di Renato Perticarari *
A Macerata si usa dire “se fissa come Carcagni”. Ignoro chi fosse il signor “Carcagni”, ma da attendibili fonti parrebbe che il suddetto “se fissò co’ le pocce de la serva”.
Io rischio che lo stesso possa dirsi di me, tornando ad occuparmi – sempre sperando di sbagliare – della nota vicenda del ParkSi, anche se essa è certamente molto meno intrigante della ragione che portava il Signor “Carcagni” a fissarsi.
Mi porta a farlo la recentissima sentenza del TAR Piemonte sez. I 16/6/2014 n. 1069 che, ovviamente, non si è occupato del nostro “Carcagni”, e tanto meno del motivo della sua fissazione, ma del più concreto argomento del cd. “controllo analogo” nelle società in house providing. In particolare, di come si esplica (si dovrebbe esplicare) concretamente e correttamente tale “controllo analogo” in queste società quando la partecipazione pubblica è frazionata – seppure per alcune piccole quote – in diversi Comuni, proprio, guarda tu il caso !, come nella nostra Apm Spa.
E’ necessario, ora, che io riassuma molto brevemente i principi salienti affermati dal Tar e di questo (e della noia che la lettura produce) mi scuso anticipatamente, ma sarò davvero breve.
Ebbene, il Tar Piemonte – in totale sintonia con quanto stabilisce da tempo la Corte di Giustizia Europea ed il nostro Consiglio di Stato – afferma che, nel caso in cui si tratti di una società posseduta da più autorità pubbliche, il «controllo analogo» può essere esercitato congiuntamente da tali autorità e che, quindi, a tali fini risulta indispensabile che le decisioni strategiche e più importanti siano sottoposte al vaglio preventivo dell’ente affidante o, in caso di in house frazionato – come nel caso dell’Apm – all’approvazione della totalità degli enti pubblici soci.
Qualcuno, tra quelli che non saranno già addormentati dopo aver letto sin qui, si chiederà: ma che c’azzecca questo con il ParkSi ?
C’azzecca molto. Direi, anzi, che, prima ancora delle perplessità che ho già espresso nelle scorse settimane sull’operazione finanziaria e che altri hanno poi ripreso, va rilevato che la vicenda del ParkSi fa (dovrebbe far) sorgere due domande: a) chi decide (dovrebbe decidere) sulle scelte strategiche relative alle politiche della mobilità urbana ?; b) le modalità con cui si è avviata la trattativa con Saba Italia Spa rispettano gli obblighi imposti dalla natura di società in house dell’APM Spa, sia nei confronti del Comune di Macerata che degli altri Comuni soci ?
Le domande, che già mi ponevo all’inizio, ma che trascurai perché “distratto” dalle riflessioni su quella che appariva (ed appare) una inaccettabile trattativa per l’acquisto in perdita del ParkSi, mi sono state ora nuovamente sollecitate dalla lettura di questa sentenza che, peraltro, afferma principi consolidati da anni.
Ebbene, vediamo la prima domanda. Abbiamo avuto conferma dal presidente dell’APM che sono stati sottoscritti una “lettera d’intenti ed un accordo di riservatezza tra le due società”. Ammesso che, come precisa il Presidente, tali documenti non vincolano le parti (ma rammento che esiste anche la “responsabilità in contrahendo” !! e, quindi, possono sempre derivare conseguenze da una trattativa), non c’è dubbio che gli sviluppi conseguenti alla firma di tali documenti (verifiche, studi, due diligence), comportano, via via che si concretizzano, un livello sempre maggiore di coinvolgimento. Poi, forse, arriverà un momento in cui l’Apm, espletate le consulenze commissionate, riterrà che sono maturi i tempi per decidere e – è da ritenere – porrà la questione all’attenzione dei soci. A quel punto, il Consiglio comunale di Macerata (ma anche degli altri Comuni soci: rammento che sono soci di APM i Comuni di Pollenza, Treia, Appignano, Corridonia, Montecosaro, Morrovalle e Castelfidardo) dovrà decidere se dire si ad una iniziativa assunta in autonomia dall’Apm, oppure dire no (ed in questo caso con l’inutile perdita degli oneri affrontati dall’Apm).
