L’ingresso in tribunale di Luca Traini
di Federica Serfilippi (foto Giusy Marinelli)
Nessuno sconto per Luca Traini: 12 anni per il reato di strage aggravato dall’odio razziale. E’ stata confermata integralmente in appello la sentenza emessa il 3 ottobre 2018, in abbreviato, dalla Corte d’Assise di Macerata. Rigettata la richiesta avanzata dal difensore del trentenne maceratese di una nuova perizia psichiatrica. E rigettata pure l’istanza di scarcerazione: Traini, accusato anche di porto abusivo di armi, esplosioni pericolose e danneggiamenti, deve rimanere a Montacuto.
Traini in tribunale
«Mi aspettavo la condanna per strage. Ora attendo la verità anche per Pamela, Oseghale non può aver fatto tutto da solo» ha detto l’imputato uscendo dal tribunale anconetano, scortato dagli agenti della Polizia Penitenziaria. Al contrario di quanto avvenuto in primo grado – quando aveva chiesto scusa alle vittime – questa volta non ha voluto rilasciare dichiarazioni in aula. Il verdetto emesso dalla Corte d’Assise di Appello è stato letto alle 18,05 dal presidente Giovanni Trerè dopo quattro ore di camera di consiglio, seguita alla discussione delle parti andata avanti per tutta la mattinata. L’avvocato di Traini, Giancarlo Giulianelli aveva chiesto una nuova perizia, ribadendo anche l’insussistenza dell’aggravante dell’odio razziale e la configurabilità del reato di strage. Il procuratore generale Sergio Sottani aveva invece chiesto la conferma della condanna a 12 anni, sostenendo l’impianto accusatorio del procuratore capo di Macerata Giovanni Giorgio. La sentenza di oggi ha anche confermato il valore delle provvisionali concesse alle parti civili. Tra queste, le sei persone di colore (cinque uomini e una donna) ferite da Traini per le vie di Macerata, il Pd (la sede era stata colpita), due ragazzi che erano sfuggiti ai proiettili e i proprietari degli immobili danneggiati dai colpi della Glock impugnata dal 30enne. Il difensore Giancarlo Giulianelli ha già preannunciato il ricorso in Cassazione dopo la lettura delle motivazioni della sentenza, attese tra 90 giorni. «Certamente mi aspettavo un esito diverso – ha detto -. Ritengo che sul reato di configurabilità di strage si possa discutere molto. Traini è stato sempre molto tranquillo durante le fasi del processo». Il raid razzista è datato 3 febbraio 2018. Quella mattina, Traini iniziò a sparare a casaccio contro gli africani che incontrava per strada, secondo l’equazione neri uguale spacciatori. Il suo intento, dichiarato, era quello di vendicare l’omicidio di Pamela Mastropietro, la 18enne romana uccisa e fatta a pezzi tre giorni prima del raid razzista. Per quell’assassinio è stato condannato all’ergastolo il nigeriano Innocent Oseghale. Proprio a Pamela è dedicato il libro che il 30enne ha scritto in carcere con la collaborazione di un altro detenuto. Parla della sparatoria che per quasi due ore ha tenuto sotto scacco Macerata.
(Ultimo aggiornamento alle 20)
Nicola Perfetti, avvocato del Pd di Macerata che si è costituito parte civile, Stefano Di Pietro, segretario del partito e Giancarlo Giulianelli
L’arrivo di Traini
Stefano Di Pietro
Sia lodato il cuore immacolato di Maria
Perché a chi fa vittime e pure con crudeltà danno pene molto minori?!?
Non ho parole....!!
Mi pare il minimo
Bene anzi benissimo
Se li merita tutti.
Strage? Ma de che! Tentata strage! Oseghele fra un po’ sarà libero, e tutti sappiamo quello che ha fatto, a lui 12 anni. Come cambiano le regole quando fai qualcosa contro gli extracomunitari e non viceversa. Queste cose solo in Italia
Dimenticavo lui è italiano laltro che ha ucciso è clandestino
La legge non è uguale x tutti
Gli sconti solo agli extracomunitari
Non ha ammazzato nessuno gli altri sono fuori
La strage.... Gji altri 3.. Hanno fatto a pezzi una povera ragazza. Uno in carcere gji altri 2.. a spasso!!
