«La condanna a dodici anni non va bene, è poco. Non va bene che si spari a delle persone e che si venga condannati a dodici anni». Così Makan Diabj e il maliano Mahmadou Toure, dopo la sentenza della Corte di assise di Macerata per Luca Traini. Diabj e Tourè erano in via dei Velini il 3 febbraio quando Traini gli ha sparato. Diabj è scampato ma Tourè è rimasto ferito in modo grave. Entrambi si sono costituiti parte civile al processo, assistiti dall’avvocato Gianfranco Borgani. E sulle scuse fatte da Traini: «Non le accettiamo».
«La sentenza va bene, ma potevano dargli di più – ha commentato Wilson Kofi, ghanese, uno dei sei feriti –. Il dolore che ho provato forse se ne andrà. Ora va già meglio. Però non è facile vivere in un Paese dove ti sparano addosso, anche se amo stare in Italia». Kofi aggiunge di essere ancora «molto spaventato». E ha un pensiero anche per Pamela Mastropietro, la 18enne uccisa lo scorso 30 gennaio e del cui delitto è accusato Innocent Oseghale: «Ogni volta che penso a quella ragazza sto male». Oggi Luca Traini è stato condannato a 12 anni dalla Corte d’assise di Macerata. Per cinque dei feriti è stata disposta una provvisionale di 10mila euro. Per il sesto, Toure, di 2.500 euro.
(Gian. Gin.)
Un pentimento in sei foglietti (Foto) Le dichiarazioni di Traini in aula
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Se Traini dovesse fare il bravo durante la condanna uscira’ con la condizionale.
Non accettate le scuse?
Non vi sta bene?
Bene ritornatevene pure a casa vostra dove sicuramente le cose funzionano meglio.
Per quello che spacciava davanti alle scuole che gli danno x risarcimento un premio aggiuntivo?
Kofi, in Italia ti prendono anche a picconate, a morsi e a coltellate. Ah e fanno anche a pezzi povere ragazze dopo averle ammazzate con qualche fendente al fegato. Credo proprio che un pensierino sul ritornare a casa non sarebbe sbagliato. Per quello che sottolinea Paolucci, c’è solo da provare sgomento e forse un pizzico di rossore che si allarga sulle gote del giovane risarcito, dove le lacrime scendono copiose per aver venduto droga.
..se fossi in Carancini, a Macerata, erigerei un grosso monumento ai “Quasi Caduti”, sotto la furia razzista xenofoba e fascista del camerata Traini, con seguito di risarcimenti milionari ai quasi caduti, essendo state vittime innocent, e per il loro impegno umano e civile nella città di Macerata a sostegno di tanti poveri ragazzi, con in più la pensione di quasi guerra a vita, per loro e per le loro famiglie..ecco..!! gv
Vorrei chiedere all’avv. Bommarito che cosa succederebbe se Traini non avesse fondi sufficienti a pagare quanto ordinato dal tribunale.
Chissà se anche oseghale chiederà scusa..
non è facile vivere in un paese dove ti sparano? e allora perchè ci sei venuto,clandestinamente oltretutto,se stavi meglio in africa?
adesso aspettiamo le prossime valutazioni sulla sentenza dell’omicidio di pamela,perchè l’unico morto lo ha causato un vostro connazionale.
Non è facile vivere in un paese dove gli stranieri sono responsabili del 50% dei reati nonostante siano una minoranza rispetto alla popolazione italiana…
Per Aldo Iacobini
Succederà ciò che succede a qualsiasi creditore che non riesce a soddisfare il proprio credito. Se il debitore non ha nulla da perdere, il credito (in questo caso il risarcimento liquidato dalla Corte di Assise di Macerata) rimarrà carta straccia.
Un saluto a tutti. Dato che sovente vengo fermato da persone che mi chiedono conto di miei presunti commenti qui su C.M. faccio presente che si tratta di un omonimo che, cogliendo l’occasione, saluto cordialmente.
Avv. Marco Romagnoli – Tolentino
A questo punto ogni commento e’ inutile bisogna passare ai fatti!!!!!
Kofi, in Italia ti prendono anche a picconate, a morsi e a coltellate. Ah e fanno anche a pezzi povere ragazze dopo averle ammazzate con qualche fendente al fegato. Credo proprio che un pensierino sul ritornare a casa non sarebbe sbagliato. Per quello che sottolinea Paolucci, c’è solo da provare sgomento e forse un pizzico di rossore che si allarga sulle gote del giovane risarcito, dove le lacrime scendono copiose per aver venduto droga.