Il rendering del progetto al porto
di Laura Boccanera
«Non mi turba la rivolta, piuttosto sono offeso dal paragone con Dubai». Paolo Viola, milanese, ingegnere e progettista della riqualificazione portuale nel progetto Eurobuilding scrive all’imprenditore Umberto Antonelli commentando quanto emerso in questi giorni dopo la presa di posizione dei comitati del porto e l’avvio della raccolta firme.
L’ingegner Paolo Viola progettista di Harbours per il progetto Eurobuilding, durante l’intervista degli scorsi mesi a Cronache Maceratesi
A rendere nota la corrispondenza è l’ufficio stampa stesso di Eurobuilding. L’azienda rispetto alla reticenza iniziale ormai da qualche settimana ha invertito la rotta sulla comunicazione e quasi ogni giorno sforna dichiarazioni e comunicati. Sono lontani i tempi in cui bisognava fare affidamento alle lettere anonime (ma ben circostanziate) che illustravano nel dettaglio l’esistenza del progetto del quale però nessuno pareva sapere nulla.
Il primo a parlare fu proprio Paolo Viola che affidò all’inizio del dibattito, ormai un anno fa, proprio a Cronache Maceratesi una lunga intervista nel quale illustrava il piano Eurobuilding che si è configurato esattamente come presentato una settimana fa. Paolo Viola è un progettista di lungo corso, ha vissuto gli anni d’oro del design e dell’architettura milanese. E’ un cortese, garbato e piacevole uomo d’altri tempi e in una lettera affida ad Antonelli il proprio sconcerto, non tanto per le polemiche in corso, quanto piuttosto per lo “sgarbo” estetico fatto al progetto, paragonato a Dubai.
Viola ricostruisce gli step della maturazione del progetto e commenta così la reazione dei portuali: «ho vissuto abbastanza a lungo da sapere che ogni volta che si interviene sullo spazio pubblico, e in particolare sullo spazio urbano, si suscitano reazioni anche violente e giustificate dalla preoccupazione che i cambiamenti possano far perdere la memoria storica dei luoghi o, peggio ancora, danneggiare qualche interesse: pensa a quello che succede sempre, ogni volta che in un paese o in una metropoli – capita ovunque – si progetta di pedonalizzare una strada o una piazza. C’è sempre la rivolta di interi quartieri, la nascita di comitati contro, l’urlo sguaiato di slogan apodittici. E come sempre, lo dico, senza tema di smentita, in breve tempo lo stesso popolo che si era ribellato è diventato strenuo difensore del nuovo stato. Per questo la rivolta del “giù le mani dal nostro porto” non mi ha turbato più di tanto. Mi ha offeso solo quel paragone con Dubai perché non solo è totalmente sbagliato, ma è anche irritante per i malevoli significati che vuole veicolare».
Lo scorso 18 febbraio Cronache Maceratesi svelò i rendering del progetto paragonandolo a Dubai per la presenza dei grattacieli
In realtà Viola nella lettera sottolinea pure come i portuali nelle loro dichiarazioni siano caduti in un paradosso: da un lato dire di non voler affidare la gestione di un porto a 90 anni ad un privato e poi rivendicare loro stessi di avere concessioni secolari. «Quando si dice “la mia famiglia è qui da 100 anni” come si fa a non capire che quella famiglia ha utilizzato un bene dello Stato, cioè di tutti noi, anche di chi come me vive altrove, che le regole prevedono venga assegnato per un periodo limitato, un periodo che dovrebbe essere proporzionato all’investimento previsto? E che poi venga rimesso in gara, affinché altri soggetti possano ottenerne l’uso alle migliori condizioni offerte al demanio-proprietario? La concessione goduta per lunghissimo tempo è, all’opposto di ciò che viene urlato, l’inequivocabile segnale che il termine è stato abbondantemente superato. E si tratta delle stesse persone che sostengono che la concessione richiesta da noi è eccessivamente lunga. Sono certo che il novantanove per cento dei cittadini civitanovesi, superato lo choc creato da una informazione tendenziosa, capirà che il nostro progetto di riqualificazione rappresenta il miglior uso di quel bene pubblico che si chiama porto». Viola lancia poi la proposta di un dibattito pubblico da svolgersi a settembre «per compiere il rito del confronto civile e della trasparenza in cui mostrare, illustrare e discutere il progetto tra esperti indipendenti». Al momento il fronte del no è tutto concentrato sulla raccolta firme: l’area portuale è tappezzata di cartelli per ricevere le adesioni e il comitato sta iniziando a lavorare ventre a terra per dimostrare che la città è al loro fianco.
