Progetto del porto, offeso Paolo Viola:
«Non chiamatela Dubai»
Silenzi presenta un esposto al Prefetto

CIVITANOVA - L'Eurobulding diffonde una lettera che il progettista milanese ha inviato ad Antonelli. Ricostruisce gli step dell'operazione, dice che i portuali sono caduti in un paradosso e giudica normale la loro reazione: «In questi casi c'è sempre la rivolta, poi cambiano idea». Intanto il capogruppo del Pd: «Ancora non ho ricevuto la documentazione richiesta in Comune il 22 giugno, deve esserci trasparenza in un'operazione da 180 milioni per una privatizzazione di 200mila metri quadrati a terra e 300mila in acqua»

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Il rendering del progetto al porto

 

di Laura Boccanera

«Non mi turba la rivolta, piuttosto sono offeso dal paragone con Dubai». Paolo Viola, milanese, ingegnere e progettista della riqualificazione portuale nel progetto Eurobuilding scrive all’imprenditore Umberto Antonelli commentando quanto emerso in questi giorni dopo la presa di posizione dei comitati del porto e l’avvio della raccolta firme.

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L’ingegner Paolo Viola progettista di Harbours per il progetto Eurobuilding, durante l’intervista degli scorsi mesi a Cronache Maceratesi

A rendere nota la corrispondenza è l’ufficio stampa stesso di Eurobuilding. L’azienda rispetto alla reticenza iniziale ormai da qualche settimana ha invertito la rotta sulla comunicazione e quasi ogni giorno sforna dichiarazioni e comunicati. Sono lontani i tempi in cui bisognava fare affidamento alle lettere anonime (ma ben circostanziate) che illustravano nel dettaglio l’esistenza del progetto del quale però nessuno pareva sapere nulla.

Il primo a parlare fu proprio Paolo Viola che affidò all’inizio del dibattito, ormai un anno fa, proprio a Cronache Maceratesi una lunga intervista nel quale illustrava il piano Eurobuilding che si è configurato esattamente come presentato una settimana fa. Paolo Viola è un progettista di lungo corso, ha vissuto gli anni d’oro del design e dell’architettura milanese. E’ un cortese, garbato e piacevole uomo d’altri tempi e in una lettera affida ad Antonelli il proprio sconcerto, non tanto per le polemiche in corso, quanto piuttosto per lo “sgarbo” estetico fatto al progetto, paragonato a Dubai.

porto-dubai-renderdViola ricostruisce gli step della maturazione del progetto e commenta così la reazione dei portuali: «ho vissuto abbastanza a lungo da sapere che ogni volta che si interviene sullo spazio pubblico, e in particolare sullo spazio urbano, si suscitano reazioni anche violente e giustificate dalla preoccupazione che i cambiamenti possano far perdere la memoria storica dei luoghi o, peggio ancora, danneggiare qualche interesse: pensa a quello che succede sempre, ogni volta che in un paese o in una metropoli – capita ovunque – si progetta di pedonalizzare una strada o una piazza. C’è sempre la rivolta di interi quartieri, la nascita di comitati contro, l’urlo sguaiato di slogan apodittici. E come sempre, lo dico, senza tema di smentita, in breve tempo lo stesso popolo che si era ribellato è diventato strenuo difensore del nuovo stato. Per questo la rivolta del “giù le mani dal nostro porto” non mi ha turbato più di tanto. Mi ha offeso solo quel paragone con Dubai perché non solo è totalmente sbagliato, ma è anche irritante per i malevoli significati che vuole veicolare».

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Lo scorso 18 febbraio Cronache Maceratesi svelò i rendering del progetto paragonandolo a Dubai per la presenza dei grattacieli

In realtà Viola nella lettera sottolinea pure come i portuali nelle loro dichiarazioni siano caduti in un paradosso: da un lato dire di non voler affidare la gestione di un porto a 90 anni ad un privato e poi rivendicare loro stessi di avere concessioni secolari. «Quando si dice “la mia famiglia è qui da 100 anni” come si fa a non capire che quella famiglia ha utilizzato un bene dello Stato,  cioè di tutti noi, anche di chi come me vive altrove, che le regole prevedono venga assegnato per un periodo limitato, un periodo che dovrebbe essere proporzionato all’investimento previsto? E che poi venga rimesso in gara, affinché altri soggetti possano ottenerne l’uso alle migliori condizioni offerte al demanio-proprietario? La concessione goduta per lunghissimo tempo è, all’opposto di ciò che viene urlato, l’inequivocabile segnale che il termine è stato abbondantemente superato. E si tratta delle stesse persone che sostengono che la concessione richiesta da noi è eccessivamente lunga. Sono certo che il novantanove per cento dei cittadini civitanovesi, superato lo choc creato da una informazione tendenziosa, capirà che il nostro progetto di riqualificazione rappresenta il miglior uso di quel bene pubblico che si chiama porto»Viola lancia poi la proposta di un dibattito pubblico da svolgersi a settembre «per compiere il rito del confronto civile e della trasparenza in cui mostrare, illustrare e discutere il progetto tra esperti indipendenti». Al momento il fronte del no è tutto concentrato sulla raccolta firme: l’area portuale è tappezzata di cartelli per ricevere le adesioni e il comitato sta iniziando a lavorare ventre a terra per dimostrare che la città è al loro fianco. 

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Giulio Silenzi (Pd) durante una conferenza del Comitato

Su tutta la vicenda inoltre arriva anche l’esposto alla Prefettura inviato da Giulio Silenzi , capogruppo Pd di Civitanova: «è venuto il momento della chiarezza e il sindaco non può continuare a nascondersi, come sta facendo, lasciando che solo la Eurobuilding gestisca una partita in cui l’amministrazione recita invece più parti in commedia – scrive Silenzi – dell’operazione da 180 milioni di euro per una privatizzazione di 200mila metri quadrati a terra e 300mila metri quadrati acquei si sa solo quello che il privato ha mostrato in una conferenza stampa allo Shada, diventato la sede sostitutiva del consiglio comunale, dove nulla si è ancora discusso sebbene da quattro anni nella maggioranza fossero tutti a conoscenza del progetto. In questa vicenda ci sono molti profili, sotto l’aspetto della trasparenza, che non vengono rispettati e per questo ho inoltrato un esposto al Prefetto di Macerata. Ai consiglieri comunali che ne fanno richiesta non vengono messe a disposizione le copie degli atti del progetto depositato dalla Eurobuilding il 21 giugno in Comune. Ho presentato domanda di accesso il 22 giugno e ad oggi 16 luglio, 24 giorni dopo, ancora non ho ricevuto la documentazione ovvero copia del progetto con tutte le tavole e relazioni. Alla richiesta di trasparenza viene opposta la scusa che gli atti progettuali depositati sono solamente in formato cartaceo che non ci sono cioè supporti digitali da poter consultare in modo che si possa prendere visione non delle slide mostrate dalla Società, ma della cartografia reale del progetto.  In tutto questo spicca il silenzio del sindaco, primo sponsor del progetto Eurobuilding e ora attento a restare dietro le quinte per non esporsi troppo e non rischiare credito elettorale».

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