L’ingresso del Park Sì
di Federica Nardi
Tre pomeriggi: ecco il tempo massimo che avranno i consiglieri di Macerata per decidere se l’Apm deve acquistare o no il Parksì. Si comincia domani alle 16. Una decisione che vale per le tasche comunali 1,55 milioni di euro iva esclusa e che da quasi un anno, tra rinvii e ritardi (la delibera in Consiglio doveva arrivare prima del Natale 2015) ha spaccato la città e la politica intorno a una transazione che non conosce vie di mezzo. Da un lato il sindaco Romano Carancini e la sua giunta ritengono l’acquisto della struttura necessaria per il piano generale della mobilità cittadina, ora in gestione alla Saba che la mantiene in perdita costante (150mila euro l’anno): un Parksì in mano pubblica corrisponde, nei piani dell’amministrazione, alla possibilità di rilanciarlo (rimodulando i prezzi per la sosta) e di liberare una volta per tutte le piazze del centro storico dalle auto e di completare così quel disegno di pedonalizzazione avviato, anche lì non senza forti contrasti, tre anni fa. Sul fronte opposto la minoranza consiliare ma anche membri interni alla maggioranza (che non ha mai nascosto le sue divisioni sull’opportunità di spendere quasi 2 milioni di euro pubblici per l’operazione), sollevano da mesi dubbi su tutta la vicenda. Vista, da alcuni, al limite dell’illecito. Tanto che un esposto da presentare alla Corte dei conti e alla Procura è già pronto nel cassetto dell’opposizione se la delibera, nei prossimi giorni, dovesse passare a maggioranza in Consiglio. Alla base dei dubbi oltre che la cifra ingente anche i modi, «la fretta», come hanno più volte sottolineato le destre maceratesi (l’ultima venerdì in conferenza stampa). Poi c’è il parere allegato alla delibera che i consiglieri hanno divieto di diffondere, a firma di uno degli avvocati amministrativista più in vista della regione, Alessandro Lucchetti, che sul piano delle colpe tra Comune e Saba per l’andamento a perdere del Parksì ribalterebbe completamente quanto affermato dal sindaco. Carancini infatti in una lettera datata 18 aprile 2013 aveva risposto per le rime alla ditta che paventava danni da parte del Comune. Domani la delibera, prima di passare in Consiglio, sarà discussa alle 14 in Commissione affari istituzionali. Poi i lavori si sposteranno nell’aula consiliare della Provincia, dato che manca ancora il parere tecnico della Protezione civile regionale sulla tenuta della sala consiliare dopo il sisma del 24 agosto.
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Quindi tutta la questione sembrerebbe girare intorno al parere legale “secretato”.
Parere che, se fosse di pubblico dominio, tutti i cittadini potrebbero avere le informazioni per comprendere meglio tutta la storia.
(ed inoltre si sgomberebbe il campo ad ipotsi ed illazioni, ristabilendo la verità dei fatti)
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Perchè allora NON togliere, PRIMA DELLA DISCUSSIONE in Consiglio, la clausola di riservatezza??
Cosa vi è, di così tanto “compromettente”, che questo parere deve rimanere riservato??
Perchè probabilmenbte qualcosa ci deve essere, altrimenti NON avrebbe senso avere un parere che NON si vuole rendere pubblico…
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Incece sembra si continui a giocare a nascondino con le informazioni, cercando di giustificare l’acquisto (che anche i più distratti si sono accorti essere NON economico, NON sociale e NON politico) tirando in ballo argomentazioni [[piano di mobilità e traffico e altre fantasie varie]] che sembrano essere più specchietti per le allodole che altro…
E che, soprattutto con le giustificazioni per l’acquisto, anche i più distratti si sono accorti che ci entra come i cavoli a merenda…
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Poi c’è anche un altro motivo per togliere SUBITO la clausola di riservatezza, un motivo squisitamente politico.
Nel 2013 il Sindaco, come scritto sull’articolo, ha risposto picche, mentre ora sembrerebbe (nel parere secretato) che giocava bastoni, pretendendo di prendere, mentre la briscola era denari…
E, politicamente, questi errori si pagano.
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Ed allora perchè, per degli eventuali errori, deve pagare la collettività??
Ma alla fine della fiera: se la mobilità, i trasporti pubblici , i parcheggi, sono di competenza della partecipata APM, come da statuto, per quale motivo viene coinvolto il Consiglio comunale nella decisione di acquisto di quel ramo d’azienda ( o spacciato per tale, considerato il contenzioso ormai acclarato tra Comune e Saba S.p.A ?) E poi: ma chi è questa SABA? Si dice sempre ” società spagnola” ma chi fa parte del C.d.A? Tutti spagnoli?
«Il Consiglio di Amministrazione è costituito da:
Josep Manuel Basañez Villaluenga – Presidente
Josep Oriol Carreras – Vice Presidente
Carlo Tosti – Amministratore Delegato e Consigliere
Giuseppe Carlo Daniele Valori – Consigliere»
fonte http://www.sabait.it/it/saba-italia)
Grazie, Giorgi, ma viene comunque da dire… e sti cà? Cioè, ‘sti signori, che gestiscono a cà de cane un parcheggio pubblico, senza mai fare manutenzione straordinaria ( ammesso abbiano mai fatto l’ordinaria visto lo stato di degrado) ma che vantano? ma cosa, coi prezzi che applicano e agli orari che vogliono?
@Moroni. Se non ricordo male, secondo una regola di economia aziendale quando nel corso di tre esercizi le entrate sono inferiori ai costi diretti l’unica decisione da prendere, da parte di un privato, è quella di terminare l’investimento il prima possibile
«(ANSA) – ROMA, 17 GIU – “Chi è Carlo Tosti? Mi diverto a leggere sui giornali un toto nomi ogni giorno: leggo con simpatia i nomi che vi inventate”. Così la candidata sindaco di Roma del M5s Virginia Raggi risponde, a margine della visita al mercato di Val Melaina, a chi le chiede se avesse scelto Carlo Tosti, ex ad di Atac, come suo assessore ai Trasporti. Quanto ai nomi dei suoi futuri assessori in circolazione commenta: “Non confermo né smentisco: diciamo che mi diverto a leggere quello che scrivete”. Raggi in sostanza smentisce indiscrezioni che vedevano in giunta l’arrivo di Carlo Tosti, ex ad dell’azienda di trasporto nominato nel 2011 da Gianni Alemanno. Fu investito ad una polemica per uno stipendio di 350mila euro contro il parere della Corte dei conti.»
(fonte http://www.ansa.it/lazio/notizie/2016/06/17/raggi-smentisce-nome-tosti-ma-chi-e_955cd7f6-b5fa-42bd-b2f0-568ad7c4ae82.html )
Iacobini: e direi! Se così non è, la cosa puzza.