di Cronache Maceratesi
«Leggendo i commenti si può affermare che una tastiera e una connessione sono diventate due armi troppo pericolose». E’ l’era dei social, l’altra faccia della libertà di espressione innalzata all’ennesima potenza. Quella frase è del nostro lettore Elvis Castagna, uno dei tanti commenti, centinaia a dire il vero, apparsi su Facebook sotto agli articoli pubblicati sulla sentenza con cui Luca Traini è stato condannato a 12 anni per strage con l’aggravante dell’odio razziale per il raid del 3 febbraio scorso a Macerata. Un caso di rilevanza internazionale, che – a quattro giorni dal brutale assassinio di Pamela Mastropietro – ha riportato suo malgrado la città sui tg e i quotidiani di mezzo mondo. E che inevitabilmente ha dato la stura al popolo del web, sia subito dopo l’attacco, sia ora che i giudici della Corte d’assise hanno messo un punto, cristallizzando quantomeno la verità giudiziaria. E come la pensa il popolo del web? Il popolo del web è il popolo di Traini, almeno per la stragrande maggioranza. Basta scorrere i vari commenti – sia sulle cronache locali che su quelle nazionali – per vedere che la maggior parte delle persone è in qualche modo solidale con il 29enne maceratese. E se è vero che il popolo del web rappresenta la pancia del Paese, non si può non avvertire una deriva razzista. Con Macerata a rappresentare un piccolo ma significativo spaccato, almeno da febbraio, quando è diventata palcoscenico nazionale della campagna elettorale per le politiche. E quando anche per strada in tanti commentavano con quel “Ha sbagliato… Però…” e qualcuno arrivava a plaudire il gesto di Traini.
Ma partiamo dai fatti. Questo ragazzo di 29 anni, neofascista dichiarato con la zanna di lupo tatuata sulla tempia e il Mein Kampf nel cassetto, ex candidato della Lega a Corridonia con zero voti all’attivo, il 3 febbraio si è alzato dal letto, ha preso la pistola che deteneva per uso sportivo, un carico di munizioni ed è entrato in auto. Dopodiché ha iniziato a sparare ad altezza uomo dalla sua Alfa 147 nera in corsa per le vie di Macerata e dintorni. Sei i feriti, due gli scampati: tutti neri. Alcune vetrine trivellate, con i proiettili finiti a pochi centimetri da clienti che stavano facendo colazione o semplicemente chiacchierando. Per concludere la sua folle corsa è poi andato al monumento dei Caduti e si è irrigidito in un saluto fascista, con la bandiera dell’Italia sulle spalle. Arrestato, è stato processato e condannato in primo grado a 12 anni per strage (nell’ordinamento giuridico italiano non esiste il reato di tentata strage, mentre quello di strage si configura quando qualcuno attenta all’incolumità pubblica) con l’aggravante dell’odio razziale. Questa ormai è storia. Il resto sono commenti, opinioni e interpretazioni. Cosa l’abbia spinto a mettere in atto quella follia, poco importa. E’ una sua interpretazione, una sua giustificazione a cui si può credere o meno. Che si sia pentito, e se il suo pentimento sia sincero o meno, altrettanto. Di sicuro è arrivato solo poco prima della sentenza, in aula.
Ecco invece una carrellata con alcuni dei commenti infarciti di rimandi ad altre notizie di cronaca, odio, prese di posizione discutibili. Frasi che con i fatti c’entrano poco o niente. A leggere l’insieme sembrano troppo ottimistiche anche le parole del sindaco Romano Carancini, che subito dopo la sentenza ha parlato di un ulteriore passo verso la serenità.
Roberta Mataloni: «Io sono curiosa di sapere invece che fine farà quello che è stato ferito e risultato spacciatore (uno dei sei neri colpiti da Traini, poi arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e non per spaccio, ndr)…..tocca pure ripagallo che schifo…….condanno il gesto che ha fatto Traini solo perché poteva andarci di mezzo persone innocenti …ma ha avuto le palle di fare quello che tanta gente normale ha magari pensato di fare quando va in giro per Macerata o portano i loro figli ai giardini …..ci siamo rotti de sta gente. A prima che me lo dite voi …si so razzista o meglio tutto sto schifo mi c’ha fatto diventa».
Max Fontana: «Colpevole? Sicuro! Ma di strage? Allora dovrebbe essere la stessa cosa per ogni spacciatore».
Fabio Astolfi: «Solidarietà x Traini».
Silvia Carletti: «Ma magari se ne facesse solo 5!! Perché non ha ucciso nessuno!! E bisogna pure pagare il bastardo dello spacciatore??? 10 mila calci in c… altro che risarcimento».
Michele Conte: «Mi dispiace».
Giacomo Latini: «Vergogna».
Manolo Valnerina Petracci: «È stato volontario il fatto di non uccidere, credo che abbia fatto ciò che quasi tutti i cittadini d’Italia stanchi di questa situazione pensano…da solo perché lo Stato non è più a mio parere con i suoi cittadini».
Bruno Crescimbeni: «Io non riesco a capire una cosa: a Traini che alla fine non ha ammazzato nessuno 12 anni di galera; a quei “signori” neri che spaccio droga e ammazzano i nostri giovani/figli li rilasciano dopo 24 ore e non riescono neanche a rimandarli al loro paese. Vi sembra giustizia questa?».
