di Giuseppe Bommarito
E’ difficile dare torto alle opposizioni quando, cercando tra di loro una pur difficile sinergia, lanciano critiche di notevole portata contro l’assurda operazione dell’acquisto del Park Sì, voluta a tutti i costi dal sindaco Carancini, che la propose con singolare determinazione già durante la recente campagna elettorale.
Come è infatti noto, Romano Carancini, reduce dalla trionfale e tempestiva costruzione del bunker dinanzi allo Stadio Helvia Recina, portato avanti in tempi rapidissimi a mo’ di “spezzatino”, e quindi nel più totale disprezzo della normativa sugli appalti pubblici, con possibili profili di rilevanza pure penale (ma intanto pudicamente e prudentemente riservato sullo stallo totale del nuovo polo natatorio di Fontescodella, dove le ruspe come sempre latitano), punta caparbiamente da tempo a questa acquisizione, forse per rafforzare il piglio decisionista che sta caratterizzando l’avvio del suo secondo mandato.
Un acquisto a suo dire fondamentale, sul quale sembra che esista già un mezzo impegno dell’Apm (che, per elementari motivi di trasparenza, sarebbe bene rendere pubblico, anche per capire sino a che punto l’Amministrazione si è già esposta nella trattativa con la Saba Italia s.p.a.), da inserire in un più generale piano di rivoluzione dei parcheggi nel centro storico con grossi vantaggi per la collettività (la struttura, se in futuro fosse gestita dall’Apm, rimarrebbe aperta 24 ore tutti i giorni ed il costo della sosta sarebbe di 2-3 euro al giorno, molto più contenuto delle cifre attuali) ed ormai prossimo ad arrivare in Consiglio Comunale, ove si preannunzia – come è giusto – una grossa battaglia.
“A Macerata serve – così parlò Carancini circa un mese fa di questa operazione (leggi l’articolo), definita appunto di importanza addirittura strategica – un parcheggio baricentrico a servizio del centro storico… Non compriamo una struttura di proprietà del Comune, ma un parcheggio realizzato da una società privata che all’epoca ha investito miliardi di lire, con una parte minima di contributo pubblico. Praticamente è come se comprassimo un immobile del valore attuale di 3 milioni e 250.000 euro ad un costo decisamente inferiore, all’incirca 1,7 milioni…”.
Insomma, un affare eccezionale per il Comune, secondo le parole e la musica del Carancini-pensiero, anche se, consultando gli atti di tale sconcertante vicenda, i conti non tornano affatto e le inesattezze appaiono evidenti, al punto che l’affarone, paragonabile ad una vincita stramilionaria al superenalotto, si direbbe che stia per farlo proprio e solo la società concessionaria spagnola (i cui dirigenti, a mio avviso, se la vicenda dovesse andare in porto così come sino ad oggi si sta delineando, subito dopo dovrebbero tutti andare di corsa al santuario iberico di Santiago di Compostela per una solenne novena di ringraziamento).
In primo luogo difatti va detto che non è per nulla vero che il Park Sì, come stranamente ha sostenuto il sindaco, non sia già di proprietà comunale e che al Comune in fase di realizzazione esso sia costato solo qualche spicciolo. Gli atti al riguardo, a partire dall’originaria concessione del 1988 arrivando all’accordo transattivo del 1995 (quello che formalizzò la rinunzia all’impianto di risalita meccanizzato con scale mobili, sostituito dal percorso pedonale con ascensori poi realizzato), parlano chiaro ed evidenziano la sicura proprietà della struttura in capo al Comune di Macerata, formalizzano la durata della concessione alla Italinpa s.p.a. (oggi Saba Italia s.p.a.) sino al febbraio 2038, e quantificano al di là di ogni dubbio l’ingente costo dell’opera, pari a quasi otto miliardi delle vecchie lire, quattro milioni circa di euro. E di tale importo, la parte maggioritaria (e non quella minima, pertanto), cioè oltre il cinquanta per cento, pari a quattro miliardi, venne pagata proprio ed indiscutibilmente dal Comune.
Va aggiunto che quanto all’epoca pagato dalla società concessionaria non doveva affatto essere restituito dal Comune, ma rientrava nella concessione, nel senso che sarebbe stato recuperato, con tutte le incognite del rischio di impresa, dalla Saba Italia s.p.a. proprio con i ricavati annuali della gestione del parcheggio multipiano.
