di Marco Ricci
Scongiurata la rottura tra Banca Marche e i rappresentanti dei lavoratori. Dopo cinque giorni di trattative serrate, con l’istituto che aveva minacciato la disapplicazione della contrattazione integrativa se non si fosse giunti ad una proposta condivisa entro la giornata di ieri, data in cui era in scadenza il contratto integrativo, le parti hanno siglato l’accordo a notte inoltrata. L’ultima fase della trattativa, dopo diverse riunioni intersindacali, era ripresa nella mattinata di sabato, con l’ultimo round aperto intorno alle 19.00 dopo diverse riunioni intersindacali e incontri con la delegazione aziendale limitati ai soli segretari.
Sebbene non siano ancora noti i dettagli – i rappresentanti dei lavoratori dovrebbero rilasciare un comunicato nella giornata di domani – tra i sindacati trapela una certa soddisfazione. Il rischio paventato, oltre alla totale disapplicazione e conseguente scomparsa del contratto integrativo, era il dovere accettare la prima proposta messa sul tavolo dalla banca, una proposta che, a parere dei sindacati, equivaleva poco meno che a uno smantellamento di uno dei migliori contratti integrativi bancari. La trattativa, da qui anche la soddisfazione dei rappresentanti dei lavoratori, è avvenuta in un momento molto particolare per l’azienda, con l’istituto di credito in amministrazione straordinaria da oltre un anno.
Al tavolo, oltre a Fiba-Cisl, Fisac-Cgil, Fabi, Uilca e Dircredito, il direttore generale di Banca Marche, Luciano Goffi, e il responsabile del personale, Lorenzo Riggi. Durante la trattativa i sindacati avrebbero recuperato parte di quanto l’azienda avrebbe voluto ridurre nella proposta originaria. Diverse soluzioni emerse durante il confronto, in ogni caso, avrebbero permesso il mantenimento di quei risparmi che l’azienda si era prefissata in origine. I sindacati avevano parlato di qualcosa intorno ai dieci milioni per il primo anno e, a tendere, di sei milioni per gli anni successivi. Il nuovo riordino complessivo della contrattazione integrativa, dopo le recenti tre proroghe degli accordi passati, viene giudicato da più parti non solo un contenimento dei costi ma anche un’iniziativa in grado di agevolare l’ingresso di un partner bancario nell’operazione di rilancio e salvataggio di Banca Marche, con l’obiettivo, da parte, dei sindacati di salvaguardare in futuro i livelli occupazionali e le professionalità presenti all’interno dell’istituto di credito.
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In questo Paese, oggi come ieri, c’è chi ruba e chi paga!
Grazie Tiziana, tutta la mia famiglia ….ti ringrazia!!!
“Non capisco”
Perchè pagano i poveri cristi che hanno sempre lavorato onestamente tenendo
la schiena dritta in filiale ed i dirigenti che hanno avallato e vissuto le avventure di Banca Marche sino a ridurla in uno stato
semi fallimentare non vengono TUTTI LICENZIATI?
Una domanda ai sindacati: come si fanno a risparmiare 16 milioni di euro in due anni( 10 il primo,6 il secondo) senza toccare diritti ,occupazione e retribuzioni dei dipendenti?Un accordo che addirittura renderebbe piu’ facile l’ingresso di un partner come puo’ non andare a scapito dei dipendenti?Attendiamo il comunicato stampa con curiosita’ e vediamo se veramente i sindacati hanno ottenuto e difeso qualcosa o se l’accordo non e’ nient’altro che avere accettato i dictat dei commissari