Saranno 400 in totale i lavoratori del gruppo Banca Marche interessati dalle uscite volontarie previste dagli accordi firmati tra la dirigenza dell’istituto e le rappresentanze sindacali. Oggi infatti, similmente a quanto accaduto la settimana scorsa per la capogruppo, è stato firmato l’accordo tra dirigenza e rappresentanze sindacali anche per i dipendenti della Cassa di Loreto e di Medioleasing. L’adesione al fondo si solidarietà e sostegno al reddito è stato esteso fino a un massimo di 35 dipendenti di Carilo e 8 di Medioleasing. L’uscita riguarda, come nel caso di Banca Marche, i lavoratori che raggiungeranno l’età pensionistica da qui al 2020, alle stesse condizioni previste per la capogruppo (leggi qui). Le adesioni dovranno pervenire entro l’aprile del 2014.
Procede dunque il processo riorganizzativo del gruppo, un processo che per adesso vorrebbe ridurre ci circa il 10% il numero dei lavoratori del gruppo. Nelle ultime settimane, inoltre, i commissari Feliziani e Terrinoni – affiancati dal dg Luciano Goffi – hanno proceduto alla sostituzione del capo del personale Marcello Antinori con un esterno, Luciano Riggi. Oltre a individuare un nuovo direttore generale, Filippo Corsaro proveniente dal gruppo Intesa-San Paolo, al posto di Giorgio Giovannini. Un ricambio di uomini che sembra seguire quella discontinuità del managment di punta dell’istituto di credito più volte richiesto da Banca d’Italia ma non sempre assecondato dalle passate amministrazioni della banca. Il tentativo complessivo dei commissari è quello di riportare Banca Marche in una situazione operativa che raggiunga al più presto il pareggio di bilancio. Nei colloqui intercorsi dai commissari con i sindaci e i presidenti di Fondazione, ciò che emerge è la fiducia da parte di Feliziani e Terrinoni – al di là dei gravissimi problemi patrimoniali che ha oggi l’istituto – nel valore di Banca Marche e nella sua forza anche commerciale nel territorio marchigiano.
Intanto i precari dell’istituto – la cui posizione non è stata oggetto degli accordi firmati – dopo i loro appelli ai presidenti delle tre fondazioni azioniste hanno incontrato oggi, attraverso una loro delegazione, il presidente jesino Bassotti. ”Un incontro positivo – ha riferito il coordinamento dei precari – in cui Bassotti ha espresso fiducia sulla capacità della banca di risollevarsi dalla crisi e si e’ detto disponibile ad un percorso comune delle Fondazioni con i precari, i sindacati e le istituzioni per la stabilizzazione dei giovani lavoratori”. ”Abbiamo esposto al presidente Bassotti la nostra situazione – affermano i rappresentanti del coordinamento – In Banca Marche, sono circa 200 i giovani tra i 25 ed i 30 anni che hanno lavorato e lavorano con grande serietà e impegno per periodi compresi tra i sei e i 36 mesi, alcuni di noi lavorano nelle filiali dal 2009. Conosciamo le difficoltà che sta attraversando la banca, ma pensiamo che ci siano spazi per la stabilizzazione dei precari. Abbiamo dato tanto e siamo disposti a dare ancora di piu’, siamo flessibili e disposti a lavorare anche per le eventuali aperture del sabato sera. Con un investimento minimo, la Banca puo’ ripartire con noi, con positive ricadute anche sul tessuto sociale del territori in cui essa opera”. Mercoledì un analogo incontro è previsto con il presidente della Fondazione di Pesaro, Sabbatini.
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come al solito le fondazioni non hanno capito la situazione seria della banca, e ancora vedono margini per dire la loro, piuttosto si sbrighino a togliere la banca dalle loro mani!!!! prima che producano nuovi danni perche le colpe sono sopratutto delle fondazioni e relativi presidenti, se vogliono dare un posto ai precari gli cedano il loro posto, cosi almeno verranno ricordati per qualcosa di buono e non solo per i danni fatti!!!
sono d’accordo con te.Bravo fatti sentire e’cosi’ che bisogna parlare.Ti propongo una soluzione! Fai erigere una ghigliottina sulla pubblica piazza e mettici la testa di un presidente di fondazione a caso,che ne so io penserei Gazzani,sono convinto che sei d’accordo, e darei la passibilita’ ad un precario di azzionare la mannaia.Non ci avevi penato eh!!!!!
