Nella foto da sinistra Marino Bigoni, Giuseppe Micucci e Gianfilippo Bianchi
di Laura Boccanera
Un incontro urgente per parlare del porto di Civitanova. Lo chiedono con una lettera protocollata gli operatori Giuseppe Micucci della cooperativa Casa del pescatore, Marino Bigoni della piccola pesca, Gianfilippo Bianchi per la cantieristica assieme a Wilma Mazzanti e Andrea Cittadini.
La richiesta nasce dalla necessità degli operatori di avere informazioni sullo stato di avanzamento della progettualità. La lettera protocollata al Comune porta la data del 16 novembre e gli operatori chiedono un riscontro dopo mesi di silenzio: «L’ultimo incontro è dello scorso gennaio – dicono – quando con i progettisti di Unicam fu fatto un sopralluogo necessario per confrontare le ipotesi progettuali con le esigenze degli operatori. Ad esempio nel progetto Inside era prevista una piazza all’interno dell’area portuale in direzione della torre di Cristo Re, ma fu eccepito che in quell’area passavano i mezzi della cantieristica e quindi furono raccolte le nostre osservazioni con la promessa di apportare le modifiche. Ma da allora non ne sappiamo più nulla- aggiungono i portuali – sappiamo però che altri incontri ci sono stati senza di noi e ci preoccupa questo silenzio perché nel frattempo nessuno parla più del piano del porto, né della messa in sicurezza. Nella delibera di consiglio si parlava di urbanistica partecipata, ma tutto tace».
A preoccupare ancora di più è la sorpresa che potrebbe arrivare dal pronunciamento del Tar atteso per il 15 dicembre sul ricorso presentato da Umberto Antonelli della Eurobuilding per la mancata pubblicazione del progetto del porto “Dubai” all’albo pretorio e le delibere con le quali il comune ha ripreso in mano le ipotesi progettuali di Unicam su quell’area.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Non che il silenzio della Fata Confetto sia preoccupante, lei ha i suoi metodi ultra conosciuti anche se spesso presi troppo alla leggera. Però non vorrei, prendendo come spunto il noto proverbio che magari (beh sì proprio in quel senso di vivo desiderio) diventi realtà: Una lamentela al giorno toglie il sindaco di torno!
Ma se avete in giunta tal Francesco Caldaroni con le deleghe Pesca, Porto, Sviluppo e valorizzazione del mare, mi dite perché tutti questi problemi per essere chiamati al cospetto della Fata Confetto. Non credo che il suddetto sia stato votato da ammiratori che non hanno almeno il balcone da cui si possa godere la vista dell’orizzonte marino, là dove la linea del mare sembra congiungersi con il cielo in un eterno amplesso. Magari anche da chi , proveniente dalle vicine periferie ma sempre perché ha qualcosa in comune con mare o spiaggia o porto, sia per lavoro o meravigliose passeggiate. Quindi non sarebbe più facile “protocollare” con lui dubbi, spiegazioni sul fare della misteriosa giunta e degli ipertrofici desideri del conduttore che con pessima maestria e fregandosene altamente di tutti, anche degli operatori portuali come in questo caso ha il suo bel cassetto ben oliato dove tiene riposti i suoi desideri. Ah, quel termine “oliato” mi è uscito così, non so nemmeno se si tratti di un errore o di un lapsus freudiano. Ma ormai l’ho scritto e ce lo lascio, tanto per quello che conta. Certo non ci sono più i marinai di una volta che ben sapevano come protocollare e far valere le loro ragioni con poca riverenza verso soprusi e maleducazione.