Ma negli atti pubblici c’è scritto anche di più, e cioè che nella fase di gestione la concessione potrà essere fatta cessare, prima della scadenza e con un preavviso di almeno un anno, solo per motivi gravi di pubblico interesse (art. 24 della convenzione originaria), motivi ad oggi non esplicitati in alcun modo dal sindaco Carancini, se non con riferimenti del tutto generici alla potenziale migliore fruibilità della struttura.
Ebbene, se è indubbio che l’investimento della Saba Italia s.p.a. non ha poi portato alla società spagnola i frutti sperati, probabilmente per il costo eccessivo della sosta oraria praticato nel Park Sì (molto più alto di quello degli altri parcheggi cittadini), tanto che – a quanto se ne sa – la stessa società concessionaria non vede l’ora di sbarazzarsi di una struttura che ogni anno comporta perdite di gestione di 150.000/200.000 euro (destinate a reiterarsi, proseguendo il trend attuale, per gli altri ventitrè anni che ci separano dal 2038, con ulteriori perdite prevedibili di tre/cinque milioni di euro), non pare affatto ragionevole, e tanto meno di pubblico interesse, che il Comune di Macerata o, per esso, l’Apm, versi anche solo un euro per acquisirla, e tanto meno il milione e settecentomila euro (o i due milioni di euro pure ipotizzati in questi ultimi mesi) di cui parla il Sindaco Carancini. Al contrario, secondo logica, buon senso ed il comune andamento delle transazioni commerciali, dovrebbe essere proprio la società concessionaria a versare al Comune un congruo indennizzo per ottenere l’anticipata risoluzione del contratto di concessione, per essa così gravoso sia nell’attualità che in prospettiva.
Oltre tutto, il Comune dovrebbe acquisire un’opera che si trova in uno stato di manutenzione piuttosto precario, con ulteriori costi di sistemazione che a quel punto rimarrebbero a carico dell’ente pubblico (secondo lo stesso Carancini, l’Apm dovrebbe investire ulteriori 200.000 euro per la riqualificazione dell’impianto), sebbene nella concessione sia previsto che proprio la società concessionaria avrebbe dovuto curare la conservazione dell’impianto e che, per garantire il rispetto di tale impegno, avrebbe dovuto costituire un fondo di accantonamento per spese di manutenzione e/o rinnovazione impianti ed attrezzature. E, aggravando ancora il peso complessivo dell’operazione, dovrebbe ovviamente anche assorbire il personale dipendente della Saba Italia s.p.a. attualmente utilizzato presso il Park Sì.
Per non parlare, in tale veloce panoramica dei costi prevedibili che il Comune (o, meglio, l’Apm) potrebbe illogicamente addossarsi per acquisire ad un prezzo del tutto ingiustificato una struttura in pesante perdita, della spesa per modificare l’accesso al parcheggio, che con un’apposita rampa dovrebbe essere spostato da via Mugnoz all’area limitrofa ai giardini Diaz (ove, con un successivo intervento, si porterebbe anche il capolinea delle linee urbane degli autobus, con buona pace della tutela dell’ambiente, del verde e della serenità dei frequentatori dei giardini stessi, tra i quali, come si sa, decine e decine di bambini).
Un’operazione incomprensibile, senza né capo né coda, quindi, che per un certo periodo, in base a voci fatte circolare più o meno ad arte, si diceva necessitata da una serie di contestazioni della Saba Italia s.p.a. relative ad alcuni presunti inadempimenti contrattuali del Comune, mai rese note ma presumibilmente riguardanti la gestione della sosta nelle aree limitrofe al Park Sì. Ma lo stesso Carancini, nell’intervista sopra citata, ha definito tali contestazioni come “un tema debole” e non in grado di influenzare le scelte dell’amministrazione.
Insomma, un vero e proprio mistero quello dell’ostinazione caranciniana nell’acquisizione del Park Sì, che rimane tale, oltre che per le forze di minoranza, anche per una parte consistente dello stesso Pd e dei gruppi consiliari di maggioranza, i quali non sanno più dove sbattere la testa e temono pure il pesantissimo impatto economico di un operazione del tutto incomprensibile finalizzata a comprare ad un prezzo molto elevato qualcosa che è già di proprietà comunale e che, visto che la coperta è sempre troppo corta, condizionerà in maniera rilevante negli anni a venire tutte le scelte dell’amministrazione.
