ParkSì, il coraggio di dare
la vera motivazione

L'INTERVENTO - Il parere dell'avvocato Alessandro Luchetti nulla puó dire sull'opportunità della scelta specialmente dal punto di vista economico. Si dica che l'acquisizione è coerente e necessaria con "l'idea"di città che l'amministrazione intende perseguire e che sull'altare di questo obiettivo il Comune è pronto ad un impegno economico attuale e per la gestione futura

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L’avvocato Renato Peritcarari durante il dibattito organizzato dal Pd sul ParkSì

 

di Renato Perticarari *

Ho letto sulla stampa che sarebbe ormai pronto il dossier fatto predisporre dall’amministrazione comunale a supporto della decisione di “riappropriarsi” della gestione del ParkSì (leggi l’articolo). Ebbene, poiché, senza immaginare che ne sarebbero seguite tante polemiche, sono stato il primo a sollevare qualche perplessità ormai quasi due anni fa, voglio tornare sull’argomento in quanto sollecitato da ciò che ho letto. Il legale incaricato (ottimo professionista) ha espresso un parere che, per quanto è stato riportato nell’articolo qui pubblicato, è ovviamente condivisibile. Dico “ovviamente” poiché non ci piove sul fatto che la decisione rientra tra le “scelte di stretto merito amministrativo e senz’altro nella disponibilità del Comune”. Il problema, rispetto al quale il legale nulla puó dire, resta quello di vedere se è una scelta adeguata e opportuna, specialmente dal punto di vista economico, visto che non mi sembra che qualcuno (tranne le opposizioni per “dovere d’ufficio”) contesti il fatto che l’operazione va inquadrata nell’ottica di una complessiva riorganizzazione della viabilità/sosta.

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Il ParkSì è attualmente in perdita

Intanto, viene da fare una considerazione: se non ci fossero state molteplici obiezioni, l’amministrazione avrebbe concluso “l’affare” ad un prezzo decisamente più alto di quello oggi ipotizzato. Questo sembra indubbio. Ciò dimostra che alcune perplessità erano giuste. Poi, forse, meriterebbe riflettere sul fatto che Saba inizialmente voleva circa 2.5 milioni ed oggi ne accetterebbe sì e no 1.5. Non si tratta di uno “sconto” normale in ogni trattativa, ma di una falcidia che lascia pensare che, pur di liberarsi del ParkSi, Saba è pronta a tutto. Allora perché non 1 milione?

Romano Carancini

Romano Carancini durante l’incontro sul ParkSì all’Hotel Claudiani

Poi, un’altra considerazione va fatta: si parla di questa operazione da più di due anni e ad ogni step salta fuori qualcosa di nuovo che non si era considerato prima. E’ ragionevole questo? La città ed i suoi cittadini si muovono molto più in fretta ed hanno necessità di decisioni ragionevolmente veloci. Io sono complessivamente d’accordo con l’idea di città sottesa a questa operazione e credo sia un’idea adeguata, ma proprio perché adeguata è stato un errore grave aver fatto passare più di due anni. E questo mi porta all’ultima considerazione, ma non ultima per rilievo. Ebbene, io (e non solo io, per la verità) resto convinto che l’operazione sia (e sará) un vero dramma economico….ma é pur vero che un servizio pubblico non è sempre “un affare”.

L'ingresso del ParkSì da via Mugnoz

L’ingresso del ParkSì da via Mugnoz

Intendo dire che se si crede – e si motiva (se non altro per evitare le “attenzioni” della Corte dei Conti) – che tale acquisizione sia coerente e necessaria con “l’idea” di città che l’amministrazione intende perseguire, allora lo si dica e si dica che sull’altare di questo obiettivo il Comune è pronto ad un impegno economico attuale e per la gestione futura. Ma non ci si venga a dire, invece, che è “un affare” e tanto meno che è giusto pagare Saba Spa. Del resto, non sarebbe l’unico caso in cui il Comune, pur di perseguire un obiettivo ritenuto giusto, è disposto a farsi carico di oneri rilevanti per attività che non sono certo “un affare”. Basti pensare alla stagione lirica (almeno ante-Micheli). L’operazione, diciamocelo, in se stessa è una scelta che nessun imprenditore sano di mente avrebbe mai fatto e tanto meno pensato. Tuttavia, il Comune deve avere logiche parzialmente diverse, altrimenti – appunto – non avremmo nemmeno la stagione lirica. Ciò che appare incomprensibile, quindi, è voler rappresentare questa operazione come una scelta che porterá l’Apm a gestire in utile la struttura.

*Avvocato Renato Perticarari



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