Il Consiglio comunale ha bocciato il progetto del megaresort sul Burchio. Nel riquadro Sabrina Montali, sindaco di Porto Recanati
di Gianluca Ginella
Si riaccende il caso Burchio: con due distinti filoni di indagine. Uno è relativo alle minacce ricevute dal sindaco Sabrina Montali e dal comandante della polizia municipale Sirio Vignoni, l’altro è relativo invece ad un fascicolo aperto, per conoscenza, dalla procura, volto a verificare presunte anomalie amministrative sulle delibere della precedente amministrazione comunale. Al momento non ci sono indagati e non vi è alcuna ipotesi di reato.
Il caso Burchio sotto la lente della procura di Macerata. Una indagine è stata aperta relativamente alle delibere della giunta di Rosalba Ubaldi proprio sul progetto del megaresort. Un’opera che per molti mesi è stata al centro del dibattito politico a Porto Recanati, fino alla bocciatura in Consiglio comunale del 21 novembre (leggi l’articolo). Si tratta di una indagine conoscitiva, che nascerebbe direttamente dalla procura di Macerata che vuole chiarire se vi siano anomalie amministrative. Al momento non vi sono ipotesi di reato e non ci sono indagati. Martedì negli uffici comunali di Porto Recanati la guardia di finanza ha sequestrato proprio le delibere, che ora saranno analizzate dagli investigatori. Ma sul Burchio è stata aperta un’altra indagine dalla procura e che è affidata alla Digos di Macerata. Il sindaco Sabrina Montali e il comandante della polizia comunale di Porto Recanati, Sirio Vignoni proprio relativamente al Burchio (il progetto è stato recentemente bocciato in consiglio comunale) hanno ricevuto una lettera anonima, identica, che contiene offese volgari, a sfondo sessuale, e con parole irripetibili. Entrambi hanno fatto denuncia per minacce, ingiurie e diffamazione. “Confidiamo di individuare i responsabili di questo ignobile atto – ha detto il procuratore Giovanni Giorgio –. Benché le istituzioni siano molto impegnate a tutela delle donne, le amministratrici subiscono attacchi molto volgari”.
Sul caso Burchio, la Coneroblu sta preparando il ricorso al Tar contro la bocciatura in consiglio comunale. “La Coneroblu, cercherà di tutelare i suoi diritti in tutte le sedi competenti – dice l’avvocato Luciano Pantanetti, uno dei legali dell’azienda –. Ma non abbiamo fatto nessuna querela per diffamazione sugli interventi fatti in consiglio comunale. Abbiamo tempo 60 giorni per fare ricorso al Tar e lo stiamo predisponendo”.
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Solidarietà al Sindaco e al Comandante della Polizia Municipale di Porto Recanti
Ho il timore che la mafia capitale non sia solo a Roma
Ottima notizia! Le camorre hanno distrutto una grossa parte d’Italia, e la loro infezione non deve estendersi anche alle Marche.
Massima solidarietà al Sindaco e al Comandante della Polizia Municipale. Il coraggio, a volte, espone ad atti del genere, ma, alla fine, paga sempre.
Massima solidarietà. Adesso tocca ai cittadini dimostrare con i fatti, la vicinanza e la solidarietà a chi ha saputo dire “no” nell’interesse della collettività.