di Marco Ricci
Anche la Fondazione Cariverona potrebbe essere della partita che vede Fonspa come capofila nella cordata tesa a ricapitalizzare Banca Marche. Secondo quanto riportato da MilanoFinanza, la Fondazione veneta starebbe valutando il dossier e l’ipotesi di entrare con una cifra di 100-150 milioni nel patrimonio dell’istituto marchigiano. L’istituzione, guidata dal presidente Paolo Biasi, da noi interpellata, non ha però voluto né smentire né confermare l’indiscrezione di stampa, una risposta che di fatto non esclude il possibile interessamento che, da fonti locali ma esterne a Banca Marche, viene riferito come molto probabile. Fondazione Cariverona, con un patrimonio di oltre 2.6 miliardi di euro, a fine 2013 deteneva il 3.5% di Unicredit, per un controvalore a bilancio pari oltre 2 miliardi di euro. Sempre nello stesso anno l’istituzione aveva dimesso le proprie quote azionarie di Mediobanca, poco più del 2% dell’intero capitale sociale dell’istituto di Piazzetta Cuccia. Sull’eventuale ingresso della Fondazione veneta, ovviamente, pende l’autorizzazione del Mef.
Date ormai per assodate le presenze di Fonspa e del Fondo Interbancario nell’attuale piano salvataggio di Banca Marche – l’ultima conferma è venuta dagli dai commissari parlando ai sindacati solo pochi giorni fa – lo schema, oltre a Fondazione Cariverona, potrebbe vedere la presenza di un fondo americano e di un fondo degli Emirati Arabi Uniti, sebbene su questi ultimi tre tasselli non ci sia al momento alcuna conferma neppure ufficiosa né da ambienti vicini a Banca Marche né a Via Nazionale. Il capitale da raggiungere, lo ricordiamo, oscillerebbe intorno ai 900 milioni di euro, con i crediti deteriorati che, garantiti dal Fitd, verrebbero ceduti a Fonspa per essere infine cartolarizzati. Le cifre di cui si parla oscillano tra i 4 e i 5 miliardi di euro di presenti oggi in default, con la garanzia del Fondo che permetterebbe a Banca Marche di effettuarne la cessione a valore di libro, ovvero senza dover iscrivere ulteriori perdite a bilancio.
Al di là delle notizie più o meno certe, è chiaro come sia entrati in una fase ormai piuttosto avanzata e delicata dell’operazione, se non altro per i contatti che Governatore Spacca ha avuto di recente con l’ad di Fonspa, Andrea Munari, per illustrargli i punti fermi che il Consiglio Regionale vorrebbe che la soluzione prevedesse (leggi l’articolo). Ovvero il mantenimento dei livelli occupazionali della banca, il ritorno ad essere punto di riferimento per l’economia regionale, la salvaguardia dei soci e, in ultimo, l’attenzione a non inondare il mercato di immobili, timore che, secondo il governatore, potrebbero distruggere il mercato immobiliare. Il quadro, in ogni caso, non risulta ancora perfettamente definito né sarebbe stato ancora illustrato ai presidenti delle Fondazioni di Pesaro, Jesi e Macerata che detengono al momento le quote di maggioranza di Banca Marche. Indice, questo, di come i tasselli siano ancora in via di composizione, con la due diligence di Fonspa ormai al termine.
A conferma di una fase ancora nebulosa, l’esito dell’incontro che si è tenuto oggi tra le Fondazioni e Bruno Stronati, presidente dell’associazione jesina dei piccoli azionisti. “Ho sollecitato l’incontro con i presidenti per cercare un indirizzo comune da tenere in merito agli scenari futuri di Banca Marche – ci ha spiegato Stronati – e per capire se, al di là delle notizie di stampa, avessimo qualche informazioni in più sul piano al momento in atto”. Certezze, però, non sarebbero venute come non sarebbero uscite conferme né sulla presenza della Fondazione Cariverona né dei due fondi di cui abbiamo parlato. “L’obiettivo comune – ha concluso il presidente Stronati – è quello di tutelare il più possibile il patrimonio delle Fondazioni e dei piccoli azionisti, ed, eventualmente, renderci in qualche modo propositivi nei confronti dei commissari di Banca Marche. Questo primo incontro è stato utile per intraprendere un percorso comune”.
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Banca Marche è un affare che rende, tutti lo vòle e nessuno lo prende………
Qualcuno spieghi al presidente Stronati che per avere notizie dovrebbe chiedere un incontro con i commissari,battere i pugni sul tavolo,far valere le ragioni dell’associazione che rappresenta e non andare dalle fondazioni che sono ormai dei morti che camminano.Che notizie possono dargli visto che anche i muri sanno che mai le fondazioni sono state interpellate o coinvolte in qualsiasi incontro,decisione o progetto?Se questo,dopo mesi di silenzio,e’ il modo di difendere e tutelare gli interessi degli azionisti privati c’e’ veramente da preoccuparsi.Andare al capezzale di chi ha contribuito in maniera diretta ed indiretta allo sfascio della banca mi sembra davvero una idea bizzarra.Meglio sarebbe a questo punto che l’associazione insieme al presidente ritorni nel letargo e nell’oblio,cosi’ ‘qualcuno’ non sara’ infastidito da troppo attivismo,magari cercando di risolvere un conflitto di interessi grosso come una casa e che rende ancora piu’ inquietanti i silenzi ma sopratutto certe iniziative,inutili,controproducenti e che se volessero dimostrare qualcosa non fanno altro che confermare i dubbi di tanti.
