Sembra ormai essere prossima la chiusura del dossier Banca Marche, con il Credito Fondiario (Fonspa) che nel dicembre scorso aveva parlato del primo trimestre dell’anno come momento possibile per la conclusione. Se già da vari giorni alcuni rumors marchigiani, privi però di conferme, hanno dato per prossima la firma di un accordo vincolante – non è escluso che si scivoli fino a marzo – sul campo ci sono molti altri segnali che lasciano supporre come i tempi siano ormai maturi. Le obbligazioni subordinate Banca Marche, ad esempio, dopo aver stazionato per diversi mesi sono salite di quindici punti – questo senza apparente motivo non essendo uscite particolari notizie di stampa – segno di un interesse all’acquisto dopo l’euforia dei primi mesi dello scorso anno a cui era seguito un lungo periodo di calma piatta.
Se lo schema di rilancio della banca prevede la cessione, con la garanzia del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd), di 5 miliardi di euro di crediti deteriorati i quali finiranno in una società veicolo per essere infine cartolarizzati, le maggiori incertezze hanno riguardato la copertura dell’aumento di capitale necessario a ripatrimonializzare Banca Marche, una cifra non trascurabile che si aggira intorno al miliardo di euro. Oltre a un chip da cento milioni di euro che verrebbe messo sul tavolo dal Fitd, buona parte dello sforzo necessario a coprire la cifra ricade su Fonspa e su uno o più partner finanziari. Dopo le voci, mai confermate, di due fondi statunitensi, la stampa nazionale ha parlato oggi della possibile presenza di Elliot Corporation, un hedge fund speculativo statunitense. Il Fondo dovrebbe entrare nel capitale della banca con 250 milioni di euro garantendosi allo stesso tempo il diritto di veto. Fonspa invece si garantirebbe la maggioranza entrando in Banca Marche con qualcosa come mezzo miliardo di euro. Non è ancora chiaro se sarà della partita anche la Fondazione Cariverona e se la sua presenza possa aprire un Risiko! con alcune delle fondazioni marchigiane attuali azioniste dell’istituto di credito. Pesaro e Jesi, le due istituzioni più interessate da queste voci, hanno sempre smentito possibili accordi con la Fondazione di Verona mentre Macerata, da lungo tempo, è intenzionata a procedere per la sua strada.
Né Banca Marche né Credito Fondiario hanno voluto esplicitamente commentare. Elliott Corporation o meno, la soluzione per Banca Marche sembra ormai a un passo, con la Banca d’Italia che starebbe pressando per una rapida conclusione della vicenda.
Il fondo Elliot Corporation, la possibile novità di queste ultime ore, gestisce qualcosa come 21 miliardi di euro ed è guidato dal suo fondatore, Paul Singer. L’avvoltoio – come negli ambienti finanziari è ribattezzato Singer – è specialista nella speculazione sui debiti sovrani, da quelli del Congo a quelli del Perù, passando per l’Argentina a cui, nel 2012, fece sequestrare una nave scuola in Ghana. Congo e Perù a parte, l’interesse degli hedge-fund di oltreoceano per la banche italiane è risalito nelle ultime settimane, sia per la possibile riforma delle popolari che per l’ipotesi di una bad bank di sistema in grado di liberare gli istituti dai crediti deteriorati. Di recente, inoltre, si è conclusa una due diligence della Pwc sui crediti in bonis di Banca Marche. La società di consulenza avrebbe avuto come committenti proprio due fondi.
Il governatore della Regione Marche, Gian Mario Spacca, in seguito alle ultime notizie sul dossier Banca Marche, si è detto intenzionato a chiedere all’ad di Fonspa, Andrea Munari, un incontro per i prossimi giorni. Il presidente della Regione ha già incontrato i vertici del Credito Fondiario nel dicembre scorso, prima di riferire l’esito dei colloqui alle organizzazioni sindacali dell’istituto di credito.
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Se ho ben capito un certo Sig. Singer esperto in speculazioni su fondi sovrani, che ha messo a pane e acqua i paesi di mezzo mondo, sarebbe interessato a Banca Marche.
