona con costruzioni fuori da ogni limite di sopportazione urbanistica e fuori dalla logica del vasto centro direzionale di cui si è detto . In buona sostanza la zona può essere riqualificata ma con criterio e moderazione, tenendo anche a mente , d’altro canto, che vi è anche il bisogno di recuperare al pubblico degli spazi e di compensare per quanto possibile la deturpazione urbanistica già compiuta con il sedicente centro direzionale di via Carducci . Se ogni iniziativa di modifica del territorio potesse seguire l’ ottica di un corretto sviluppo civile e, nel contempo urbanistico (pur nell’ambito sempre di una pianificazione economica e finanziaria) , ci accorgeremmo che c’è modo di realizzare una città più vivibile , impostata su un piano di modernità e sul filo di una storia urbanistica ( del passato passato ) di tutto rispetto e ,purtuttavia , guarda caso , senza lesinare affatto spazi agli operatori che avrebbero così modo di uscire da quella zona grigia che anche apparentemente offrirebbe il destro per essere tacciata di mera speculazione per annoverarsi invece ,a pieno titolo, tra i veri costruttori di un futuro della città . La parcella per un altra occasione .
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Escluso Pigliapoco leggo solo commenti vuoti, astiosi e da parte di qualche solito noto…nullafacente.
La Santucci dice cose vere: con la LUBE Carancini sta facendo fare a macerata una figuraccia dietro l’altra e questo non può lasciare indifferenti chi dice di amarla. Anche sguatteri di Grezzonova, pardon Civitanova proprio no…!
Non parliamo poi delle piscine. Qui la figura di m…. è addirittura planetaria.
Miei sudditi ribellatevi invece di insultare i pochi tra cui Santucci che hanno la sensibilità di difendere la città!
Aspetto con ansia il commento di HOMLAND/Antonio Oro
@ Cerasi
Ma davvero tu sei convinto che non c’è più una lira? Guarda che se fai qualche sommetta qua e là… altroché se ci sono, i soldini…
@ Filippo
Tu continui a puntare il dito sulle varie noccioline che, ogni tanto, vengono tirate fuori….
Io stavo parlando di altro….
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Per i grossi investimenti o per mantenere lo stesso tenore dei servizi (puliza, sociali, ecc.) stiamo rachiando il fondo del barile