Processo a Traini, il sindaco:
«La città sta vivendo un incubo» (Video)

MACERATA - Romano Carancini all'uscita dal tribunale dove il Comune si è costituito parte civile nel procedimento che vede imputato il 29enne di strage e tentato omicidio: «I cittadini non ne possono più a hanno bisogno di respirare. E' una ferita profonda che si rimarginerà, ma che lascerà sicuramente cicatrici»

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L’uscita di Traini dal tribunale

 

«La città sta vivendo un incubo e speriamo finisca». Sono le parole del sindaco di Macerata Romano Carancini all’uscita del tribunale, dove oggi è iniziato il processo a carico di Luca Traini, accusato di strage e tentato omicidio per il radi razzista del 3 febbraio. Il Comune, infatti, si è costituito parte civile e il primo cittadino è restato per tutta l’udienza in aula. «Speriamo possa concludersi rapidamente – ha aggiunto  – è questo il senso di civiltà di una città che è totalmente diverso da quello che per tre mesi abbiamo vista rappresentato e che è esploso a livello nazionale e internazionale».  La vicenda di Traini è stata cavalcata anche in maniera impropria? «Assolutamente sì – ha risposto Carancini – è stato il palcoscenico di una campagna elettorale e continua ad essere purtroppo il palcoscenico di una serie di sceneggiate, la città non ne può più e ha bisogno di respirare. Quindi occorre da questo punto di vista avere senso di responsabilità e trattare questo processo e quello che ci sarà per la morte di Pamela per quello che rappresentano, ma davvero ci piacerebbe venisse raccontata la città per quello che è e non solo per quello che è successo in questi tre mesi».

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Il sindaco Romano Carancini

Questi due fatti di cronaca hanno cambiato questa città e hanno fatto emergere sentimenti sommersi? «Hanno cambiato la città – ha continuato il sindaco – perché è una ferita profonda che si rimarginerà, ma che lascerà sicuramente cicatrici. Ma rispetto a quello che è non credo cambierà. Da questo punto di vista quindi spero che il percorso che la città vivrà nei prossimi mesi, auspichiamo di serenità e tranquillità, del quotidiano che abbiamo sempre vissuto, possa in qualche maniera riportarci ad essere noi stessi. Certo non passerà e non sarà dimenticata Pamela, non saranno dimenticati i fatti di Luca Traini. Si sente l’obbligo e il dovere civile di chiedere una condanna, ma al di là di quello che può aver compiuto resta sempre un uomo. Credo che oggi sia un giorno particolare, bisognerebbe ricordare quello che diceva Aldo Moro». Teme un gesto emulativo? «Spero di no, io credo che la decantazione e il tempo guariscano un sacco di cose – ha concluso Carancini -. E’ chiaro che la vicenda di Alessandra Mussolini non ha fatto altro, ad di là della condanna per ciò che era successo (la pignatta antifascista col pupazzo del duce a testa in giù, ndr), che alimentare ed acuire divisioni anche all’interno della città. Quindi spero che non ci siano più atti che in qualche maniera possano far tornare questo incubo, perché la città oggi sta vivendo un incubo e speriamo finisca».



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