Andrea Bianchini: «Chi protegge spacciatori e gente di m…. che non lavora meritate l’invasione a Macerata di questi soggetti».
Tonino Amatucci: «Aggravante di strage e non ha ucciso nessuno! Gli assassini di Pamela aggravante di macelleria? Vergogna Italiana, fa incazzare di più la gente e la rende più razzista.l’Italia con tutti questi extracomunitari sta diventando uno schifo!».
Marco Bravi: «Se potessi prendere io il posto di Traini senza fare reati……l’Italia è invivibile, tutti contro tutti, si sta’ meglio in galera a occhi chiusi».
Massimo Chiupo Pagnanini: «Certo è bianco. Se era di un colore più scuro….poteva uscì poco dopo processo. Viva la Magistratura».
Moreno Pazzelli: «Me pare sinceramente tanti e troppi..Chi ha ammazzato?»
Loris Cingolani :«Ripeto, io quel giorno l’ho vissuto nella più completa normalità, cosa che non farei ai giardini Diaz di notte…»
Massimiliano Macellari: «Ha sparato a 6 persone, ferendole senza ucciderle per un puro caso. È stato condannato a 2 anni per ciascuna delle 6 persone a cui ha sparato e che, ribadisco, per un caso fortuito non ha ucciso. 2 anni per ciascun tentato omicidio è tanto?»
Matteo Lini: «Paragonare una strage in questo caso è un offesa per le vittime delle vere stragi! Questa giustizia è di facciata per evitare altri casi simili!! Libero era un po troppo forse ma almeno giudicatelo e condannatelo per quello che ha fatto!»
Erika Marinsalta: «Non c’è più giustizia…. E poi condannato per strage ma a chi ha ammazzato? Voglio vedere a quei neri che veramente hanno fatto una strage quanto gli danno…. Mah tieni duro Luca…».
Selina Fulli: «Ma quale strage???»
Isabella Corsetti: «12 e non ha ucciso nessuno. Mah…»
Manuela Mattioni: «Solo un grande dispiacere..Giustizia per Traini».
Andrea Canzi: «Tipicamente da fascisti sono quei vili comportamenti da rinnegati e il loro falso pentimento e il chiedere scusa opportunista… vili fino alla fine».
Cinzia Incicco: «Giusto è non dimentichiamoci la discoteca a Sforzacosta e il bar a Casette Verdini. Ci poteva stare chiunque. Un pazzo che va sparando in macchina poteva colpire chiunque. Di sabato mattina nel centro di Macerata. Ma cosa insegnamo ai nostri figli. Che è giusto andare in giro armati a ammazzare. Una persona così cova dentro odio e basta. Nessun raptus sapeva bene cosa andava a fare.
Mauro Brugiamolini: «E a quello che ha tagliato l’orecchio a Lanciano?? Che giudici di m…. che abbiamo… Compagni e di m».
Di seguiti altri commenti che invece condannano senza se e senza ma il gesto di Traini rispondendo a chi lo difende.
Giovanni Monaldi: «Questo sparava ad altezza uomo…É stato fortunato a non uccidere nessuno altrimenti prendeva l’ergastolo…come si fa a non capirlo?»
Luca Tombesi: «Che pena che mi fate. Continuate ad inneggiare ad un idiota che ha sparato da una macchina in pieno giorno e solo per caso non ha provocato una strage. Mi chiedo cosa avreste scritto se uno di quei proiettili vaganti avesse colpito uno dei vostri cari…»
Luca Sardellini: «Chi lo difende dovrebbe solo vergognarsi…. Difendere chi ha tentato di commettere una strage è ignobile. Siete imbarazzanti».
Pietro Alessandro Preve: «Il popolo di mediocri e tristi maceratesi accorre a difendere uno che ha sparato a 6 persone. Ma vergognatevi, come mi vergogno io a essere nella vostra stessa regione».
Mauro Romoli: «A tutti quelli che difendono Traini chiedo una semplice cosa: ma visto che venerate così tanto ciò che ha fatto perché non lo avete fatto anche voi (prima o dopo di lui)? Adesso magari non lo fareste perché potreste dire di non aver voglia di prendervi 12 anni, ma fino a 2 ore fa che la sentenza non era stata emessa perché nessuno di voi lo ha emulato visto che aveva fatto bene a fare quel che ha fatto e che il suo unico peccato era aver avuto poca mira?».
Paola Cioppettini: «Mi sembra che abbiamo proprio perso il controllo, tutta questa gente che si permette di commentare una sentenza data da giudici che hanno studiato anni e anni, ma dove ci hanno portato questi pazzi che ci governano? Perché tutto parte da li, parte da un ministro dell’Interno che si permette di sbeffeggiare commissari europei, da un altro ministro che dall’alto della sua ignoranza abissale si permette di trattare professori con un curriculum da paura come fossero persone ignoranti che non sanno di cosa parlano. Tutto nasce da li. Per tornare a Traini forse non vi ricordate che questa persona ha terrorizzato una città, noi eravamo a scuola e non siamo potuti uscire per mezz’ora, il panico era incredibile, potevano esserci tutti gli studenti che uscivano da scuola proprio in quel momento e qualcuno poteva rimanere ucciso (non è successo solo grazie alla prontezza del nostro sindaco che ci ha praticamente sequestrato!!!)