Certo, chi potrebbe negare che un migliore utilizzo della struttura sarebbe salutare per il centro storico e tutta la collettività, che un deciso abbassamento del costo orario della sosta consentirebbe una più ampia fruizione del parcheggio, che l’apertura nei giorni festivi sarebbe utile per le manifestazioni organizzate all’interno delle mura cittadine, che il secondo piano potrebbe essere almeno in parte destinato ai residenti (i quali oggi, nonostante i posti loro riservati, faticano a trovare un posto libero per parcheggiare i loro automezzi)? Si tratta indubbiamente di obiettivi condivisibili, giustamente ricordati dal Sindaco Carancini nei suoi interventi sul tema, ma essi non potrebbero essere perseguiti per altra via, magari, tanto per dirne una, concordando con la Saba Italia s.p.a. un dimezzamento dei 23 anni residui di concessione?
E – si badi bene – anche quest’ultima soluzione, che eviterebbe comunque al Comune di tirare fuori milioni di euro raggiungendo al contempo tutti i propri obiettivi di razionalizzazione del piano dei parcheggi, sarebbe in definitiva un regalo enorme per la società spagnola.
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Con il Park a Macerata e con la Mezza Fiera e il Palaseurosuole Forum, si sta riscrivendo la nuova storia delle grandi bidonate social-politiche-economiche per il nuovo Millenio.
sì, ma se gli atti parlano chiaro e si vogliono usare soldi pubblici per l’acquisto di un bene che è già di proprietà pubblica qui non si tratta di inesattezze interpretative ma di uno scandalo impudente e rivoltante…
Marino è stato costretto a dimettersi per molto meno.
Quando ci sono tanti soldi in ballo e ci si incaponisce, la Procura potrebbe sentire puzza di bruciato.
Purtroppo Pavoni macerata non e’ roma…altrimenti tutti questi signori sarebbero gia’ a spasso da un bel pezzo….
Tirare fuori una vagonata di soldi per prendere, anticipatamente, un bene che è già della collettività???
Se fosse una barzelletta già non farebbe ridere, volerla far passare per una cosa serie e attuabile fa solo piangere…
Tra le altre cose in tutta la vicenda sembra esserci ben poca chiarezza, un cumulo (voluto?) di imprecisioni, valutazioni (sembrerebbero) fatte alla “membro di segugio”….
….E, come sempre in queste occasioni accade, il classico tentativo di far passare una scelta (molto, ma molto) discutibile per interesse primario per la città, per una decisione strategica da prendere assolutamente, pena ritornare nel medioevo della mobilità urbana…
Che tutto suoni molto stonato se ne sono accorti anche i più sordi, e che non tutto sia ben visibile se ne sono accorti anche i ciechi…
Per Gianfranco Cerasi
La mancanza di chiarezza e di trasparenza è accentuata dal fatto che a diversi consiglieri comunali che hanno fatto richiesta di accesso agli atti non sono state ancora fornite la due diligence svolta qualche mese fa dall’APM e la lettera di intenti o di impegno tra la stessa APM e la SABA Italia spa, tanto che molti pensano (non saprei dire se a torto o ragione, ma temo a ragione) che questa discussione, se procedere o no a tale assurdo acquisto, sia del tutto pleonastica, cioè ormai superata dai fatti.
La sensazione, infatti, è chel’APM si sia già giuridicamente impegnata all’acquisto. Sul punto l’Amministrazione tace. Ma io dico: almeno su questo aspetto non potrebbe venire una parola chiara?
@ Bommarito
Sebbene la frase non sia mai stata pronuinciata dal Presidente Pertini (anche se, nei vari blog, radio e televisione viene data e riportata come sua) credo che, su argomenti poco chiari come questo, potrebbe essere indicata:
Quando un governo non fa ciò che vuole il popolo, va cacciato via anche con mazze e pietre.”
Ceresani, i maceratesi sono più minc.hioni dei romani perché hanno più paura, perché non sanno parlare, perché sono abituati a star zitti, ma se cominciassimo tutti noi a mandare qualche mail a striscia la notizia, al fatto quotidiano o anche a libero e al giornale dicendo: “amici, qua a Macerata c’è un Totò che vuole farci comprare la fontana di Trevi, venite a vedere c’è da far ridere tutta l’Italia”, forse questa battaglia non sarebbe ancora persa.
Caro Peppe alcune considerazioni in merito all’annoso problema del Par-sì.
