di Marco Ricci
Multe per 420mila euro quelle che l’Ufficio sanzioni amministrative (Usa) di Consob ha proposto nei confronti dell’ex dg di Banca Marche, Massimo Bianconi, per l’ex presidente Michele Ambrosini e per i consiglieri e i sindaci contro cui Consob ha avviato nel 2014 una procedura sanzionatoria. La richiesta di sanzioni è in relazione all’aumento di capitale di 180 milioni aperto dall’istituto nel febbraio del 2012 ed è venuta al termine di una lunga e complessa istruttoria che ha messo in luce i comportamenti tenuti dagli ex vertici della banca dopo che il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, aveva inviato all’istituto la sua pesantissima comunicazione del 9 gennaio 2012 riguardante lo stato aziendale di Banca Marche. Solo un anno dopo l’aumento di capitale, lo ricordiamo, l’istituto oggi commissariato chiuse il bilancio 2012 con oltre mezzo miliardo di euro di perdite, bruciando di fatto tutto il nuovo capitale che era stato raccolto solo pochi mesi prima. Le informazioni celate al mercato, secondo l’Usa, avrebbero verosimilmente potuto dissuadere gli investitori dal sottoscrivere l’aumento.
L’approfondita ricostruzione degli avvenimenti effettuata dall’Usa (leggi l’articolo) ipotizza tra l’altro come Bianconi e Ambrosini agirono “con dolo” nell’occultare al mercato i rilievi del governatore Visco, censurando poi in più passaggi il comportamento tenuto nella vicenda sia dagli amministratori che dai sindaci della banca. L’istruttoria dell’Usa, oltre a stabilire una volta e per tutte come le principali Fondazioni azioniste fossero state messe al corrente dei rilievi del governatore a differenza dei piccoli azionisti, ha anche peso in esame i momenti successivi all’approvazione del prospetto informativo, in particolare quando alla stessa Consob, nel giugno del 2012, fu trasmessa una relazione definita “fuorviante” sui rilievi che erano stati espressi da Visco. Secondo Consob la lettera fuorviante fu redatta dall’ex dg Massimo Bianconi il quale, nella sua memoria difensiva, ha però negato la circostanza addossandone ad altri la responsabilità. La relazione dell’Usa, infine, potrebbe fornire ampie possibilità per ottenere eventuali risarcimenti ai tanti piccoli azionisti che nel 2012 sottoscrissero l’aumento di capitale. Della questione si starebbe anche occupando la Procura di Roma che già da qualche tempo ha aperto un fascicolo sulle vicende riguardanti Banca Marche.
Venendo nello specifico delle diverse posizioni, per Massimo Bianconi e Michele Ambrosini, ai quali come detto viene contestato il dolo, l’Usa ha proposto sanzioni per 60mila euro ciascuno, mentre di 30mila euro è la multa richiesta per Lauro Costa e Piero Valentini, il primo come ex presidente della banca che firmo la lettera “fuorviante” inviata in Consob, il secondo come presidente del collegio sindacale al momento della stesura del prospetto informativo. Per tutti gli altri amministratori e sindaci della banca interessati dal procedimento, l’Usa ha invece avanzato la richiesta di 20mila euro di sanzione ciascuno. Sarà a questo punto la Commissione a stabilire gli importi finali delle multe, una decisione che si attende per la fine dell’estate. Gli ex vertici della banca, infatti, hanno ancora un mese di tempo per produrre le ultime controdeduzioni alla relazione finale che l’Usa ha loro inviato solo due settimane fa. Banca Marche, qualora gli amministratori decidessero di non pagare le eventuali sanzioni così come accaduto fino a questo momento per buona parte dei 4 milioni di euro di multe inflitte agli ex vertici dalla Banca d’Italia, sarà costretta a coprire in solido la cifra.
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180 MILIONI( leggasi CENTOTTANTAMILIONI) rapinati contro multe di 60000,30000,20000 euro,finora neanche un giorno di galera per nessuno,bene anzi benissimo.Tra l’altro anche questi presunti 420000 euro li paghera’ come le altre sanzioni bmarche( ovvero gli azionisti). Almeno un fermo amministrativo al Landini di Bianchi lo vogliamo mettere?CHE SCHIFO!!
Il ricorso, e talvolta la rincorsa, alle sanzioni nei vari campi della societa’ e del diritto, cela spesso una debolezza del sistema e puo’ generare paradossi indicativi come quello che prefigura Nardino: sanzioni pecuniarie che finiscono per pesare sul groppone di Bancamarche (e degli azionisti).