Comunque è tentata strage....la strage si fa con le vittime che a quanto pare non ce ne sono state.....nel frattempo gli assassini quelli veri tornano ai giardinetti a spacciare.....che bell’Italia ❤️
Purtroppo questa è la giustizia italiana chi ha ucciso tre persone a picconate è fuori chi ha sparato ferendo tre/quattro persone viene accusato di strage
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Non si vedrà mai chiaro in tutta questa vicenda se non si parte dall’inizio. Prendiamo una metafora sanitaria da prendere così alla buona. Lontano dal cuore parte un trombo che se sfortunatamente non si blocca da qualche parte raggiunge il cuore o che e il trombo provoca la morte. Ecco è dal qui che bisogna cominciare ad indagare.Una buona partenza è quella di ipotecare che il trombo si sia formato all’arrivo in zona. Chi vuol capire capisca. Tornando al processo, la Cassazione ha tutte le armi per poter sviscerare articoli del codice penale che in questo caso sono veramente da studiare profondamente anche dal punto di vista lessicale.
Sono sempre pochi i 12 anni confermati per il reato di strage aggravata dall’odio razziale. Il neonazista Traini voleva e poteva uccidere, è stato solo un caso se non c’è scappato il morto alla fine; se lo ricordino i vari commentatori che lo giustificano e minimizzano scrivendo erroneamente che ha ferito solo due o tre persone…
Feliciotti, lei quanto avrebbe comminato al signor Traini?
C’è una cosa che forse non è chiara a molti: Una ragazza è stata uccisa e un militante leghista si è svegliato e dopo aver sentito alla radio la notizia ha preso la sua pistola e ha fatto un giro della città con l’intenzione di sparare ai neri.
Entrambe i fatti sono da condannare fermamente, punto. Nessuno deve permettersi di scrivere “tizio non ha ucciso nessuno” o “gli altri hanno fatto questo” o peggio ancora “la giustizia italiana”, se il processo al sig. Traini è andato veloce è solo per il fatto che di suo pugno ha ammesso i fatti (e le motivazioni) e pertanto non si è dovuto dimostrare un bel niente (a casa mia si chiama patteggiamento).
Per l’omicidio Mastropietro evidentemente dichiarazioni spontanee non ce ne sono, quindi va tutto dimostrato: nelle maglie della giustizia purtroppo ci si può perdere perché per troppo tempo quest’ultima è stata violentata per il potente di turno (prescrizioni varie). Quindi smettetela di vomitare rabbia, di fare i tifosi, diffondere livore senza senso, o addirittura puntualizzare i termini come se a decidere i capi di accusa foste voi, laureati all’università della strada…
Scomodiamo persino la fisiopatologia delle embolie pur di concedere attenuanti ad una persona con evidenti segni di squilibrio, cose da pazzi.
Tale vicenda esprime soltanto la tristezza della società in cui viviamo: una ragazza finita in comunità a meno di 18 anni, un ragazzo mentalmente fragile, altre persone che non seguono volutamente percorsi di integrazione perché spacciare è più redditizio. Non c’è niente da salvare in tutto questo, ma quello che vi importa è “a lui 12 anni, gli altri a spasso”… evidentemente vi basta poco per eccitarvi.
Emblematico il fatto che abbia sparato verso la sede del PD, forse ritenendoli (e ciò fa riflettere) a modo loro responsabili. Meditate gente.
Purtroppo questa giustizia non è uguale per tutti. Speriamo che si risolva nel modo giusto e che venga data la pena giusta a chi la merita
L’attentato di via Rasella fu un’azione della Resistenza romana condotta il 23 marzo 1944 dai Gruppi di Azione Patriottica (GAP), unità partigiane del Partito Comunista Italiano, contro un reparto delle forze d’occupazione tedesche, composto da reclute altoatesine. Fu il più sanguinoso e clamoroso attentato urbano antitedesco in tutta l’Europa occidentale[3].
L’azione, ordinata da Giorgio Amendola, consistette nella detonazione di un ordigno esplosivo al passaggio di una colonna di soldati in marcia e nel successivo lancio di quattro bombe a mano artigianali sui superstiti. Causò la morte di trentatré soldati tedeschi (non si hanno informazioni certe circa eventuali decessi tra i feriti nei giorni seguenti) e di due civili italiani (tra cui il dodicenne Piero Zuccheretti).
Fin dalle prime reazioni, l’attentato è stato al centro di una lunga serie di controversie sulla sua opportunità militare e legittimità morale, che lo hanno reso un caso paradigmatico della «memoria divisa» degli italiani[4]. Nella lunga storia processuale dei fatti del marzo 1944, anche la legittimità giuridica dell’attentato è stata oggetto di valutazioni diverse: sul piano del diritto internazionale bellico è stato giudicato, da tutte le corti militari britanniche e italiane che hanno processato e condannato gli ufficiali tedeschi responsabili delle Fosse Ardeatine, un atto illegittimo in quanto compiuto da combattenti privi dei requisiti di legittimità previsti dalla IV Convenzione dell’Aia del 1907; sul piano del diritto interno italiano è stato invece considerato, in tutte le sentenze emesse sul caso da giudici civili e penali, un atto di guerra legittimo in quanto riferibile allo Stato italiano allora in guerra con la Germania. Tale riconoscimento di legittimità ebbe luogo, secondo l’interpretazione di alcune sentenze al riguardo proposta da alcuni autori, in forza di una legislazione successiva al compimento dell’attentato[5]
Le motivazioni dell’attentato sono diverse: secondo un’intervista resa nel 1946 dal gappista Rosario Bentivegna, «scuotere la popolazione, eccitarla in modo che si sollevasse contro i tedeschi»[9]; secondo la deposizione di Giorgio Amendola al processo Kappler (1948), indurre i tedeschi al rispetto dello status di Roma città aperta smilitarizzando il centro urbano[10]; secondo la Commissione storica italo-tedesca (2012), contrastare l’occupante e «scuotere la maggioranza della popolazione civile dallo stato di attesa passiva in cui versava»[11].