E voi vi permettete di giudicare troppo grande una condanna a 12 anni?? Senza conoscere la legge, senza considerare niente di quello che poteva accadere e solo per un caso non è accaduto?? Ora basta, ognuno torni a fare il proprio mestiere, i giudici fanno i giudici e solo loro!!».
Mirco Gironella: «Premetto che non sono il classico “buonista” (come dite in molti), appoggio questo governo ed ho votato 5stelle. Non potete dire che è troppo dai… Chi esce di casa con una Glock in mano per farsi giustizia da solo, con aggravante razzista, non meriterebbe 10 anni di carcere almeno?? Per fortuna non è come la pensate voi altrimenti ci sarebbe il Far West per le nostre strade».
Marco Caciorgna: «È un pazzo li al bar a Casette Verdini c’erano 2 amici x fortuna non si trovavano nei pressi della porta».
Renato Rinaldi: «Dizionario Treccani, “STRAGE”: in diritto penale, delitto di strage, il più grave dei delitti contro l’incolumità pubblica, consistente nel compiere coscientemente atti che possono creare pericolo per la vita e l’integrità fisica della collettività e determinare eventualmente la morte di una o più persone (nel qual caso si applica la pena dell’ergastolo)»
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Secondo me, un conto è condannare l’attività degli spacciatori, che io punirei molto più severamente di quanto le attuali leggi consentano, perchè qualsiasi cessione di droga può, per un motivo o per un altro, portare anche alla morte dell’assuntore (si tratta quindi di un reato ben più grave di quanto mostri di ritenerlo il nostro legislatore, che di fatto, come da me scritto più volte, a mio avviso fa di tutto per agevolare il traffico e lo spaccio di droga e quindi per vanificare l’attività delle forze dell’ordine).
Un altro conto è considerare eccessivamente pesante la condanna della Corte di Assise e quindi in qualche modo giustificare Traini, che ha rischiato di uccidere diverse persone del tutto innocenti, scelte non a caso ma sulla base del colore della pelle (chiamasi razzismo) e sulla base della altrettanto razzistica equiparazione tra spacciatori e persone di colore, ferendone comunque sei.
Traini, secondo me, quando uscirà (dopo una sentenza che più equilibrata non poteva essere)dovrà andare a Loreto per ringraziare Dio che, a seguito del suo folle gesto, per puro caso (solo per puro caso) non ci sia scappato il morto, perchè altrimenti si sarebbe preso l’ergastolo.
E comunque, vorrei chiedere agli esaltatori di Traini come conciliano queste loro celebrazioni con il pentimento dello stesso Traini e le sue scuse presentate alle vittime effettive e a quelle potenziali del suo raid. E come conciliano queste loro celebrazioni con la totale e netta presa di distanza da Traini di tutti i familiari di Pamela Mastropietro.
Bonmarito scusi ma secondo lei ad oseghale …quando riusciranno a processarlo…daranno l’egastolo oppure con attenuanti e varie riuscira’ ad avere meno di Traini???
Caro Bommarito, non se ti ricordi di me, ci siamo frequentati per un periodo in gioventù a Macerata, il tuo ragionamento è perfetto. Ma non so se ti capita di camminare per strada e incontri queste persone di colore che non fanno nulla, che ti tampinano per chiederti soldi, insistenti, spavaldi e se
esci dal supermercato e ti chiedono l’euro del carrello e tiri fuori il gettone, ti
mandano pure in quel paese. Be a me non sta bene, spacciano droga in ogni angolo, forse la Macerata che ricordo io
non era questa. Personalmente non ac-
cetto questo stato di cose, ma non per questo mi sento ne fascista ne nazista, mi reputo una persona normale. Sbaglio?
Saluti.
Che Traini abbia sbagliato, anche se ha agito per vendetta ed in un momento, probabilmente, di esaltazione, è un fatto, egli poteva colpire, con quegli spari, chiunque, anche dei bambini; Tuttavia credo proprio che, a tutti i buonisti della domenica, ed anche del lunedì (poi magari il martedì, dimenticata la messa, tornano a farsi gli affaracci propri..), ed ai paladini dell’accoglienza (quale, però..), dovrebbe, questo fatto, in conseguenza di un orrendo omicidio, far riflettere, ma non sul ritorno del fascismo, razzismo, eccetera eccetera, con delle bellissime e magnifiche retoriche (degne dei santi più santi, si, in Paradiso..!?), ma su cosa sta creando questa cosiddetta accoglienza, che permette a tanta feccia straniera di accomodarsi sul territorio italiano, mantenuti, e bene, dalle nostre tasse, per poi, come riconoscenza, dedicarsi alle più svariate, nauseabonde e redditizie attività criminali. So bene che questa mia speranza rimarrà, quasi sicuramente, vana, ma almeno riflettete, ogni tanto, e non solo davanti ad uno..specchio. gv
Quello che ha fatto Traini è esecrabile, sia che ne sia stato consapevole sia che no. Speriamo che non faccia mai proseliti e che non abbia ammiratori. L’esercizio arbitrario delle proprie ragioni è un reato. L’art 393 Codice Penale punisce chiunque, al fine di esercitare un preteso diritto, potendo ricorrer al giudice, si fa arbitrariamente ragione da sé medesimo usando violenza o minaccia alle persone. La pena stabilita è la reclusione fino a un anno. Si applica anche la multa fino a 206 euro qualora il fatto sia commesso con violenza pure sulle cose. La pena è aumentata se la violenza o la minaccia è commessa con armi.