Dal Movimento 5 Stelle di Jesi riceviamo:
E’ notizia di oggi della “scesa in campo” persino del fondo Elliot alla “conquista” di Banca Marche. Per intenderci, stiamo parlando del fondo newyorkese di Paul Singer, determinante nello schiacciare recentemente in tribunale l’Argentina nel suo secondo default.
Pare che proprio Elliot dovrebbe divenire il principale partner di Fonspa nella ricapitalizzaizone di BM, depurata dai crediti deteriorati nel frattempo fatti confluire in una bad bank, sempre sotto la gestione di Fonspa e con rischi in qualche modo “mitigati” dall’intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi.
Elliot e Fonspa si accingerebbero quindi a diventare gli azionisti di maggioranza ovvero i reali “padroni” nel nuovo assetto di BM (addirittura si parla di possibile potere di veto per Elliot nella nuova governance).
Sempre sulla stampa di questi giorni, si comincia a configurare il piano Visco-Padoan per l’intervento dello Stato a garanzia delle sofferenze bancarie italiane. L’ipotesi pare sia quella di creare una bad bank di sistema in cui far confluire i crediti malati. Vale la pena ricordare che il buco dei crediti deteriorati nelle banche italiane si aggiri attorno ai 184 miliardi di euro (da fonti Bankitalia).
Buchi enormi, spesso causati da crediti concessi agli amici degli amici senza le opportune garanzie, che hanno molte volte creato distorsione del mercato e della concorrenza e che oggi il Governo vorrebbe in qualche modo far garantire dallo Stato e da noi cittadini.
Il Ministro cerca di giustificare l’intervento pubblico, che assomiglia sempre più ad un aiuto di Stato (vietato dalla UE), promettendo presunte renumerazioni e garanzie per lo Stato stesso.
Ma queste arrampicate sugli specchi difficilmente dimostrabili o accertabili preventivamente, non possono fuorviare dalla sostanza della questione: i buchi, causati da amministratori talvolta fraudolenti, con la compiacenza di politici che spesso li avevano “suggeriti” o “appoggiati”, vengono caricati sullo Stato. La parte “buona” rimanente, ripulita e lasciata nelle good bank, offerta in pasto a gruppi di altissima finanza internazionale, esterni ed estranei al territorio.
Nella nostra regione, tutto ciò pare stia avvenendo nel silenzio o con la complicità di Spacca più o meno PD (o del PD più o meno Spacca, a seconda di come la si veda) e del resto del Partito Unico degli Affari che nella Marche, così come a Roma, si confermerebbe, di fatto, “maggiordomo” della grande finanza.
Riguardo Banca Marche, nulla viene detto sul piano industriale che questa operazione comporterà; nulla su quale sarà il rapporto con gli imprenditori delle PMI del territorio, sia nelle Marche sia nell’area jesina dove la banca ha sede e dove operano e risiedono gran parte dei dipendenti e degli imprenditori che si appoggiano a Bm; nulla riguardo la rete delle filiali e riguardo i lavoratori, stabili o precari storici, della Banca.
E’ evidente come tutti, politici ed “alta finanza”, puntino a chiudere l’affaire prima delle elezioni regionali, per mettere il cappello sulla cosiddetta operazione di salvataggio della banca, ad oggi tanto proclamata quanto vuota.
Ed è altrettanto evidente che staranno ben attenti a scoprire le carte sulle effettive conseguenze che tale “cambiale in bianco” avrà sul nostro territorio ben dopo le elezioni regionali di maggio.
Come cittadini direttamente interessati alla questione esigiamo che già ora si dica cosa comporterà questa operazione in termini occupazionali e di reale rilancio dell’economia della nostra Regione e nei nostri territori.
Le cambiali in bianco, Bankitalia, Padoan, Spacca, il Pd & co. se le facciano coi loro soldi, non con i nostri e non a scapito del futuro del nostro territorio.
