Uno dei rendering del progetto
Con la pubblicazione all’albo pretorio si avvia l’iter per l’edificazione del porto targata Eurobuilding. La società è pronta a dare l’avvio al procedimento che potrebbe partire già la prossima settimana con un passaggio in giunta per la presa d’atto (forse martedì) .
A quel punto sarà possibile presentare le osservazioni. Dalla pubblicazione ci sono dai 30 ai 90 giorni di tempo per presentare le osservazioni finalizzate alle modifiche. «Il dibattito pubblico può esserci solo se c’è un progetto, come base di partenza del ragionamento. Uno studio per intavolare una discussione – dice Antonelli – Un documento come il nostro che traccia una rotta da seguire e può essere modificato, sulla base delle osservazioni che saranno presentate dopo la pubblicazione». La società propone l’istituzione di un Comitato di garanzia, un organo con compiti propositivi, consultivi, di verifica, per promuovere interventi finalizzati a modificare, migliorare l’opera da portare avanti attraverso una società a capitale diffuso, anche con la partecipazione della componente pubblica che, prendendo delle partecipazioni, può esercitare, dall’interno, il controllo sulla società. Il nocciolo di questa società si formerà nel momento di raccolta delle osservazioni. «Questo è il progetto partecipato – conclude – certamente più inclusivo del piano particolareggiato di iniziativa comunale, che finora si è dimostrato irrealizzabile».
Umberto Antonelli titolare di Eurobuilding, Giuseppe Emili cooperativa Casa del pescatore e Pierluigi Cipolla vicepresidente de il Madiere
Ma la Cooperativa “Casa del pescatore” tramite il presidente Giuseppe Emili e Pierluigi Cipolla vicepresidente de Il Madiere e socio del club Vela continuano la campagna contro la retorica di Eurobuilding. Non dà infatti segni di cedimento il botta e risposta che ormai da almeno una settimana tiene banco nel dibattito cittadino. Un ring sul quale da un lato c’è Umberto Antonelli e dall’altro gli esponenti del comitato che hanno avviato una raccolta firme per far pesare con la volontà popolare il no al progetto di edificazione del porto di Civitanova. Un ring che ha come limite le banchine del molo e dove al posto dei guantoni ci sono i comunicati stampa. In risposta all’ennesimo, quello delle parole del progettista Paolo Viola, intervengono oggi Pierluigi Cipolla e la società cooperativa Casa del pescatore. «Coerenza signor Antonelli, coerenza e trasparenza» – chiede Cipolla vice presidente de Il Madiere e da 30 anni socio del Club Vela: «negli ultimi giorni si è messo a suonare il piffero sperando in tal modo di raccogliere i topolini e gettarli a mare affogandoli, ma i topolini il mare lo hanno vissuto da bambini e sanno come comportarsi nelle acque e soprattutto, non hanno l’anello al naso». Il riferimento è alla proposta di collaborazione, di progettazione condivisa e di ascolto delle esigenze delle categorie. Dichiarazioni che hanno fatto arrabbiare i portuali dal momento che arrivano in maniera tardiva secondo i diretti interessati: «si dice che sarà garantita trasparenza, ma fino ad oggi zero, ha fatto cadere dall’alto un progetto senza alcuni dialogo. Nella domanda presentata al comune c’è scritto che la società diventa titolare per 90 anni di tutte le concessioni demaniali a terra ed in mare. Quindi lei, Antonelli, diventa unico referente di tutti gli spazi e decisore delle remuneratività». Cipolla contesta anche il piano economico: «In conferenza ha detto che i costi saranno gestiti in modo non troppo difforme da quelli attuali, il 28 gennaio però ci ha detto che un posto barca da 2mila euro all’anno con la nuova gestione potrà essere di 8mila euro. E poi, una volta dichiara 620 posti, noi solleviamo il problema e lei lo aggiusta a 900. Rimane un mistero poi dove vada a prendere i soldi per questa operazione, ed è un mistero che non ha senso se esistono persone decise ad investire. Anche se fosse una banca privata non avrebbe problemi a dichiararsi, salvo poi dire che chiunque potrà concorrere economicamente alla realizzazione. Infine una cosa che in tanti abbiamo notato: nei rendering del suo progetto si vedono le piante più alte dei palazzi di nove piani che vuole costruire, ed in prospettiva, questi palazzi sono la metà in altezza della torre, questo lei lo chiama sempre trasparenza»?