Quindi per avere la riparazione delle ingiustizie subite, se ve ne sono, c’è solo la strada della giustizia. Lenta ma sicura.
Per Gualtiero Ceresani
Non credo manchi molto per l’inizio del processo a Oseghale. L’esito sinceramente è molto difficile da prevedere, perchè l’omicidio volontario per il quale è imputato (oltre a reati vari di spaccio, per i quali è già in corso un separato processo, e gli altri legati alla violenza sessuale e alla distruzione e all’occultamento del cadavere) poggia, ad oggi, su una perizia del Pubblico Ministero, che non è il Giudice, ma solo una parte processuale. Questa perizia è stata già fortemente contestata dai periti della difesa.
Sicuramente il Giudice disporrà una nuova perizia medico-legale, e dagli esiti dipenderà molto la sorte di Oseghale (un conto, infatti, è essere condannato per omicidio volontario, tutt’altra cosa per morte dovuta all’attività di spaccio).
Certamente Oseghale ha fatto delle cose orribili e, come sostiene la famiglia, quasi certamente non le ha fatte da solo, anche se fino ad oggi non è stato possibile individuare i suoi complici. Tuttavia, per condannare chiunque per qualsiasi reato ci vogliono prove certe.
In questo contesto un fatto nuovo molto importante emerso solo di recente è la testimonianza di un compagno di cella di Oseghale, che avrebbe raccolto alcune sue confidenze, nel corso delle quali egli si dichiarava colpevole della violenza sessuale e dell’accoltellamento, e parlava anche di un altro nigeriano presente nella stanza ove è stato consumato l’omicidio. Non saprei comunque dire quanto sia credibile questo ultimo testimone.
Sarà di certo un processo molto combattuto. In ogni caso mi auguro giustizia per Pamela.
Leggendo i commenti riportati nell’articolo, comunque, non mi sembra proprio che ci sia un “Popolo di Traini, anzi, ma tutt’altro; mi pare proprio che ci sia un popolo che su Traini e su quel che ha fatto, fa dei confronti, che mi sembrano anche abbastanza condivisibili, mentre dall’altra parte non solo c’è un “Popolo” che vorrebbe mettere Traini a testa in giù, ma anche un “Popolo” che è per gli stranieri e contro gli italiani. Ideologia!?..Partigianeria!?..Esterofilia!?..”Paraocchieria”!?..Stupidità..!? Fate Voi. Amen. gv
Se ricordo bene, Traini cerco dapprima di sparare a “Innocent” tipo Jack Ruby con Lee Oswald, rinunciando per la numerosissima presenza delle forze dell’ordine e poi già ben carico psicologicamente, forse un po’ confuso e tanto arrabbiato, si mise a sparare sulle persone di colore e ai simboli del Pd, partito a cui giustamente dava la colpa per la presenza di tanti di loro per le strade di Macerata e chissà che forse non avrebbe sparato anche a qualche bianco che nella sua mente poteva collegare a questa massiccia presenza. Del resto, anche in tante altre menti quest’ultima concausa è stata oggetto di scritti, accuse verbali ecc. Di certo si può affermare che l’omicidio e la sparatoria hanno aperto tutti quegli occhi sonnolenti che pensavano Macerata come la bella addormentata sulla collina. Fatto bene, fatto male ( la sparatoria ) divide critiche e coscienze. C’è da chiedersi come mai un episodio del genere qui in Italia, non sia stato assolutamente condannato. Quando in televisione ci arrivano le sempre più numerose immagini sulle stragi fatte nelle scuole americane, siam tutti pronti a condannare questi atti che dichiariamo subito di pazzia pura a prescindere dal colore della pelle delle vittime. Ma in questo caso,noi italica gente, ci siamo trovati alquanto divisi. E lo siamo ancora. Mi auguro soltanto che chi la pensa in un modo o nell’altro, lo faccia in buona fede e non per convenienze anche politiche o perché, per carità signora mia ma il razzismo è sempre da condannare. Non faccio nomi e cognomi per non essere ancora denunciato per dire semplici verità che a me non farebbero né caldo e né freddo mentre alcuni lettori dei commenti, si sentirebbero atrocemente calunniati. Ai giudici l’ardua sentenza! Per quanto riguarda e chiede l’avvocato Bommarito sul perché la famiglia di Pamela prenda le distanze da Traini, non saprei proprio dirlo. Se mi fossi trovato al loro posto non credo che le avrei prese nonostante le persone rimaste coinvolte nella sparatoria erano estranee al fatto. Ma in una circostanza del genere potrei affermare con tutta sicurezza che mi sarei arrabbiato moltissimo e da qui a giustificare Traini poco o niente ci sarebbe passato. Di certo se avesse raggiunto lo scopo primario cioè arrivare a quello che si ritiene il vero colpevole ( almeno lo si riteneva ) mi avrebbe dato sicuramente qualche sensazione di cui non mi sarei certo vergognato. La famiglia mi sembra voglia tenere le due cose ben distinte per non perdere di vista il loro primario interesse che è quello di ottenere giustizia in maniera legale e che gli inquirenti non si facciano distogliere da altro. Io mi sarei limitato a dire al massimo che le due cose se pur collegate non devono mischiarsi, ma mai avrei detto di prendere le distanze da quello che aveva fatto Traini che in cuor suo cercava di far giustizia a modo suo o comunque così come il suo modo di vedere le cose lo ha guidato.
