di Marco Ricci
Si è chiusa positivamente la cessione da parte di Banca Marche dei titoli, per un valore nominale di 2,3 miliardi, che l’istituto aveva posto sul mercato nel maggio scorso, quando la banca aveva deciso, in accordo con il Credito Fondiario (Fonspa), di non rinnovare un finanziamento contratto con la stessa Fonspa e il cui residuo era pari a 1.8 miliardi di euro, quanto di cedere gli asset posti a garanzia della linea di credito. E’ stato lo stesso Credito Fondiario a porre sul mercato gli asset ceduti dalla banca. A dare notizia del buon esito della collocazione dei titoli è stato l’istituto di credito, con una nota emessa questa mattina. Banca Marche, oltre ad estinguere la sua esposizione con il Credito Fondiario, ha ottenuto dall’operazione sia un surplus di liquidità che il ritorno nel proprio portafoglio di parte dei titoli posti sul mercato. “Banca Marche – si legge nel comunicato – è già rientrata in possesso dei titoli in eccesso posti a garanzia, oltre al surplus derivante dalla vendita delle attività finanziarie suddette.”
L’operazione ha estinto un originario prestito da 2,7 miliardi di euro ridottosi in seguito a 1,8 miliardi, che Fonspa aveva concesso ad agosto del 2014 per permettere a Banca Marche di rimborsare un precedente finanziamento di emergenza ottenuto dalla Banca d’Italia con il benestare della Bce. Il finanziamento di Via Nazionale, a sua volta, si era reso necessario per estinguere un’originaria esposizione di 4 miliardi di euro che l’istituto, prima del commissariamento, aveva contratto con la Banca Centrale Europa. Al momento di porre gli asset sul mercato, Banca Marche aveva comunicato come la cessione dei titoli avesse lo scopo, sfruttando “il favorevole momento di mercato”, sia di estinguere i finanziamenti in corso sia di ottenere un surplus di liquidità per circa 500 milioni di euro, con il direttore generale, Luciano Goffi, che aveva esplicitamente parlato di “rafforzamento dell’istituto.” Sebbene non sia noto il surplus ottenuto dalla banca né il valore dei titoli di cui è tornata in possesso, l’operazione nel suo complesso è dunque andata a buon fine.
Il portafoglio posto sul mercato, oltre a 300 milioni di euro di obbligazioni senior garantite dallo stato con cedola del 2.75%, è composto per la restante parte da titoli di cartolarizzazione garantiti da crediti ipotecari e residenziali e da crediti erogati a piccole e medie imprese. I titoli di cartolarizzazione sono suddivisi in tre Abs, tutti con rating intorno alla tripla A, che la banca aveva strutturato nel 2009, 2012 e nel 2013, il primo contenente mutui residenziali e commerciali per un valore di 436 milioni, il secondo con sottostante prestiti commerciali per 143 milioni, il terzo mutui residenziali per 1,3 miliardi di euro. Banca Marche, con la conclusione dell’operazione, ha così ceduto circa 2 miliardi di crediti in bonis.
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