di Claudio Ricci
(foto Andrea Petinari)
Deborah Pantana ha presentato oggi i candidati della civica “Frazioni e centro per ricostruire Macerata” al bar Servidei, immediatamente fuori dalle mura cittadine. «Un progetto fortemente simbolico dell’identità di Macerata – dice il capolista Mattia Orioli – che nasce come associazione per continuare l’attività anche dopo le elezioni a prescindere dall’esito elettorale. La civica nasce dalla fusione di due anime, quella delle frazioni rappresentate da Gino Ramaccioni e quella del centro con Mario Copponi».
Obiettivo della civica, ridare alle frazioni quella dignità di cui godevano prima del dopoguerra. «Le frazioni non devono più essere viste come periferia – dice Pantana – dovrà essere questo l’obiettivo da qui a 10 anni. Il centro, che è il cuore della città, deve vivere della vita e della partecipazione di questi centri. Non ci si può dimenticare di problemi come quello del Cosmari a Sforzacosta, con soldi promessi come indennizzo dal consorzio, introitati dal comune e poi ridistribuiti solo alle associazioni ambientaliste senza alcun risarcimento per chi in quelle zone ci vive e ci lavora. Stesso discorso per la lottizzazione, incompiuta di Valleverde di Piediripa con lo svincolo di San Claudio lasciato nel dimenticatoio. Drammatica poi la situazione viaria di Villa Potenza, ormai divenuta irraggiungibile dopo la chiusura al traffico di via Valenti a causa della nuova bretella che non serve a niente. La ricostruzione deve ripartire dal centro. E’ arrivato il momento di stare in mezzo alla gente, sapendo ascoltare e dando un segnale di rinnovamento. Oggi presentiamo una squadra forte e compatta che sono sicura saprà comunicare questo cambiamento alla città».
Maurizio Mosca chiede un incontro ai quartieri: “Lo stato di scarsa attenzione dell’amministrazione comunale verso i quartieri è testimoniata dal fatto che quotidianamente cittadini di zone diverse di Macerata lamentano le stesse lacune. Noi torniamo a ribadire che il problema si risolve approvando un regolamento per il funzionamento di circoli di quartiere che, a scadenze preordinate, su base volontaria e rappresentativa, incontreranno il sindaco e gli uffici comunali per sottoporre proposte e esigenze, richieste e soluzioni. Solo attraverso il confronto diretto si può venire incontro alle istanze dei cittadini che devono essere ascoltate perchè sono loro a vivere in prima persona nelle diverse e variegate realtà maceratesi.
Ad esempio, per quanto riguarda Colleverde, dobbiamo mettere in risalto che si tratta del quartiere dove insistono probabilmente le aree verdi più importanti della nostra città. Sono ben quattro i parchi presenti, completamente abbandonati a loro stessi, senza la presenza di giochi per bambini oppure, laddove ci sono, vecchi e a volte anche pericolosi. Il parcheggio esterno della scuola “Fratelli Cervi” necessita visibilmente di opere di manutenzione che riteniamo ormai indifferibili, senza parlare del vero scandalo dell’abbandono del Sasso d’Italia, uno dei simboli della nostra Macerata, oggi dimenticato e lasciato colpevolmente in balia dei vandali. Non è questa la Macerata che ci piace. Non è questa la Macerata che vogliamo. Chiediamo ai residenti di Colleverde e degli altri quartieri di Macerata un incontro per poter verificare insieme le situazioni più scabrose e per le quali c’è bisogno di un intervento urgente, in modo tale da poter valutare insieme ai cittadini stessi quali strade percorrere per trovare una soluzione che non sia il solito libro dei sogni delle campagne elettorali del quale poi nessuno si ricorda più dopo poche settimane.
Questa candidatura nasce proprio per questo: per ridare Macerata ai maceratesi e solo insieme a loro cambiare questo stato di cose sarà possibile”.
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Giustamente le cosiddette Frazioni (Villa Potenza, Sforzacosta e Piediripa), prima di essere “periferizzate” negli anni settanta (cioè messe fuori dal perimetro), costituivano le tre grandi “porte territoriali” di accesso all’Ager della antica città collinare. Tre accessi posti in altrettanti punti strategici all’incrocio di importati rotte commerciali e di transito dei pellegrini lungo i fondo valle, divenuti già in epoca storica centri mercantili, artigianali e di sosta con locande e osterie. (Non a caso nelle vicinanze di Piediripa sorgeva Pausula e quasi a ridosso dell’attuale Villa Potenza sorgeva Recina -poi Helvia Ricina-). Dunque luoghi dalla forte identità storica, trasformati in tristi dormitori e desolanti ammassi di volumi sottodotati di infrastrutture e servizi, con assenza di una qualsiasi immagine urbana. La giusta riproposizione dello svincolo di Piediripa (impropriamente detto di S. Claudio), deve trovare la necessaria risoluzione e attuazione, contestualmente alla perimetrazione e messa in luce della zona archeologica esistente tra S. Claudio e Trodica di Morrovalle.
fin per carità , diceva un grande uomo e maestro …