Bommarito, sia sportivo: crede lei che se un nigeriano si fosse messo a sparare da un’auto ai bianchi senza uccidere nessuno sarebbe stato condannato per strage con l’aggravante razzista? Io non ci crederei neanche se lo vedessi e allora dove sta la sentenza assolutamente equilibrata?
Caro Pavoni,
questo giornale è bello perchè consente a tutti di esprimere liberamente le proprie opinioni. Io spesso apprezzo le sue considerazioni, ma questa volta rimango della mia opinione e continuo a pensare che quella sentenza (che ha condannato Traini) avrebbe potuto essere anche più pesante, per cui non posso non definirla equilibrata.
Perché ancora una volta nell’articolo di CM si trova scritto “e se è vero che il popolo del web rappresenta la pancia del Paese, non si può non avvertire una deriva razzista” ?
E’ ora suonata che questa parola abusata del RAZZISMO sia ricacciata in una cassaforte chiusa, specie se usata da fonti di informazione, è una inaccettabile etichetta per ridurre ad una bassezza ideologica quello che invece è uno stato di tensione e disagio REALI, scaturenti da una invasione REALE di gente senza arte né parte PERICOLOSA da tanti punti di vista per la nostra società. NON E’ UN PROBLEMA DI COLORE DI PELLE, se fossero stati bianchi sarebbe stato lo stesso, è solo un problema di NUMERI: quando una comunità concentra in sé un alto numero di reati è normale che la gente si esasperi e non voglia quella comunità a cui peraltro paga tutto. E non è una questione politica (rif. la facile etichetta PD=finte marce antirazziste e LEGA=demone razzista) perché quel che molti dimenticano è che i commenti su FB o CM vengono anche da persone che l’hanno sostenuto il PD e che hanno cambiato rotta con senso di schifo profondo. Persone che detestano la discriminazione razziale, ma detestano anche vedere minata la loro SICUREZZA da gente IMPORTATA (è brutto dirlo? pazienza! L’italia ne ha importati così tanti di delinquenti stranieri dagli anni 90 in poi…).
Con questo non giustifico l’atto di Traini, e nemmeno il suo “coraggio” (perché ci vuole davvero tanta dose di tante cose per mettersi in auto con una pistola carica e cominciare a sparare non sapendo se quello che stai mirando è magari l’unico ragazzo bravo appartenente a quella comunità con alta incidenza di delinquenza… ce ne vuole davvero), però un fatto è indiscusso: senza l’atto di Traini susseguito all’orrore della povera ragazza, non sarebbe cambiato nulla, nessuno dei cambiamenti che hanno seguito sarebbe avvenuto. A mio avviso nemmeno l’azione contro le ONLUS per frode fiscale (di cui non si parlava più da tempo se non erro).
Per Pavoni. Lei non ci crede. Ma quali sono, vivaddio, le considerazioni per cui la condanna non sarebbe possibile, specie con l’attuale compagine governativa, che sta ridando agli Italiani quella piena dignità e autorevolezza che finora era stata messa in dubbio e che invece i Francesi, gli Inglesi e i Tedeschi hanno sempre avuto?
L’equità della pena perché data con il rito abbreviato che toglie un terzo che fa 12, sennò sarebbe stato condannato a 18/22 anni con rito normale. E qui l’equità è un po’ discutibile. Il reato di strage così come viene posto dall’articolo di legge, come ho già scritto una volta è argomento per giuristi. Cercando di capire perché si parla di strage senza strage, ho letto su uno dei siti che trattano di leggi che è come se si dà fuoco ad un palazzo, non ammazzi nessuno però avresti potuto fare una strage. Non lo capisco ancora ma tant’è. Diciamo che la pena da scontare, se Traini si comporta bene sarè certamente più breve e fra qualche anno potrà cominciare persino a lavorRE ALL’ESTERNO DEL CARCERE PER POI RITORNARCI LA SERA FINCHé SARà DI NUOVO LIBERO. Il suo avvocato parla di appello per via dell’odio razziale che anche in un altro tribunale potrebbe essere accolto e con il rischio ( se anche con il rito abbreviato potrebbe succedere) che la pena venga da un’altra corte giudicata troppo benevola e di conseguenza aumentata. Anche per il reato di strage, come detto sopra ci sarebbe da discutere. Io, visto che non dovrebbe risarcire nessuno perché incapiente, lascerei le cose come stanno. Ecco, così, la condanna mi verrebbe equa.
Sig.ra Angelelli, nelle sue parole è evidente la deriva razzista cui CM ammonisce. Goffo tentativo di sdoganare la parola razzismo che evidentemente le appartiene, tante parole su bianchi neri invasione numeri pd lega e non un solo cenno al fatto che tutte le parole che utilizza si riferiscono ad una sola categoria: Persone. Ogni qual volta dimentichiamo che la responsabilità delle azioni è personale ( guardacaso ) non razziale, non riconducibile ad un gruppo di provenienza dimentichiamo che si ! siamo razzisti. Scopra all’estero quanto è fastidioso essere chiamata mafiosa per il fatto di essere italiana e poi ci racconta la sua bella storiella della cassaforte di nuovo.
Visti i nuovi intenti pedagogici di CM, sarà il caso che i lettori si autocensurino.