Pianesi legga e cerchi di capire. Sbraitare non serve a niente. Si prenda un calmante. Traini e relativa condanna ben poco c’entrano con il mio commento.
Beh però copia e incolla da Wikipedia riesce bene… finché continuate a tirare fuori la seconda guerra mondiale sarete solo che delle macchiette.
No Iacobini, non sono né egregio né troll come lei. Ho soltanto l’accortezza di contare fino a 10 prima di scrivere a vanvera. Bacioni (visto che capisce solo questo linguaggio) Questo è un esempio di copia e incolla di un fu commento del Pianesi. Farlo da Wikipedia che comunque qualche errore può contenerlo, evita comunque di parlare a vanvera come quando si crede di aver capito e non si è compreso un tubo. Il commento di Pavoni, oltre ad essere più che legittimo si inserisce perfettamente nel contesto di questa discussione. Il suo anzi i suoi a mio modestissimo parere lasciano molto a desiderare. Probabilmente la seconda guerra mondiale per lei non è così importante come magari crede che siano i suoi commenti o la sua vita di cui sinceramente a me non può fregarne di meno. Visto che poi Lei ama dilungarsi per dimostrare le sue ragioni, con me lo eviti proprio.La trovo noiosissima.
Un fiume in piena il capo della polizia Franco Gabrielli al Festival delle Città, in corso a Roma. «I dati sulla criminalità sono incontrovertibili, da 10 anni c’è un trend in calo complessivo dei reati. Ma c’è anche, negli ultimi anni, un aumento degli stranieri coinvolti tra arrestati e denunciati, questo è inequivoco». Poi il prefetto snocciola i dati: «Nel 2016, su 893mila persone denunciate e arrestate, avevamo il 29,2% degli stranieri coinvolti; nel 2017 la percentuale è salita al 29,8%, nel 2018 al 32% e in questo 2019 che sta quasi finendo il trend è lo stesso, siamo quasi al 32%. Tenendo conto che gli stranieri nel nostro Paese, sono il 12%, tra legali e non, questo dà la misura del problema», conclude.
Fine del copiaincolla. Quando poi il reato è la macellazione di una diciottenne pellegrina è difficile non impazzire e forse anche ingiusto.
Per la precisione:la pena di 12 anni più due di libertà vigilata è il frutto del rito abbreviato che gli ha permesso di usufruire di 8 anni di abbuono.
@Micucci: Guardi se l’ho trollata mi dispiace, ma non doveva arrivare a scomodare i meccanismi del corpo umano che immagino conoscerà benissimo. Ciò che io ho compreso dell’intervento del Sig. Pavoni è che si intende paragonare un’azione compiuta in un contesto storico-culturale molto differente da quello del 2018: se un’attacco dei gappisti voleva innescare la miccia per una reazione popolare contro l’invasore tedesco, non credo che l’azione di un singolo cane sciolto possa neanche lontanamenente ambire a sortire un tale effetto, anche perchè gli invasori li vede solo lei caro Micucci, dato che la presenza sul suolo italiano degli immigrati è dell’8,7%. Quindi restando nel suo stesso campo di gioco, questo trombo non è poi così tanto dannoso, sappia pure che un piccolo trombo può anche dissolversi prima di arrivare ad un qualsiasi organo.
@Pavoni: impazzisca lei ma non si dia giustificazioni, ne le dia a terzi; poteva uscire di casa quel giorno e sparare all’impazzata no?? L’ipocrisia non ha limiti, come non ricordare le varie interviste in tv in cui molte persone dicevano “peccato che non li ha ammazzati”…
Pianesi, tutto il mio primo commento non è riferito ai migranti, ma a tutt’altra cosa che non posso spiegare esplicitamente per evitare che il mio commento si dissolva nell’aere. Già successo. Quando dico che chi vuol capire capisca,sa di che parlo e di chi parlo.
@Micucci, la lascio al suo parlare in codice… saluti