Manzi: “Il Governo intervenga
per il rilancio di Banca Marche”

L'APPELLO - La deputata maceratese del Pd: "Di fronte ad un quadro così allarmante serve una rapida conclusione dei procedimenti (penali e civili) aperti così da accertare in modo chiaro ed inequivocabile le responsabilità dei soggetti coinvolti"
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Irene Manzi, deputata del Pd

Irene Manzi, deputata del Pd

Irene Manzi, deputata maceratese del Partito Democratico, prende posizione nei confronti degli ex vertici di Banca Marche, dopo la pubblicazione della citazione in giudizio con cui la banca ha chiesto oltre 282 milioni di euro di risarcimento danni a Massimo Bianconi, agli ex vice direttori, agli ex consiglieri di amministrazione e ai sindaci dell’istituto oltre che alla PriceWaterhouseCoopers, la società incaricata di revisionare gli ultimi otto bilanci di Banca Marche (leggi l’articolo). La Manzi, oltre a sottolineare il peso delle parole usate dai legali dell’istituto, in particolare quel paragone, forse troppo enfatico ma di sicuro effetto, con i casi Calvi e Sindona, auspica a questo punto una pronta conclusione delle vicende giudiziarie, senza risparmiare una stilettata a chi, nell’ambito delle proprie funzioni, avrebbe dovuto controllare e, presumibilmente, intervenire prima.

“Il più grande disastro dopo Sindona e Calvi” – scrive Irene Manzi – «Pesano come pietre le parole contenute nell’atto di citazione a giudizio presentato dai commissari straordinari di Banca Marche nei confronti degli ex vertici dell’istituto e della società di revisione. Parole ovviamente espressione di una parte nell’ambito di un’istanza di risarcimento dei danni ma che -al di la’ di questo – esplicitano modo chiaro, secco ed inequivocabile le responsabilità, l’inadeguatezza e la gravità di un comportamento e di un modello di gestione quale quello tenuto negli anni dai vertici dell’istituto di credito a cui va associata, purtroppo, l’assenza di specifici e rigidi controlli da parte delle autorità terze ad essi preposte.
Già due anni fa, di fronte all’emergere dei gravi problemi di gestione di Banca Marche, come deputati marchigiani del Pd avevamo sollecitato il Governo rispetto alla preoccupante situazione dell’istituto di credito. Di fronte ad un quadro così allarmante penso che debba sostenersi una rapida conclusione dei procedimenti (penali e civili) aperti così da accertare in modo chiaro ed inequivocabile le responsabilità dei soggetti coinvolti. Nel frattempo le imprese locali ed i lavoratori di Banca Marche si trovano a subire responsabilità altrui e a vivere una situazione di costante incertezza a cui, penso, a breve, dovrà porsi rimedio.
È’ auspicabile, allora, che Governo, Banca d’Italia e commissari favoriscano un rapido superamento dell’attuale situazione di commissariamento per concretizzare ipotesi di concreto rilancio dell’istituto di credito. Un rilancio che allontani definitivamente le ombre e le conseguenze di una gestione irresponsabile e avventata, salvaguardi e valorizzi quanto di positivo (a cominciare dai lavoratori) c’è nell’istituto e recuperi, secondo principi di trasparenza, responsabilità, buona gestione, il ruolo che Banca Marche può svolgere all’interno del territorio e dell’economia regionale».

Sulla vicenda, lo ricordiamo, la Procura di Ancona ha aperto un fascicolo contenente i nomi di 36 indagati per reati che vanno dall’associazione per delinquere, al falso in bilancio, all’appropriazione indebita in corso o meno, all’ostacolo all’attività di vigilanza e alla corruzione tra privati. Anche i magistrati di Roma hanno aperto da tempo una parallela inchiesta sui possibili reati istituzionali commessi dagli ex vertici della banca.

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