E’ così sbagliato pensare che il Consiglio comunale di Macerata possa trovarsi in una qualche difficoltà a decidere contro la “proposta” dell’APM ? Direi proprio di si.
Forse non sarà così per gli altri Comuni che, immagino, non siano così interessati ad acquisire la gestione di un parcheggio in perdita a Macerata! Ma tanto Macerata ha la stragrande maggioranza del capitale e, quindi, decide da sola.
Ma è proprio questo il punto: in realtà, chi ha deciso ? A me sembra che la decisione finale, pur espressa dal Consiglio comunale di Macerata, sarebbe in realtà, per come sono avvenute le cose, solo apparente o, quanto meno, sarebbe fortemente condizionata dalla trattativa già sviluppata dall’Apm, quindi, in definitiva, sembra di poter dire che in questo caso sarebbe l’APM a decidere, o almeno fortemente influenzare, le scelte strategiche relative alle politiche della mobilità urbana che, invece, dovrebbero essere potestà esclusiva del Comune e che l’APM dovrebbe solo attuare.
Arrivo a dire, si badi, che non è questa una responsabilità dell’Apm, era il Comune che avrebbe dovuto esercitare le sue prerogative.
E con ciò veniamo alla seconda domanda. Le regole che governano le società in house, come l’APM, impongono che le scelte, tanto più quelle di rilevante impatto economico e strategico, vengano preventivamente sottoposte alla approvazione dei soci.
Ma cosa significa “preventivamente” ?? ….in fondo, si dirà, allorché il Consiglio Comunale di Macerata sarà chiamato a decidere, lo farà “preventivamente” rispetto alla firma del contratto. Certo, è vero, ma chi ha autorizzato l’Apm a percorrere questa strada ? Chi l’ha “preventivamente” autorizzata ad istruire un percorso per il possibile subentro nella gestione del ParkSi o per l’acquisto di quel ramo d’azienda della Saba Italia Spa ? Chi ha “preventivamente” indicato all’Apm che tale obiettivo era compatibile e coerente con le politiche dell’Amministrazione Comunale sulla mobilità urbana ? E sgomberiamo subito il campo da quella che so già sarà la “difesa” rispetto a tali obiezioni. Si dirà che c’è una delibera della Giunta Meschini che ipotizzava qualcosa di simile, si, circa cinque anni fa, un’altra era geologica. Se, poi, si volesse comunque dire che quella era la fonte legittimante, allora ci si dovrebbe chiedere perché l’APM ha atteso cinque anni.
Può non piacere (ed a me, come noto, fa ribrezzo la semplice idea dell’in house cui spero il Governo Renzi porrà finalmente un freno come ha preannunciato), ma una società in house providing – come è l’Apm – ha regole ferree di gestione, tali da far si che sulla stessa il Comune possa esercitare un indirizzo operativo ed un controllo assimilabili a quelli che esercita su un suo ufficio, tant’è che, per regola, gli ordini del giorno dei Consigli di Amministrazione della società in house dovrebbero essere preventivamente comunicati all’Amministrazione comunale. Si può dire onestamente che tutto questo è quello che è avvenuto per la vicenda ParkSi ? Direi di no.
Ecco, credo di aver risposto alle due domande.
La realtà, purtroppo, è che – come ho detto e scritto innumerevoli volte – le società partecipate dai Comuni, specialmente quelle in house che sono totalmente partecipate dai Comuni e che non hanno nemmeno il controllo “concorrente” di un socio privato, tendono ad una autoreferenzialità che a volte ne distorce le funzioni e nel caso in esame sembra che sia avvenuto proprio questo.
*avvocato Renato Perticarari
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….per completezza, chiarisco che – in realtà – la decisione del Tar Piemonte è solo l’ultima di una serie infinita e costante (a titolo di mero esempio: Consiglio di Stato, sez. VI, 3 aprile 2007, n. 1514; id., sez. V, 24 settembre 2010, n. 7092; 11 agosto 2010, n. 5620; 8 marzo 2011, n. 1447)
Il Sindaco ha detto che l’apm è un gioiello con funzione strategica per il Comune…appunto, talmente strategica che il cda viene nominato come diretta promanazione della Giunta e come tale non deluderà mai le aspettative o i capricci delegati.