Risponde per la categoria dei pescatori anche Giuseppe Emili: «da alcuni giorni assistiamo alla santificazione dei promotori del progetto, Viola e Antonelli benefattori della città. I veri benefattori furono quei 20 marinai di Civitanova che nel giorno di Pasqua del 1919 fondarono una cooperativa con finalità mutualistiche, così come quegli amministratori che in nome della marineria hanno permesso lo sviluppo e potenziamento del porto. Gli eredi di quei valorosi pescatori non vogliono alcuna concessione su tutto il porto per 90 anni come qualcun altro anela, ma solo il bene pubblico e questo non può passare per il privato». Da qui la richiesta da parte del presidente de “La Casa del pescatore” Giuseppe Emili all’amministrazione affinché riporti nell’alveo del pubblico il ragionamento sul porto attraverso il piano particolareggiato: «la giunta finora è rimasta troppo silente sull’argomento, la invitiamo a mettersi al lavoro sul piano particolareggiato. Non possiamo permettere che chi ha risorse economiche possa realizzare un progetto che appare come una cementificazione di intere zone adiacenti al mare. E’ l’amministrazione pubblica che deve porsi al centro del dibattito».
(l. b.)
Certi imprenditori sono fermi agli anni 60-70-80, quando la parola d’ordine era costruire ovunque e comunque, ma che a livello di sviluppo urbanistico corrisponde al medioevo. Non contenti degli scempi disseminati tra Lido 3 Archi e Porto Recanati, che abbiamo ereditato grazie a visioni sballate come quella di Antonelli, ancora insistono sul concetto (farlocco) che per sviluppare una zona bisogna costruire. Dov’era Antonelli quando Civitanova non era immobiliarmente appetibile come oggi? Facile fare gli immobili oggi a Civitanova, dove la domanda supera di gran lunga l’offerta. Ti piace vincere facile Antonelli! Prima che il Porto (che è già stato molto riqualificato ed Antonelli lo sa benissimo) a Civitanova ci sarebbe da BONIFICARE le falde acquifere inquinate dalle industrie di suole, la zona Ceccotti/Vetreria che sembra una Mogadiscio in pieno centro (area oggetto anche di fantomatici grandi progetti imprenditoriali a suon di metri cubi), la zona stadio fatiscente, il Varco che è stata lasciato come appena finito di demolire la fiera… A loro piace solo costruire, ma in realtà c’è solo molta città da riqualificare.
nei mesi estivi è più facile bypassare il consenso popolare, le persone sono in ferie e in vacanza, e l'attenzione è altrove. Si può sperare solo in una opposizione rappresentativa, informata e preparata.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Il tutto si ridurrebbe a qualche palazzone vicino al mare sempre che il demanio non tenga conto del fatto che si tratti semplicemente di un tentativo di sfruttamento del territorio pubblico ad uso privato con la complicità del sindaco attuale, tal Fabrizio Ciarapica che tenta nuovamente di muovere interessi che non riguardano Civitanova ma solo palazzinari che intendono creare ecomostri, anzi in quella posizione sarebbero solo mostri in riva al mare e che tutto sarebbero meno che alberghi. I miliardari le vacanze le passano sui loro panfili e tra di loro e sanno come e dove andare se devono scendere a terra. ” Arrivai a mani nude, avrei voluto riempirle di ogni bene ma una volta che loro, accortesi della mia famelicità sommata alla mia incapacità totale di fare cose buone e giuste e alla mia completa stupidità che mi ingannava suggerendomi di essere il più furbo, mi accompagnarono molto eufemisticamente alla porta . Agivano come se volessero rigettarmi da dove ero venuto. La cosa che mi fece più male fu leggere nei loro volti un immenso piacere che solo la loro compostezza riuscì a non alterare in orribili maschere trasfigurate dall’odio e dalle tante ingiustizie e occasioni in cui li avevo deliberatamente umiliati e questo dopo che avevano creduto profondamente in me”. Da “L’idiota che voleva fare il re”. FF.D. Scarambolatoff
Non ho capito perché Antonelli continua a sostenere la seguente affermazione “il piano particolareggiato di iniziativa Comunale, che fino ad ora si è dimostrato irrealizzabile”. Se ci sono dei motivi tecnici a supporto di questa affermazione ce li dicano. Nessuno ha infatti spiegato perché il piano particolareggiato di iniziativa Comunale sarebbe “irrealizzabile”. O per lo meno, non l’ho letto io. In questo caso segnalatemi dove è scritto. In mancanza di questa spiegazione sarebbe più corretto dire “il piano particolareggiato di iniziativa Comunale, che l’attuale Amministrazione NON vuole realizzare”, visto che l’altra Amministrazione, quella passata aveva lasciato una Convenzione con l’Università di Camerino (se non erro) per tale scopo. E magari, inoltre, l’attuale Amministrazione NON vuole realizzare il piano particolareggiato di iniziativa Comunale proprio perché vuole invece realizzare il progetto presentato da Antonelli. Su queste cose bisogna essere chiari. Se un Amministratore fa una scelta se ne deve assumere le responsabilità. Non si può porre come chi è costretto a scegliere una cosa perché l’altra è irrealizzabile.
Ogni volta che leggo gli articoli relativi a questo progetto più che avere l’impressione di ricevere informazioni esplicative riguardanti un progetto, ho l’impressione di avere davanti dei commerciali che mi vogliono convincere su un prodotto con la comunicazione tipica adatta a quello scopo.