Riguardo a Cariverona( un’altra fondazione?) benvenuta nel toto banca marche.Dopo i russi di Bassotti,gli emiri di Spacca,i fondi americani di qualche giornalista ci manca solo il mago Telma,ma se mette i soldi ben venga anche lui.L’importante e’ ricordare sempre a tutti che ci sono gli azionisti privati pronti a collaborare se coinvolti e tutelati ma altrettanto determinati a mettersi di traverso se esclusi dai giochi( altro che melina e dialogo con le fondazioni ….)
Quante chiacchiere e quante voci insignificanti e inconcludenti su tutta questa disgraziata vicenda. Di serietà e di concretezza non se ne parla proprio. E il fondo arabo di Spacca che fine ha fatto? Per favore risparmiateci altre giostre senza costrutto sull’argomento! L’unica cosa che parrebbe avere,invece, una certa attendibilità, in questo squallido contesto anche mediatico, riguarderebbe la quasi certezza del totale azzeramento di quei contestatissimi fondi rischi nell’operazione di cessione dei crediti deteriorati al Fonspa, che riconoscerebbe alla banca(nonostante la garanzia del fitdi, si dice,x ca 800 mil. eu.) solo la differenza tra crediti deteriorati e importo dei fondi rischi presenti (5 mld c.d. – oltre 2 mld f.r.= sicuramente molto meno di 3 mld eu.). Se così fosse si tratterebbe di un’operazione scellerata(come più volte da molti e da noi paventato) posta in essere unicamente ai danni degli azionisti e in particolar modo dei piccoli soci risparmiatori della banca. Ma che interesse dovrebbe avere Fonspa o per lei Tages o come qualcuno dice, JP Morgan a partecipare al salvataggio di bancamarche? E’ poco credibile che tra istituzioni che, si dice, abbiano collegamenti con la famigerata finanza speculativa internazionale vi possano essere dei BUON SAMARITANI. Semmai è molto più probabile intravvedervi qualche SANGUISUGA assetata e senza scrupoli che, anche grazie all’aiuto di istituzioni inconcludenti,incapaci, imbelli o conniventi e di media asserviti(non si capisce poi perché) a questi signori e ai loro compari,cercano d’ingrassare,senza la minima pietà;sulle disgrazie altrui. Si cerca allora, in tutti i modi di divulgare informazioni, a dir poco, di parte e poco credibili circa la composizione e la valenza di quei crediti classificati come deteriorati e assistiti quasi esclusivamente,dicono, da garanzie immobiliari(mentre si dice,invece , che già anche una grossa posizione, ora in concordato preventivo- di cui i periti del tribunale avrebbero confermato la validità dei cespiti posseduti – stia richiedendo l’autorizzazione per la riapertura dei cantieri—altre notizie di questo tipo parrebbero comunque incominciare a trapelare) in modo di spianare la strada all’abbuffata finale. Qualora così fosse, acquisirebbe sicuramente maggiore interesse e attenzione quanto fatto ventilare, da alcuni, circa l’esistenza di un vero e proprio biscotto miliardario, già preconfezionato da tempo, ai danni della banca e di tutti i suoi soci, proprio con l’imposizione di quegli accantonamenti eccessivi e iniqui che non trovano raffronto(e di parecchio) in quanto applicato da qualsiasi altro competitor e da tutti gli altri istituti di credito nazionali. Un pacco miliardario,dicono, già programmato sin dall’approvazione di quello scellerato bilancio 2012(con voto contrario dei piccoli azionisti) e dalla successiva vergognosa approvazione della semestrale 2013. Tutto per soddisfare, dicono , l’appetito e l’ingordigia di questa famigerata finanza speculativa che avrebbe, secondo molti, collegamenti stretti con potentissime associazioni massoniche internazionali a cui renderebbero omaggio anche vertici di istituzioni finanziarie nazionali. Abbiamo scritto molto sull’argomento crediti deteriorati e sulle scellerate vicende della banca, prima devastata dalla precedente disgraziata gestione, poi distrutta da chi l’ha succeduta alle leve di comando,e non intendiamo ripeterci nell’occasione.. Vigileremo,comunque, con la massima attenzione, su tutto il prosieguo di questa ancor più squallida e incredibile vicenda allertando, già da ora, tutti i piccoli azionisti della banca(ca 43000) per essere pronti a porre in atto tutte le azioni di protesta, più opportune, già minacciate, qualora le cose dovessero effettivamente andare come paventato. Poi, a bocce ferme, sarà eventualmente anche nostra premura ,insieme a molti altri, chiedere conto, nelle sedi opportune, circa l’imputazione di quegli accantonamenti a fondo rischi(oramai ritenuti da tantissimi iniqui), della validità o meno di questa tanto sbandierata operazione di salvataggio, del modo in cui è stata condotta, e di come è stata gestita la nostra banca anche in quest’ultimo periodo. Si ringraziano infine i media , soprattutto locali , qualora si verificasse quanto paventato, per aver contribuito,con i loro servizi indirizzati, a consegnare la banca nelle mani, si dice, di speculatori senza scrupolo, a tutto danno di decine di migliaia(43000) di piccoli azionisti conterranei, che si sono sempre ben guardati di tutelare.