Quanto alla disinvoltura con la quale si firmano lettere d’intenti o simili, basta vedere cosa è accaduto con la dimenticata cittadella dello sport: durante l’assemblea pubblica chiesi se il Comune si era esposto a possibili azioni risarcitorie da parte del privato, l’Assessore Ricotta mi rispose che era “possibile” ma che gli atti non erano tali da ipotizzare pericoli…dopo qualche mese è arrivato l’atto di citazione!
Trovo l’ incipit dell ‘ articolo dell’ avv. Perticarari assolutamente volgare, inappropriato e soprattutto sessista. Stizzare l ‘ occhio agli appartenenti al proprio genere con un fare da gomitata fra commilitoni davanti a un film di serie b, beh trovo sia avvilente e offensivo per le donne, oltreché discriminante e avvilente. Auspico si tratti di una banale caduta di stile della quale vorrà scusarsi.
Cara “Duse”….Non devo scusarmi poiché nel richiamare un detto che fa parte del vernacolo maceratese non proprio nulla di sessista….come in tutte le cose, ognuno puó vedere ed interpretare come crede….ma non mi si puó attribuire un intento sessista che mi é estraneo. Ció detto, rilevo che questo aspetto, malamente interpretato, é l’unica cosa su cui dissente.
Non penso proprio che sia farina del sacco dell’apm. Prendersi un bel carrozzone con debiti a seguito e salutare i suoi bei bilanci positivi e virtuosi…che bell’affare. Forse l’avvocato Perticarari ha centrato male l’argomento. Non sarà l’amministrazione che si è fissata come carcagni,io sapevo carcagno.
@PERTICARARI
trovo il suo intervento quanto mai opportuno , non tanto per le riflessioni di tipo tecnico-legale che personalmente non saprei valutare, quanto per quelle “politiche”. In effetti il problema in questa specifica situazione e’ legato al fatto che entita’ di questo genere, nate per fornire un supporto operativo (cioe’ servizi) ad un’amministrazione pubblica, POI SFUGGANO AL CONTROLLO DELLA STESSA!
In sostanza la societa’ attraverso la latitanza dei soci SI APPROPRIA DI CAPACITA DECISIONALI CHE NON LE DOVREBBERO COMPETERE!
Pero’ caro avvocato, lei si meraviglia dell APM, ma che dire del COSMARI ? Perche’ non muove le stesse riflessioni nei confronti di un ente che tratta un giro di affari e di interessi ben superiore? Anche qui la latitanza dei soci (comuni) , il frazionamento delle quote e quindi della proprieta’, la lottizzazione del potere da parte dei partiti (in particolare il Suo!) consentono a pochissime persone di prendere decisioni , sbagliate e costose a danno della comunita’ senza il filtro di un reale confronto politico e democratico!!!!
SAREBBE MOLTO GRADITO UN SUO COMMENTO IN PROPOSITO!
Un parcheggio che, a scadenza della gestione, tornerebbe nelle mani dell’Amministrazione GRATIS vorrebbe essere preso prima, pagandoci sopra una vagonata di euri, pur ESSENDO in PERDITA???
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Cioè invece di chiedere denari, per riprendercelo prima, visto che è in forte passivo, ci paghiamo pure sopra??
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Questa operazione economica potrebbe essere spiegata???
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Inoltre si vorrebbe “aprire” l’ingresso sui Giardini Diaz????
… Idea brilantissima per congestionare Corso Cavour e massacrare il polmone verde dei Giardini…
Quanto stabilito recentemente dal TAR del Piemonte sarà senz’altro adeguato alle rozze realtà amministrative piemontesi, ma tentare di applicarlo pedissequamente alle meraviglie evolute dell’in house providing maceratese pare esercizio peregrino se non addirittura pericolosamente regressivo (ed in quest’ultimo senso l’inquietante affioramento conscio d’una fissazione al seno è freudianamente assai sintomatico).