Su tutta la vicenda inoltre arriva anche l’esposto alla Prefettura inviato da Giulio Silenzi , capogruppo Pd di Civitanova: «è venuto il momento della chiarezza e il sindaco non può continuare a nascondersi, come sta facendo, lasciando che solo la Eurobuilding gestisca una partita in cui l’amministrazione recita invece più parti in commedia – scrive Silenzi – dell’operazione da 180 milioni di euro per una privatizzazione di 200mila metri quadrati a terra e 300mila metri quadrati acquei si sa solo quello che il privato ha mostrato in una conferenza stampa allo Shada, diventato la sede sostitutiva del consiglio comunale, dove nulla si è ancora discusso sebbene da quattro anni nella maggioranza fossero tutti a conoscenza del progetto. In questa vicenda ci sono molti profili, sotto l’aspetto della trasparenza, che non vengono rispettati e per questo ho inoltrato un esposto al Prefetto di Macerata. Ai consiglieri comunali che ne fanno richiesta non vengono messe a disposizione le copie degli atti del progetto depositato dalla Eurobuilding il 21 giugno in Comune. Ho presentato domanda di accesso il 22 giugno e ad oggi 16 luglio, 24 giorni dopo, ancora non ho ricevuto la documentazione ovvero copia del progetto con tutte le tavole e relazioni. Alla richiesta di trasparenza viene opposta la scusa che gli atti progettuali depositati sono solamente in formato cartaceo che non ci sono cioè supporti digitali da poter consultare in modo che si possa prendere visione non delle slide mostrate dalla Società, ma della cartografia reale del progetto. In tutto questo spicca il silenzio del sindaco, primo sponsor del progetto Eurobuilding e ora attento a restare dietro le quinte per non esporsi troppo e non rischiare credito elettorale».
Riqualificazione del porto, parla il progettista Paolo Viola: «Sarà un quartiere giardino»
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La prima osservazione è che depositare la documentazione in formato cartaceo nel 2021, è veramente sorprendente. Sarà anche tutto regolare nella procedura ma crea poi difficoltà a chi deve visionarla costringendolo a fare copie su copie, mentre basterebbe condividere i files. Giusto ieri Antonelli della Eurobuilding affermava che questo “è il progetto della città per la città”. Il fatto che sia stato presentato solo su carta creando il problema di visionare le copie addirittura ai Consiglieri Comunali, conferma che il progetto non solo non è della città (che non lo ha mai visto e continua a non vederlo), ma non riescono a visionarlo neanche i Consiglieri Comunali con potere ispettivo!
La seconda osservazione è che il paradosso di cui parla l’Ing.Viola, vale anche all’inverso per il loro progetto presentato dalla Eurobuilding. Se non è giusto da parte degli attuali concessionari aver tenuto la concessione per cento anni, non si può allora dire siccome lo hai tenuto 100 anni tu, allora adesso lo tengo 90 anni io, e questo secondo me indipendentemente dall’investimento, perché altrimenti chi può pagare prenota la concessione di secolo in secolo. Il problema delle concessioni in Italia c’è ma NON è sicuramente il progetto della Eurobuilding la soluzione, che fa passare addirittura la concessione secolare da molti ad uno. Quindi da questo punto di vista addirittura peggiora la situazione.
La terza osservazione che vorrei fare è sull’uso. Gli attuali concessionari (sicuramente la maggior parte) fanno un uso che definirei logico/legittimo dell’area. Se io ho un Cantiere Navale di certo la sede ideale NON è una zona interna, ma il Porto. Se c’è un Club Vela, la sede ideale è ugualmente il Porto. Se invece voglio edificare un Residenziale / Commerciale / Turistico, come prevede il progetto presentato, NON ho la necessità di edificare all’interno del porto in zona demaniale, posso tranquillamente stare nei dintorni o fuori. Vorrei allora far presente ai lettori che qui si cade in una contraddizione clamorosa da parte di alcuni soggetti che hanno fatto parte delle varie Amministrazioni Comunali e che sono favorevoli ora a questo progetto. Negli anni ricordo (correggetemi se sbaglio) che almeno 4 edifici con destinazione d’uso albergo, hanno cambiato destinazione d’uso in residenziale, con varianti approvate delle varie Amministrazioni Comunali. Li cito anche: Hotel Adua, Hotel Roma, Hotel Sant’Elena ed Hotel Tortuga. Ripeto, correggetemi se sbaglio, o aggiungetene altri se vi vengono in mente. Allora non si può prima fare varianti di destinazione d’uso da Alberghiero a Residenziale, e poi venire a dire che siccome mancano gli Alberghi allora bisogna edificarli dentro l’area Portuale. E questo lo vorrei far notare anche al Presidente dell’Associazione Albergatori di cui ho letto una intervista qualche giorno fa, nella quale dava l’idea di essere favorevole a questo progetto.