No ma che dici , questo e’ uno che fa gli interessi della banca , degli azionisti, del territorio , sara’ contento gazzani che ha trovato che tutela gli interessi degli azionisti !!!!!
Ed i commissari ci anno messo 18 mesi per partorire questa c…..??
Speriamo che Spacca non parli con nessuno, vi ricordate cosa successe dopo che parlo con la Merloni x l’Indesit?
sole 24 ore anno 2008: credite agricole offre 1,7 milardi di euro per il 51,9% di banca marche.un valore di 3 miliardi di euro bruciati grazie a quei quattro presidenti delle fondazioni(ex per fortuna e con la compiacenza dei cittadini danneggiati e silenti,buon per loro).Per scoprire il vero artefice di una decisione tragica e demenziale occorre riguardare il video Gazzani assemblea carima.Sentite bene le logiche che hanno dettato la scelta,la paternita’della stessa,le motivazioni che la hanno prodotta.Riassumo io per i piu’ svogliati:rischio di perdita della autonomia,rischio riduzione crediti alle aziende locali,difesa della territorialita’ e della occupazione.Ognuno ora tragga le sue conclusioni,nessuno si azzardi a criticare fondazioni e presidenti( tanto meno chiedere le loro dimissioni e l’ergastolo per crimini contro l’umanita’)Teniamoci fonspa,l’avvoltoio a stelle e strisce e rigraziamo dio che qualcuno si prenda questa banca stramaledetta,con loro certamente occupazione,autonomia e credito saranno certamente garantiti.
E’ finita la BdM è fallita sta in piedi solo perchè i correntisti non chiudono i C/C…..e non capisco perchè non la facciano. Ci lamentiamo delle banche e dei suoi dirigenti…….ma non siamo mai coerenti con ciò che diciamo……….una volta si diceva economia di mercato, ora sono spariti tutti…………
Per dirla alla maniera degli ex responsabili credito di Banca Marche, quando avevano di fronte qualche poveraccio che voleva salvare la sua azienda: “se hai male amministrato e ti sei ridotto così, noi non possiamo farci niente. Ti daremo una mano a farti chiudere definitivamente”. Penso che questo sia anche il più sano proposito da applicare a BdM in questo momento.
Io non mi sentirei di escludere a priori qualche ripresa dell’economia marchigiana.magari lenta e con benefici diluiti nel tempo.Per questo non mi pare l’ideale l’inserimento di un fondo speculativo che vive proprio sulla rapidità.Mi pare strano che a livello internazionale non sia stato possibile trovare niente di meglio,in fondo per una cifra di 250 milioni di Euro che è l’apporto del Fondo e che non è la fine del mondo e che la stessa comunità locale con qualche sforzo avrebbe potuto reperire. Giovanni Bonfili.
La soluzione su misura poteva essere cucita solo da Singer!
Passatemi la battuta, ma dopo la tragedia c’e’ solo la farsa ed a farse noi italiani siamo i numeri uno. Giuliano Nardino sempre numero uno nel sintetizzare la farsa, giustappunto.
Già alla LIPU c’è grande entusiasmo per via che stanno tornando a nidificare in Italia esemplari di generi e specie appartenenti alla sottofamiglia ornitologica degli Aegypiinae, i cosiddetti avvoltoi del Vecchio Mondo…
… http://www.piazzanews.it/puglia/laterza/item/8741-bentornato-capovaccaio-il-raro-avvoltoio-si-%C3%A8-riprodotto-nell%E2%80%99oasi-lipu-della-gravina-di-laterza …
… figuriamoci se, grazie all’impegno profuso dai volonterosi marchigiani, dovesse arrivare anche qualche esemplare appartenente alla famiglia dei Cathartidae, gli avvoltoi del Nuovo Mondo…
… https://www.youtube.com/watch?v=tSp5_Pajr1Q .
Mi permetto di riassumere quanto detto da GN:
e noi che ruolo avremo? quanto GUADAMBIEREMO l’anno?
Vous? Dehors les boules!
Amen