Analogamente l’accampata sintonia di quanto stabilito recentemente dal TAR Piemonte con ciò che è stabilito da tempo sia dal Consiglio di Stato che dalla Corte di Giustizia Europea non fa che confermare la necessità urgente sia per l’Italia tutta che per l’Europa intera di quell’incisiva cura purgativa renziana il cui principio attivo, così come si vede accadere in materia di biogas, potrebbe ben essere ispirato dal genius loci della nostra Terra delle Armonie (anche intestinali) dove non a caso l’iconoclasta capoluogo s’accinge a rimarcare l’incolmabile distanza conquistata rispetto al declassante incubo sabaudo persino attraverso la riproposizione fisica eccezionalmente simbolica e depurativa d’un orologio della piazza preunitario.
Mai più schiavi dei Savoia (e delle pocce della serva).
Caro Ortenzi, lei mi invita a nozze !!!….ma, forse, non ha avuto occasione di leggere, anche sulle pagine di CM, i miei ripetuti interventi anche sul Cosmari…..anzi, per la veritá, le mie critiche all’in house nascono proprio dall’esperienza Cosmari !!! Poi, convengo con lei, sul fatto che la mia voce é rimasta vox clamans in deserto anche nel mio partito….
Caro Ortenzi…. ecco alcuni esempi…. https://www.cronachemaceratesi.it/2013/06/14/smea-cosmari-monachesi-acquisizione-tramontata-spunta-una-gestione-condivisa/338813/
https://www.cronachemaceratesi.it/2011/12/08/servizi-pubblici-locali-e-societa-partecipate/129157/
https://www.cronachemaceratesi.it/2011/01/24/pubblico-e-bello%e2%80%a6-ma-non-e-sufficiente-per-garantire-efficacia/55350/
L ‘ avvocato Perticarari fa parte di un partito? ! E quale? Spero non il pd!
L’avvocato Perticari pone un problema di governance delle partecipate pubbliche su cui non mi addentro avendo un rilievo che certo non è solo locale. Io vorrei cercare di riflettere su quello che sta succedendo e su quale sia il riflesso per l’interesse pubblico della città. Allora noi abbiamo un bene di proprietà pubblica (la struttura parcheggio ) data in gestione ad un privato che non sta producendo l’utilità che ci si aspettava . Parlo soprattutto di utilità pubblica. Se non ricordo male il tasso di occupazione del parcheggio è mediamente del 10% quando in città ci si lamenta circa l’assenza di parcheggi, soprattutto a servizio del centro storico (ed è difficile negare che questo non lo sia visto che in pochissimi minuti si accede agevolmente a tale zona della città). Lo scarso risultato ha certamente molte cause fra cui anche l’insipienza del gestore o i suoi errori (prezzi alti , gestione mediocre o sciatta).
Questo è indubbiamente uno SPRECO! Uno spreco sul quale è del tutto ragionevole riflettere con l’obiettivo della sua eliminazione, PRIMA di decidere onerosi (non solo economici) investimenti in altre strutture del genere. Riflettere significa secondo me fare i conti con i contratti in essere e valutare delle opzioni alternative per rendere nuovamente (o finalmente ) fruttuosa questa infrastruttura. Riflettere significa mettere in linea costi e ricavi , opportunità e rischi e quindi in maniera trasparente trarne le conclusioni. Per quanto mi sembra di capire oggi siamo in questa fase e non posso considerarlo un passaggio inutile, per l’interesse pubblico. Fare questo passaggio ad oggi non significa regalare soldi ai privati ma valutare tutte le alternative e poi prendere la decisione più opportuna. Sempre meglio concludere uno studio di fattibilità con un risultato negativo (valutando che la soluzione non è conveniente) che costruire un nuovo parcheggio poco utilizzato o ininfluente per obiettivi di mobilità che si pensava di risolvere.
Gentile Sig.ra ” Duse”,
mi sfugge il senso della sua domanda…..ma evidentemente io sono ancora affezionato a quella vecchia convinzione per cui si possa esprimere le proprie opinioni “senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione”….mi scusi se cito la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, capisco che é obsoleta…