Al senato c’è un (uno solo) senatore di colore, Toni Iwobi, nigeriano. E’ tra le fila della Lega.
http://www.ilsecoloxix.it/p/speciali/2018/03/08/ACLhK5sB-senatore_colore_eletto.shtml
Condivido in maniera totale, parola per parola, l’intervento della signora Angelelli, cui segue questa mia riflessione sul concetto chiave da lei espresso che non può essere negato, e che se negato in nome del “ politicamente corretto” ,rischia di diventare una potente miscela esplosiva in ogni singola coscienza e specialmente in quella collettiva, quindi: massima attenzione anche da parte degli organi di stampa a quello che si chiama “principio di realtà”. La prendo alla larga per arrivare al punto. In ogni sceneggiatura filmica che si rispetti, ci sono sempre due figure contrapposte in cui il pubblico immedesimarsi per poi alla fine parteggiare per contrasto a tanto male e cattiveria umana con quella del buono: una è , difatti, quella dell’eroe positivo, l’altra quello negativo. Se i noti e c.d. fatti di Macerata fossero la trama di uno sceneggiato (magari, lo fossero stati) ebbene , a fronte dell’eroe negativo, Luca Traini, che nel soggetto potremmo chiamare “il vendicatore, il giustiziere solitario”, non ci sarebbe dall’altra parte l’eroe positivo con cui schierarsi come spettatore. E’ un dato di fatto, se per contro all’elemento scatenante della follia omicida nata nella mente di Traini, troviamo un vero assassino , o quantomeno in attesa di giudizio, una persona brutale , spregiudicata, vigliacca, disumana, capace di tutto fino a fare a pezzi il cadavere di una diciottenne in casa sua per liberarsene dopo avere avuto con lei rapporti sessuali, e da spacciatore abituale, fornitale anche una dose di droga. A meno che nel seguito della narrazione, per alcuni ma non per tutti, questa figura positiva venga vista come incarnata da una serie di manifestazioni e cortei di chiaro stampo politico di parte contro Traini perciò che per essi rappresenta, ossia il fascista, il razzista che spara e ferisce dei neri in quanto neri, e non perché Oseghale il suo antagonista sia di pelle nera, no, da cui l’aggravante di odio razziale in sede processuale, anche se, prova contraria non c’è, che comunque Traini avrebbe sparato nel mucchio di qualsiasi altra etnia se a commettere l’abominio sul corpo di Pamela fosse stato uno o più che non abbia avuto la pella nera, ma anche bianca o gialla o. E, a meno che ancora, il riscatto per il pubblico spettatore non giunga attraverso la corte di giustizia con una sentenza avvertita unanimemente come una giusta condanna nei confronti del personaggio negativo di questa trama, ahimé reale. Il film non è ancora finito, ma dalle testimonianze riportate nei commenti in articolo, per ora lascia insoddisfatti una metà e oltre degli spettatori. E questo è un altro fatto . Passo ora all’altro piano, quello che si scontra col principio di realtà messo in luce dalla signora Angelelli e purtroppo sottovalutato da chi oggi di sinistra: il sentimento popolare. Ma mi sono già dilungata abbastanza quindi vado di corsa su quest’aspetto fondamentale, per cui sarebbe necessario a tutti noi un ripasso di Storia nel ricordare che, mentre ci formavamo sui nostri libri di Storia, abbiamo dovuto scorrere pagine su pagine, capitoli su capitoli, prima di riuscire a maturare un concetto di Popolo non più come massa indistinta, “ il popolino che ragiona di sola pancia” ,fino ad arrivare finalmente nel secolo scorso al Popolo come unità capace di esprimersi e di rispetto nel suo sentire ,senza schernimento, senza reprimende da qualsiasi alto, senza etichetta di sorta, fino ad oggi , tornati alla deriva per cui chi è del popolo e per il popolo , paradossalmente pensato da parte della sinistra, viene degradato a semplice populista; termine bruttissimo e indegno da addebitare in una democrazia di popolo sovrano quale la nostra sancita nella Carta costituzionale . No signori occultisti: nascondere la polvere sotto il tappeto con la negazione della realtà a sé stessi e agli altri, serve solo ad incrementare la sporcizia e fomentare la cenere ardente sotto il fuoco che sembra spento con pericolosi processi di massa nella storia che, come risaputo, ha i suoi corsi e ricorsi.
Ringrazio il signor Iddas per l’attenzione riservata al mio intervento, non mi aspetto certo di essere condivisa da tutti né m’interessa farlo. I commenti dovrebbero sempre attenersi agli eventi e mai divenire frecciate personali ad altri commentatori, ma ognuno usa il buon gusto che ha. Rispedisco serenamente al mittente l’accusa di razzismo.
