Dissesto BM, l’Unione consumatori:
“Colpa di operazioni scellerate
Chiederemo risarcimento agli ex vertici”

BANCA MARCHE - Il responsabile regionale, Corrado Canafoglia, che difende gli interessi di oltre mille azionisti, tuona contro gli ex dirigenti: "La procura ha sotto mira i responsabili e sta andando molto in profondità, qui non si parla di una semplice truffa". Poi lancia l'allarme su alcuni indagati che starebbero spostando i propri capitali. I magistrati dorici verso un'ulteriore proroga delle indagini, le richieste di rinvio a giudizio entro fine anno

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L'avvocato Corrado Canafoglia

L’avvocato Corrado Canafoglia, responsabile dell’Unione consumatori

di Marco Ricci

E’ stato chiaro come un tamburo Corrado Canafoglia, il responsabile regionale dell’Unione nazionale consumatori, nell’illustrare agli oltre 300 piccoli azionisti nel corso dell’incontro di oggi a Jesi sulle cause che hanno portato al dissesto di Banca Marche, l’istituto commissariato da Banca d’Italia che in due anni ha accumulato circa un miliardo di euro di perdite. “La procura di Ancona – ha spiegato Canafoglia, che come avvocato difende gli interessi di oltre mille piccoli azionisti – sta indagando molto in profondità contro coloro che hanno fatto della banca la loro casa”. Dopo aver anticipato come la procura di Ancona richiederà un’ulteriore proroga delle indagini per completare il lavoro di quest’ultimo anno e mezzo, l’avvocato Canafoglia ha ribadito come le indagini stiano andando molto a fondo, chiarendo le cause che hanno portato al dissesto.

“Il buco non è stato causato da un’operazione andata male o dalla crisi, e lo vedrete alla fine delle indagini, ma da operazioni scellerate messe in atto dai vertici della banca” ha detto Canafoglia. In particolare, il legale ha ricordato il momento in cui i marchigiani hanno pensato di diventare grandi finanzieri, ricordando le operazioni compiute sulla piazza di Roma e come la “banca locale” abbia cospicuamente finanziato, ad esempio, società di Reggio Calabria, Maddaloni o Foggia. “Nel dissesto Banca Marche c’è un po’ di tutto – ha spiegato agli azionisti – dalle operazioni compiute dai vertici, alla mancanza di controlli. Non è possibile – ha proseguito – che una banca si esponga da sola per 70 milioni di euro con un unico soggetto”. Poi l’affondo verso gli amministratori, alcuni dei quali probabilmente meno responsabili di altri nel dissesto, che nel migliore dei casi avrebbero dovuto controllare. “Va bene prendere i gettoni di presenza, ma ogni incarico presenta oneri e onori. E adesso non ci si può dire non responsabili se, davanti a pratiche anomale, non si è chiesta chiarezza o non si è controllato.”

La sede di Banca Marche a Jesi

La sede di Banca Marche a Jesi

L’avvocato dell’Unione consumatori, dopo aver spiegato ai risparmiatori chiamati a raccolta dall’associazione piccoli azionisti di Jesi e dall’associazione Dipendiamo Banca Marche come la loro azione risarcitoria sarà diretta non contro l’attuale Banca Marche ma contro gli ex vertici dell’istituto, ha chiarito come la magistratura non solo abbia sotto mira i responsabili ma come si stia avvalendo, oltre che dei militari della guardia di finanza di Ancona, di personale altamente qualificato per questo tipo di indagini. “Non siamo di fronte a una semplice truffa – ha detto a questo proposito – né di fronte a piccoli criminali, con un gruppo di vertice che ha fatto i propri interessi. Come Unione consumatori – ha concluso – sto collaborando con i magistrati di Ancona che verificano puntualmente tutte le segnalazioni”.

Il legale, che cura insieme alle due associazioni gli interessi di oltre 1.200 azionisti, intende inserirsi come parte lesa nell’eventuale processo penale a carico dei responsabili del dissesto di Banca Marche. “Noi andiamo dietro alla magistratura e i nostri obiettivi sono gli stessi, con i magistrati che difendono i nostri interessi. Sarà una guerra”, ha proseguito in riferimento ai più importanti studi legali nazionali che hanno preso le difese dei trentasette indagati. “Questi signori non si mettano in testa di far fuggire i loro capitali o di creare trust e fondi, come alcuni stanno già facendo – ha tuonato ancora l’avvocato – Questa gente che un tempo veniva ossequiata, adesso deve capire che non rimarrà più impunita. Entro l’anno – ha concluso – arriveranno le richieste di rinvio a giudizio”.

Sono dunque più determinate che mai le due associazioni di azionisti a proseguire la loro battaglia contro gli ex vertici di Banca Marche ma, probabilmente, anche contro la società di revisione di Banca Marche, la PriceWatherhouseCoopers. Anche perché la chiarezza, secondo il presidente di Dipendiamo Banca Marche, Sandro Forlani, sarà centrale per ridare fiducia ai risparmiatori marchigiani. “I soldi di Fonspa, dei fondi e di un partner bancario – ha chiarito – andranno accompagnati da capitale locale. La nostra azione non è contro la banca ma contro chi l’ha ridotta così. Visto il passato, ha concluso, ci auguriamo in futuro che gli azionisti e i dipendenti siano presenti nei consigli di amministrazione della nuova Banca Marche”.

 

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