di Gianluca Ginella
Fissato il processo d’appello per Luca Traini. Il 30enne maceratese condannato in primo grado a 12 anni per strage comparirà davanti ai giudici della Corte d’assise d’appello di Ancona il 26 settembre. Il ricorso era stato presentato dal legale di Traini, l’avvocato Giancarlo Giulianelli, che ha sempre detto che a suo parere non si potesse contestare il reato di strage al 30enne. Traini il 3 febbraio del 2018 uscì di casa armato di pistola, prese l’auto e raggiunse Macerata (viveva a Tolentino) e iniziò a girare sparando ai neri.
Sei le persone che ferì nel suo raid e una intera città terrorizzata (poi si fermò, scese dall’auto davanti al monumento ai Caduti e lì i carabinieri lo arrestarono). Traini ha sempre negato che la matrice del gesto fosse razzista ma ha detto che era una reazione all’omicidio di Pamela Mastropietro (la 18enne romana uccisa il 30 gennaio 2018 per il cui delitto è stato condannato all’ergastolo il nigeriano Innocent Oseghale) e che l’obiettivo erano gli spacciatori. Sparò anche contro la vetrina di un bar a Pollenza, contro l’ingresso di una discoteca, contro la sede del Pd di Macerata, in via Spalato (venne danneggiata una vetrinetta vicino all’ingresso). In primo grado Traini è stato condannato, il 3 ottobre 2018, dalla Corte d’assise del tribunale di Macerata, a 12 anni con rito abbreviato. Era stata riconosciuta l’aggravante razziale inoltre i giudici nella sentenza scrissero di ritenere poco credibile il pentimento del 30enne. Il legale di Traini nelle carte presentate per l’appello contesta tutto l’impianto della sentenza di primo grado, l’insussistenza della strage, l’insussistenza dell’aggravante dell’odio razziale, la capacità di intendere e volere (che per la difesa non c’era al momento del raid), la mancata concessione di attenuanti generiche. Traini si trova nel carcere di Montacuto, ad Ancona. Il 12 luglio ci sarà l’udienza davanti alla Corte di cassazione per la misura cautelare: la difesa chiede i domiciliari, ma finora la richiesta è stata respinta.
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