Vorrei ora invece dare una mia risposta squisitamente in chiave sociologica alle domande fatte da Bommarito nel suo primo commento, queste:” E comunque, vorrei chiedere agli esaltatori di Traini come conciliano queste loro celebrazioni con il pentimento dello stesso Traini e le sue scuse presentate alle vittime effettive e a quelle potenziali del suo raid. E come conciliano queste loro celebrazioni con la totale e netta presa di distanza da Traini di tutti i familiari di Pamela Mastropietro.” Nelle domande che poni, parli di pentimento, scuse, presa di distanza, ma sai bene, Giuseppe, che, come anche il perdono, sono termini che rientrano tutti in una sfera d’ azione individuale e quindi ricadono esclusivamente nei soggetti che li compiono, e dunque, non utili a comprendere la dimensione del fenomeno esteso all’esterno dello stesso Luca Traini, come se questo ormai si fosse sganciato da lui, dal suo gesto, ma vivesse di vita propria; cosa che, senza se, è esattamente quanto è stato . Per questo, serve rivolgersi ad una lettura in chiave sociale partendo dai fondamentali della sociologia , da Durkheim e “Il fatto sociale” e dell’agire sociale che riassumo qua e là per punti nodali: “Fatto sociale :“Modo di agire, di pensare, di sentire esterno all’individuo, appartenente alla comunità, che costituisce comunque un punto di riferimento ineludibile per l’individuo, che su di esso modella la propria identità.”
“Il punto di partenza del discorso sociologico di Durkheim è quello secondo cui i fatti sociali sono indipendenti dagli uomini. Come se la società non fosse un complesso di relazioni conflittuali in cui i continui adattamenti reciproci alle continue sollecitazioni reciproche non generano azioni quali strategie umane in cui veicolare i propri bisogni e i propri desideri. Possiamo tralasciare la credenza aprioristica che costruisce l’illusione degli individui secondo cui quelle azioni, in cui vengono veicolati i propri desideri e la propria libido, siano in grado di raggiungere gli obbiettivi immaginati, ma non possiamo dimenticare che qualunque azione fa l’uomo, qualsiasi sentimento esprima, qualsiasi emozione provi, si tratta di risposte alle sollecitazioni della società in cui vive. Una società che mette in atto azioni nei suoi confronti e a quelle azioni l’individuo risponde. Solo che, quando parliamo di società che agisce nei confronti del singolo individuo, non parliamo della società come astrazione, ma parliamo di individui che agiscono attraverso ruoli sociali e che, in quei ruoli, investono le loro strategie d’esistenza, le loro emozioni e le loro azioni. “
“Il fatto sociale non è portatore del solo fatto in sé stesso. Non è un oggetto in sé con una propria capacità di inferire nelle decisioni delle persone, ma è portatore di tutti i fatti che hanno costruito le condizioni affinché quel fatto si esprimesse.”
“Gli uomini sono legati da relazioni emotive. L’uno è legato all’altro mediante la struttura emotiva che si esprime attraverso la percezione empatica. Affinché si verifichi che la relazione empatica trasmetta il messaggio ad altre strutture emotive di altri uomini, è necessario che concorrano elementi capaci di legare le rispettive strutture emozionali con degli interessi, intenti, bisogni, progetti e scopi in modo da far sorgere, nelle persone, la tensione che “è possibile rimuovere un ostacolo per la propria vita”. In sostanza, non riesci ad incitare al linciaggio del “nero” se le altre persone non percepiscono quella presenza come minacciosa, immaginano un ostacolo per la propria vita e pensano che l’azione collettiva, alimentata da rabbia, li nasconda, individualmente, abbastanza da assicurare loro una certa impunità.”
E così concludo questa breve carrellata di concetti appartenenti alla disciplina sociale qui richiamata e che spero sia servita più ad illuminare la portata sociale dell’azione messa in atto da Traini che del suo gesto e poi del pentimento individuale rispetto alle tue domande, trovando io in questi strumenti di analisi tutte quelle spiegazioni di quanto da lui compiuto e che, voglio ricordare, c’erano tutte sullo sfondo al momento del fatto quali condizioni preesistenti del suo agire sociale: droga, comunità di recupero, disagio giovanile, immigrazione irregolare con permesso di soggiorno scaduto per Oseghale, reato diffuso di spaccio
, stupro, e infine delitto con ritrovamento di cadavere fatto a pezzi.
E voglio anche aggiungere a margine ,che proprio alla luce di questa lettura, pur non essendo io un avvocato, se però fossi stato il suo avvocato di difesa non avrei puntato sulla perizia psicologica a dimostrazione che è lui il malato,il deviato, quando è l’intera società in cui viviamo tutti che è malata ed ammala i singoli individui che ne fanno parte fino al punto che alcuni mettono in pratica atti inconsulti. Dietro il gesto di Luca Traini c’è un’ enorme responsabilità sociale di cui in sede di processo andava tenuto in conto. Altro che sentenza equilibrata!
Il mio sogno è che non si parli più di Luca Traini, di questa pagina veramente triste di Macerata, e che invece si parli di Macerata come della città dell’architetto Silvano Iommi e delle ‘sue’ fonti riscoperte.
Popolo di Traini? A me sembra popolo di cretini
I cretini a me sembrano quelli che non riescono a sviluppare neanche due righe di commento su un argomento tanto complesso, da semplificare tutto in ” popolo di Traini=popolo di cretini”.
Per Moroni. Concordo in toto con te. E aggiungo che è incauto, molto incauto colui che ritiene di essere il detentore della verità. Il fanatismo, di sinistra e di destra, è destinato a fallire miseramente.