1) Nel periodo 2005/2010 ho avuto modo di incontrare più volte l’Amministrato Delegato della multinazionale Saba che molto arrogantemente addebitava il costante deficit aziendale al comportamento dell’Amministrazione e al sottoscritto in quanto avevo varato e realizzato un piano per ed unificare gli orari e le tariffe ( tutt’ora le più basse d’Italia ). L’accusa era ” concorrenza sleale”. E a nulla è servito proporre tariffe ridotte e agevolate sopratutto per i residenti con la formula dei box a 24 ore.
2) Nel corso di questi incontri avevano anche preteso come risarcimento di incassare i proventi delle pubblicità affisse lungo il tragitto parcheggio/ascensori o comunque una somma annuale per la manutenzione minacciando di mettere a pagamento l’utilizzo degli ascensori ( migliaia di accessi giornalieri).
3) Circa l’apertura e chiusura del parcheggio sono rimasti fermi nelle loro posizioni anche in presenza di manifestazioni che richiedevano l’utilizzo di quegli spazi ( come da accordi precedenti ) recando un grave disagio ai cittadini. In più di una occasione sono dovuto ricorrere a Polizia e Carabinieri per l’apertura.
4) Nel corso degli incontri era stato già affrontata l’ipotesi di un acquisto da parte dell’ Apm ma senza nessun risultato poichè era evidente che si voleva in questa operazione far rientrare tutto il deficit accumulato nel corso degli anni. E comunque non vi è stata mai la disponibilità come da me richiesto a presentare i bilanci. Il sospetto era che avevano scaricato su Macerata i buchi contabili relativi alla gestione degli altri parcheggi ( Barcellona, Villa borghese…)
Considerazioni finali del tutto personali . Le cause di una gestione deficitaria sono addebitabili alla progettazione di quella struttura con un accesso difficile e poco visibile oltre alle tariffe sproporzionate rispetto a quelle degli altri parcheggi ( cosa diversa sarebbe stata l’ingresso sotterraneo da piazza Garibaldi). Inoltre ( perseverare è diabolico)
il rinnovo della gestione in concessione fino al 2038 con clausole decisamente penalizzanti per l’Amministrazione.
Ora il progetto di unificazione è sicuramente importante e utile ma il ricatto della Saba è ancora evidente.
Quale azienda avendo un ramo secco ( come loro continuano a dichiarare) continuerebbero a sopportare un deficit tra i 100 e i 200 mila euro l’anno ? Se veramente vogliono vendere lo devono fare a condizioni le più favorevoli per l’Amministrazione. Altrimenti non sottostare ai ricatti e lasciare che questo ramo secco diventi ancora più secco evitando in tal modo di addebitare al nostro Comune i costi di una gestione fallimentare da parte di una importante multinazionale. Anche i privati sbagliano e allora paghino le conseguenze !
Caro Giovanni,
grazie per le tue preziose integrazioni, utilissime a comprendere l’arroganza della multinazionale spagnola, dinanzi alla quale, a quanto sembra, Romano Carancini, del tutto immotivatamente ed illogicamente, si appresta a chinare il capo, a spese della collettività maceratese (un regalo di un paio di milioni di euro, mica noccioline).
L’abbassamento drastico del costo orario per i parcheggi maceratesi (escluso ovviamente il Park Sì) rimane una delle perle della tua esperienza da assessore.
Per Franco Pavoni
Striscia la notizia, e, perchè no. anche la magistratura penale e contabile, e l’Autorità Nazionale Anticorruzione, dovrebbero dare un’occhiata, oltre a questa assurda vicenda, anche alla storiaccia delle piscine fantasma (un percorso stracolmo di favoritismi senza giustitifazione alcuna, che sinora ha portato al nulla assoluto, dopo ben 12 anni) ed alla pratica del frazionamento illecito degli appalti ormai abbracciata senza ritegno da Carancini & Co. (vedi il bunker dello stadio e gli “spezzatini” cucinati ad arte per la Meridiana), che sono penalmente sanzionati, tanto che per situazioni del tutto analoghe Napoli e a Genova, ed in altre città d’Italia ci sono molti amministratori sotto processo.
Comunque, tornando al Park Sì, l’opposizione intera ha promesso fuoco e fiamme. Ma mi chiedo: dov’è quella parte del PD che, dopo la vittoria di Carancini, aveva giurato che avrebbe comunque mantenuto la schiena dritta?