Dimenticasti il primo albergo, prima ” Albergo Bella Vista ” poi trasformato in ” Albergo Villa Eugenia ” poi trasformato in residence di livello. Ma questo è dovuto al business che ha fatto gola, sempre. Sta de fatto che a Citanò l’arberghi nun ci sta. E mancano, se si faranno ben vengano. Che siano a Citanò Arda o su lo porto o in mezzo a lo maro. La raccolta firme è una buffonata, chi firma di sicuro sarà influenzato da chi ” riferisce ” magari cose inventate o false. Io spero che si riesca a dare un nuovo volto alla nostra Citanò che per ora è una cittadina di molto mivimento, con tanti locali aperti in estate, ma niente di più. Porto S.Elpidio negli ultimi 40 anni ha fatto tanto più di noi. Citanò merita di più di quanto è ora. L’opposizione che faccia il suo mestiere, ma in modo chiaroe obiettivo tenendo presente ” Citanò tutta ” non solo una parte più interessata direttamente che si sentirebbe penalizzata.
Esiste una raccolta di firme per far cominciare i lavori al più presto?
Sul progetta Eurobuilding molti i commenti, anche interessanti; io credo che la questione sia molto importante non possa essere vista col metodo “o bianco o nero” ma affrontata senza pregiudizi.
Lasciamo da parte le battute su Dubai e partiamo da alcune premesse.
Civitanova ha registrato un impulso alla sua attrattività grazie a 1) il trasferimento della Lube e 2) il completamento della superstrada.
Questi due fatti, molto diversi tra loro, hanno un fattore in comune: ci si sviluppa solo uscendo da una dimensione “paesana” e con strutture ed infrastrutture adeguate.
Altro aspetto, critico in questo caso, che riguarda il passato: nessuna amministrazione ha affrontato il nodo della viabilità cittadina elaborando un piano del traffico adeguato ad un’area urbana costiera in costante sviluppo ma “tagliata” da SS16, Ferrovia e A14 con tutti i problemi odierni che ben conosciamo.
Credo quindi che il progetto Eurobuilding vada visto in questo contesto: dalla proprietà, dato che non avrebbe senso una cosa del genere di fatto intrappolata ed in alcuni momenti irraggiungibile, e dalla città che potrebbe vedere risolti, in parte e dove possibile, alcuni nodi storici.
Si puo fare? Non lo so ma pongo il problema e quindi a) occorre accogliere le aperture della Società esternate da Antonelli ed “andare a vedere” e b) occorre una politica lungimirante che deve assumersi le proprie responsabilità.
La maggioranza dei cittadini apprezzerebbe tale atteggiamento.
Qui vengo a ciò che mi sta a cuore: il ruolo della sinistra.
Deludente è la posizione del PD che si è accodato ad una raccolta di firme dal sapore della “testimonianza d’altri tempi”.
Credo che al contrario avrebbe dovuto impugnare la bandiera del progetto, certamente non a scatola chiusa, ma aprire un confronto con la Società, entrare nel merito, farsi carico e nello stesso tempo garante che una opportunità forse irripetibile per la Città tale resti e non sia speculazione.
Vogliamo lasciare Ciarapica unico interlocutore della Eurobuilding? Complimenti!!
Se Silenzi lamenta di non aver avuto la documentazione e gli elaborati, su cosa si basa il giudizio tranchant fin qui espresso?
Ci si confronti dunque, si ascoltino le argomentazioni di tutti ma si guardi al futuro e non alla prossima campagna elettorale.
Ultima annotazione un pò “romantica”: negli anni ’80 ci battevamo per l’apertura anche d’inverno dei ristoranti degli stabilimenti balneari osteggiati dai “ristoratori del centro”: molta acqua è passata sotto i ponti ed ha ragione l’Ing. Viola quando afferma che quasi sempre chi protesta poi diventa strenuo difensore dell’innovazione: basti ricordare le ZTL oggi apprezzate da tutti, alle riserve naturali, cito Brescia, che frequento da qualche anno, dove contro la metropolitana fu scatenata una guerra contro il Sindaco Corsini ed oggi è considerata un gioiello di mobilità urbana.
Avanti con coraggio dunque, caro PD e cara sinistra, la gente e soprattutto le nuove generazioni si aspettano insieme al rigore ed alla trasparenza anche idee e visione del futuro: le firme raccogliamole un’altra volta.