Iacobini, se l’immagina lei un nigeriano al posto di Traini? tutte le anime belle a scrivere che, se avesse voluto fare una strage, avrebbe sparato a bruciapelo non da un’auto in corsa da dove le probabilità di uccidere qualcuno con una pistola economica sono quasi nulle, tanto è vero che non è morto nessuno e che se il povero ragazzo ha sparato è perché voleva attirare l’attenzione sula sua condizione difficile per colpa nostra, sì, per colpa nostra che non l’abbiamo aiutato abbastanza, che non l’abbiamo amato quanto ogni essere umano, ogni persona merita d’essere amata e che le vittime poi erano tutti evasori fiscali, analfabeti funzionali, omofobi e sessisti che avrebbe fatto bene a far fuori veramente…
Pavoni. Io immagino sempre cose belle, a cominciare dall’amore e dal sesso (uomo-donna). Le cose brutte mi vengono mio malgrado nei sogni (talvolta), purtroppo non posso farci nulla. Viva Iommi e tutte le persone valide come lui!
Egregia signora Moroni, non crede, dopo aver scritto settanta (mi pare..) bellissime righe sulla questione, piene di parole altisonanti e magniloquenti, che se le persone di cui parla Lei hanno incitato al linciaggio del nero (cosa che non mi pare proprio che sia accaduta e che stia accadendo, tranne forse rari casi, ma che ci sono, e forse anche più numerosi, anche dalla parte dei neri) ed hanno quindi, sempre secondo Lei, una enorme responsabilità sociale, ci siano a monte (ed anche a valle..) una valanga di motivi molto validi e concreti che Lei, non mi pare, nonostante il suo lungo scritto, abbia preso minimamente in considerazione!? In definitiva, comunque, credo che Lei voglia trattare il popolo italiano, perlomeno quello che non la pensa come Lei, da razzista, ma, mi dispiace, proprio non ci sto, e credo proprio che la sua opinione derivi soprattutto da una ideologia che le è stata inculcata da sempre, e che la porta a ragionare in questo modo. Ci rifletta su un po’, mi creda, ma, anche Lei, non solo davanti ad uno specchio. Ossequi. gv
Angelelli non volevo essere nè carino nè gentile, volevo proprio darle della razzista. In quanto a buon gusto lei si dissocia dal gesto di Traini, ma lo definisce Coraggioso (come gli eroi) veda lei dove risiede il suo buon gusto.
Per Iddas. Il ‘coraggio’ che da alcuni viene attribuito a Traini è lo stesso ‘coraggio’ dello spacciatore che picchia i poliziotti – che lo vogliono arrestare – al punto da mandarli all’ospedale. E’ un coraggio tra virgolette, un coraggio-incoscienza-idiozia. Un ‘coraggio’ sinonimo di ‘mancanza di intelligenza e di equilibrio’.
..se permette, signor Iacobini, ma, pur condannando materialmente il gesto di Traini, tra lo spacciatore che picchia i poliziotti, e che viola le leggi dello Stato di tutti i cittadini, e Traini che spara per vendetta in conseguenza di un orrendo omicidio, forse qualche piccola differenza c’è..eh..!! gv
Aldo. Le parole sono importanti ed hanno un significato. Coraggio ha una connotazione positiva che non è possibile accostare ne ad uno spacciatore ne a Traini.
C’e’ una prima sentenza che condanna Traini di strage con l’aggravante razziale,quindi chi parteggia per il terrorista o ne condivide l’operato o lo stima personalmente.Cominciamo a sviscerare prima la persona:ragazzo con un’infanzia sicuramente non facile che pero’ non so’ quanto possa aver influito sulle sue scelte personali.Ragazzo che infatuato da personaggi deprecabili si ritrova nel cameratismo di estrema destra,tanto da essere chiamato “LuchinoNazi” o “Il Lupo” per i suoi orientamenti e per quel graffio sulla tempia destra(dente di lupo)simbolo di TerzaDivisione movimento eversivo neofascista (fondato guarda caso da R.Fiore)che ai tempi di Hitler era l’emblema della Panzer division “DasReich” delle SS naziste.Nonostante fosse approdato alla Lega,il suo passato legame con FN e CP lo ha portato a partecipare tre mesi prima della strage,il 4 nov 2017 alla “marcia dei Patrioti”(organizzata da FN)dove da dietro uno striscione intonava cori xenofobi lanciando il saluto romano.Una mattina sale in macchina con a bordo dei caricatori per una cinquantina di proiettili e parte in direzione Macerata per fare “gistizia”.Spara vigliaccamente all’interno della propria auto a persone di colore indifese,a presunti spacciatori e alla causa del degrado(la sede del PD)ed infine non si batte come ogni terrorista che si rispetti fino alla sua morte,ma coupe de teatre indossa la bandiera Italiana a mo’ di foulard e dal Monumento dei Caduti omaggia il suo Popolo con il saluto romano,missione compiuta,il suo gesto restera’ nella storia del cameratismo(tanti infatti i messaggi di stima pervenutigli in carcere da tutti i movimenti estremisti di destra di tutto il mondo).Quindi secondo me la definizione giusta per il popolo di Traini (se c’e’) e’ nazifascisti vigliacchi,per la povera Pamela solo la GIUSTIZIA,quella vera potra’ portarci alla VERITA’.
Sig. Iddas, ora le rispondo senza mezzi termini visto che lei si permette di giudicare tutti non so con quale diritto. Il mio ringraziamento a lei era del tutto ironico (e non lo ha colto), il “coraggio” di cui parlavo era in senso metaforico, come correttamente colto dal sig Jacobini (e non lo ha colto). Invece di sputare sentenze potrebbe provare a leggere dietro le righe e la invito a moderare le parole.