Paura e la richiesta di avere giustizia dopo essere rimasti feriti nel raid razzista di Luca Traini. Questa mattina cinque dei giovani che sono stati colpiti dagli spari del 29enne sono comparsi in tribunale per costituirsi parte civile. Tutti ad eccezione di Jennifer Otiotio («Non è venuta perché è terrorizzata»).
Muhammad Toure mostra la ferita
Makam Diabj, 24 anni, era insieme a Muhammad Toure, 25, del Mali in via dei Velini quando Traini ha sparato contro di loro. «Stiamo meglio, ma non molto, perché abbiamo ancora paura – ha detto Diabj –. Ero in strada insieme con Muhammad, Traini una prima volta ha mirato a me ma non mi ha colpito, poi ha sparato una seconda volta, ma anche questa non è andata a buon fine e la terza volta ha colpito il mio amico. Non mi sento di dire niente a Traini, perché ho solamente paura».
Un altro dei feriti è Wilson Kofi, 21 anni, ghanese: come ti senti ad essere qui in tribunale? «Non è facile, sto abbastanza bene, voglio solo giustizia».
Dopo quello che è successo vuoi ancora vivere in Italia? «Sì, voglio vivere in questo Paese. Ora sto meglio ma è più difficile uscire. Sento molto più dolore, ma sono sotto cura e penso che migliorerà. Ringrazio Gesù e voglio solo giustizia». Gideon Azeke, 27, nigeriano: «Sono qui per chiedere giustizia. Traini mi ha sparato mentre mi trovano in corso Cairoli. Come sto? Non sto bene, ho paura».
Makam Diabj e Muhammad Toure
Muhammad Toure con l’avvocato Gianfranco Borgani
Makam Diabj e Muhammad Toure
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i soldi volete voi altro che giustizia….
esattamente…i soldi x voi e per i vostri avvocati…fino a ieri nessuno conosceva il termine giustizia…
voi parlate di giustizia? bella questa
Giustizia…vogliono qui, da noi, giustizia! sapeste quanto la vogliamo noi per noi!
Ma perchè non siete rimasti a conquistarvela nel vostro Paese? Oh! con tutto rispetto: guardate, che i nostri padri e i nostri nonni, alla vostra età erano al fronte per guadagnarsela la giustizia, insieme alla libertà- a noi nessuno ci ha regalato niente, e altro che ferite da arma da fuoco riportavano quando tornavano!Come minimo la tubercolosi da cui non si guariva . Troppo comodo. No mi dispiace. Non siete uomini degni della vostra Nazione; e infatti siete dei fuggitivi che avete lasciato, per paura o per altro, le vostre donne, le vostre famiglie laggiù nelle tribù, per venire qui a fare la bella vita a spese nostre, – bella, bella vita, non dite no: una vita che vi sognavate: tutto spesato , cellulare comopreso- e ora …siete qui a dire di avere paura di noi italiani ” per un matto che commanna una mattina ? E poi, vorrei anche capire bene qual è la ferita da arma da fuoco inflittagli da Traini che Muhammad Toure esibisce. Sono quelle due sul petto che s’intravedono appena , oppure quel vasto sbrego cicatrizzato sull’addome? no, perchè, se uno mostra certe sue immagini a mezzo stampa, vogliamo, abbiamo diritto, a sapere tutti qual è stato il danno effettivo.
Tamara, a me dell’artico ha colpito la sensibilità di questi signori, ancora scossi, impauriti, terrorizzati,tremolanti. Più che dalla terribile Africa sembrano usciti da un collegio delle Orsoline. Addirittura temono la vista del Senatore Traini, di essere colpiti da chissà quali crisi isteriche, traumi da curare in letti di contenzione. L’unico africano insensibile era Oseghale.