«Il razzismo dunque è sdoganato oggi?». Parte da questa domanda Gad Lerner nell’affrontare, in una puntata della sua trasmissione su Rai 3 “La difesa della razza”, il caso Macerata.
«Dall’orrore (l’omicidio di Pamela Mastropietro) – ha spiegato – è scaturita una pulsione d’odio, un vero e proprio salto di qualità nelle manifestazioni del razzismo. Culminato nella spedizione punitiva di Luca Traini, il vendicatore fascista dichiarato, che sabato 3 febbraio con la sua Glock ha sparato 30 proiettili, in dieci diversi punti di Macerata, mirando a casaccio contro le persone di colore che incontrava. Il partito con cui si era candidato appena un anno prima, la Lega, è diventato il primo partito di Macerata e come dimostra lui stesso nel suo interrogatorio, Luca Traini non si è pentito di quello che ha fatto. Luca Traini a Macerata lo conoscono tutti e gode di una generale indulgenza, se non addirittura di ammirazione. Non daremo troppa importanza alle grida “Viva Luca”, “Viva Traini”, lanciate dai bambini della scuola media inferiore limitrofa al tribunale quando è arrivato il furgone per la prima udienza del processo. Ma da qualche parte quell’approvazione devono averla orecchiata. “Un bravo ragazzo” lo definisce la sua ex insegnante Patrizia Meloni, che pure condanna il suo gesto».
Che Traini a Macerata godesse della solidarietà e dell’ammirazione di una fetta della cittadinanza, lo ha dimostrato anche un servizio di Cartabianca, il programma sempre di Rai3 di Bianca Berlinguer. Mentre la giornalista intervista un immigrato in corso Cairoli, infatti, un’auto passa e dal finestrino qualcuno urla: “Traini, Traini”. In piazza della Llibertà, invece, un uomo sulla sessantina arriva a dire: «Il gesto di Traini l’avremmo voluto fare tutti, molti inter nos l’hanno pensato». E quello stesso modo di pensare, meno velato, legato ai “ma” e ai “però” che fin subito dopo il raid razzista era emerso in tutta la sua prepotenza: “Ha sbagliato, però” era stata la frase più ricorrente a Macerata. Insomma se la domanda iniziale era: il razzismo dunque è sdoganato oggi? La risposta più immediata sembrerebbe essere un sì. E così Lerner, dopo aver intervistato sia Tommaso Golini (ex Forza Nuova, ora di Macerata ai maceratesi) che pur condannando il gesto ricorda Traini come un bravo ragazzo e dall’altra Stefano Casulli del movimento antifascista che al contrario ne ricorda i saluti romani in palestra, parla con Giovanni Battista Camerini lo psichiatra nominato dalla difesa per una perizia.
Lo psichiatra Camerini
Lerner: «Uno va al bar e dice “vado a sparare ai neri”, ha sempre militato su posizioni ideologiche razziste e neofasciste e poi nel momento in cui compie la conseguenza di queste sue idee passa per matto».
Camerini: «L’idea in sé non configura la presenza di una patologia, neanche un’idea aberrante. Ho ravvisato in lui la presenza di una patologia di interesse psichiatrico, ho ritenuto che al momento del fatto ci fosse un momento di scompenso di questa patologia e che questo scompenso avesse influito sulla capacità di intendere e volere».
Lerner: «Quindi sarà stato anche momentaneamente incapace di intendere e volere quando è andato a sparare ai neri. Però il suo gesto ha suscitato addirittura consensi e solidarietà. Lui ne è consapevole, se ne compiace?».
Camerini: «Lui, avendo una personalità non solo disturbata ma estremamente fragile, ha acquistato attraverso questo gesto una sua identità. Ha acquistato una certa importanza agli occhi propri, e sicuramente è stato gratificato da questo consenso che ha ricevuto. Ha ricevuto credo centinaia di lettere».
Lerner: «E anche il gesto di inviare un mazzo di fiori alla camera ardente di Pamela, che poi la madre ha portato al funerale, dimostra una certa capacità di seguire questo discorso».
Camerini: «Sì, lui in questo senso ha acquistato un’identità grandiosa. Che compensa, dal suo punto di vista, un enorme buco che ha a livello profondo nella sua personalità».
Lerner: «Paradossalmente quindi Traini potrebbe non essere contento che lei adombri il dubbio che abbia agito non lucidamente?».
Camerini: «Può essere».
(redazione CM)
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Gentile Lerner, prima di scandalizzarsi per il fatto che una fetta della cittá sembri difendere Traini, si chieda quanto questa cittá é stata sconvolta da un delitto così efferato perpetrato da stranieri, che si somma all’accattonaggio, allo spaccio, alle testimonianze di caos e invivibilitá degli sventurati che si trovano a risiedere vicino a nuclei di aggregazione di alcune etnie. Si chieda quanto questa cittá ne abbia le scatole piene.