Bene,buone notizie,Bassotti e’ positivo sulla ripresa di bmarche( resta da capire se con loro o senza,ma nn voglio rompere la tregua con Persichetti), i precari sono stati rassicurati e facendo qualche altro chilometro fino a Pesaro avranno altrettante rassicurazioni da Sabbatini.Cerchino prima di natale di raggiungere anche macerata e Gazzani,il piu’ strenuo difensore della difesa della occupazione.Dopo queste passeggiate e speranzose visite alle fondazioni si rivolgano pero’ per le cose serie e non per le chiacchiere ai commissari ed al fantomatico cavaliere bianco se e quando ci sara’,tutto il resto conta ed influisce ben poco.Nel frattempo segnalo ai filosofi non speculatori( ed ovviamente non possessori di neanche una azione) e sostenitori delle teorie sociali che il numero degli esuberi( poco importa se volontari o meno) sono passati da 321 a 400 ,siamo gia’ quindi al quasi 50% del numero dei presunti paventati esuberi del 2007 ,rischio che ha reso credibile e difendibile la decisione di non vendere la banca e che ancora oggi trova sostenitori eroici ed accaniti.E siamo solo all’inizio della pulizia,ora perche’ nessuno,politici compresi,non protesta e difende lavoratori precari e non,mandandoli inutilmente a spasso nelle varie sedi delle fondazioni che sempre in nome della occupazione si sono ne frattempo letteralmente rovinate?Mi dicano se stanno sbagliando adesso a non intervenire o se hanno sbagliato nel 2007,data e scelta spartiacque a mio modo di vedere per l’inizio della fine di bmarche,istituto troppo piccolo a suo tempo per poter rimanere autonomo e troppo pretenzioso e politicizzato per essere acquisito( e questo non lo sostiene quel bolscevico difensore dei potenti di Nardino ma tre,sottolineo tre societa’ di consulenza pagate e coinvolte dalle fondazioni,le quali hanno visto bene di disattendere le precise e documentate indicazioni di vendere in quanto le societa’ stesse ritenevano bmarche impossibilitata a sopravvivere da sola).La gestione professionale ed illuminata dei geni della finanza messi la’ a dirigere la banca,con la supervisione strapagata e mai messa in discussione del mitico Bianconi hanno fatto il resto.Qualcuno pensa che chi avesse acquisito bmarche avrebbe messo qualcuno dei ns personaggi dirigenti non a gestire la banca ma a pulire i cessi,?(in nome della difesa della occupazione e’ ovvio)
La contrazione occupazionale nel sistema bancario è un fenomeno in atto indipendentemente dagli scenari particolari di questo o di quell’altro istituto del settore (vedi per esempio http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2013-10-15/bancari-ventimila-esuberi-entro-065532.shtml?uuid=AbpzzQuI). Per non stressare troppo il fondo di solidarietà di settore che fin qui è servito ad accompagnare alla porta in maniera soft le decine di migliaia di dipendenti considerati in eccesso, pare che il Governo stia preparando un ulteriore aiutino (vedi http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/29/banche-ora-il-credito-italiano-punta-ai-fondi-per-la-disoccupazione-via-aspi/795358/).
@nardino. La Sua ricostruzione è imprecisa. I consulenti di due fondazioni, orientate alla vendita, avevano il doppio incarico (Masera c’entrava) e che a guidare il tutto c’era il ‘grande vecchio’ Guzzetti, il cui progetto era di potenziare la fondazione milanese di Intesa per prevalere su quelka torinese (sanpaolo). Macerata era contraria, magari per questioni di potere, ma quell.operazione era sciagurata tanto quanto le malefatte a cui oggi assistiamo. Se Gazzani fosse stato coinvolto nella malagestione, avrebbe oggi sollevato questi polveroni? La prova del nove sarà , comunque, l’attivazione della causa civile. Se ciò non avverrà allora…avrebbe ragione Lei.