Lasciando per un attimo da parte l’assurdità dell’operazione, insieme alla totale e grave assenza di trasparenza , credo valga la pena anche riflettere bene sulla giustezza delle politiche di prezzo avanzate dal sindaco, che io trovo altrettanto prive di carattere economico Se, come anche ricordato da Bommarito nelle parole riportate dell’intervista al sindaco , le tariffe che si vorranno applicare sotto gestione APM saranno dell’ordine di 2-3 euro giornalieri ,e con una parte del multipiano riservato ai residenti, è facilmente intuibile che quello che dovrebbe diventare ” il parcheggio del centro storico” ,con tariffe così popolari, diverrebbe, più che un parcheggio, una struttura coperta di lunga sosta, in tal modo depotenziando quella che si vorrebbe fosse la sua rinnovata funzione, ovvero, invogliare tanti più possibile al suo utilizzo per una sempre maggiore frequentazione del centro cittadino.
Partendo dal principio economico che, tanto più un bene è scarso tanto più il suo costo tende ad essere alto – e i parcheggi in/per il centro storico SONO ovunque dei beni di scarsità per la difficoltà di ricavare spazi di sosta di prossimità in centri nati in epoche diverse con funzioni di svluppo diverse da quelle richieste dal trasporto attuale – sta bene una riduzione delle tariffe al fine di incentivarne l’utilizzo e renderlo più fruibile, ma non da stracciarle al punto che la struttura non sia remunerativa da un punto di vista monetario, ed efficiente dal punto di vista funzionale agli obiettivi strategici. Sembra chiaro, infatti, che se il costo del parcheggio scende sotto una determinata soglia, tale che per me utente non rappresenta più un costo significativo sostare a lungo, oltre lo stretto necessario, una volta pagato il ticket, tenderò a prolungare la mia sosta, col risultato in termini comportamentali moltiplicato per i tanti fruitori giornalieri, di uno squilibrio nel normale ricambio di posti auto, non più dettato da esigenze di risparmio del singolo utente.
Prendiamo come esempio il parcheggio Stamira ad Ancona, in pieno centro cittadino, comodissimo in tutti i sensi, anche nel caso si abbia necessità di tornare più volte a prendere o depositare nella propria vettura qualsiasi cosa serva o ingombri , ma il parcheggio Stamira costa un occhio, e non certo per il gusto di spremere l’utente , ma per ovvie leggi di economia, in cui vanno tenute in conto tutte le variabili compreso il ” valore tempo” strettamente legato al concetto monetario, tanto per le tasche dell’utente che per le casse del gestore. Detta altrimenti. La sosta si paga a tempo in quanto è questo che costituisce la misura , la capacità di sfruttamento più ampia delle risorse disponibili. Se togli questo freno, a parità di spazi, si otterrà una riduzione dell’offerta di parcheggi, col risultato algebrico che, prima o poi, si avrà necessità di un ulteriore parcheggio da realizzare.
Per ovviare a questo, ed andare tuttavia incontro all’utenza, ecco allora che intervengono politiche di altra natura, con la riduzione delle tariffe attraverso una scontistica come quella che, ad esempio ,offrono i commercianti del centro di Ancona per chi fa acquisti nei negozi convenzionati. Così, si produce giro economico: il parcheggio incassa, il negoziante vende, il consumatore è contento. Se invece regali posti auto fai antieconomia in tutti i sensi, e finisci anche per produrre risultati contrari agli obiettivi.. Questo è il mio modesto parere. Che mi piacerebbe confrontare con chi è a conoscenza della documentazione e saprebbe dirci , oltre ai costi più o meno certi che comporta l’ acquisto dalla Saba e per le successive opere di intervento , che c’è scritto nel piano di rientro: fra quanti anni, fra quanti esercizi il Park Sì, così gestito, andrebbe in attivo? Con 400 posti auto, di cui una parte riservata ai residenti, a tariffe bassissime, con un prevedibile scarso ricambio giornaliero di posti , a mio avviso, fra qualche decennio. Forse.
Piddini contro la verità…… La marcia degli zimbelli…. Vergognatevi.
Pagare circa 2 milioni di euro per un parcheggio che è già di proprietà del Comune ed è in costante e pesante perdita per il ‘venditore’, anche solo da un punto di vista commerciale, è un pessimo affare. Da un punto di vista politico, poi, la questione assume contorni inquietanti – con particolare riguardo alla famosa manifestazione di interesse del maggio 2014 da parte di apm – che a nostro avviso potranno essere spazzati via con semplicità attraverso due semplici ed imprescindibili condizioni: 1- l’eventuale operazione non dovrà costare un euro ai maceratesi (Comune o Società partecipate); 2- gli stessi maceratesi dovranno essere adeguatamente informati e consultati.