Vede, il razzismo a mio avviso è un’altra cosa: il disprezzo contro una razza (concetto assurdo che mi ha sempre fatto ribollire il sangue sin da piccola per la sua insopportabile assenza di ogni presupposto) coincide a mio avviso con l’odio aprioristico, indiscriminato e non motivato verso gente normale, che vive, lavora, rispetta il prossimo. Se ho vicino un nero o un giallo o un musulmano o chiunque viva normalmente come me, che abbia i miei stessi valori, lo stesso rispetto per la vita e per le persone, che non tratti le donne come pezze da piedi né consideri normale certe nefandezze, che insomma abbia il grado di CIVILTÁ E RISPETTO che ha il popolo sul cui suolo vive, io ne sarei felice, quello sarebbe scambio, apertura mentale, confronto. Ma quando ti trovi ad aver paura di razze o gruppi che accogli allora no, quando dobbiamo rinunciare alla nostra religione per non offendere la suscettibilitá altrui no, quando in un gruppo o etnia si riscontra una concentrazione di reati no, non sono felice di averli vicino.
Certo questo non giustifica il girare in auto e sparare a caso a gente che magari non delinque per niente (che però guardacaso è scappata di corsa dagli ospedali e se non aveva nulla sulla coscienza non si capisce perchè…), infatti ne è nata una diffusa condanna al gesto sconsiderato del Traini, tuttavia i vari “ma” e “però” che cita nascono da qui, dall’esasperazione di tanta parte della cittá che è la stessa che ha incoronato la Lega alle elezioni un mese più tardi.
Perchè anziché parlare ancora di cittá razzista non iniziamo ad essere realistici?
Concordo con Roberta Angerilli. Se la società è arrivata a questo punto è perché ne ha piene le scatole di tutte le assurde e irrealizzabili teorie tipo “multiculturalismo”, “globalizzazione”, “meticciato”,”genitore uno e genitore due”, eccetera. Il popolo che dissente da questa impostazione della Sinistra viene definito “populista”, in senso dispregiativo, come se si trattasse di una setta pericolosa.
Il “Populismo” iniziò prima del marxismo e fu un socialismo generico. Oggi viene impersonato da M5S e Lega, ormai fuori dagli schemi storici e tradizionali e perciò votati da chi è stanco delle formule stantie e dei partiti obsoleti.
Il flusso costante di africani, di musulmani e mediorientali, che costano a noi cittadini cifre in denaro che potrebbero essere utilizzate per gli Italiani, aumenta la paura. Oltre ad una minoranza che fugge da guerre e carestie, la maggior parte dei clandestini che l’Europa ci costringe ad ospitare è formata da nullafacenti in patria, e in buona percentuale da criminali. Qui, costoro giungono sia per sperare in un lavoro ed intanto hanno un’accoglienza interessata e speculativa, che ci costa denaro pubblico, mentre altri delinquono sapendo che la politica di Sinistra che ha governato l’Italia fino ad oggi chiude tutti e due gli occhi. Io continuo a vedere in questo fenomeno un piano neo colonialista: quello di occupare le terre lasciate dagli africani per insediamenti stabili dei neocolonialisti. In più ci vedo il Piano Kalergi, che vorrebbe creare una nuova razza “afro euroasiatica”, inferiore all’attuale europea, e perciò necessariamente guidata da una élite massonico finanziaria: una dittatura nazi-bolscevica su masse di schiavi. Se non si porrà un freno e un rimedio allo sfascio causato da una politica che non è europea, ma decisa e diretta da un ordine mondiale superiore, noi rischieremo di avere 10, 100, 1000 Traini nel prossimo futuro.
A fronte di domande capziose del giornalista si notano risposte equilibrate del dr. Camerini. Lerner, almeno in quanto ospite, tratti bene Macerata.
Angelelli, Lerner non è gentile è giudeo e il razzismo è la materia sua, la sua specializzazione, sul razzismo ci campa e ci campa molto bene, se il razzismo non esistesse bisognerebbe inventarlo, se il razzismo non ci fosse dovrebbe cercarsi un lavoro vero e a 63 anni non è facile…
“C’è soltanto una cosa, per certi uomini, che vale più dell’amicizia, più dei princìpi, più delle idee, persino più dell’ideologia.
E non sono le donne.
Davanti al denaro, anche la più granitica concezione del mondo, anche il legame di sangue, a maggior ragione quello semplicemente professionale, frana.
La testata online Prima comunicazione ha dato notizia del fatto che Gad Lerner non scriverà più per Repubblica , interrompendo una collaborazione che durava da dieci anni. Perché? Perché non si vede riconoscere dall’azienda editoriale compensi adeguati.” (dal Giornale)
La collaborazione con La Repubblica è terminata anche per il matematico Piergiorgio Odifreddi, purtroppo.
E’ molto grave che non avendo altri argomenti si accusi Lerner di essere “un giudeo” e poi magari si dice di non essere razzisti. Perché vi vergognate a dichiararvi tali? Siate coerenti con le vostre idee aberranti. Credo anche che la redazione di CM dovrebbe intervenire, non si possono tollerare queste accuse, altrimenti vuol dire che siamo alla deriva, abbiamo sdoganato le peggiori pulsioni (Traini docet)e al peggio non c’è mai fine…
Mamma mia, Mucci, giudeo è l’antitesi di gentile… possibile che non le sia mai capitato di ascoltare l’epistola ai Corinzi di san Paolo? a cosa pensava quando andava a Messa? l’idea che san Paolo fosse razzista è suggestiva ma un po’ spericolata…
E’ più facile denigrare che trovare argomenti convincenti.
“Gad Lerner e la sua troupe cacciati a sassate da un campo nomadi. A volte si dovrebbe prendere esempio anche dagli zingari.”