A-Informati, ad esempio, con lo stesso strumento con cui il sindaco – unilateralmente ed arbitrariamente – invió il famoso ‘giornalino di febbraio 2015’ alla vigilia delle primarie. Nel giornalino, possibilmente redatto senza strumentalizzazioni e faziosità, ma con chiarezza, potrebbero/dovrebbero essere illustrati alle famiglie maceratesi dettagliatamente tutti i numeri, i contorni, le strategie dell’eventuale acquisizione. La rilevanza economica e politica della questione lo merita senz’altro più delle primarie di una parte politica.
B-Consultati: attraverso un referendum popolare, a norma di statuto comunale, adeguatamente preparato ed ‘istruito’.
Tutto ciò comporterà dei costi? Denari spesi per una più ‘consapevole’ scelta democratica e per una più ‘sensibile’ gestione della cosa pubblica parrebbero un esborso quanto mai opportuno, tanto più in un caso come questo. Anche perché, ricordiamocelo, per un buon amministratore è di fondamentale importanza dissipare anche il più piccolo sospetto di opacità che, ad oggi, sull’argomento, non manca.
In ogni caso, sulla vicenda, ci sarà da parte nostra la massima attenzione e vigilanza.
Apprezziamo le dettagliate osservazioni dell’ avvocato Bommarito, pienamente in linea con quanto da noi pubblicato qualche giorno fa. Aggiungiamo che se di subentro/acquisizione si deve parlare le condizioni per fa
rlo sono tutte già stabilite nei contratti, quindi da osservare rigorosamente.
Quindi avremmo un acquisto, formalmente, di APM ( partecipata al 97 per cento dal comune) di un bene già comunale, il cui corrispettivo andrebba a SABA Italia. Un”affarone”, non c’è che dire.
Il tutto reso ancor più opaco dal fatto che APM non dice se si è già impegnata con SABA , nel qual caso il “dibattito” in Consiglio Comunale risulterebbe ancora più una farsa.
Possibile che nessuno voglia vederci chiaro?
Per Riccardo Sacchi
Certo, trasparenza vorrebbe che su una tale questione, definita di importanza cruciale dallo stesso Carancini nella recente campagna elettorale, venisse svolta un’ampia opera di informazione e di consultazione popolare.
Vedremo se ciò rientrerà nel modo di operare dell’Amministrazione, che sinora ha sempre seguito metodologie del tutto diverse, pur sbandierando in ogni occasione i principi della trasparenza e della partecipacipazione dei cittadini.
Però il problema è un altro e più qui ne parliamo più mi convinco che si tratta di un fatto reale. Il problema è – e qui mi collego anche alle osservazioni di Marina – che probabilmente stiamo parlando solo di aria fritta, in quanto l’APM, con ogni probabilità, si è già impegnata con la SABA Italia spa, in maniera molto più vincolante di quanto sinora sia stato detto e riconosciuto. Spero di sbagliarmi, ma in molti all’APM danno l’affarone Park Sì come già fatto.
Vedremo nei prossimi giorni, allorchè tutte le carte dovranno essere scoperte.
Proprio dalle modalità con cui è stata da tempo avviata e alimentata la discussione, sia politica che tecnico-economica, mi sto convincendo anch’io che oggi si stia parlando di aria fritta (essendosi quasi concluso l’affaire con SABA). Forse non è estranea a questa vicenda dell’acquisto del ParkSi, l’incredibile e recente J’Accuse su i “meravigliosi anni novanta” dello Sferisterio, lanciato a freddo e reso pubblico dal Sindaco (anche se indirizzato evidentemente alla sua maggioranza). Nel merito si possono dire tante cose, ma resta per me ancora un “mistero” il fatto che un parcheggio di 80 posti auto (Silos) ha fatto negli anni utili straordinari, mentre un parcheggio di 400 posti, nato per servire il centro storico, ha sempre e solo accumulato perdite.
Se fosse vero che oramai i giochi sono tutti fatti e che, pertanto, la discussione in Consiglio Comunale (ed in città) sarebbe solo un’inutile perdita di tempo ciò sarebbe molto, molto grave…
Se le ipotesi di “accordo già concluso” si rivelassero vere: perchè allora perdere tempo in Consiglio Comunale??
Basterebbe avere il coraggio di pronuciare, parafrasando ed adattandolo, queste poche parole:
Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli:
potevo sprangare le porte e costituire un consiglio esclusivamente di fascisti
Non c’è nulla di economico, sociale, politico e democratico in una scelta già presa alle spalle della città.